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         Notizie | ||
| Segreteria: 
 c/o Fondazione promozione sociale Via Artisti 36 - 10124 Torino Tel. 011-8124469 Fax 011-8122595 info@fondazionepromozionesociale.it 
 
		  
		  Appunti per la raccolta delle firme e delle adesioni 
		   
		  
		  Utilizzo esclusivo dei moduli originali 
		  
		  Per le firme devono essere utilizzati esclusivamente moduli interi 
		  formato A3 (4 pagine) e non fogli separati. 
		  
		  Attività informativa 
		  
		  È estremamente importante che la raccolta delle firme venga 
		  soprattutto effettuata in modo da fornire le necessarie informazioni 
		  sulle esigenze e sui vigenti diritti delle persone non 
		  autosufficienti. 
		  
		  Raccolta firme 
		  
		  La Petizione può essere sottoscritta da qualsiasi cittadino elettore. 
		  È necessario scrivere in stampatello i dati relativi al cognome, al 
		  nome e all’indirizzo. Le firme devono essere leggibili. Non occorre 
		  alcuna autenticazione delle firme. 
		  
		  Adesioni 
		  
		  È assai importante ottenere l’adesione di personalità e di enti 
		  pubblici (Comuni, Consorzi di Comuni, Comunità montane, Province, 
		  ecc.) e privati, nonché di associazioni di volontariato, di tutela dei 
		  soggetti deboli o di altri aderenti, di studio e ricerca, di 
		  formazione e di qualsiasi altra organizzazione sociale. 
		  
		  Termine della Petizione 
		  
		  Data la necessità di fornire informazioni alle persone in gravi 
		  difficoltà e di mantenere viva l’attenzione verso l’adeguatezza dei 
		  finanziamenti statali occorrenti per la corretta attuazione dei Lea, 
		  la scadenza è stabilita per il
		  31 dicembre 2015. 
		  
		  Informazioni La segreteria è affidata alla Fondazione promozione sociale onlus, Via Artisti 36 - 10124 Torino, tel. 011-8124469, fax 011-8122595, e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it che provvede all’invio gratuito dei fascicoli per la raccolta delle firme. Le adesioni ed i fascicoli (compresi quelli senza tutte le firme) devono essere trasmessi alla segreteria della Fondazione promozione sociale onlus che provvederà a consegnarli al Parlamento e ai Ministri della sanità e delle politiche sociali mano a mano che perverranno. | 
 NOTIZIE n. 56 - Pdl sul "Dopo di noi" Confidando in Vostre urgenti e forti 
		iniziative, uniamo il testo della e-mail inviata dal Csa (Coordinamento 
		sanità e assistenza fra i movimenti di base) l’11 febbraio scorso, al 
		Presidente e ai Vicepresidenti del Senato, al Presidente del Consiglio 
		dei Ministri, ai Ministri della salute e del lavoro, nonché al 
		Presidente e ai Componenti della Commissione sanità del Senato, avente 
		per oggetto: “TRUFFALDINO IL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI 
		IN MERITO AL “DOPO DI NOI”. OCCORRE CHE IL SENATO COMPIA UN RIGOROSO E 
		PROFONDO RIESAME DEL TESTO (DISEGNO DI LEGGE N. 2232/S) ASSUMENDO COME 
		RIFERIMENTO NON SOLO LE ESIGENZE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE E 
		LIMITATA O NULLA AUTONOMIA, MA ANCHE LE LEGGI VIGENTI”. NOTIZIE n. 
		55 - Appello al Papa
		
		per la tutela dei diritti e delle prestazioni sanitarie degli anziani 
		malati cronici non autosufficienti Uniamo di seguito la nota inviata il 5 febbraio 2016 al Santo Padre Papa Francesco, al Segretario di Stato Vaticano, ai Vescovi delle Diocesi italiane della Chiesa cattolica, ai Presidenti delle Caritas nazionale e diocesane italiane, al Presidente e Pontificia Commissione per le Attività del Settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa nonché a tutte le organizzazioni e le persone sottoscrittori dell’Appello al Papa 
		            
		Sul numero 192 (ottobre-dicembre 2015) della rivista “Prospettive 
		assistenziali”, voce del volontariato dei diritti, pubblicata 
		ininterrottamente dal 1968, sono riportati gli allegati articoli 
		“Appello a Papa Francesco per la tutela dei diritti e delle prestazioni 
		sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti”, “Non è 
		carità promuovere la conoscenza e la difesa dei diritti socio-sanitari?” 
		del prof. Claudio Ciancio e “Credere e non informare? Mancano da parte 
		delle organizzazioni cattoliche iniziative d’informazione sui diritti 
		esigibili degli anziani malati cronici non autosufficienti e sulla 
		difesa delle loro indifferibili esigenze terapeutiche” del direttore di 
		“Prospettive assistenziali”, Andrea Ciattaglia e del rappresentate del 
		Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base, 
		Francesco Santanera. 
		            
		L’appello al Papa, sottoscritto da trenta associazioni, e gli altri 
		contributi mettono in luce i vigenti diritti alle prestazioni sanitarie 
		e socio-sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti e 
		delle persone colpite da demenza senile, alle quali molto spesso sono 
		negate le cure cui hanno diritto in base alle leggi. 
		            
		Molto spesso purtroppo i casi seguiti dalle associazioni di volontariato 
		dimostrano che anche le organizzazioni cattoliche non informano i 
		familiari e congiunti delle persone gravemente malate e non 
		autosufficienti delle prestazioni cui hanno diritto (cure 
		socio-sanitarie domiciliari, prestazioni semi residenziali nei centri 
		diurni, ricoveri nelle Rsa – Residenze sanitarie assistenziali), 
		rendendosi protagoniste di atti di omissione che determinano pesanti 
		conseguenze (economiche e di qualità della vita) sui malati e sui loro 
		famigliari. 
		            
		Basterebbe il cambio di rotta delle sole strutture facenti capo alle 
		direzioni diocesane delle Caritas delle Diocesi italiane per determinare 
		un fondamentale cambiamento a favore dei diritti e delle prestazioni 
		esigibili delle persone non autosufficienti. Per combattere l’incultura 
		dello “scarto” denunciata più volte da Papa Francesco, occorre che sia 
		affermata la cultura dei diritti e, nel caso dei malati non 
		autosufficienti, della tutela della loro salute stabilita dall’articolo 
		32 della Costituzione, affermazione che in primo luogo si concretizza 
		con la segnalazione delle leggi vigenti durata (legge 833/1978 e decreto 
		del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 
		istitutivo dei Lea, Livelli essenziali delle attività socio-sanitarie, 
		le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002). 
		            
		Restando in attesa di vostre iniziative al riguardo, delle quali vi 
		chiediamo gentilmente di essere informati, in modo anche da poterle 
		comunicare alle associazioni aderenti all’appello, porgiamo cordiali 
		saluti. 
 NOTIZIE n. 
		54 - Cure domiciliari: sollecitazione al Parlamento e al Governo     Come sapete la raccolta di 
		firme e adesioni alla Petizione popolare nazionale per il riconoscimento 
		del prioritario diritto esigibile alla cure socio-sanitarie domiciliari 
		è terminata, con il Vostro prezioso sostegno del quale Vi ringraziamo 
		sentitamente, il 31 dicembre 2015.  
 NOTIZIE n. 53 - Segnalazione inizitive - 4 marzo 2016 - Convegno a Torino "Persone con disabilità intelletiva e/o autismo con limitata o nulla autonomia. Il durante e dopo di noi è già un diritto esigibile" - 12 marzo 2016 - Incontro a Ciriè "Persone non autosufficienti. Le informazioni utili per i volontari e le famiglie" NOTIZIE n. 52 - Abbonamento a Prospettive assistenziali Gent.mo, Prospettive assistenziali è la rivista che si 
		occupa della promozione e la tutela dei diritti delle persone incapaci 
		di difendersi da sé: persone con disabilità intellettiva grave o 
		autismo, anziani malati cronici non autosufficienti e persone con 
		malattia di Alzheimer o altre forme di demenza senile. 
 
 NOTIZIE n. 51 - Sentenza CdS 5538/2015 
 NOTIZIE n. 50 – INVIATECI LE FIRME RACCOLTE Gent.mi, confermiamo che la raccolta delle 
		adesioni e delle sottoscrizioni riguardanti la Petizione popolare 
		nazionale per il riconoscimento del diritto prioritario delle persone 
		non autosufficienti alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari 
		terminerà il 31 dicembre p.v. Grazie ancora e cordiali saluti. 
 NOTIZIE n. 49 – Abbonamento 2016 a Prospettive assistenziali La rivista Prospettive assistenziali, voce indipendente ed autorevole per la promozione e la tutela dei diritti delle persone incapaci di difendersi da sé, continua ad affrontare tutte le importanti questioni dei minori privi dell’indispensabile sostegno familiare, delle persone colpite da patologie e/o da disabilità invalidanti e da non autosufficienza (anziani malati cronici, persone con il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza senile, soggetti con disabilitò intellettiva o con autismo e limitata o nulla autonomia, ecc.). I nostri interventi hanno ottenuto notevoli ed importanti successi di promozione e tutela dei diritti esigibili delle persone non autosufficienti (oltre un milione di nostri concittadini, condizione che potrebbe capitare ad ognuno di noi) e hanno continuato a fornire alle persone e organizzazioni interessate le informazioni occorrenti per l’attuazione delle norme poste a tutela dei soggetti deboli. L’ABBONAMENTO  Gli abbonamenti a Prospettive assistenziali 
		possono essere effettuati versando la relativa quota:  NOTIZIE n. 
		48 – NUOVI LEA, LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI SOCIO-SANITARIE – 
		Osservazioni  NOTIZIE n. 47 – Lettera/Appello a Papa Francesco Uniamo qui la lettera/appello che manderemo a Papa Francesco per richiedere un suo autorevole intervento per la promozione e la tutela dei diritti delle persone non autosufficienti che non sono in grado di difendere da sé i propri diritti (persone con disabilità intellettiva grave e/o autismo e limitata o nulla autonomia, anziani malati cronici, persone colpite da demenza senile). La lettera può essere sottoscritta da Associazioni ed Organizzazioni inviando una mail di conferma a: info@fondazionepromozionesociale.it entro e non oltre il 20 settembre 2015. NOTIZIE n. 46 – 
		TESTO DI LEGGE SULL’AUTISMO APPROVATO IN VIA DEFINITIVA DAL SENATO:  
		GLI ASPETTI NEGATIVI E LESIVI DEI DIRITTI VIGENTI DEL TESTO DI LEGGE, 
		QUALI STRUMENTI PER CONTRASTARLO E ANDARE OLTRE LE “FREGATURE” DEL 
		PROVVEDIMENTO A tutte le 
		organizzazioni, associazioni, persone impegnate nel sostegno e nella 
		raccolta di firme ed adesioni della “Petizione popolare nazionale per il 
		riconoscimento delle prestazioni socio-sanitarie domiciliari previste 
		dai Lea” uniamo la seguente
		
		nota sul negativo testo di legge sull’autismo approvato dal Senato e 
		inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Invitiamo 
		tutte le organizzazioni ed associazioni a mobilitarsi affinché tale 
		testo non venga firmato dal Presidente della Repubblica, il quale 
		potrebbe opportunamente segnalare alle Camere i sottoelencati elementi 
		negativi della legge, che subordinerebbe i Livelli essenziali delle 
		prestazioni alle risorse economiche stanziate dalle istituzioni. 
 NOTIZIE n. 45 – 
		
		RICORSO AL TAR DEL PIEMONTE CONTRO LA DELIBERA DELLA GIUNTA DELLA 
		REGIONE PIEMONTE N. 18/2015 
		 
 NOTIZIE n. 44 – Due importanti ordini del 
		giorno 
		Due importanti ordini del giorno sono stati 
		approvati la scorsa settimana dal Comune di Torino e dal Consiglio 
		dell'Ordine dei Medici di Torino e Provincia su questioni di rilievo 
		nazionale (cure socio-sanitarie domiciliari, diritto alle prestazioni a 
		casa, semi-residenziali e residenziali per le persone non 
		autosufficienti). Diamo conto degli 
		importanti contenuti dei documenti nelle due brevi note successive, 
		allegando i relativi testi integrali. A tutte le associazioni ed 
		organizzazioni interessate, in particolar modo ai promotori ed aderenti 
		alla "Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del diritto 
		alle cure socio-sanitarie domiciliari", rivolgiamo l'appello a:
		 
 
		1. IL COMUNE DI TORINO "ADERISCE ALLA 
		PETIZIONE NAZIONALE SUL DIRITTO ESIGIBILE ALLE CURE SOCIO-SANITARIE 
		DOMICILIARI" Lunedì 6 luglio 2015 il Consiglio Comunale di 
		Torino ha approvato l'ordine del giorno di adesione alla Petizione sul 
		riconoscimento del prioritario diritto alle cure socio-sanitarie 
		domiciliari per le persone non autosufficienti (anziani malati cronici 
		non autosufficienti, persone colpite da demenza senile, persone con 
		autismo o disabilità grave e limitata o nulla autonomia). Nell'ordine 
		del giorno (firmato dalle Consigliere Onofri, Centillo e Genisio) è 
		stato accolto un emendamento (presentato dal Consigliere Marrone) che 
		invita la Giunta regionale del Piemonte a ritirare il ricorso al 
		Consiglio di Stato contro la positiva sentenza 156/2015 del Tar del 
		Piemonte sul pieno riconoscimento del diritto alle cure socio-sanitarie 
		domiciliari. Le cure a casa per le persone non 
		autosufficienti comprendono l'“assegno di cura”, oggetto negli ultimi 
		anni di ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato: da un lato le 
		associazioni degli utenti, i Comuni e gli Enti gestori delle funzioni 
		socio assistenziali, una ventina in tutto, che sostengono la piena 
		titolarità della sanità su queste prestazioni, dall’altro la Giunta 
		regionale (sia quella già guidata da Roberto Cota, sia quella attuale di 
		Sergio Chiamparino) che non intende riconoscere come diritti sanitari 
		gli interventi prestati da assistenti familiari, badanti e parenti dei 
		malati, anche se si tratta di interventi salvavita per persone 
		dipendenti in tutto e per tutto da terzi. Il Tar ha dato piena ragione 
		ai primi annullando le delibere della Giunta, ma la Regione ha 
		presentato ricorso al Consiglio di Stato, che si è pronunciato il 4 
		giugno scorso, non concedendo la sospensiva richiesta dalla Regione 
		(perciò lasciando valide ed immediatamente applicabili le decisioni del 
		Tribunale amministrativo piemontese, in attesa della prossima udienza a 
		metá ottobre). In link il 
		testo dell'ordine del giorno approvato nonchè l’elenco 
		completo delle adesioni alla Petizione. 
		2. 
		L'ORDINE DEI MEDICI, CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI 
		TORINO ALLA REGIONE PIEMONTE: FARE DI PIÙ PER GLI ANZIANI NON 
		AUTOSUFFICIENTI E PER I MEDICI CHE LI ASSISTONO Il Consiglio dell'Ordine dei Medici della 
		provincia di Torino ha approvato un significativo documento che prende 
		posizione contro la delibera 18/2015 della Regione Piemonte (vedi
		testo), 
		lesiva dei diritti degli anziani malati cronici non autosufficienti. Il testo del documento dell'Ordine dei medici è 
		disponibile anche a questo
		link. NOTIZIE n. 43 del 1° luglio 2015 
		 ISEE: RICORSO IN APPELLO 
 NOTIZIE n. 42 del 15 maggio 2015 
		
		
		APPELLO PER IL RICORSO CONTRO LA DELIBERA N. 
		18/2015 DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE 
		
		La delibera si fonda sui seguenti inaccettabili principi: 
		
		
		- 
		
		
		omissione totale di ogni riferimento alla legge regionale 10 del 2010 
		che già oggi norma “Servizi domiciliari 
		per persone non autosufficienti” in Piemonte, nel rispetto delle 
		norme nazionali in materia e all’articolo 54 della legge 289/2002, 
		istituzione dei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e 
		socio-sanitarie; 
		
		
		- 
		
		
		riferimento alla sentenza n. 604/2015 del Consiglio di Stato che non 
		ha considerato le persone anziane malate croniche non autosufficienti 
		come malati gravissimi, necessitanti, per la loro immediata 
		sopravvivenza di interventi di tipo sanitario e socio-sanitario senza i 
		quali sono destinati a morire in breve tempo. La sentenza non nega 
		comunque che le esigenze di prestazioni indifferibili (cioè l’esigenza 
		che hanno tutti, nessuno escluso, gli anziani malati cronici non 
		autosufficienti e le persone con demenza senile) debbano essere 
		soddisfatte con la presa in carico da parte del Servizio sanitario 
		nazionale, prescrizione totalmente ignorata dalla Giunta regionale nella 
		delibera 18/2015; 
		
		- 
		
		
		istituzione delle liste di attesa come un fenomeno positivo, confondendo 
		le liste di attesa per le prestazioni diagnostiche con quelle di presa 
		in carico di persone malate e/o disabili non autosufficienti in costante 
		e immediato pericolo di vita dovuto alla loro situazione. Oggi tali 
		persone sono 32mila in tutto il Piemonte per i ricoveri in Rsa e le 
		prestazioni domiciliari, lasciate senza cure dal Servizio 
		sanitario nazionale; 
		
		
		- 
		
		
		definizione del ruolo delle Unità valutative geriatriche non solo come 
		organismi di valutazione della situazione sanitaria della persona e 
		conseguenti indicazioni per la predisposizione del Pai, Piano di 
		assistenza individualizzata, ma organismo che illegittimamente decide 
		dell’accesso delle persone non autosufficienti alle cure, in contrasto 
		con la legge 833/1978 in base alla quale il diritto all’accesso alle 
		cure del Servizio sanitario nazionale è determinato esclusivamente dallo 
		stato di malattia della persona. 
		
