Notiziario della Fondazione promozione sociale (n. 9)

(tratto da Prospettive Assistenziali, 155, 2006)

 

PRESENTATE PUBBLICAMENTE LE PRIME DONAZIONI

 

La Fondazione promozione sociale, in base a quanto previsto dallo Statuto, tra le sue attività comprende anche un’azione di tutela mirata nei riguardi di persone non autosufficienti. In cambio di lasciti testamentari o di donazioni a sostegno dell’attività promozionale svolta dalla Fondazione, si può chiederne l’intervento nel caso in cui – un domani – la stessa persona o un suo congiunto o conoscente sia ricoverata in una struttura sanitaria o similare, perché malata cronica non autosufficiente o affetta da malattia di Alzheimer o da altre forme di demenza senile o con grave handicap o, comunque, in situazione tale da non poter esprimere i propri bisogni e, quindi, dipendente in tutto o per tutto dagli altri.

Il 6 giugno 2006 presso la sede di via Artisti 36 a Torino, a tre anni dalla costituzione della Fondazione, è stato presentato il bilancio dell’attività svolta[1] e sono stati illustrati nel dettaglio i passaggi necessari per ottenere una tutela per sé o per i propri cari nel caso di non autosufficienza.

Erano presenti Luisa Ponzio, socia e volontaria dell’Ulces (Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale)[2] e Lino Vassallo, socio e volontario dell’Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali)[3], che hanno illustrato e motivato ai partecipanti (circa una ventina) gli aspetti più salienti della loro donazione e/o lascito e gli impegni richiesti in cambio alla Fondazione promozione sociale.

La presidente Maria Grazia Breda e il consigliere Vittorio Torres hanno tenuto a precisare le motivazioni che stanno alla base della nascita della Fondazione, principalmente dedicata ad ottenere la promozione dei diritti delle persone non in grado di difendersi a causa della gravità delle loro condizioni fisiche e/o intellettive.

Inoltre hanno sottolineato come la Fondazione abbia scelto di non fornire direttamente dei servizi, ma di adoperarsi per ottenerli attraverso iniziative nei confronti delle istituzioni che sono obbligate a fornirli dalla legge in vigore.

L’intervento previsto dall’articolo 16 dello Statuto è un’iniziativa che si pone come forma di reciprocità da parte nostra nei confronti di chi sostiene in modo concreto l’attività promozionale svolta nei confronti dei soggetti deboli.

È stato ricordato, infatti, che la Fondazione si avvale del supporto dei volontari delle numerose associazioni aderenti al Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base), costituito anche da organizzazioni molto leggere, che non possono cioè contare su sedi proprie e personale dipendente.

La Fondazione quindi risponde a un bisogno di stabilità e, contestualmente, grazie al personale dipendente, che ci si augura di implementare con l’attività prevista anche dall’articolo 16 dello Statuto, può svolgere con costanza anche l’impegnativo lavoro di ricerca e di continuo aggiornamento normativo che è la premessa indispensabile per lo svolgimento dell’attività di tutela dei diritti.

Per quanto riguarda le azioni specifiche, è stato posto l’accento sulla preferenza, da parte della Fondazione, della formula adoperata nel caso dei signori Vassallo. La donazione modale da essi individuata  prevede infatti la presenza di un tutore scelto dalla famiglia (una parente giovane), mentre la Fondazione promozione sociale è indicata nell’atto con riferimento all’impegno a sostenere l’operato del tutore. In questo modo tutore e Fondazione possono collaborare e “controllarsi” a vicenda fornendo in tal modo maggiori garanzie ai soggetti interessati.

Non si è mancato di sottolineare inoltre che la Fondazione, proprio per tutelare al meglio le persone che si affidano ai suoi servizi, opera nel territorio della Città di Torino e prima cintura e, al momento, ha escluso di occuparsi della eventuale gestione patrimoniale di beni di proprietà dei soggetti terzi.

 

Le richieste emerse

L’incontro è stato organizzato per fornire alle persone, che ci avevano contattato in questi mesi, gli elementi necessari per valutare l’opportunità di affidarsi alla Fondazione promozione sociale per ottenere una tutela specifica che, a seconda dei casi, poteva interessare se stessi o i propri congiunti.