		In base a questi principi e allo stanziamento previsto dalla delibera 
		sul Fondo sanitario regionale (280 milioni di euro per il 2015) gli 
		utenti presi in carico, secondo i dati forniti nello stesso 
		provvedimento, saranno 17.764, solo 951 in più rispetto all’anno scorso,
		una cifra assolutamente irrilevante a fronte degli oltre 32mila in 
		lista di attesa. 
		
		In questo contesto allarmano le parole del Direttore generale della 
		sanità piemontese, Fulvio Moirano, che durante il
		
		Giornale radio Gr1 delle ore 8,00 del 23 aprile 2015 ha risposto a 
		precisa domanda sull’erogazione delle cure domiciliari dopo le sentenze 
		del Tar del Piemonte che le riconoscevano come diritti esigibili: «E 
		io a questa domanda non le rispondo. Non è la sentenza definitiva. Io 
		credo che si possa, che si debba, aumentare l’offerta sulla 
		residenzialità o in alternativa con gli assegni di cura. Se però le 
		persone che hanno bisogno sono il triplo dei soldi, evidentemente c’è 
		qualche problema». 
		
		Il problema gravissimo della Regione Piemonte, mai finora tradotto in 
		provvedimenti concreti da parte della Giunta della Regione Piemonte, è 
		la mancata attuazione degli impegni contenuti negli ordini del Giorno 
		approvati all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte n. 
		1090/2013 e 142/2014 che impegnavano la Giunta a presentare al 
		Parlamento ed al Governo il reale fabbisogno di prestazioni dei 
		malati/disabili non autosufficienti residenti in Piemonte, richiedendo 
		agli stessi Parlamento e Governo le risorse per fornire loro le cure 
		sanitarie e socio-sanitarie come prevede la legge. 
		
		Facciamo appello attraverso questa nota a tutte le organizzazioni, 
		associazioni, enti locali affinché presentino ricorso entro, il termine 
		per la presentazione il 19 giugno 2015, (insieme alle associazioni del 
		Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base o per 
		via autonoma) contro la nuova pessima delibera della Giunta regionale 
		del Piemonte.  
		Si 
		tratta di un’esigenza necessaria per fermare un provvedimento, già 
		attuativo in quanto deliberato, che lede il diritto delle persone non 
		autosufficienti alle cure sanitarie e socio sanitarie, sposando una 
		logica eugenetica [Utilizziamo 
		il termine eugenetica riferendoci alla definizione contenuta nella 
		Enciclopedia Treccani: «Sotto 
		il profilo etico, l’e. moderna presuppone un’eliminazione sistematica, 
		programmata di esseri umani, nella maggior parte dei casi motivata da 
		ragioni e pressioni di origine economica»] 
		che nega le cure salvavita a persone malatissime o con disabilità grave 
		e non autosufficienza con pretesti infondati di scarsità di risorse 
		economiche
		
		
		(in merito alleghiamo la nota “I 
		soldi ci sono. Rassegna degli sprechi e proposte operative per il 
		recupero di rilevanti risorse economiche” nella quale sono elencati 
		provvedimenti sia regionali che nazionali che immediatamente 
		assicurerebbero minori uscite e maggiori entrate per le casse degli Enti 
		pubblici). 
		 
 NOTIZIE n. 41 del 17 aprile 2015 É uscito PROSPETTIVE 
		ASSISTENZIALI  n. 189 NOTIZIE n. 40 del 10 aprile 2015 
		
		1) 
		 L'inganno del dopo di 
		noi. La bozza di testo unico sul cosiddetto "dopo di noi" all'esame 
		della Commissione affari sociali della Camera dei Deputati omette le 
		leggi in vigore che garantiscono le cure socio-sanitarie alle persone 
		con disabilità grave e apre alle clientele. Per questo abbiamo scritto 
		il messaggio che riportiamo qui integralmente, anche al Presidente 
		dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Occorre che 
		Voi tutti diate diffusione all'appello e interveniate in tutte le sedi 
		possibili per chiedere il ritiro dei negativi provvedimenti sul 
		cosiddetto "dopo di noi" e il rispetto dei Livelli essenziali di 
		assistenza. 
		 Testo 
		della lettera sul “Dopo di noi” 
		
		2)
		 Disegno di legge sull'autismo: 
		nessun riferimento ai Lea vigenti. 
		
		Come viene indicato nelle comunicazioni inviate dal Csa anche al 
		Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e riportata qui di 
		seguito, per le Istituzioni sarà sufficiente ridurre i finanziamenti per 
		avere il pretesto di non intervenire o di provvedere in misura 
		insufficiente rispetto alle esigenze. 
		 Testo 
		della lettera sull’autismo
  Lettera 
		al Presidente Mattarella 
		
		3)
		 Superare le pessime delibere 
		sulle prestazioni socio-sanitarie in Piemonte.
		
		Uniamo nota dell'Anci del 18 marzo 2015 indirizzata agli Assessori alla 
		sanità e all'assistenza nella quale viene ribadita la necessità di «confermare 
		l’offerta di prestazioni domiciliari socio-sanitarie, secondo 
		l’innovativo modello piemontese, a fianco di quelle semiresidenziali e 
		residenziali, concependole in un unico sistema che sia effettivamente in 
		grado di utilizzare di volta in volta la risorsa più appropriata, come 
		prevedono non solo le recenti sentenze del Tar Piemonte in materia di 
		domiciliarità, che questa Regione non vorrà impugnare, ma anche le 
		sentenze definitive del Consiglio di Stato in materia di residenzialità 
		dal momento che “ l’inserimento in strutture residenziali di soggetti 
		non autosufficienti in grado di essere efficacemente assistiti in 
		strutture semiresidenziali o a domicilio risulterebbe una misura del 
		tutto inappropriata, oltre che eccessivamente costosa”». 
 NOTIZIE n. 39 del 16 marzo 2015  A) 
		Le Acli (Associazioni cristiane 
		dei lavoratori italiani) della Regione Piemonte hanno approvato un
		importante
		
		ordine del giorno nella riunione del 28 febbraio 2015 contro 
		l’ipotesi di ricorso della Regione Piemonte al Consiglio di Stato sulla 
		sentenza 156/2015 che ha confermato come diritti esigibili (e quindi di 
		competenza della sanità che ne deve coprire il 50% del costo) le 
		prestazioni socio-sanitarie domiciliari Lea di «aiuto infermieristico 
		e assistenza tutelare alla persona» per anziani malati cronici e/o 
		disabili non autosufficienti, anche se queste prestazioni sono svolte da 
		familiari, badanti o assistenti familiari. 
 NOTIZIE n. 38 del 18 febbraio 2015 NOTIZIE n. 37 del 4 febbraio 2015 
		ABBONAMENTO A PROSPETTIVE ASSISTENZIALI  NOTIZIE n. 36 del 4 febbraio 2015 
		CURE DOMICILIARI: IL 
		TAR DEL PIEMONTE DÀ RAGIONE
		ALLE 
		ASSOCIAZIONI DEL CSA E ANNULLA LE NEGATIVE DELIBERE
		DELLA GIUNTA 
		REGIONALE N. 25 E 26/2013 E 5/2014 Diritto alle cure 
		socio-sanitarie domiciliari per le persone malate e/o colpite da 
		disabilità invalidante e non autosufficienza, ottime notizie arrivano 
		dal Tar del Piemonte. Con la sentenza 156/2015, depositata il 29 gennaio 
		2015, il Tribunale amministrativo del Piemonte ha accolto il ricorso 
		delle associazioni Aps (Associazione promozione sociale), Ulces (Unione 
		per la lotta contro l’emarginazione sociale) e Utim (Unione per la 
		tutela dei disabili intellettivi), aderenti al Csa – Coordinamento 
		sanità e assistenza tra i movimenti di base, dell’Angsa Torino 
		(Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e del Gva Acqui 
		(Gruppo volontariato assistenza handicappati ed emarginati) contro le 
		delibere della Giunta regionale del Piemonte n. 25 e 26/2013 e 5/2014, 
		provvedimenti che sono stati annullati dalla sentenza nelle parti 
		sostanziali. La sentenza 156/2015 
		affronta anche il tema della salvaguardia dei diritti esigibili, in 
		contrasto con  Già con l’ordine del giorno 
		1090 approvato all’unanimità dal Consiglio regionale della Regione 
		Piemonte il 24 settembre 2013 e richiamato costantemente dai ricorrenti 
		nei loro appelli alla Regione affinché ritirasse le delibere oggi 
		annullate, s’impegnava la  
		Giunta  regionale 
		a chiedere al Governo uno stanziamento aggiuntivo a favore del 
		Fondo sanitario nazionale per 
		le  prestazioni 
		da  fornire 
		alle  persone 
		non  autosufficienti 
		e  per 
		l'abbattimento  delle 
		liste  d'attesa, e uno 
		stanziamento annuale continuativo per il Fondo delle non 
		autosufficienze, da  
		destinare  esclusivamente 
		ai  Comuni 
		per  la 
		loro  funzione 
		integrativa.  Tali 
		richieste –  ci risulta 
		–  non 
		sono  mai 
		state  portate 
		al  Governo. Oggi, sulla scorta della 
		sentenza n. 156/2015 e dell’ordine del giorno approvato anch’esso 
		all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte n. 142 del 18 
		dicembre 2014 che chiedeva il superamento delle delibere annullate (come 
		di quelle sulle prestazioni socio-sanitarie residenziali, ancora in 
		giudizio al Consiglio di Stato), occorre con la massima urgenza che la 
		Regione chieda le necessarie risorse al Governo e applichi, per le 
		prestazioni socio-sanitarie domiciliari, la legge regionale 10/2010.
		 
		
		NOTIZIE n. 35  del
		 15 dicembre 2014 
		1)
		Il 30 novembre 2014 è stato 
		approvato alla Camera dei Deputati l’allegato 
		ordine del giorno 9/02679-bis-A/088 
		a firma dell’On. Galgano che, premesse tutte le osservazioni negative 
		relative alle disposizioni discriminanti e anti-costituzionali del Patto 
		per la salute 2014-2016 impegna il Governo a «valutare 
		l’opportunità, tenendo conto della Risoluzione n. 8-00191 (approvata 
		all’unanimità dalla Commissione affari sociali della Camera dei Deputati 
		l’11 giugno 2012), di adottare in breve termine le iniziative necessarie 
		per assicurare la corretta attuazione e la concreta esigibilità delle 
		prestazioni sanitarie e socio-sanitarie previste dai Livelli essenziali 
		di assistenza (Lea) alle persone con morbo di Alzheimer o da altre forme 
		neurodegenerative e di demenza senile e ai pazienti psichiatrici, 
		assicurando loro l’erogazione delle prestazioni domiciliari, 
		semiresidenziali e residenziali». Vi chiederemmo 
		di diffondere tale documento e di rilanciare le iniziative contro i 
		pessimi provvedimenti contenuti nel Patto per la salute 2014-2016. Segnaliamo alla Vostra attenzione che nelle 400 mila copie del n. 12, 2014 del mensile a diffusione nazionale 50&Più è stato pubblicato l’inserto di cui all’oggetto. Si tratta di un’iniziativa estremamente importante per quanto riguarda l’informazione sul diritto esigibile alle prestazioni socio-sanitarie delle persone non autosufficienti. Confidiamo vivamente nella vostra collaborazione per l’ulteriore massima diffusione possibile dell’inserto, il cui testo è reperibile sul sito www.fondazionepromozionesociale.it, in modo che le persone malate e non autosufficienti ricevano le prestazioni socio-sanitarie di cui hanno indifferibile esigenza e il pieno diritto e nello stesso tempo i loro famigliari non siano costretti a sostenere spese per le loro cure, spesso di importo molto rilevante. 
		Alleghiamo anche il
		
		volantino informativo dell’Utim, Unione per la 
		tutela delle persone con disabilità intellettiva, le cui indicazioni 
		sono estremamente importanti anche per le persone con autismo. 
		
		NOTIZIE n. 34  del
		 3 dicembre 2014 Inviamo 
		di seguito aggiornamenti sui ricorsi e testo dell'articolo in uscita su
		Prospettive assistenziali.  
		1. Aggiornamenti sui ricorsi: 
 2.
		
		E' qui scaricabile l’articolo, in uscita sul numero 188/2014 della 
		rivista Prospettive assistenziali “Ingannevoli dirottamenti dei 
		finanziamenti statali destinati alle persone non autosufficienti e 
		strumentale definizione delle disabilità gravissime”. Sarebbe importante 
		che Voi verifichiaste sui Vostri territori se avviene il medesimo 
		dirottamento di risorse, in modo da prendere posizione contro di esso.  
		Restando in attesa dei vostri riscontri, vi salutiamo cordialmente. p. Il Comitato promotore, La Segreteria 
		NOTIZIE n. 33 del
		 14 
		 novembre 2014 
		1) FONDI SANITARI OBBLIGATORI E COMPLEMENTARI AL 
		FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE 
		 L’11 
		novembre 2014 è stata inviata la comunicazione qui di seguito riportata 
		ai Ministri e Sottosegretari della salute, delle politiche sociali e 
		dell’economia e delle finanze, al presidente della Conferenza Stato 
		Regioni, al Presidente dell'Anci, alle Segreterie nazionali dei 
		Sindacati pensionati e alle associazioni Fish, Fand, Aisla, Comitato 16 
		novembre.      
		 
		
		Oggetto: FONDI SANITARI OBBLIGATORI E COMPLEMENTARI AL FONDO PER LE 
		NON AUTOSUFFICIENZE:  ECCO LE RISORSE (ALMENO 1,2 MILIARDI DI EURO) DA 
		DESTINARE PER IL 2015 IN BASE ALLE LEGGI VIGENTI ALLE PERSONE MALATE E/O 
		CON DISABILITÀ GRAVI E NON AUTOSUFFICIENZA E CHE OCCORRE PRETENDERE 
		DALLE ISTITUZIONI 
		            
		Lo scrivente Csa - Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di 
		base invia questo messaggio come appello per le urgenti iniziative volte 
		ad ottenere che, com’è previsto dalle leggi vigenti, alle persone 
		colpite da patologie e/o da disabilità invalidanti e da non 
		autosufficienza vengano erogati non solo i finanziamenti del Fondo per 
		le non autosufficienze ma anche quelli, molto più consistenti, del Fondo 
		sanitario nazionale. 
		            
		I Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (decreto 
		del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001, le cui norme 
		sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002) stabiliscono 
		che sono obbligatoriamente a carico del Fondo sanitario nazionale oltre 
		agli oneri relativi alle prestazioni mediche, infermieristiche e 
		riabilitative a domicilio, semiresidenziali e residenziali, anche i 
		seguenti oneri: 
		
		 50% del costo dell’assistenza programmata a domicilio per quanto 
		concerne le «prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza 
		tutelare alla persona»; 
		
		 70% delle «prestazioni diagnostiche, terapeutiche e 
		socio-riabilitative in regime semiresidenziale per disabili gravi» e 
		cioè per la frequenza di centri diurni; 
		
		 70% delle «prestazioni diagnostiche, terapeutiche, riabilitative e 
		socio-riabilitative in regime residenziale» per disabili gravi. Se 
		si tratta di «disabili privi di sostegno familiare» l’onere a 
		carico del Servizio sanitario nazionale è del 40%; 
		
		 50% delle «prestazioni terapeutiche, di recupero e di mantenimento 
		funzionale delle abilità per gli anziani non autosufficienti in regime 
		semiresidenziale, ivi compresi interventi di sollievo», nonché nei 
		casi di «regime residenziale, ivi compresi interventi di sollievo»; 
		
		 40% delle «prestazioni terapeutiche e 
		socio-riabilitative in strutture a bassa intensità residenziale» per 
		le persone con problemi psichiatrici. Per le «prestazioni 
		diagnostiche, terapeutiche, riabilitative e socio-riabilitative in 
		regime residenziale» delle persone con problemi psichiatrici, la 
		Sanità interviene nella misura del 100% dei costi. Contributi a carico degli utenti 
		            
		Per la parte non coperta dal Fondo sanitario nazionale gli utenti devono 
		contribuire alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari, 
		semiresidenziali e residenziali sulla base delle loro personali risorse 
		economiche (redditi e beni) dedotti gli eventuali oneri relativi agli 
		obblighi di legge (ad esempio per il mantenimento del coniuge o di altre 
		persone a carico) e le franchigie previste dai decreti legislativi 
		109/1998 e 130/2000; in base alle norme vigenti i parenti degli utenti 
		maggiorenni non sono tenuti a versare alcuna somma. Oneri a carico dei Comuni 
		            
		Per la parte non coperta dal Servizio sanitario nazionale e dagli 
		utenti, devono intervenire i Comuni ai quali sono assegnati in via 
		esclusiva (legge 296/2006, articolo 1, commi 1264 e 1265) le risorse del 
		Fondo nazionale per le non autosufficienze. Illegittimi dirottamenti dei finanziamenti statali 
		            
		Ci sono Regioni (a titolo d’esempio Lazio, Lombardia, Umbria e parte del 
		Piemonte) che erogano alle persone non autosufficienti esclusivamente le 
		risorse del Fondo per le non autosufficienze. Occorre, invece, tenere 
		presente che quantificando il costo giornaliero delle prestazioni socio 
		sanitarie domiciliari di «aiuto infermieristico e assistenza tutelare 
		alla persona» in euro 60,00 (importo che è molto approssimativo) le 
		Asl devono versare 30 euro. Dei rimanenti 30 se, in base ai propri 
		redditi, l’utente deve contribuire nella misura di 20 euro, i Comuni 
		devono intervenire con i restanti 10. Analoga è la ripartizione dei 
		costi per le prestazioni residenziali.  
		Quindi, secondo questo calcolo approssimativo, ma esatto nella 
		ripartizione delle competenze (Asl, utente, Comune), così com’è 
		stabilito dalle leggi in vigore, il Fondo sanitario nazionale deve 
		erogare finanziamenti per un importo tre volte più consistente delle 
		somme erogate dai Comuni.             
		Ne consegue che se i Comuni devono erogare i 400 milioni ad essi 
		assegnati dal Fondo per le non autosufficienze per l’anno 2015, le Asl 
		devono contribuire per una somma tre volte superiore e quindi per 
		l’importo di 1 miliardo e 200 milioni di euro per una cifra complessiva 
		di 1 miliardo e 600 milioni di euro. In ogni caso le Asl e i Comuni non 
		possono in nessuna occasione negare le prestazioni con il pretesto della 
		carenza dei finanziamenti occorrenti. 
		 2) APPELLO A 
		RENZI E AI PARLAMENTARI CONTRO LE NUOVE TENDENZE EUGENETICHE VERSO LE 
		VITTIME DELLA “CULTURA DELLO SCARTO” 
		Il Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) 
		ha inviato il 3 novembre 2014 al Presidente del Consiglio dei Ministri e 
		ai Parlamentari piemontesi la lettera di seguito riportata. Si tratta di 
		questioni estremamente importanti, che riguardano attualmente la 
		condizione di oltre un milione di nostri concittadini, ma in realtà 
		tutti noi per la possibilità che tutti abbiamo di diventare, per 
		esempio, malati cronici non autosufficienti. Anche per un'iniziativa di 
		autotutela, quindi, c'è la necessità di rilanciare questa lettera al 
		Presidente del Consiglio e ai Parlamentari delle vostre Regioni per 
		sollecitarli a prendere provvedimenti urgenti a garanzia del diritto 
		alle prestazioni previste dalla legge per le persone colpite da malattie 
		e/o handicap invalidante grave e non autosufficienza.  
		 Per contrastare le pratiche di selezione sociale realizzate attraverso 
		la sistematica negazione dei diritti per le persone colpite da malattia 
		e/o handicap e non autosufficienza, chiediamo l’attivazione di 
		interventi urgentissimi per: 
		1) assicurare con la massima celerità 
		possibile le indispensabili prestazioni socio-sanitarie, diagnostiche e 
		terapeutiche, domiciliari e residenziali garantite dalle leggi vigenti 
		agli anziani malati cronici non autosufficienti, alle persone colpite 
		dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e agli infermi 
		con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata o nulla autonomia, oltre 
		1 milione di nostri concittadini; 
		2) fornire alle persone con handicap 
		intellettivo o con autismo grave gli interventi domiciliari, 
		semiresidenziali e residenziali stabiliti dalle leggi vigenti; 
		3) erogare alle persone con gravi invalidità, 
		e pertanto impossibilitati a svolgere qualsiasi attività lavorativa, 
		pensioni adeguate alle loro esigenze vitali. L'importo mensile attuale 
		(da fame) è di euro 279,19; 
		4) garantire alle persone con invalidità 
		gravissima, necessitanti dell'aiuto permanente (24 ore su 24) di una 
		persona, una indennità che compensi le maggiori spese a loro carico 
		rispetto ai cittadini privi di minorazioni. Attualmente l'importo 
		mensile dell'indennità di accompagnamento è di euro 504,07,  meno 
		di 17 euro al giorno. 
		 
		 
		
		Questo Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base), 
		che funziona ininterrottamente dal 1970 per il riconoscimento giuridico 
		delle esigenze fondamentali di vita delle persone non autosufficienti 
		(anziani malati cronici, soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da 
		altre forme di demenza senile o da rilevanti disturbi psichiatrici o da 
		disabilità o da autismo grave (oltre 1 milione di nostri concittadini) 
		segnala alla Sua attenzione la quotidiana violazione del loro diritto 
		alle prestazioni domiciliari, semiresidenziali (ove necessario) e 
		residenziali dirette alla diagnosi delle loro condizioni di salute, alla 
		definizione degli interventi terapeutici, in primo luogo quelli volti 
		alla massima riduzione possibile della sofferenza, alla prevenzione 
		degli aggravamenti e all'assunzione di tutte le occorrenti iniziative 
		per garantire la miglior possibile qualità della vita a queste persone 
		che sono colpite da gravi patologie e che, anche se inguaribili, devono 
		essere curate senza eccessi terapeutici ma nemmeno – come spesso avviene 
		attualmente – essere abbandonati a loro stessi e i loro congiunti. Nonostante si tratti di malati veri, quasi 
		sempre impossibilitati ad esprimere le loro esigenze, ma con necessità 
		diagnostiche e curative indifferibili, attualmente in Piemonte sono 
		posti in illegittime e disumane liste di attesa (per mesi e anche per 
		anni) oltre 31mila infermi. Ne consegue che è ipotizzabile che in Italia 
		le persone colpite da patologie o da disabilità gravemente invalidanti e 
		da non autosufficienza in analoga vergognosa situazione di abbandono 
		terapeutico siano oltre 200mila.  
		
		Al termine del periodo di acuzie, questi infermi sono quasi sempre – le 
		eccezioni sono rarissime – dimessi dagli ospedali e dalle case di cura 
		private convenzionate, sulla base del barbaro principio secondo cui i 
		malati inguaribili sono anche incurabili. Al riguardo alleghiamo la 
		sconcertante segnalazione pubblicata sulla rubrica Specchio dei Tempi 
		del quotidiano la Stampa in data sabato 11 ottobre 2014. 
		
		Tuttavia, in tutti i casi in cui i famigliari sulla base delle leggi 
		vigenti e della consulenza fornita gratuitamente dalla Fondazione 
		promozione sociale onlus (cfr. il sito 
		
		
		www.fondazionepromozionesociale.it), inviano 3/4 raccomandate A/R (al Direttore generale dell’Asl e al Sindaco 
		di residenza dell'infermo, nonché al Direttore sanitario della struttura 
		in cui è ricoverato – spesa 20 euro), il malato cronico non 
		autosufficiente non viene dimesso e gli è assicurata la continuità 
		terapeutica senza limiti di durata: dunque il diritto alle cure 
		socio-sanitarie esiste, ma assai sovente viene negato. 
		 
		Nonostante le norme vigenti (decreto del 
		Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 e articolo 54 
		della legge 289/2002) garantiscano alle persone con handicap 
		intellettivo e con autismo grave le necessarie prestazioni domiciliari, 
		semi- residenziali e residenziali (il ricovero era già assicurato dalla 
		legge 6535/1889 e dai regi decreti 773/1931 e 383/1934), la stragrande 
		maggioranza delle Asl dei Comuni sono completamente inadempienti, così 
		come avviene spesso da parte di altre Istituzioni dello Stato, al punto 
		che sono addirittura all’esame della Commissione affari sociali della 
		Camera dei Deputati le proposte di legge n. 
		
		698, 1352, 2205, 2456 e 2578 fondate sulla falsità: infatti omettono 
		di segnalare la presenza delle leggi in vigore che stabiliscono i 
		diritti pienamente ed immediatamente esigibili. Sarebbe come se qualche 
		parlamentare decidesse presentare proposte di legge sulla scuola senza 
		tener conto dell’obbligo scolastico, o sulle procedure elettorali, senza 
		tener conto della piena vigenza del diritto di voto! Altri disegni di 
		legge (Senato n. 72, 164, 181, 292, 680 e 940 e Camera dei Deputati n. 
		142, 685, 696, 697, 728, 756, 1110, 1323 e 1348) sono basati sulla 
		stessa ingannevole omissione. Il patto per la salute 2014-2016: nuove tendenze eugenetiche per gli 
		“scarti” della società? 
		Il Governo e le 
		Regioni hanno approvato il 10 luglio 2014 un provvedimento denominato 
		“Patto per la salute 2014-2016” concernente le prestazioni di competenza 
		del Servizio sanitario nazionale in cui all’articolo 6 “Assistenza 
		socio-sanitaria” viene stabilito che le relative prestazioni «sono 
		effettuate nei limiti delle risorse previste» e che «le Regioni 
		disciplinano i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e 
		delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per 
		le aree della non autosufficienza, della disabilità, della salute 
		mentale adulta e dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle 
		dipendenze e forniscono indicazioni alle Asl ed agli altri enti del 
		sistema sanitario regionale per l’erogazione congiunta degli interventi,
		nei limiti delle risorse programmate per il Servizio sanitario 
		regionale e per il Sistema dei servizi sociali per le rispettive 
		competenze». 
		
		L’abdicazione del diritto alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie 
		in favore delle sole esigenze di bilancio ha già portato nella storia ad 
		aberrazioni ed orrori. A titolo di esempio richiamiamo un brano tratto 
		dal monologo “Ausmerzen – Vite indegne di essere vissute” di 
		Marco Paolini, che ripercorre la messa in opera su vasta scala dei 
		principi dell’Eugenetica, attuata in Germania sotto il nazismo. 
		
		Lo scopo dichiaratamente perseguito di tale pratica e azione politica 
		era quello di conseguire un risparmio nei conti dello Stato, 
		all’indomani della crisi mondiale del 1929, eliminando centinaia di 
		migliaia di persone considerate improduttive (disabili, indigenti, 
		alcolizzati, malati cronici…). 
		
		Uno dei documenti ufficiali citato dall’artista, così recita: «È 
		stato calcolato che fino al primo settembre 1941 sono stati 
		“disinfettati” 70.273 pazienti. Calcolando un costo giornaliero di 3,50 
		marchi, abbiamo fatto risparmiare 4.781.339,72 chili di pane, 
		19.754.325,27 chili di patate e poi marmellata, margarina, caffè, 
		zucchero, farina, carne, tabacco. […] Lo chiamavano progetto T4: si 
		trattava di concedere l’eutanasia a tutti quelli considerati mangiatori 
		a spese dello Stato». 
		
		Papa Francesco, che ha stigmatizzato la distruttiva «cultura dello 
		scarto», ha anche affermato, durante la Settimana sociale dei 
		cattolici italiani svoltasi nel 2013, che «un popolo che non si 
		prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, 
		perché maltratta la memoria e la promessa». 
		
		
		3.       
		
		
		EROGARE UNA PENSIONE DI INVALIDITÀ ADATTA ALLE ESIGENZE VITALI 
		
		Alle persone con invalidità in situazione di gravità, che certamente e 
		definitivamente non sono in grado di svolgere qualsiasi attività 
		lavorativa, lo Stato eroga (anno 2014) la pensione da fame di euro 
		279,19 mensili, con la quale dovrebbero alimentarsi, vestirsi, pagare 
		l'affitto e provvedere alle loro altre esigenze vitali.  
		
		Si tenga presente che al compimento del 60º anno di età la pensione di 
		invalidità è sostituita dall’assegno sociale il cui importo mensile 
		(anno 2014) è di euro 636,83. 
		
		L’assoluta inadeguatezza e illogicità della pensione di invalidità, per 
		come è erogata nell’esiguo importo odierno, è palese anche dal confronto 
		con l’assegno sociale: non si capisce infatti il principio per cui una 
		persona con invalidità grave, non in grado di svolgere alcuna attività 
		lavorativa, debba ricevere meno dallo Stato proprio nel periodo di vita 
		in cui generalmente deve affrontare più spese. 
		
		Si richiede pertanto che per le persone infrasessantenni con invalidità 
		grave venga almeno erogato l’importo stabilito per l’assegno sociale. 
		 
		
		L’attuale (anno 2014) importo mensile dell'indennità di accompagnamento, 
		versata agli invalidi totali (100%) è di euro 504,07. Questa somma può 
		essere accettabile per coloro che sono «nell’impossibilità di 
		deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore», come da 
		legge 18/1980, e sono in grado di svolgere attività lavorative.  
		
		È invece assai allarmante che lo stesso importo mensile venga erogato 
		dallo Stato alle persone che abbisognano «di un’assistenza continua 
		non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita», 
		come da succitata legge 18/1980, spesso nemmeno in grado di manifestare 
		le proprie esigenze vitali. Per queste persone con disabilità totale, e 
		quindi non autosufficienti, curati a domicilio che necessitano di essere 
		alzate, vestite, alimentate spesso mediante imboccamento, pulite 
		(sovente soffrono di doppia incontinenza), l’indennità di 
		accompagnamento dovrebbe essere almeno triplicata  (da 504,07 a 
		1.500 euro mensili) consentendo in tal modo ai loro congiunti di poter 
		continuare ad accoglierli a casa loro, evitando il ricovero le cui rette 
		mensili oscillano da 4.500 euro a 6.000 euro al mese. Da tener presente 
		che l'importo di 1.500 euro al mese corrisponde a 50 euro al giorno per 
		prestazioni da assicurare 24 ore su 24. 
		 