Dagli interventi, peraltro numerosi, è stato chiesto alla Fondazione di :

·       prevedere un momento di approfondimento, con l’aiuto di esperti, delle tematiche relative all’interdizione, all’inabilitazione e all’amministrazione di sostegno, nonché alle norme riguardanti tutori e protutori, testamenti ed eredità in generale;

·       approfondire le modalità che riguardano i lasciti testamentari  per garantire che, nel momento in cui la persona diventa non autosufficiente ed ha quindi bisogno dell’intervento della Fondazione, il lascito eventualmente destinato a quest’ultima, quand’era ancora autosufficiente, corrisponda almeno al valore iniziale;

·       verificare la possibilità di stipulare un accordo per il nucleo familiare (padre, madre e figlio con limitata autonomia) per assicurare a tutti le stesse condizioni di tutela;

·       individuare modalità operative per la presa in carico di soggetti, eventualmente anche per quanto comporta la tutela e la gestione dei redditi, ad esempio per il pagamento delle eventuali rette di ricovero o per la persona che assiste in casa;

·       ripresentare il disegno di legge per la tutela temporanea della salute dei cittadini impossibilitati a provvedervi personalmente per coprire il vuoto normativo emerso con la messa a punto del lascito della signora Ponzio[4].

I punti di cui sopra saranno oggetto di approfondimento da parte del Consiglio della Fondazione promozione sociale di cui vi daremo notizia nei prossimi numeri.

 

Incontro tra la Fondazione promozione sociale e un’associazione di tutela di persone con minorazioni fisiche

Il 23 maggio 2006 la presidente della Fondazione promozione sociale ha incontrato alcuni membri del Consiglio direttivo di un’associazione di tutela di persone con minorazioni fisiche, che aderisce al Csa.

Scopo dell’incontro era quello di individuare eventuali possibilità di collaborazione tra la Fondazione e l’associazione di volontariato con lo scopo di valorizzare il patrimonio di quest’ultima per rispondere e soddisfare alle esigenze di tutela dei soci.

Dall’incontro è emerso che l’associazione di volontariato ha:

·         soci adulti, ancora inseriti al lavoro e relativamente autonomi, per i quali in futuro si prospetterà l’esigenza di una tutela specifica e la necessità di ottenere il diritto a prestazioni domiciliari legate alla progressiva non autosufficienza;

·         soci giovani, che richiedono invece la messa a punto di un alloggio per realizzare una vita indipendente, seppur con adeguati supporti.

L’associazione non ha personale dipendente, né volontari che possano assolvere alle esigenze sopra citate. Desidera sapere se e in che misura la Fondazione promozione sociale, in cambio di una donazione da concordare, potrebbe fornire il supporto necessario per raggiungere gli obiettivi di cui sopra, fermo restando che le valutazioni dovranno ancora essere sottoposte al voto dell’assemblea dei soci.

Le possibilità di collaborazione tra i due enti si basano sul presupposto che l’associazione di volontariato e la Fondazione hanno tra i propri obiettivi la promozione dei diritti e non la gestione diretta di servizi. Inoltre, per i propri soci anziani, che potrebbero diventare non autosufficienti per l’insorgere di patologie proprie della vecchiaia, l’associazione riconosce e apprezza la consolidata esperienza di tutela del Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti della Fondazione promozione sociale.

La presidente della Fondazione promozione sociale ha segnalato le seguenti possibilità:

a)    messa a punto delle iniziative necessarie per ottenere dalle istituzioni (Asl e Comune) delibere che prevedano il diritto alle cure domiciliari socio-sanitarie, con particolare attenzione ai soggetti con minorazioni invalidanti e non autosufficienza; il bisogno non è immediato, ma è necessario adoperarsi per tempo in quanto al momento non vi sono diritti esigibili;

b)    azioni di supporto per l’individuazione di un alloggio da adibire a gruppo appartamento e per ottenere dall’amministrazione comunale l’assunzione della gestione in proprio o mediante accreditamento.

Inoltre è stato proposto che i rispettivi Consigli direttivi esamino la fattibilità di un eventuale ingresso, nel Consiglio direttivo della Fondazione promozione sociale, di un rappresentante dell’associazione di volontariato a fronte della messa a disposizione di una parte del suo patrimonio, non indispensabile per la prosecuzione delle attività.


 

[1] Cfr. il notiziario della Fondazione promozione sociale in Prospettive assistenziali, n. 153, 2006.

[2] Luisa Ponzio ha effettuato un lascito, le cui modalità sono state descritte nel notiziario della Fondazione pubblicato sul n. 151, 2006 di Prospettive assistenziali.

[3] La storia della donazione dei coniugi Vassallo è stata pubblicata sul notiziario della Fondazione del n. 152, 2006 della rivista Prospettive assistenziali.

[4] Per il momento si supplisce con la predisposizione di una delega da parte dell’interessato, sottoscritta dalla dichiarazione di due testimoni che ne certificano la capacità d’agire, con la quale si incarica la Fondazione promozione sociale di agire a nome e per conto del dichiarante, nel periodo di tempo che intercorre tra il momento in cui perde la capacità d’intendere e volere e la nomina del tutore o dell’amministratore di sostegno da parte dell’autorità giudiziaria. Cfr. il notiziario della Fondazione promozione sociale, Prospettive assistenziali n. 151, 2005.

 

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