		
		Mentre confidiamo che il Presidente del Consiglio dei Ministri assuma 
		con la massima sollecitudine possibile i necessari e urgenti 
		provvedimenti per fare fronte ai sopra illustrati problemi di giustizia 
		sociale, chiediamo ad ognuno dei Parlamentari del Piemonte di sostenere 
		le richieste fin qui precisate, che rientrano fra le istanze 
		dell’allegata Risoluzione 8-00191 approvata all’unanimità dalla 
		Commissione affari sociali della Camera dei Deputati l’11 luglio 2012. 
		 Allegati:  
 
		
		NOTIZIE n. 32 del 4 novembre 2014 URGENTISSIMA 
		MOBILITAZIONE PER LA MODIFICA DEL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITA' E DEL 
		PATTO PER LA SALUTE CARATTERIZZATI DA ALCUNE TENDENZE EUGENETICHE
		VERSO GLI “SCARTI” DELLA SOCIETÀ (OLTRE UN 
		MILIONE DI NOSTRI CONCITTADINI COLPITI DA PATOLOGIE E/O DISABILITÀ IN 
		SITUAZIONE DI GRAVITÀ E DA NON AUTOSUFFICIENZA) – MESSAGGIO 
		IMPORTANTISSIMO    Ricordiamo che nel Patto per 
		la salute 2014-2016 all'articolo 6 "Assistenza socio-sanitaria" viene 
		stabilito che le relative prestazioni «sono effettuate nei limiti 
		delle risorse previste» e che «le Regioni disciplinano i principi 
		e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle attività 
		sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per le aree della 
		non autosufficienza, della disabilità, della salute mentale adulta e 
		dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze e 
		forniscono indicazioni alle Asl ed agli altri enti del sistema sanitario 
		regionale per l’erogazione congiunta degli interventi, nei limiti delle 
		risorse programmate per il Servizio sanitario regionale e per il Sistema 
		dei servizi sociali per le rispettive competenze». Emendamento - È quindi 
		necessario che le associazioni e organizzazioni prendano posizione per 
		la modifica del disegno di legge di stabilità 2015, informando e
		sensibilizzando i Parlamentari di riferimento del proprio territorio 
		ed i rappresentanti delle altre istituzioni (Anci, Conferenza Stato 
		Regioni…) per la presentazione degli opportuni emendamenti 
		che sopprimano le disposizioni di cui sopra dal Patto per la salute 
		2014-2016 e cancellino quindi l’inaccettabile discriminazione 
		tra malati e negazione dei diritti che esso introduce.   Esempio di emendamento  Pretesto 
		carenza di risorse 
 
		
		NOTIZIE n. 31 del 19 settembre 2014 
		Come anticipato in “Notizie - n. 28” 
		del 9 luglio scorso, il “Patto per la salute 2014-2016” – 
		approvato da Governo e Regioni il 10 luglio 2014 – stabilisce 
		all’articolo 6 (“Assistenza socio-sanitaria”) che le relative 
		prestazioni «sono effettuate nei limiti delle risorse previste» 
		e che «le Regioni disciplinano i principi e gli strumenti per 
		l’integrazione dei servizi e delle attività sanitarie, sociosanitarie e 
		sociali, particolarmente per le aree della non autosufficienza, della 
		disabilità, della salute mentale adulta e dell’età evolutiva, 
		dell’assistenza ai minori e delle dipendenze e forniscono indicazioni 
		alle Asl ed agli altri enti del sistema sanitario regionale per 
		l’erogazione congiunta degli interventi, nei limiti delle risorse 
		programmate per il Servizio sanitario regionale e per il Sistema dei 
		servizi sociali per le rispettive competenze». 
		Si tratta di misure che introducono una 
		inaccettabile discriminazione tra soggetti malati – oltre un milione di 
		nostri concittadini –  vincolando l’erogazione delle prestazioni 
		per le persone citate alle risorse stanziate, in contrasto con le leggi 
		in vigore (legge n. 833/1978, Livelli essenziali di assistenza stabiliti 
		nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001 
		le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002). 
		Pertanto, per contrastare il provvedimento che 
		discrimina i malati è necessario presentare ricorso al Tar del 
		Lazio. Il ricorso si può presentare entro il 25 di ottobre p.v. 
		Le 
		associazioni Aps, Ulces e Utim, aderenti al Csa (Coordinamento sanità e 
		assistenza fra i movimenti di base), si sono attivate e presenteranno 
		ricorso studio dell’avvocato Roberto Carapelle - 
		Via San Pio V, 
		20, 10125 Torino, tel. 011.6692848 e 
		011.6698858. 
		
		Si tratta,
		
		
		com’è chiaro dalle premesse, di 
		una causa importantissima a difesa del diritto alle cure e contro ogni 
		discriminazione delle persone colpite da patologie e/o handicap e non 
		autosufficienza, pertanto auspichiamo che anche Voi vogliate 
		ricorrere contro il provvedimento. 
		In allegato trovate: la
		
		nota che abbiamo inviato al nostro Avvocato per il ricorso 
		contro il Patto per la salute 2014-2016. 
		 
		
		NOTIZIE n. 30 del 10 settembre 
		2014 
		 
		Abbiamo bisogno della Vostra collaborazione per poter adeguare le nostre 
		iniziative alle esigenze e ai diritti dei soggetti con handicap 
		intellettivo grave e gravissimo, degli individui colpiti da autismo, 
		degli anziani malati cronici non autosufficienti, delle persone colpite 
		da morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e degli infermi 
		con rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia. 
		Il Vostro aiuto è altresì molto utile per le attività svolte a difesa 
		delle persone con gravi difficoltà alle quali le istituzioni negano le 
		prestazioni dovute o le rinviano in contrasto con i bisogni del soggetto 
		coinvolto. Diritti esigibili 
		Come abbiamo più volte segnalato, alle persone sopra indicate le Asl 
		sono obbligate a fornire le occorrenti prestazioni domiciliari, 
		semiresidenziali e residenziali in base ai Lea, Livelli essenziali di 
		assistenza sanitaria e socio-sanitaria di cui al decreto del Presidente 
		del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli 
		essenziali di assistenza” (Lea) le cui norme sono cogenti in base 
		all’articolo 54 della legge 289/2002.  
		Per le persone malate croniche non autosufficienti 
		i diritti sanciti dai Lea erano già in vigore ai sensi della 
		legge 833/1978, istituiva del Servizio sanitario nazionale.
		Infatti l’articolo 2 di questa legge stabiliva e stabilisce tuttora che 
		il Servizio sanitario nazionale deve assicurare
		 «la 
		diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la 
		fenomenologia e la durata» 
		e deve altresì 
		provvedere «alla tutela della salute degli anziani, anche al fine di 
		prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro 
		emarginazione».
		I diritti delle persone non autosufficienti (disabili, anziani, soggetti 
		con demenza senile o con gravi disturbi psichiatrici) sono stati 
		confermati anche dalla sentenza della Corte costituzionale n. 36/2013. 
		
		Grati della Vostra collaborazione, Vi preghiamo di compilare l'allegato
		
		questionario (5 punti). 
		 
		
		1) - QUESTIONARIO - Per le persone con handicap intellettivo o colpite 
		da autismo 
		
		1. Per le persone con handicap intellettivo o colpite da autismo 
		
		a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti: 
		
		- alle prestazioni domiciliari? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		- alla frequenza del centro diurno? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una 
		comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un 
		istituto? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui 
		sopra sono assicurate: - dall’Asl? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		d) l’utente deve versare una somma: 
		
		- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro………….. 
		
		- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di 
		euro…………. 
		
		- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro………… 
		
		Altre Vostre considerazioni: 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		  
		2) - QUESTIONARIO 
		- Per gli anziani malati cronici non autosufficienti 
		e per le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme 
		di demenza senili 
		
		1. Per gli anziani malati cronici non 
		autosufficienti  e per le 
		persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza 
		senile 
		
		a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti: 
		
		- alle prestazioni domiciliari? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		- alla frequenza del centro diurno? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una 
		comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un 
		istituto? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui 
		sopra sono assicurate: - dall’Asl? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		d) fornite consulenza in merito all’opposizione alle dimissioni da 
		ospedali e da case di cura di anziani malati cronici non autosufficienti 
		e di persone con demenza senile nei casi in cui per qualsiasi motivo non 
		sono praticabili le prestazioni domiciliari? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		- Se sì, quanti casi avete registrato nell’ultimo anno? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		- Hanno avuto epilogo positivo (corretta erogazione delle prestazioni 
		socio-sanitarie come previste dai Lea)? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		e) l’utente deve versare una somma: 
		
		- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro………….. 
		
		- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di 
		euro…….. 
		
		- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro………… 
		
		- per il ricovero in una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale, per 
		l’importo di euro….. 
		
		Altre Vostre considerazioni: 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		3) - QUESTIONARIO - Per le persone con gravi 
		disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia 
		
		1. Per le persone con gravi disturbi 
		psichiatrici e limitatissima autonomia 
		
		a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti: 
		
		- alle prestazioni domiciliari? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		- alla frequenza del centro diurno? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una 
		comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in una casa di 
		cura? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un 
		istituto? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui 
		sopra sono assicurate: - dall’Asl? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune? 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		d) l’utente deve versare una somma: 
		
		- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro………….. 
		
		- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di 
		euro……….. 
		
		- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro………… 
		
		Altre Vostre considerazioni: 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		 
		4) - Secondo le Vostre esperienze e 
		disponibilità, che iniziative potete intraprendere in merito alla 
		Petizione popolare nazionale riguardante il finanziamento dei Lea 
		per sollecitare il Parlamento e il Governo ad erogare i necessari 
		finanziamenti aggiuntivi, come previsto anche dalla allegata Risoluzione 
		n. 8-00191 approvata all’unanimità l’11 luglio 2012 dalla Commissione 
		affari sociali della Camera dei Deputati: a) al Fondo sanitario 
		nazionale per le attività di competenza delle Asl 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. b) al Fondo per le non 
		autosufficienze per gli interventi di competenza dei Comuni 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		5) - Secondo le Vostre esperienze e 
		disponibilità, che iniziative potete intraprendere per la raccolta delle 
		adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e private in 
		merito alla Petizione popolare nazionale 
		(di cui sono in atto le relative iniziative fino 
		al 31 dicembre 2015) volte ad ottenere dal Parlamento, dal Governo e 
		dalle Regioni provvedimenti per l’attuazione dei già vigenti diritti 
		esigibili alle prestazioni domiciliari per le persone non 
		autosufficienti nonché per il riconoscimento della priorità di detti 
		interventi e per adeguati finanziamenti 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
		
		…………………………………………………………………………………………….. 
 
		
		Notizie 
		- 
		n. 29  del 12 agosto 2014 
		 
		
		
		Il testo della Petizione è il seguente: 
		
		
		«Come 
		noto, oggi, in base ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) 
		definiti dal Decreto del presidente del Consiglio 
		dei Ministri 29 novembre 2001 (articolo 54 della legge 289/2002), 
		
		Asl e Comuni sono tenuti ad erogare le prestazioni socio-sanitarie 
		domiciliari, semiresidenziali e residenziali per le persone con 
		disabilità grave, che già attualmente vengono fornite. 
		 
		Purtroppo 
		sono state presentate alla Camera dei Deputati, e sono 
		
		in discussione presso la Commissione affari sociali della Camera, 
		quattro proposte di legge sul tema dell’“assistenza delle persone 
		affette da disabilità grave e prive del sostegno famigliare” che 
		omettono colpevolmente le citate leggi esistenti e in esse manca, 
		aspetto gravissimo, ogni riferimento ai Livelli essenziali di assistenza 
		socio-sanitaria (Lea). Si tratta delle proposte di legge n. 698, 1352, 
		2205 e 2456 che prevedono anche erogazioni di ingenti risorse (150-300 
		milioni di euro all'anno) destinate ai privati. Tali provvedimenti 
		devono essere bloccati, nell’interesse e a tutela dei diritti di decine 
		di migliaia di persone con disabilità grave e delle loro famiglie. 
		Le 
		contestate proposte di legge, non richiamando i Lea, disinformano 
		migliaia di cittadini in ansia per il “dopo di noi” dei loro figli con 
		disabilità e inducono proprio loro, nella loro debolezza, a dipendere 
		dalla decisione discrezionale dei privati, anziché contare sul diritto. 
		Privati che, come già è accaduto, continua ad accadere ed è facile che 
		accadrà ancora, dopo aver usufruito di importanti contributi pubblici 
		per realizzare una struttura potranno scegliere autonomamente a chi 
		fornire le prestazioni e a chi no. 
		
		 La 
		mancata attuazione in molte parti d’Italia della normativa sui Lea non 
		deve incentivare iniziative che, omettendo i diritti delle persone con 
		disabilità, sostengono con consistenti risorse pubbliche i privati senza 
		garanzie di universalità nell’accesso alle prestazioni e sono foriere di 
		gestioni clientelari del potere. 
		
		
		Per la concreta attuazione dei Lea – le cui norme valgono in modo 
		esattamente identico anche per gli anziani malati cronici non 
		autosufficienti, le persone colpite da morbo di Alzheimer o altre forme 
		di demenza senile, persone con rilevanti problemi psichiatrici e 
		limitata nulla autonomia – chiediamo che venga dato corso concreto alla
		Risoluzione 8-00191 approvata 
		all’unanimità dalla Commissione affari sociali della Camera l’11 luglio 
		2012 che chiede al Governo di approvare i necessari 
		stanziamenti affinché Asl e Comuni garantiscano, in base 
		all’effettivo fabbisogno (valutato dalle competenti Commissioni) 
		innanzitutto il diritto alle prestazioni domiciliari; la frequenza di un 
		centro diurno, che ha dimostrato di essere una valida alternativa al 
		ricovero; l’inserimento in comunità alloggio quando la famiglia non è 
		più in grado di provvedere al proprio congiunto colpito da patologia e/o 
		da grave handicap e da non autosufficienza». 
		 
		2)   Ricordiamo a 
		tutti la necessità di proseguire nella raccolta firme per la Petizione 
		popolare nazionale per le cure socio-sanitarie domiciliari previste dai 
		Lea, il cui termine è stato spostato al 31 dicembre 2015 e di diffondere 
		le notizie riguardanti i diritti già attualmente esigibili stabiliti 
		dalla legge 833/1978 e dai Lea (decreto del Presidente del 
		Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli 
		essenziali di assistenza” –  Lea – 
		le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002) 
		a favore dei soggetti con disabilità intellettiva grave, degli anziani 
		malati cronici non autosufficienti, delle persone colpite da morbo di 
		Alzheimer o da altre forme di demenza senile e di coloro 
		che sono affetti da disturbi psichiatrici. 
 
		Notizie 
		- 
		n. 28  del 9 luglio  2014 
		 
		1) Vi scriviamo molto 
		allarmati dalla lettura del testo della bozza di Patto per la salute 
		2014-2016, la cui approvazione potrebbe avvenire già questa 
		settimana. Vi 
		alleghiamo la breve
		
		nota (lo stralcio della bozza del Patto cui si fa riferimento è 
		consultabile sul sito alla sezione News) che abbiamo inviato al 
		Presidente della Repubblica e al Governo evidenziando l'inaccettabile 
		discriminazione che il documento così com'è pone in essere. 
		 Vi 
		invitiamo pertanto a condividere l'allarme lanciato dal Csa – anche 
		rilanciando lo stesso testo ai Vostri contatti a nome delle Vostre 
		associazioni – ed a prendere analoghi provvedimenti, in tempi 
		rapidissimi, data la prossima approvazione del Patto stesso. 
 
 Notizie 
		- n. 27 
		del 30 giugno 2014 
		 Uniamo 
		la "Lettera 
		aperta al presidente della Regione Piemonte On. Sergio Chiamparino" 
		inviata dalla Consulta regionale per la Pastorale della Salute della 
		Conferenza episcopale piemontese. 
		
		Mettiamo in evidenza che la lettera sottolinea «l'aumento della 
		preoccupazione delle famiglie che hanno in carico anziani non 
		autosufficienti, persone con gravi disabilità, malati mentali oppure 
		cronici, che si vedono ridurre continuamente gli interventi della sanità 
		pubblica a causa di recenti delibere della passata Giunta Regionale, 
		oggetto di ricorsi e contro-ricorsi, ma che lasciano con i loro problemi 
		quotidiani irrisolti le persone coinvolte». 
		
		Inoltre il messaggio enuncia come proposta d’indirizzo: «La famiglia 
		deve essere sostenuta, anche economicamente. Infatti, pur essendo un 
		insostituibile ammortizzatore sociale, non può sostenere il conflitto di 
		interesse umano che deriva dal dovere decidere la destinazione 
		dell'investimento del proprio patrimonio, accumulato con sacrifici e 
		rinunce, a favore dei figli e delle nuove generazioni, oppure a favore 
		di anziani e persone con disabilità da curare ed assistere». 
		
		I referenti della Conferenza episcopale piemontese si dicono «consapevoli 
		che gli aspetti economici e di bilancio non possono essere una priorità 
		rispetto alla tutela dei diritti delle persone affette da malattie 
		croniche e invalidanti: chiediamo che si eviti il continuo rimpallo tra 
		sanità e assistenza». 
		
		Vi invitiamo a diffondere l’importante messaggio a 
		tutti i vostri contatti, con la preghiera di segnalarci altre analoghe 
		prese di posizione sul tema che doveste ottenere con la vostra attività 
		e che sono estremamente utili come sostegno per le iniziative di 
		promozione dei diritti delle persone non autosufficienti. 
		
		  
		Inoltre Vi ricordiamo la necessità di continuare 
		nella raccolta delle adesioni e delle firme a sostegno della Petizione 
		popolare nazionale sulle prestazioni domiciliari sancito dai Lea, il cui 
		termine è stato prorogato al 31 dicembre 2015. 
		Notizie 
		 
		
		- 
		n. 26  
		
		del 17 giugno 2014 
		
		1) Alleghiamo un 
		
		Comunicato stampa che Vi preghiamo di riportare sul Vostro sito 
		e nelle Vostre pubblicazioni. Inoltre sono particolarmente importanti le 
		Vostre iniziative volte ad informare i Parlamentari per richiedere la 
		sospensiva sine-die dell’esame delle tre proposte di legge di cui si 
		tratta nel documento stesso. 
		
		2) Cogliamo l’occasione per segnalare che il termine della raccolta 
		delle firme per la Petizione popolare nazionale per il riconoscimento 
		del prioritario diritto alle cure domiciliari è spostato al
		31 dicembre 2015 
		
		3) In merito al documento del Governo “Linee 
		guida per una Riforma del Terzo Settore” si allegano le
		
		osservazioni a cura del Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i 
		movimenti di base). Con preghiera di diffonderle ai Vostri contatti e 
		stamparne copia da divulgare.  
		
		4) Alleghiamo altresì un 
		
		volantino predisposto in merito al diritto alle cure 
		socio-sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti
		 e delle persone con demenza 
		senile, la cui conoscenza consente di opporsi alle dimissioni da 
		ospedali e da case di cura ottenendo in tal modo la continuità delle 
		cure e risparmi notevoli rispetto alle degenze private nelle Rsa il cui 
		costo mensile può arrivare anche a 3.000-3.500 euro. 
		
		Grati se vorrete fornirci notizie circa la firme 
		raccolte e le iniziative programmate. 
		
		Notizie  
		
		- 
		n. 25  
		
		del 30 aprile 2014 
		
		
		R 
		È uscito PROSPETTIVE ASSISTENZIALI! 
		
		Dal 1968 la voce indipendente per la promozione e la tutela dei diritti 
		delle persone incapaci di difendersi da sé. 
		 
		
		Buone notizie per le persone colpite da patologie e/o handicap 
		invalidante grave e da non autosufficienza: il Tar del Piemonte ha 
		ribadito per loro l’immediato diritto alle cure sanitarie e 
		socio-sanitarie senza limiti di durata. Più di 200mila persone in tutta 
		Italia aspettano queste prestazioni in illegittima lista d’attesa, ma 
		bastano 20 euro per ottenere i diritti per coloro che sono ricoverati in 
		ospedali e case di cura. 
		 
		Tutti gli aspetti critici del nuovo modello di calcolo, 
		strumento unico per la valutazione della situazione economica di coloro 
		che richiedono prestazioni sociali agevolate. Le indennità contano come 
		reddito, introdotte nuove 
		misure economicamente gravose per gli 
		anziani non autosufficienti ricoverati in Rsa e per i loro famigliari; 
		penalizzati i proprietari di casa a basso reddito e le persone con 
		handicap grave che dispongono di beni. Mentre si attende l'applicazione 
		concreta del nuovo sistema di calcolo rimane in vigore quello attuale, 
		ma all'orizzonte si annuncia l'aumento degli oneri a carico dei Comuni (Contro 
		il nuovo Isee hanno presentato ricorso al Tar del Lazio alcune 
		associazioni aderenti al Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i 
		movimenti di base). 
		 
		Le esperienze del Csa e della 
		Fondazione promozione sociale onlus a difesa del diritto degli anziani 
		malati cronici non autosufficienti e delle persone con demenza senile 
		alle prestazioni socio-sanitarie. Sono oltre diecimila le consulenze 
		fornite: aumentano le richieste di aiuto, ma cresce anche il 
		disinteresse per i diritti. 
		 
		Le criticità e gli effetti di una 
		decisione basata sulla dannosa concezione della genitorialità fondata 
		sul DNA. La sentenza della Corte costituzionale non tiene in conto 
		questioni cruciali: l’impegno dello Stato a non comunicare le generalità 
		delle donne che non riconoscono i loro nati, le conseguenze sulla salute 
		delle future gestanti e dei nascituri, l’eventualità che la conoscenza 
		dell’identità delle donne che hanno partorito in anonimato scateni 
		ricatti, denigrazioni, violenze. 
		 
		 
		 
		
		R 
		
		 La Fondazione promozione sociale 
		su Facebook!
		
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		informazioni, novità, aggiornamenti, collegamenti al sito internet e i 
		contributi più importanti sulla promozione e la tutela dei diritti delle 
		persone non autosufficienti. Seguite le attività della Fondazione sul 
		social network, cliccate “Mi piace” sulla pagina e diffondetela fra i 
		Vostri contatti. Questo l’indirizzo:
		
		
		www.facebook.com/fondazionepromozionesociale 
		
		
		Grazie a tutti per la collaborazione e la diffusione! Notizie - n. 24 del 14 aprile 2014 
		
		Ricorso al Tar del Piemonte contro le delibere 25 e 26/2013 della Giunta 
		regionale del Piemonte 
		 
		
		Comunicato stampa -- Ricorso al Tar del Piemonte delle 
		associazioni Aps (Associazione promozione sociale), Ulces (Unione per la 
		lotta contro l’emarginazione sociale), Utim, (Unione tutela persone con 
		disabilità intellettiva), Angsa Torino e Gav di Acqui Terme (AL) contro 
		le delibere 25 e 26/2013 e 5/2014 della Giunta regionale, lesive del 
		diritto delle persone anziane malate o con handicap grave e non 
		autosufficienza ad accedere alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari 
		previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza.  Hanno 
		presentato ricorso contro i controversi provvedimenti regionali anche i 
		Comuni di Torino e di Cuneo ed altri 12 Comuni nonchè 18 Enti-Consorzi 
		erogatori dei servizi socio-assistenziali.   Le sopra citate 
		delibere hanno anche creato un devastante caos sugli assegni terapeutici 
		per le cure socio-sanitarie domiciliari: le Asl fanno pressione sui 
		Consorzi per poter amministrare autonomamente le risorse del settore 
		socio-assistenziale, mentre questi Consorzi non hanno né competenza per 
		svolgere le funzioni sanitarie (fondate su diritti esigibili), né 
		strumenti amministrativi, né risorse economiche per dare corso agli 
		illegittimi provvedimenti regionali.  
		 
		Aggiornamento sulla petizione per il diritto alle prestazioni 
		domiciliari 
		
		Gradiremmo avere da Voi un riscontro aggiornato sull'andamento della 
		raccolta firme a sostegno della Petizione nazionale per il "Diritto alle 
		prestazioni domiciliari sancito dai Lea - Livelli essenziali di 
		assistenza socio-sanitaria a favore delle persone non autosufficienti" e 
		un dettaglio delle Vostre iniziative in proposito, in modo da poterle 
		anche rilanciare e diffondere. Ricordiamo a tutte le organizzazioni 
		promotrici e aderenti che la raccolta firme a sostegno della Petizione 
		prosegue fino al 31 dicembre 2014. 
		 Notizie - n. 23 del 31 marzo 2014 
		
		Comunicato stampa 
		
		 
		
		Notizie 
		
		-  
		n. 22 
		
		
		del 13 marzo 2014 
		[Riportiamo il testo di una iniziativa informativa sul diritto 
		alle cure delle persone anziane malate croniche non autosufficienti e 
		dei malati di Alzheimer da diffondere tramite e-mail ai propri contatti] 
		  Più di un milione di cittadini italiani (anziani malati 
		cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer o di altre demenze 
		senili) hanno diritto immediato alle cure socio-sanitarie e le ricevono 
		da subito se loro o i loro famigliari le richiedono nel modo giusto! 
		Quanti lo sanno? Pochissimi. Per questo bisogna "far girare" 
		l'informazione. Non spezzare la catena: invia 
		questo messaggio ai tuoi contatti. E poi, informa le persone malate o i 
		loro parenti che conosci, parlane con gli amici, i colleghi, in 
		famiglia, perché l'applicazione concreta del diritto è una questione che 
		riguarda tutti per situazioni che domani potrebbero colpire ciascuno di 
		noi.  COME OTTENERE CON SUCCESSO SICURO  OPPURE IL RICOVERO CONVENZIONATO IN RSA PER I PROPRI PARENTI ANZIANI MALATI CRONICI  COME STABILITO DALLE LEGGI  
		Gli anziani malati cronici non 
		autosufficienti e le persone malate di Alzheimer o colpite da altre 
		forme di demenza senile hanno il diritto immediato non solo alle cure 
		delle loro patologie durante la fase acuta (pronto soccorso, ospedale, 
		casa di cura privata), ma anche nella fase di stabilizzazione attraverso 
		cure a casa o in struttura prestate dal Servizio sanitario nazionale. Le 
		diffusissime liste d'attesa che costringono questi malati ad aspettare 
		anni prima di essere curati non solo sono illegittime, ma si possono 
		aggirare in molti casi – vedi sotto - con il semplice invio di alcune 
		lettere raccomandate (costo totale circa 20 euro). 
		Infatti, salvo decisione 
		diversa degli interessati e dei loro congiunti, gli anziani malati non 
		autosufficienti non possono essere dimessi dagli ospedali e dalle case 
		di cura private convenzionate: la Sanità (non gli assistenti sociali!) 
		deve garantire che le cure proseguano a domicilio - se i familiari sono 
		volontariamente disponibili - o presso le Rsa, Residenze sanitarie 
		assistenziali. Le lettere raccomandate servono appunto per opporsi alle 
		dimissioni ed ottenere che le cure continuino. In tutte le migliaia di 
		casi in cui è stata fatta l'opposizione, l'esito è stato favorevole! 
		Nei casi di ricovero in 
		struttura, il 50% della retta è per legge a carico del Servizio 
		sanitario nazionale; la quota rimanente la paga il paziente, oppure se 
		non ha risorse sufficienti (lui solo, non i parenti!) interviene 
		economicamente il Comune. 
		Per saperne di più consulta il 
		sito 
		
		
		www.fondazionepromozionesociale.it 
		oppure telefona al n. 011.8124469 
 
		
		Notizie 
		
		-  
		n. 21 
		
		
		del 21 febbraio 2014 
		 
		 
		
		Notizie 
		
		-  
		n. 20 
		
		
		del 14 febbraio 2014 
		I diritti 
		alle cure (domiciliari, semiresidenziali, residenziali) per gli anziani 
		malati cronici non autosufficienti e le persone colpite da demenza 
		senile, così come per le persone con disabilità intellettiva 
		gravissima ed i soggetti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata 
		o nulla autonomia, ci sono. Lo hanno confermato anche le recenti 
		sentenze
		
		189 e
		
		199/2014 del Tar del Piemonte.  Come 
		vedere applicati concretamente questi diritti? 
		Alleghiamo una nota in merito che ricorda anche la semplice e poco 
		costosa pratica dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di 
		cura come mezzo sempre efficace per ottenere la continuità terapeutica.
		
		 
		Intanto, 
		prosegue la raccolta firme per la seconda Petizione popolare 
		nazionale per il «Diritto alle prestazioni domiciliari sancito 
		dai Lea, livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria a favore delle 
		persone non autosufficienti» e 
		l'impegno affinché, come richiesto dalla prima Petizione nazionale, 
		vengano pienamente finanziati i Lea socio-sanitari.  
		Uniamo 
		poi una nota sui contributi del Fondo per le non autosufficienze 
		– risorse del settore socio-assistenziale – assegnati ai malati di 
		Sla del Piemonte. La situazione è analoga in altre regioni: sarebbe 
		opportuno che i malati e le relative associazioni di tutela, ma anche le 
		altre organizzazioni di tutela dei diritti, pretendessero che le persone 
		colpite da Sla, così come da altre analoghe gravissime patologie, 
		vengano prese in carico dal Servizio sanitario, che garantisce il 
		diritto esigibile alle cure, con oneri a totale carico del relativo 
		Fondo sanitario nazionale, che dispone di fondi ingenti.  -
		
		Comunicato diritto alle prestazioni -
		
		Comunicato sentenza Tar del Piemonte 199/2014 del 31 gennaio 2014 
		Notizie -  n. 19 
		
		del 29 gennaio 2014 
		1. Prima delle esigenze di risparmio occorre 
		che anche il Ministero dell’economia e delle finanze tenga conto delle 
		illegittime liste di attesa degli anziani malati cronici non 
		autosufficienti Presso il Ministero 
		dell’economia e delle finanze è stato costituito il cosiddetto “Tavolo 
		Massicci” per verificare la pertinenza delle spese sanitarie. Allo scopo 
		sono state prese in esame tre Regioni (Emilia Romagna, Veneto e Umbria) 
		come riferimento sui costi standard in sanità. Purtroppo detto “Tavolo”, 
		del quale fanno parte funzionari dei Ministeri dell’economia, della 
		sanità e delle politiche sociali, finora non si è preoccupato di una 
		questione della massima importanza. Si tratta delle liste di attesa in 
		cui, in violazione dei diritti sanciti dalle leggi vigenti, confermati 
		dalla sentenza della Corte costituzionale n. 36/2013, sono posti gli 
		anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza 
		senile, nonostante si tratti di infermi con esigenze terapeutiche 
		immediate e indifferibili. Ricordiamo che gli 
		anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza 
		senile hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle 
		prestazioni socio-sanitarie domiciliari e residenziali. Solo in Piemonte sono 
		oltre 30 mila gli anziani colpiti da patologie invalidanti inseriti 
		nelle liste; pertanto essi non ricevono, spesso per anni, le prestazioni 
		delle quali hanno bisogno. Si può dunque ragionevolmente stimare che nel 
		nostro Paese siano oltre 200 mila gli infermi posti illegittimamente in 
		lista d'attesa. Pertanto, prima di 
		valutare i possibili risparmi, il “Tavolo Massicci” dovrebbe accertare 
		se l’accesso alle prestazioni domiciliari residenziali o 
		semi-residenziali sia effettivamente garantito ai sensi delle vigenti 
		disposizioni di legge. È evidente che ogni 
		valutazione economica che non tenga conto di questa necessità è di per 
		sé gravemente fuorviante. La passiva accettazione 
		delle liste di attesa è per tutti i livelli istituzionali (Ministeri, 
		Regioni, Asl) una violazione dei diritti fondamentali delle persone. 
		Questa situazione richiama purtroppo alla mente i comportamenti assunti 
		dai nazisti nei confronti delle persone con handicap, la cui 
		eliminazione ebbe inizio prima delle stragi degli ebrei e dei nomadi. Proprio attraverso 
		un'interpretazione fuorviante delle indicazioni del “Tavolo Massicci” e 
		l'illegittima confusione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), con 
		le prestazioni aggiuntive ad essi (extra Lea), la Giunta regionale del 
		Piemonte, con l'approvazione della delibera 26/2013 (a tutt'oggi ancora 
		non pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale, quindi non in 
		vigore), sta di fatto smantellando il sistema delle prestazioni 
		socio-sanitarie domiciliari, trasferendo le competenze dalla sanità 
		all'assistenza, i cui interventi non sono erogati per diritto, ma con 
		criteri di beneficenza e finché le risorse ci sono. Alleghiamo in merito la
		
		nota predisposta dalla Fondazione promozione sociale onlus e dal Csa 
		che hanno richiesto il ritiro immediato della succitata delibera e i 
		comunicati stampa (primo 
		e
		
		secondo) inviati ai mezzi di informazione, rinnovando l'invito a 
		tutte le associazioni a prendere posizione sulla vicenda. 2. Opposizione alle 
		dimissioni: bastano 20 euro per ottenere la prosecuzione delle cure cui 
		hanno diritto gli anziani malati cronici non autosufficienti e le 
		persone colpite da demenza senile Rilanciamo l'invito a 
		farVi promotori, nell'attività delle Vostre associazioni, della pratica 
		dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di cura 
		convenzionate, unico strumento finora efficace per ottenere il rispetto 
		dei diritti per le persone colpite da patologie e/o handicap gravi e non 
		autosufficienza e la conseguente erogazione delle prestazioni 
		socio-sanitarie loro occorrenti. È abbastanza facile e 
		poco costoso (in totale circa 20 euro) ottenere la prosecuzione delle 
		cure degli anziani malati cronici non autosufficienti e delle persone 
		colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, 
		quando sono ricoverati presso ospedali o case di cura private 
		convenzionate. È sufficiente inviare alcune raccomandate A/R per 
		l’opposizione alle dimissioni e per la richiesta della continuità 
		terapeutica al Direttore generale dell’Asl di residenza dell’infermo, al 
		Direttore generale dell’Asl in cui il paziente è degente se l’Asl è 
		diversa da quella di cui sopra, al Direttore sanitario della struttura 
		(ospedale o casa di cura) in cui la persona è ricoverata, nonché al 
		Sindaco del Comune di residenza del paziente. In
		
		allegato trovate il testo della lettera di opposizione alle 
		dimissioni da ospedali e/o case di cura convenzionate.  Per maggiori informazioni 
		è possibile consultare il sito internet: 
		
		
		www.fondazionepromozionesociale.it, 
		oppure chiamare il numero 011.8124469. I succitati infermi hanno 
		il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni 
		sanitarie (se si tratta di persone colpite da patologie acute) o 
		socio-sanitarie (nei casi di malattie croniche e non autosufficienza). 
		Questo diritto è stato ed è sancito dall’articolo 2 della legge 833/1978 
		in base al quale il Servizio sanitario nazionale deve assicurare «la 
		diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali ne siano le cause, la 
		fenomenologia e la durata» delle malattie. Inoltre lo stesso 
		articolo impone alle strutture sanitarie di provvedere alla «tutela 
		della salute degli anziani anche al fine di prevenire e di rimuovere le 
		condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione». Le disposizioni sopra 
		riportate sono state confermate dai Lea, Livelli essenziali di 
		assistenza sanitaria e socio-sanitaria, definiti dal decreto del 
		Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, le cui norme 
		sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002. Ulteriore 
		conferma è stata fornita dalla sentenza n. 36/2013 della Corte 
		costituzionale. 
		
		Notizie 
		-  
		n. 18  
		
		del 24 dicembre 2013 Per quanto riguarda l'accesso alle cure per gli 
		anziani malati cronici non autosufficienti, rilanciamo la soluzione 
		dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di cura 
		private convenzionate, sperando che vogliate adottarla anche voi 
		come prassi da consigliare ai casi che incontrate, anche e soprattutto 
		perchè è un'iniziativa in seguito alla quale ospedali, Asl, Rsa e Case 
		di cura private convenzionate non possono far altro che garantire la 
		prosecuzione delle cure come stabilito dalle leggi vigenti. Noi procediamo così: innanzitutto ne diamo 
		dettagliata informazione alle famiglie dei malati – con volantinaggi 
		e campagne informative – in modo che sappiano che secondo le 
		leggi vigenti i propri congiunti malati hanno diritto ad essere presi 
		immediatamente in carico dal Servizio sanitario. Precisiamo poi che 
		l'opposizione alle dimissioni non è una procedura "contrattuale" da 
		avviare con l'ospedale o un'iniziativa legale, ma una semplice 
		procedura che permette di esigere formalmente un proprio diritto. 
		Tra l'altro ad un costo bassissimo: quello di quattro lettere 
		raccomandate (circa 20 euro). Quasi niente al confronto delle 
		rette di 3 mila euro al mese per i ricoveri privati.  Che il metodo porti a risultati lo 
		dimostrano i numeri. Nel secondo trimestre del 2013, come risulta 
		dall'editoriale del numero 184, 2013 della rivista Prospettive 
		assistenziali, la Fondazione promozione sociale onlus con sede a 
		Torino ha fornito 119 consulenze individuali, a persone residenti in 11 
		Regioni, che hanno scelto di utilizzare lo strumento dell'opposizione 
		alle dimissioni; nel terzo trimestre i casi sono stati 151 relativi a 
		richieste provenienti da Belluno, Brindisi, Cremona, Genova, Imperia, 
		Matera, Milano, Modena, Prato, Rieti, Roma, Terni e da tutto il 
		Piemonte. Com’è successo anche negli anni scorsi, tutte le consulenze 
		hanno avuto esito positivo in quanto le Asl hanno sempre fornito, 
		dopo l'opposizione alle dimissioni, le prestazioni residenziali 
		agli anziani malati cronici non autosufficienti. In ogni caso, non ci sostituiamo alle famiglie, 
		ma spieghiamo loro come possono rivendicare i propri diritti. La scelta 
		se farlo o meno rimane loro. - Cosa fare se il malato anziano cronico non 
		autosufficiente non è più in carico al Ssn? L'opposizione alle dimissioni funziona sempre per i 
		pazienti ancora in carico al Servizio sanitario nazionale (i cui parenti 
		non abbiano cioè accettato le dimissioni da ospedali o case di cura 
		private convenzionate), ma anche chi ha accettato le dimissioni, 
		e cura il suo congiunto a casa, oppure lo ha trasferito in una struttura 
		totalmente a sue spese, può comunque esigere il suo diritto alle cure e 
		alle prestazioni residenziali. Come? Noi proponiamo quattro strade che le 
		famiglie possono intraprendere: - richiedere il ricovero di sollievo 
		temporaneo ad una Rsa (quindi farsi prendere in carico dal Ssn) e poi 
		utilizzare lo strumento dell'opposizione alle dimissioni; - portare il proprio parente anziano malato cronico 
		non autosufficiente al pronto soccorso dove il Servizio sanitario 
		nazionale è obbligato a prenderlo in carico; - scrivere una lettera raccomandata (con allegato 
		certificato medico del malato) al direttore generale dell'Asl di 
		residenza nella quale si scrive che il giorno x il proprio congiunto 
		anziano malato cronico non autosufficiente verrà portato al pronto 
		soccorso. Parallelamente scrivere al difensore civico regionale e ai 
		responsabili del pronto soccorso informandoli dell'iniziativa intrapresa 
		e sollecitandoli ad appoggiare la richiesta di presa in carico del 
		malato; - inviare una diffida all'Asl di residenza 
		nella quale si scrive che, se entro la tal data non verranno assicurate 
		al proprio congiunto anziano malato cronico non autosufficiente le cure 
		cui ha diritto come da leggi vigenti, gli scriventi intenteranno causa 
		contro l'Asl. Qui di seguito inoltriamo anche i link diretti ai 
		materiali disponibili sul sito internet della Fondazione promozione 
		sociale: 
		  Informazioni  
		sull’opposizione alle dimissioni   Opuscolo 
		“Tutti hanno diritto alle cure sanitarie”   Altri 
		documenti sono sempre recuperabili su questo 
		stesso sito. Grati se ci vorrete tenere aggiornati delle 
		iniziative intraprese, speriamo di sentirci presto. Buon Natale e buone feste a tutti Cordiali saluti 
		
		Il Comitato promotore 
		
		Notizie 
		-  n. 17 
		
		del 12 dicembre 2013 1. Uniamo
		la 
		comunicazione 
		(e i relativi allegati:
		
		Odg n. 1090 e
		
		Risoluzione 8-00191) inviata ai 
		Ministri della salute, del lavoro e delle politiche sociali e 
		dell'economia e delle finanze in merito alle prestazioni sanitarie e 
		socio sanitarie domiciliari così come previste dai Livelli essenziali di 
		assistenza sanitaria e socio sanitaria (Lea). Poichè la questione illustrata nella 
		lettera riguarda tutta Italia ed i temi trattati sono quelli della 
		Petizione sulle cure domiciliari alla quale avete aderito o per la quale 
		siete impegnati nella raccolta firme, Vi chiediamo di sostenere le 
		richieste inviate nei vostri ambiti di lavoro e di volontariato 
		affinché:  - nel Fondo sanitario nazionale siano 
		stanziate le risorse per garantire il pieno finanziamento dei Livelli 
		essenziali di assistenza per la parte sanitaria;  - gli stanziamenti del Fondo per le 
		non autosufficienze (articolo 1, comma 1264 della legge n. 296/2006) 
		siano adeguati alle esigenze e destinati esclusivamente ai Comuni per il 
		finanziamento della quota a loro carico per coprire la spesa delle 
		prestazioni Lea domiciliari, residenziali e semi-residenziali di 
		«aiuto infermieristico e assistenza tutelare alla persona». Vi siamo già da ora grati per le 
		vostre iniziative a supporto delle richieste, delle quali Vi chiediamo 
		di tenerci come sempre al corrente.  Vi preghiamo di valutare l'opportunità 
		di assumere, nelle vostre realtà, un'iniziativa analoga a questa che ha 
		consentito di informare centinaia di persone. Esse hanno così avuto 
		l'opportunità di richiedere alle istituzioni l'erogazione di prestazioni 
		domiciliari, semiresidenziali (centri diurni) e residenziali alle quali 
		hanno diritto le persone con handicap intellettivo in situazione di 
		gravità, gli anziani malati cronici non autosufficienti, le persone 
		colpite da morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile. Il 
		testo dell'opuscolo può essere riprodotto e diffuso attraverso i Vostri 
		canali informativi citandone la fonte. 
		
		Notizie 
		-  n. 16 
		
		del 28 novembre 2013 1. Segnaliamo che è' 
		uscito per le edizioni AltrEconomia il libro
		
		Non è sufficiente! 
		- Storie e proposte di chi lotta per garantire il diritto alle cure alle 
		persone non autosufficienti, scritto da Maria Grazia Breda e 
		Andrea Ciattaglia. Il libro rompe il silenzio e afferma il principio di 
		civiltà per cui le persone non autosufficienti, gli anziani malati 
		cronici, gli infermi con il morbo di Alzheimer e il Parkinson oppure 
		forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici incapaci di provvedere 
		a se stessi hanno diritto pienamente ed immediatamente esigibile alle 
		cure sanitarie. Il libro racconta 
		storie di vita, casi seguiti dalla Fondazione Promozione Sociale negli 
		ultimi anni, di persone che hanno lottato per il riconoscimento dei 
		propri diritti e hanno vinto la loro battaglia contro ospedali, case di 
		cura convenzionate, residenze sanitarie assistenziali che intendevano 
		negare illegittimamente i diritti dei malati cronici non 
		autosufficienti. Non c'è motivazione («Non ci sono i soldi», «Non c’è 
		il posto letto», «Non ci sono 
		i fondi per le cure domiciliari») che possa legittimamente negare 
		l'accesso alle prestazioni sanitarie alle persone malate, a volte 
		inguaribili, ma sempre e comunque curabili. Lo stabiliscono, come viene 
		spiegato articolatamente nel volume, le leggi vigenti, dalla riforma 
		sanitaria del 1968 alla definizione dei livelli essenziali di assistenza 
		sanitaria e socio sanitaria (Lea) del 2001/2002. Il volume è anche 
		una guida che spiega passo passo, con documenti fac-simile e indicazioni 
		dettagliate e facilmente leggibili, come comportarsi per vedere 
		riconosciuto il diritto alla cura delle persone non autosufficienti, a 
		partire dall'opposizione alle dimissioni dalle strutture sanitarie, 
		primo ed indispensabile tassello del percorso di accesso alle 
		prestazioni sanitarie e alla continuità terapeutica e assistenziale. Un capitolo è 
		dedicato alle dieci proposte (elencate brevemente qui sotto) per una 
		nuova organizzazione nazionale delle cure ai malati non autosufficienti. 
		Una traccia di lavoro attorno alla quale far crescere il diritto alle 
		cure sanitarie e alle prestazioni previste dai Lea per i malati non 
		autosufficienti, a partire dal diritto ad essere curati prioritariamente 
		a domicilio. Le dieci proposte: In allegato: la
		
		copertina,
		
		l'indice e
		
		l'introduzione del libro 
		Il volume è in vendita al prezzo scontato 
		di euro 10,00 (euro 12,00 in caso di spedizione postale) presso la 
		Fondazione promozione sociale onlus, Via Artisti 36, 10124 Torino.  
		Versare il relativo importo sul c.c.p. n. 
		47107537 (o tramite bonifico bancario Iban: IT66L0200801058000020079613) 
		intestato a “Fondazione promozione sociale onlus”.
 
		Non si fanno spedizioni in contrassegno. 
		Per accelerare la spedizione inviare copia della ricevuta di pagamento 
		mezzo fax (011.8122595) o tramite e-mail a 
		info@fondazionepromozionesociale.it. Per informazioni tel. 011.8124469. 2. Alleghiamo la 
		sentenza del Consiglio di Stato n.
		
		5355/2013 in cui viene precisato che nei casi in cui le prestazioni 
		socio-sanitarie o socio-assistenziali sono erogate a 
		ultrasessantacinquenni non autosufficienti o a soggetti con handicap in 
		situazione di gravità, «si deve avere riguardo alla situazione economica del solo assistito e 
		non a quella della famiglia». Si tratta di una 
		ulteriore conferma avendo lo stesso Consiglio di Stato stabilito 
		l’identico principio nelle sentenze n.
		
		1607 e
		
		5185/2011 nonché nella n. 6674/2012. Purtroppo nella 
		succitata sentenza n. 5355/2013 il Consiglio di Stato ha interpretato in 
		modo fuorviante la sentenza n.
		
		296/2012 della Corte costituzionale. Mentre «la Corte ha affermato che il principio di rilevanza della situazione 
		economica del solo assistito, espresso dalla norma statale non 
		costituisce “livello essenziale delle prestazioni”» non è 
		assolutamente vero che detto principio 
		«può essere derogato dalla legislazione regionale». Infatti, ai 
		sensi della lettera l) del 2° comma dell’articolo 117 della Costituzione 
		«lo Stato ha legislazione 
		esclusiva»  in merito 
		all’ «ordinamento civile» 
		materia che comprende anche i rapporti fra gli enti pubblici ed i 
		cittadini. Ne consegue, che 
		come ha precisato il prof. Massimo Dogliotti, docente di diritto presso 
		l’Università di Genova e magistrato della Corte di Cassazione che in 
		base alla norma sopra citata, le Regioni in materia di contribuzioni 
		economiche riguardanti i congiunti delle persone che ricevono 
		prestazioni socio-sanitarie «non possono legiferare nemmeno in modo concorrente». Detta limitazione 
		riguarda non solo le Regioni, comprese quelle a statuto speciale, ma 
		anche le Province autonome di Trento e Bolzano. 
		
		Notizie 
		-  n. 15 
		
		del 25 ottobre 2013 
		
		Oggetto: Ricorso alla Corte 
		costituzionale in merito:
		
		a) ai contributi economici richiesti 
		ai congiunti delle persone con disabilità grave;
		b) ai poteri delle Regioni in merito 
		alle contribuzioni economiche 
		 
		Si allega 
		
		l’ordinanza n. 207 con la quale il Tribunale di Trento, Sezione di Tione, 
		ha dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di 
		legittimità costituzionale dell’articolo 18 della legge della Provincia 
		autonoma di Trento 27 luglio 2007 n. 12, in cui è previsto che l’intero 
		nucleo familiare di appartenenza degli utenti deve compartecipare alle 
		spese relative alle prestazioni socio-assistenziali erogate alle persone 
		con disabilità. 
		Infatti l’articolo 18 
		della succitata legge della Provincia autonoma di Trento stabilisce 
		quanto segue:«Compartecipazione 
		degli utenti.  1. 
		I soggetti che fruiscono di prestazioni consistenti 
		nell'erogazione di un servizio compartecipano alla spesa in relazione 
		alla condizione economico-patrimoniale del nucleo familiare di 
		appartenenza, secondo quanto previsto dall'articolo 6 della legge 
		provinciale n. 3 del 1993, nonché in relazione alla tipologia della 
		prestazione erogata.  2. 
		I criteri di determinazione della compartecipazione, il limite 
		massimo della spesa posta a carico dell'utente, nonché i casi di 
		esenzione dalla compartecipazione medesima sono stabiliti dalla Giunta 
		provinciale con atti d'indirizzo e coordinamento». 
		Il provvedimento del 
		Tribunale di Trento (a nostro avviso molto ben motivato) è stato 
		predisposto:  
		a) sulla base della 
		Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità 
		(riguarda pertanto anche gli anziani colpiti da patologie invalidanti e 
		da non autosufficienza, nonchè gli infermi affetti dal morbo di 
		Alzheimer o da altre forme di demenza senile);  
		b) tenendo conto del 1° 
		comma dell’articolo 38 della Costituzione («Ogni 
		cittadini inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere 
		ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale»);  
		c) in merito alla lettera 
		m del 2° comma dell’articolo 117 della Costituzione («Lo 
		Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) m) 
		determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i 
		diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il 
		territorio nazionale»). 
		Come risulta dall’allegato 
		documento della Fondazione promozione sociale onlus le norme contenute 
		nella bozza del nuovo Isee sono particolarmente negative e sono le 
		stesse che il Tribunale di Trento ha trasmesso alla Corte costituzionale 
		affinché accerti se sono o meno conformi alla nostra Costituzione. 
		Sarebbe quindi necessario 
		che le norme del nuovo Isee venissero emanate solamente dopo il 
		pronunciamento della Corte costituzionale.  
		Ciò premesso Vi preghiamo 
		di voler assumere tutte le opportune iniziative volte ad ottenere la 
		sospensione dell’entrata in vigore del nuovo Isee. 
		Al riguardo segnaliamo 
		alla Vostra attenzione che la Fondazione promozione sociale onlus ha 
		inviato ai Deputati e ai Senatori piemontesi la seguente e-mail 
		«Uniamo 
		l’ordinanza della Sezione di Tione del Tribunale di Trento rivolta alla 
		Corte costituzionale. Il provvedimento (a nostro avviso molto ben 
		motivato), riguardante la non costituzionalità dell’imposizione di 
		contributi economici ai congiunti, è stato predisposto sulla base della 
		Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con 
		disabilità, del primo comma dell’articolo 38 della Costituzione e della 
		lettera m) del 2° comma dell’articolo 117 della stessa Costituzione. 
		«Vi preghiamo di valutare la possibilità della presentazione al 
		Presidente del Consiglio dei Ministri di una interrogazione,  volta a 
		segnalare l’opportunità che il nuovo Isee non sia operante prima del 
		pronunciamento della Corte costituzionale. Questa nostra richiesta è 
		avanzata  anche da Maria Grazia Breda quale prima firmataria della 
		Petizione popolare nazionale sul finanziamento dei Lea, Livelli 
		essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (firme raccolte 
		41.946, e 86 adesioni pervenute come da allegato; attualmente all’esame 
		della Commissione “Affari sociali” della Camera dei Deputati con il n. 
		66, e della Commissione “Igiene sanità” del Senato con il n. 156). 
		«Il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo Isee in attesa del 
		pronunciamento della Corte costituzionale, è altresì motivato dalle 
		preoccupanti disposizioni ivi contenute, esplicitate nel documento 
		allegato, che riguarda: 1 - i rilevantissimi oneri economici che vengono posti a carico 
		degli anziani malati cronici non autosufficienti ricoverati nelle Rsa, 
		il cui importo può raggiungere i 1.500 euro mensili, somma che, nei casi 
		in cui il ricoverato non sia in grado di coprire con la propria 
		situazione economica, nella nuova proposta viene posta a carico dei 
		coniugi e dei figli, compresi quelli non conviventi, sulla base 
		dell’inaccettabile principio secondo cui i congiunti sarebbero 
		corresponsabili delle malattie inguaribili dei loro familiari e, 
		pertanto, devono farsene carico anche sotto il profilo economico. 
		Ricordiamo che, come viene citato nella suddetta Petizione per il 
		finanziamento dei Lea, nel 1999 «2 
		milioni di famiglie sono scese sotto la soglia della povertà a fronte 
		del carico di spese sostenute per la “cura” di un componente affetto da 
		una malattia cronica» (cfr. documento “Legge quadro per la 
		realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” 
		predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio del 
		Ministro per la solidarietà sociale, e diffuso nell’ottobre 2000). 
		Questa allarmante situazione si è ridotta a seguito dell’entrata in 
		vigore dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 in base ai quali i 
		soggetti con handicap permanente grave e gli ultrasessantacinquenni non 
		autosufficienti devono contribuire alle spese sostenute per la loro cura 
		e assistenza esclusivamente in base alle loro risorse economiche 
		(redditi e beni) senza alcun onere per i loro congiunti. 2 -  le funzioni assegnate 
		alle Regioni in violazione della lettera
		l) del 2° comma 
		dell’articolo 117 della Costituzione in cui viene precisato che «lo Stato ha legislazione esclusiva» in 
		merito all’ «ordinamento civile» e cioè in merito ai rapporti, inclusi quelli di natura economica, 
		tra le persone, parenti compresi. 
		Confidiamo vivamente nella presentazione dell’interrogazione di cui 
		sopra, nonché nel Vostro intervento nei confronti della Presidenza dei 
		Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute e 
		dell’economia». 
		Mentre restiamo a Vostra 
		disposizione, gradiremmo ricevere notizie in merito alla Vostre 
		iniziative relative a quanto sopra esposto, nonché in merito alle nostre 
		precedenti e-mail (Notizie n. 14 del 23 settembre 2013). 
		
		Notizie 
		-  n. 14 
		
		del 23 settembre
		 2013 
		 
		 
		
		Basi delle iniziative possono essere le seguenti: 
		
		- le 86 adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e private 
		il cui elenco è reperibile sul sito
		
		www.fondazionepromozionesociale 
		
		- le 41.946 firme raccolte fra i cittadini elettori 
		
		- l’allegata
		
		Risoluzione n. 8-00191 approvata all’unanimità nella scorsa 
		legislatura in data 11 luglio 2012 dalla Commissione affari sociali 
		della Camera dei Deputati. 
		
		Vi è pertanto la necessità che ognuno di noi e di Voi: 
		
		- prenda contatto con i Parlamentari delle Commissioni Igiene e sanità 
		del Senato e Affari sociali della Camera, mediante 
		incontri personali, e-mail, lettere, ecc. 
		
		- incontri o scriva al Ministro della sanità, Beatrice Lorenzin - 
		Via Lungotevere Ripa 1 ROMA 
		-  
		segreteriaministro@sanita.it 
		
		- incontri o scriva al Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
		
		
		Prof. Enrico Giovannini - Via 
		Veneto, 56 - 00187 ROMA  - 
		segreteriaministrogiovannini@lavoro.gov.it 
		
		- incontri o scriva al Vice Ministro per le politiche sociali
		Prof.ssa Maria Cecilia Guerra - Ministero del Lavoro 
		e delle Politiche Sociali - Via Fornovo, 8 00192 ROMA 
		-segreteriaviceministroguerra@lavoro.gov.it 
		
		tenendo presente quanto riportato nell’allegato
		
		editoriale del n. 183, 2013 di 
		Prospettive assistenziali che uscirà tra qualche giorno. 
		
		È estremamente importante che le iniziative abbiano carattere di 
		continuità fino al raggiungimento degli obiettivi sopra indicati. 
		
		Al fine di consentire alla Segreteria di svolgere l’indispensabile 
		attività di coordinamento, si prega di fornirci tutte le informazioni da 
		Voi ritenute utili, così come noi ci impegneremo di fornirvi tutte le 
		notizie in nostro possesso. 
		
		Segnaliamo i seguenti provvedimenti che possono essere utili per i 
		rapporti con i Parlamentari, i Ministri e le altre persone (=> v.
		
		allegato). 
		 
		Notizie 
		-  
		n. 13  
		del  
		29 agosto 2013 
		La Petizione 
		si rivolge in particolare ai soggetti con handicap gravemente 
		invalidante, agli anziani malati cronici, alle persone affette dal morbo 
		di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e ai pazienti con 
		rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia, oltre un 
		milione di nostri concittadini. 
		Base 
		fondamentale anche di questa seconda Petizione è il decreto del 
		Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione 
		dei Livelli essenziali di assistenza” (Lea) emanato a seguito degli 
		accordi intervenuti fra il Governo, le Regioni a statuto ordinario e 
		speciale e le Province autonome di Bolzano e di Trento, le cui norme 
		sono cogenti ai sensi dell’articolo 54 della legge 289/2002. 
		I Lea 
		stabiliscono che il Servizio sanitario nazionale deve garantire anche 
		l’assistenza domiciliare integrata, comprendente non solo le attività 
		sanitarie (medicina generale e specialistica, interventi infermieristici 
		e riabilitativi) ma anche le «prestazioni di aiuto infermieristico e 
		assistenza tutelare alla persona». 
		Tutte le sopra 
		indicate prestazioni devono essere fornite gratuitamente dal Servizio 
		sanitario nazionale, ad esclusione di quelle riguardanti l’aiuto 
		infermieristico e l’assistenza tutelare che sono a carico della sanità 
		nella misura del 50%. 
		Considerati i 
		notevoli benefici per le persone non autosufficienti curate e assistite 
		a domicilio, nonché i relativi rilevanti risparmi realizzati dal 
		Servizio sanitario nazionale, la Petizione popolare nazionale richiede 
		che: 
		   
		1. venga riconosciuto il prioritario diritto pienamente esigibile alle 
		prestazioni domiciliari in tutti i casi in cui possano essere fornite a 
		domicilio le necessarie prestazioni; 
		   
		2. i congiunti o i soggetti terzi (denominati “accuditori”) siano 
		disponibili ad assicurare il necessario sostegno domiciliare; 
		   
		3. gli accuditori ricevano un rimborso forfettario delle spese sostenute 
		il cui importo sia calcolato nella misura di almeno il 50% della retta a 
		carico delle Asl e dei Comuni per i ricoveri presso strutture 
		residenziali; 
		   
		4. venga riconosciuto ai soggetti terzi e ai congiunti che assicurano le 
		prestazioni domiciliari il ruolo di volontari intrafamiliari che, pur 
		non avendo alcun obbligo giuridico di svolgere attività di competenza 
		delle Asl e dei Comuni, assumono le frustranti incombenze riguardanti le 
		persone non autosufficienti. 
		Ciò premesso, 
		alleghiamo il testo delle
		
		adesioni finora pervenute. 
 
		3. Vi segnaliamo inoltre che 
		sarebbe molto importante se con la 
		raccolta delle firme la popolazione potesse essere informata che in base 
		alle vigenti disposizioni: a) i soggetti con handicap intellettivo in situazione di gravità 
		hanno il pieno e immediato diritto, al termine della scuola 
		dell’obbligo, alla frequenza di un centro diurno aperto quotidianamente 
		8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Al riguardo con l’ordinanza 
		n. 381/2012 il Tar del Piemonte ha stabilito che le liste di attesa 
		sono illegittime; b) i succitati soggetti, gli anziani cronici non autosufficienti, 
		le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza 
		senile, gli infermi con rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima 
		autonomia hanno anch’essi il diritto pienamente e immediatamente 
		esigibile all’accoglienza residenziale che, per quanto concerne i 
		soggetti con handicap dovrebbe essere attivata esclusivamente presso 
		comunità alloggio parafamiliari di 8-10 posti al massimo, mentre per gli 
		altri infermi il ricovero è previsto presso le Rsa, Residenze sanitarie 
		assistenziali. Detto ricovero deve essere disposto dalle Asl in tutti i 
		casi in cui, anche per la non disponibilità dei congiunti per qualsiasi 
		motivo, non sono possibili le prestazioni domiciliari. A questo 
		proposito ricordiamo le Ordinanze del Tar del Piemonte n.
		
		609/2012 e
		
		141/2013. 
 
		4. Segnaliamo alla Vostra attenzione che 
		su iniziativa di Anaste Liguria, 
		della Confcommercio Ascom Genova, della rivista 50&Più, della 
		Federfarma e di Agas, (Associazione genovese amministratori di 
		sostegno), è stato pubblicato l’allegato
		
		opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure socio-sanitarie compresi: 
		anziani malati cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, malati 
		psichiatrici, persone con disabilità gravemente invalidanti”
		in cui vengono richiamati i diritti 
		sanciti dai Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e 
		socio-sanitaria. A riguardo siamo lieti che finalmente la questione 
		delle persone non autosufficienti viene affrontata anche da 
		organizzazioni economiche. 
		
		Notizie -  
		n. 12 
		
		del  25 
		luglio 2013 
		In relazione alle possibili iniziative per contrastare l’iniqua e 
		ingiusta bozza del nuovo ISEE (cfr.
		Notizie n. 10 del 18 giugno 
		u.s.), informiamo che la Fondazione promozione sociale onlus ha oggi 
		lanciato tramite la piattaforma internet “Change”, la PETIZIONE ON-LINE 
		avente per oggetto "RICHIESTA URGENTE DI MODIFICA DEL NUOVO ISEE". Come sapete 
		le regole della bozza del 
		nuovo ISEE per il comparto socio-sanitario sono ingiuste. 
		Difatti, qualora approvate, le nuove regole obbligherebbero i congiunti 
		delle persone non autosufficienti ricoverate (anziani malati 
		cronici, persone con demenza senile, morbo di Alzheimer, soggetti con 
		handicap intellettivo grave, ecc.) al versamento di contributi 
		economici per le cure ad esse fornite. 
		
		 Mentre 
		è corretto che i malati succitati contribuiscano al pagamento delle 
		prestazioni – com’è oggi previsto – tramite i loro personali redditi e 
		beni, l’attribuzione di oneri anche ai loro congiunti è una vessazione 
		che penalizza i familiari di persone in gravissime difficoltà, come se 
		fossero colpevoli di aver generato un figlio con handicap invalidante o 
		di avere il coniuge o i propri genitori con malattie inguaribili. 
		   
		Inoltre le nuove norme, non assicurano nemmeno il minimo indispensabile 
		per vivere al congiunto della persona malata cronica non autosufficiente 
		ricoverata e prevedono l’eliminazione della franchigia sulla prima 
		casa prevista dall’Isee attuale, una punizione incredibile imposta a 
		coloro che hanno lavorato una vita per possedere l’alloggio in cui 
		abitano con il preoccupante rischio della necessità di venderlo per 
		pagare la retta. 
		    Per 
		approfondimenti ricordiamo la nota inviata al 
		Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri Giovannini, Lorenzin 
		e Saccomanni, nonché al Vice Ministro Guerra avente per oggetto: “Osservazioni 
		e proposte in merito alle gravissime, spesso vessatorie e 
		anticostituzionali norme della
		
		bozza del nuovo Isee e alle assurde disposizioni che stabiliscono 
		minori oneri a carico di una parte dei ricoverati” 
		(cfr. Notizie n. 10 succitata). E’ possibile firmare 
		la Petizione on-line semplicemente
		
		cliccando qui.  Questo il link completo:
		
		
		http://www.change.org/it/petizioni/richiesta-urgente-di-modifica-del-nuovo-isee
 Confidiamo 
		vivamente pertanto nella Vostra collaborazione per sottoscrivere anche 
		la Petizione on line "Richiesta 
		urgente di modifica del nuovo ISEE" 
		
		nonché per inoltrarla presso Vostri conoscenti, amici, parenti, ecc. 
		Notizie -  
		n. 11 
		
		del  26 giugno 2013 Martedì 
		25 giugno 2013 è stato promosso dal Csa 
		(Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) e 
		organizzato dalle associazioni di volontariato del settore 
		socio-sanitario impegnate nella promozione e tutela dei diritti delle 
		persone non autosufficienti – in particolare: anziani cronici non 
		autosufficienti, malati di Alzheimer o con altre forme di demenza 
		senile, infermi psichiatrici con limitata autonomia e soggetti con gravi 
		disabilità intellettive – un presidio davanti alla sede del Consiglio 
		della Regione Piemonte. Alleghiamo il
		
		resoconto apparso su La Stampa 
		del 26 u.s., nonché il testo del
		
		volantino predisposto e distribuito dagli organizzatori. Notizie 
		-  n. 10 
		
		del  18 giugno 2013 
		Riportiamo di seguito copia del testo della 
		e-mail e dei relativi 
		allegati inviati da Maria Grazia Breda al 
		Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri Giovannini, Lorenzin 
		e Saccomanni, nonché al Vice Ministro Guerra avente per oggetto: “Osservazioni 
		e proposte in merito alle gravissime, spesso vessatorie e 
		anticostituzionali norme della 
		bozza del nuovo Isee e alle assurde 
		disposizioni che stabiliscono minori oneri a carico di una parte dei 
		ricoverati”. Confidiamo vivamente in Vostre forti, continue ed urgenti iniziative dirette ad evitare che alle dolorose situazioni di malattia e/o di disabilità delle persone non autosufficienti vengano aggiunti anche ingiusti e ingiustificati oneri a carico degli interessati e dei loro congiunti. Grati se vorrete informarci circa le iniziative da Voi intraprese. 1- Testo di commento alla bozza per il nuovo ISEE 1a- Allegato - Dgr 37/2007 Regione Piemonte 1b- Allegato - Articolo di Massimo Dogliotti. La bozza del nuovo Isee (al 13 giugno 2013) 
		Notizie 
		-  n. 9  
		del 7 giugno 2013 
		1. 
		Vi informiamo che la 
		
		Petizione popolare nazionale sul finanziamento dei Lea, Livelli 
		essenziali di assistenza socio-sanitaria per le persone non 
		autosufficienti è stata registrata: 
		2. 
		Uniamo l’articolo “Sul 
		contributo chiesto ai parenti degli assistiti in tempi di crisi 
		economica” del prof. Massimo Dogliotti, Consigliere della Corte di 
		Cassazione e Docente di diritto presso l’Università di Genova che verrà 
		pubblicato in uno dei prossimi numeri della rivista “Famiglia 
		e  diritto”. 
		3. 
		Ricordiamo l’urgente necessità di intervenire nei confronti dei 
		Parlamentari e dei Ministri della sanità e delle politiche sociali per 
		evitare l’approvazione di norme di legge sull’Isee che impongano anche 
		ai congiunti delle persone non autosufficienti di contribuire alle spese 
		relative alle prestazioni socio-sanitarie fornite dalle Asl e dai 
		Comuni. Al riguardo si unisce lo schema “Ingiuste 
		e ingiustificate disparità di trattamento previste dalla bozza del nuovo 
		Isee”. 
		
		4. 
		Invitiamo le organizzazioni che collaborano alla raccolta delle firme e 
		delle adesioni per la presentazione al Parlamento ed al Governo della 
		Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del prioritario 
		diritto alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari delle persone non 
		autosufficienti, di voler cortese sollecitudine segnalare a questa Segreteria notizie 
		sull’andamento della raccolta delle firme e delle adesioni e sulle 
		eventuali difficoltà incontrate. 
		5. 
		Sono aperte le prenotazioni 
		per la partecipazione al
		
		Seminario di Milano previsto per Sabato, 12 Ottobre 2013 (ore 
		9,30-13,30). Il Seminario è rivolto alle organizzazioni sociali e di 
		volontariato che desiderano approfondire e/o conoscere le azioni 
		pratiche da mettere in atto per ottenere il diritto alle prestazioni 
		previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria. 
		Notizie 
		-  n. 8  
		del  22 maggio 2013 
		1. 
		Segnaliamo che con la lettera di accompagnamento che riportiamo, in data
		9 maggio 2013 sono state trasmesse ai 
		Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, nonché ai Ministri 
		della sanità e delle politiche sociali ulteriori 25.538 firme e le 86 
		adesioni raccolte in merito alla Petizione popolare nazionale per il 
		finanziamento dei Lea, Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e 
		socio-sanitarie. 
		 "La scrivente Maria Grazia 
		Breda, quale prima firmataria della Petizione in oggetto e quale 
		presidente della Fondazione promozione sociale onlus, a cui è stata 
		affidata la Segreteria dell’iniziativa, consegna alle S.V. le 25.538 
		firme e le 86 adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e 
		private pervenute a sostegno della Petizione popolare nazionale per il 
		finanziamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e 
		socio-sanitaria per le persone non autosufficienti.
		Come risulta anche dal testo 
		dei moduli 
		allegati, la Petizione è stata indetta per chiedere ai 
		Parlamentari del Senato e della Camera dei Deputati «gli 
		urgentissimi provvedimenti necessari per assicurare la completa 
		copertura finanziaria delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e 
		residenziali riguardanti le persone con handicap invalidanti, gli 
		anziani malati cronici non autosufficienti, i soggetti colpiti dal morbo 
		di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici 
		(complessivamente oltre un milione di nostri concittadini) ai quali il 
		Parlamento, con l’approvazione dell’articolo 54 della legge 289/2002, ha 
		riconosciuto i diritti pienamente esigibili 
		sanciti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 
		29 novembre 2001, concernenti i Lea, Livelli essenziali di assistenza».
		La scrivente segnala alla 
		Vostra attenzione che la Petizione era stata presentata ai Presidenti 
		del Senato e della Camera dei Deputati nella scorsa legislatura, nonché 
		ai Ministri Renato Balduzzi e Elsa Fornero. Al Senato la Petizione era 
		stata registrata con il numero 1399 mentre alla Camera dei Deputati era 
		stata classificata con il numero 1403. La Camera dei Deputati 
		l’aveva presa in esame e la Commissione Affari sociali in data 11 luglio 
		2012 aveva approvato all’unanimità l’allegata 
		Risoluzione n. 8-00191. Purtroppo, a causa dello 
		scioglimento anticipato delle Camere, non erano arrivate a conclusione 
		le iniziative intraprese con esponenti del Senato. Segnalo altresì che il 
		30 
		maggio 2012 il Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco 
		Fini, aveva ricevuto a Montecitorio una delegazione del Comitato 
		promotore della Petizione e che in data 
		10 ottobre 2012 aveva avuto 
		luogo nella sala Aldo Moro un incontro indetto dal Presidente Fini sul 
		tema “Livelli essenziali di assistenza sanitaria e tutela delle persone 
		non autosufficienti”. Ciò premesso la scrivente, a 
		nome dei 25.538 cittadini firmatari e delle 86 personalità ed 
		organizzazioni pubbliche e private che hanno 
		aderito all’iniziativa, 
		chiede alle S.V. di assumere con la massima urgenza le iniziative 
		necessarie per l’attuazione del diritto delle persone non 
		autosufficienti ad ottenere le prestazioni domiciliari, semiresidenziali 
		e residenziali sancite dalle leggi vigenti.  
		Precisa che i moduli completi 
		del testo e delle firme originali sono consegnati al Presidente della 
		Camera dei Deputati, mentre agli altri destinatari sono trasmesse le 
		relative fotocopie; le adesioni sono invece allegate con le relative 
		motivazioni". 
		2. 
		Ricordiamo l’urgente necessità di intervenire nei confronti dei 
		Parlamentari e dei Ministri della sanità e delle politiche sociali per 
		evitare l’approvazione di norme di legge sull’Isee che impongano anche 
		ai congiunti delle persone non autosufficienti di contribuire alle spese 
		relative alle prestazioni socio-sanitarie fornite dalle Asl e dai 
		Comuni. Al riguardo si unisce lo schema “Ingiuste e ingiustificate 
		disparità di trattamento previste dalla bozza del nuovo Isee”. 
		3. 
		Invitiamo le organizzazioni che collaborano alla raccolta delle firme e 
		delle adesioni per la presentazione al Parlamento ed al Governo della 
		Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del prioritario 
		diritto alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari delle persone non 
		autosufficienti, di voler cortese 
		sollecitudine segnalare a questa Segreteria notizie sull’andamento della 
		raccolta delle firme e delle adesioni e sulle eventuali difficoltà 
		incontrate. 
		4. 
		Sono aperte le prenotazioni 
		per la partecipazione al 
		Seminario di Milano previsto per Sabato, 12 
		Ottobre 2013 (ore 9,30-13,30). Il Seminario è rivolto alle 
		organizzazioni sociali e di volontariato che desiderano approfondire e/o 
		conoscere le azioni pratiche da mettere in atto per ottenere il diritto 
		alle prestazioni previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza 
		socio-sanitaria. 
		Notizie -  n. 7 
		
		del 18 aprile 2013 1. 
		Uniamo gli articoli di 
		M.G. Breda e di G. Dosio “Come 
		abbiamo ottenuto in base ai Lea il diritto alla frequenza del Centro 
		diurno di una giovane con handicap intellettivo grave” e di F. 
		Santanera “Cinquant’anni 
		di volontariato per le promozione 
		e difesa dei diritti delle persone non autosufficienti”: 
		esperienze e risultati”, pubblicati sul n. 181, gennaio-marzo 2013 
		di Prospettive assistenziali. Alleghiamo anche l’indice 
		di detto numero della rivista e ricordiamo che l’abbonamento annuale per 
		il 2013 è di euro 45,00 da versare sul c.c.p. 25454109 dell’Associazione 
		promozione sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino, oppure tramite 
		bonifico bancario codice Iban: IT39Y0200801058000002228088. 
		 2. 
		Uniamo anche i documenti: “Recenti 
		importanti provvedimenti che confermano il diritto pienamente e 
		immediatamente esigibile alle cure socio-sanitarie sancite dei Lea” 
		e “Norme 
		fondamentali sulle contribuzioni economiche”. 3. 
		Gradiremmo ricevere Vostri commenti in merito al
		documento 
		elaborato dall’Osservatorio 
		nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, 
		soprattutto per quanto concerne la mancata evidenziazione delle esigenze 
		e dei diritti delle persone anziane colpite da patologie 
		invalidanti e da non autosufficienza (situazione in cui può cadere 
		ognuno di noi anche da un momento all’altro) e l’importante e urgente 
		attuazione dei Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria. 4. La 
		Segreteria resta in attesa di ricevere da Voi notizie in merito ad 
		eventuali problemi riguardanti la
		raccolta delle adesioni e delle firme per la
		Petizione 
		popolare nazionale sul prioritario diritto alle cure domiciliari 
		delle persone non autosufficienti. 
 
		Notizie -  n. 6 
		
		del 9 aprile 2013 Di seguito i relativi contatti: Presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Mario Monti - Palazzo Chigi - Piazza Colonna, 370 - 00187 Roma; segreteriadelportavoce@governo.it), Ministri della salute Renato Balduzzi (Lungotevere Ripa 1, 00153 Roma; segreteriaministro@sanita.it), e del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero (Via Veneto, 56 - 00187 Roma; segreteriaministrofornero@lavoro.gov.it), 
		Sottosegretario 
		al lavoro e alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra (Via 
		Fornovo, 8 – 00192 Roma;  
		
		
		segreteriaguerra@lavoro.gov.it) 
		e Direttore generale del Ministero del lavoro e delle politiche 
		sociali Dott. Raffaele Tangorra
		(Via Fornovo, 8 – 00192 
		Roma;  
		r.tangorra@governo.it;
		
		dginclusione@lavoro.gov.it). 
		  
		Notizie
		-  
		n. 5 
		
		del  28 
		marzo 2013 
		 
		 
		 
		 
		 •  per le persone con 
		handicap intellettivo in situazione di gravità la frequenza del centro 
		diurno a tempo pieno o il ricovero in una comunità alloggio o in 
		un’altra struttura residenziale;         •  per gli anziani malati non 
		autosufficienti e per le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da 
		altre forme di demenza senile la continuità delle cure sanitarie e 
		socio-sanitarie dopo il ricovero in ospedale o in una casa di cura 
		convenzionata, fino al loro inserimento definitivo disposto dall’Asl in 
		una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale convenzionata, senza 
		interruzione delle prestazioni socio-sanitarie; •  per i pazienti con 
		rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia la prosecuzione 
		delle cure dopo un ricovero ospedaliero in Tso, con  il 
		trasferimento a carico dell’Asl in una struttura terapeutica sanitaria 
		e/ socio-sanitaria; •  per i suddetti soggetti il 
		versamento della quota alberghiera con oneri esclusivamente a carico del 
		ricoverato in base alla sua situazione economica  (redditi e beni, 
		dedotte le franchigie di legge). A conclusione del Seminario 
		verrà valutata la possibilità di un analogo incontro per il diritto  
		prioritario alle prestazioni domiciliari delle persone non 
		autosufficienti, sulla base delle proposte contenute nella Petizione 
		popolare nazionale. Il seminario avrà luogo 
		esclusivamente se vi saranno almeno 20 prenotazioni. Per prenotare la 
		partecipazione scrivere entro il 30 giugno 2013 a
		
		info@fondazionepromozionesociale.it, oppure telefonare al numero 
		011-812.4469 oppure inviare un fax al n. 011-812.2595. I partecipanti 
		possono inviare alla Fondazione promozione sociale onlus entro il 30 
		giugno 2013 una breve sintesi delle iniziative intraprese dalle loro 
		organizzazioni in merito alla tutela dei diritti (2 pagine, massimo 
		7.000 battute spazi compresi).  
		 
 
		Notizie
		-  
		n. 4 
		
		del 15 marzo  
		2013 Ad 
		integrazione del Notiziario n. 3 inviato il 14 u.s., uniamo la 
		seguente ulteriore documentazione utile per 
		segnalare all’Osservatorio nazionale sulle 
		condizioni delle persone con disabilità, le Vostre osservazioni e 
		proposte, di cui si gradirebbe ricevere copia. 
		-
		
		Articolo “Quali impegni in Italia per i diritti e l’integrazione 
		delle persone con disabilità” pubblicato il 26 febbraio 2013 dall’Uneba 
		(www.Uneba.org) 
		-
		Primo 
		Rapporto italiano alle Nazioni Unite sulla implementazione della 
		Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità 
		(“Treaty-Specific Document”) 
		-
		Pagina del 
		Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sull’Osservatorio 
		-
		Decreto ministeriale 
		del 30 novembre 2010 sulla composizione dell’Osservatorio 
 Notizie 
		-  
		n. 3  
		del 14 marzo  2013 Alleghiamo il
		
		testo della e-mail inviata l’8 marzo u.s. dal Csa (Coordinamento 
		sanità e assistenza fra i movimenti di base) al Presidente e ai 
		Componenti dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone 
		con disabilità, in merito all’allegato documento “Primo programma 
		d’azione italiano per la promozione dei diritti e l’integrazione delle 
		persone con disabilità” predisposto dall’Osservatorio nazionale sulle 
		condizioni delle persone con disabilità. 
		
		Notizie 
		- 
		
		
		n. 2  del
		 28 febbraio 2013 Il confronto si baserà sullo 
		scambio delle esperienze concrete messe in atto dalla Fondazione 
		promozione sociale onlus e dalle altre organizzazioni sociali che, 
		avvalendosi delle norme vigenti, 
		hanno ottenuto: •     
		per le 
		persone con handicap intellettivo in situazione di gravità la frequenza 
		del centro diurno a tempo pieno o il ricovero in una comunità alloggio o 
		in un’altra struttura residenziale;       
		 •     
		per gli 
		anziani malati non autosufficienti e per le persone colpite dal morbo di 
		Alzheimer o da altre forme di demenza senile la continuità delle cure 
		sanitarie e socio-sanitarie dopo il ricovero in ospedale o in una casa 
		di cura convenzionata, fino al loro inserimento definitivo disposto 
		dall’Asl in una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale convenzionata, 
		senza interruzione delle prestazioni socio-sanitarie; •     
		per i 
		pazienti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia la 
		prosecuzione delle cure dopo un ricovero ospedaliero in Tso, con 
		il trasferimento a carico dell’Asl in una struttura terapeutica 
		sanitaria e/ socio-sanitaria; •     
		per i 
		suddetti soggetti il versamento della quota alberghiera con oneri 
		esclusivamente a carico del ricoverato in base alla sua situazione 
		economica  (redditi e beni, 
		dedotte le franchigie di legge). Il seminario avrà luogo 
		esclusivamente se vi saranno almeno 20 prenotazioni. Per prenotare la 
		partecipazione scrivere entro il 30 giugno 2013 a 
		info@fondazionepromozionesociale.it, oppure telefonare al numero 
		011-812.4469 oppure inviare un fax al n. 011-812.2595. I partecipanti 
		possono inviare alla Fondazione promozione sociale onlus entro il 30 
		giugno 2013 una breve sintesi delle iniziative intraprese dalle loro 
		organizzazioni in merito alla tutela dei diritti (2 pagine, massimo 
		7.000 battute spazi compresi).  
		 a) fra gli interventi 
		riguardanti le “Politiche sociali: sistema e risorse” alla pagina 1 
		viene previsto quanto segue: «Costruire 
		e consolidare un flusso certo di finanziamenti vincolati ben più 
		cospicuo di quanto mai il Fondo nazionale per le politiche sociali e il 
		Fondo per la non autosufficienza abbiano mai raggiunto». Al riguardo 
		si osserva che la maggior parte dei finanziamenti rivolti alle 
		prestazioni socio-sanitarie  
		per le persone con disabilità grave e per gli anziani non 
		autosufficienti sono a carico del Fondo sanitario nazionale (cfr. il
		testo 
		della Petizione popolare per il finanziamenti dei Lea). Pertanto 
		dovrebbe essere finanziato soprattutto questo Fondo; b) fra gli interventi del 
		capitolo “Autonomia, vita indipendente, ‘dopo di noi’, 
		deistituzionalizzazione” è segnalato quanto segue: «Considerare 
		il tema e le soluzioni attuali per il “dopo di noi” non più in una 
		connotazione di emergenza da declinare nelle Rsa, ma riflettere su una 
		nuova stagione che veda, in particolare le persone con disabilità 
		intellettiva e relazionale,
		raggiungere il diritto di vivere la propria età 
		adulta, ove possibile, autonomamente dal proprio nucleo familiare in un 
		contesto inclusivo e non segregante». A 
		questo proposito si ricorda che in base ai Lea, Livelli essenziali di 
		assistenza socio-sanitaria (decreto del Presidente del Consiglio dei 
		Ministri del 29 novembre 2001, le cui norme sono cogenti in base 
		all’articolo 54 della legge 289/2002) le persone con disabilità 
		intellettiva in situazione di gravità hanno il pieno ed immediato 
		diritto esigibile alla frequenza di centri diurni (come confermato dalle 
		sentenze n.
		784 e 
		785/2011 del Tar della Lombardia e dall’ordinanza del Tar del 
		Piemonte n.
		
		381/2012) e all’accoglienza residenziale; d) nulla viene richiesto in 
		merito ai corsi prelavorativi e all’inserimento al lavoro presso aziende 
		pubbliche e private delle persone con handicap intellettivo lieve e 
		medio lieve, nonostante le positive esperienze realizzate, esperienze 
		che dovrebbero essere estese in tutte le zone del nostro Paese; e) per quanto riguarda le 
		prestazioni domiciliari delle persone non autosufficienti, la Petizione 
		popolare, di cui è in corso la raccolta delle adesioni e delle firme, 
		contiene le dettagliate indicazioni emerse dal confronto con decine di 
		organizzazioni sociali. 
		 
		Notizie 
		- 
		
		
		n. 1  del 
		7 febbraio 2013 1. Uniamo il
		testo 
		della Petizione popolare nazionale per il diritto prioritario alle prestazioni 
		socio-sanitarie domiciliari delle persone non autosufficienti ed un
		
		foglio illustrativo di detta iniziativa.
		Se provvedete Voi alla fotocopiatura del 
		modulo per la raccolta delle firme, occorre utilizzare esclusivamente 
		fogli A/3 (4 pagine). In 
		alternativa Vi invieremo il numero dei moduli e dei fogli illustrativi 
		da Voi richiesto con l’indicazione dell’indirizzo postale. 2. Sottolineiamo 
		l’estrema importanza che la raccolta delle firme venga soprattutto 
		effettuata in modo da fornire le necessarie informazioni sulle esigenze 
		e sui vigenti diritti delle persone non autosufficienti. 3. Ringraziamo fin 
		d’ora tutti coloro che provvederanno a riportare la Petizione nel loro 
		sito internet e nelle loro pubblicazioni. 4. Ricordiamo 
		nuovamente che sono a gratuita disposizione gli opuscoli: 
		 - “Handicap 
		intellettivo in situazione di gravità – Diritti esigibili sanciti 
		dai Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria” - “Cure 
		per anziani malati cronici e malati di Alzheimer. Breve guida sul 
		diritto degli anziani  
		cronici non autosufficienti e dei malati di Alzheimer alle cure 
		socio-sanitarie” 
		 | 
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