Notiziario della Fondazione promozione sociale (n. 6)

(tratto da Prospettive Assistenziali, 152, 2005)

IL NOSTRO GRAZIE ALLA FAMIGLIA VASSALLO PER LA RECENTE DONAZIONE

Approfitto di questo spazio per ringraziare i coniugi Orsola e Lino Vassallo per aver raccolto la sfida della famiglia Santanera, che ha permesso la costituzione della nostra Fondazione e per la fiducia riposta in chi attualmente vi opera.

Ho chiesto il permesso di raccontare il loro percorso di avvicinamento all’idea di donare alla Fondazione un alloggio che affittavano allo scopo di aumentarne sia il patrimonio sia gli introiti derivanti dall’affitto dell’appartamento.

L’arrivo di nuova linfa in termini di risorse è stato accolto con grande riconoscenza, ma ciò che più mi ha favorevolmente colpita è stata la motivazione con cui hanno accompagnato la donazione. I signori Vassallo desiderano, infatti, con il loro esempio, far sì che anche altre persone si convincano della validità della nostra proposta di tutela per chi non è autosufficiente: essi conoscono da molti anni alcuni membri del Consiglio e la Presidente e, proprio perché li hanno visti all’opera, sanno di poter contare sul loro impegno.

Hanno saputo della Fondazione parlando con il Consigliere che rappresenta nel Consiglio di amministrazione l’Utim, Unione per la tutela degli insufficienti mentali, la loro associazione.

Vivono, come tante famiglie che hanno un figlio con handicap intellettivo grave e non hanno altri figli o parenti prossimi, l’angoscia di chi si occuperà del suo benessere psico/fisico, quando loro non ci saranno più.

Allo scopo hanno individuato una lontana parente che si è resa disponibile per svolgere il ruolo di tutore. Tuttavia non erano ancora tranquilli, perché se da un lato Marco è garantito sul piano degli affetti, a loro avviso non lo è abbastanza sul piano dei diritti, in quanto il futuro tutore non ha maturato sufficienti conoscenze nel settore delle norme che tutelano questi soggetti.

Sanno, per l’esperienza che hanno maturato come volontari dell’Utim, che una persona ricoverata deve invece poter contare su qualcuno che vigili attentamente e, se necessario, sappia intervenire con cognizione di causa per ottenere dalle istituzioni il rispetto dei suoi diritti.

Per questo hanno trovato interessante la proposta contenuta nell’articolo 16 dello Statuto della Fondazione e mi hanno contattato, in quanto Presidente, per verificare se la Fondazione era disposta a sostenere in futuro il tutore di Marco nell’attività propria di tutela ma, soprattutto, con l’assunzione da parte della Fondazione di tutti i rapporti con le istituzioni (Comune, Asl, ecc.).

In cambio, se per la Fondazione era una proposta adeguata, ci avrebbero donato da subito, un alloggio di loro proprietà e il relativo reddito da affitto.

Questo, come dicevo all’inizio, anche per incoraggiare altre famiglie, alle prese con gli stessi problemi a compiere un passo analogo e ad avere fiducia nella Fondazione.

La donazione modale

Ottenuto il parere favorevole del Consiglio di amministrazione, mi sono incontrata sia con la famiglia Vassallo, sia con il notaio per definire nel dettaglio la donazione modale.

Il 20 settembre 2005, con atto rogito presso il Notaio M.R., che ha fornito gratuitamente la sua prestazione, è stata predisposta la donazione modale con la quale la Fondazione promozione sociale si impegna: «di accettare la donazione dei seguenti immobili facenti parte del fabbricato di civile abitazione sito in Comune di ……, via ……, costituiti da alloggio posto al piano primo (secondo fuori terra), autorimessa privata al piano seminterrato e cantina allo stesso piano seminterrato, di proprietà dei signori Lino Vassallo, nato a ………. il ………….., ed Orsola Alessio, nata a ………… il …………. Detti immobili sono censiti al Catasto fabbricati al Foglio ……, particella ……, subalterni …….

«Alla donazione, per comune intenzione delle parti, sarà apposto il seguente onere a carico della parte donataria:

«La Fondazione promozione sociale si impegna, nel caso di decesso di entrambi i coniugi Vassallo o di loro impedimento, che comporti l'apertura della tutela o la nomina di un amministratore di sostegno al figlio Marco, a collaborare gratuitamente con il suo tutore o amministratore di sostegno in modo da assicurare la migliore assistenza e cura da parte dei servizi sociali e sanitari.

«In particolare la Fondazione promozione sociale, tramite il proprio personale ed i propri volontari, rivolgerà particolare attenzione:

a) alla verifica dell'idoneità funzionale della struttura di ricovero, assumendo le eventuali iniziative per il trasferimento di Marco presso altra valida struttura;

b) alla verifica della correttezza delle cure medico-infermieristiche, nonché, occorrendo, alle prestazioni riabilitative;

c) alla verifica dell'igiene ambientale e personale;

d) alla verifica della quantità e della qualità del vitto che viene somministrato;

e) a tutti gli altri interventi finalizzati ad assumere una degenza adeguata alle esigenze personali di Marco, nonché ad una sua idonea vita di relazione;

di attribuire conseguentemente al presidente della Fondazione ogni e più ampio potere per la stipula dell'atto con facoltà di emettere tutte le dichiarazioni necessarie e conseguenti, anche di carattere fiscale, nonché l'assunzione a carico della fondazione degli oneri di cui sopra».

Grande è la gratitudine per i signori Vassallo (e per la nostra prima sostenitrice, Luisa Ponzio)* per il segno tangibile della loro fiducia nei confronti della nostra Fondazione.

Sarà ora nostra cura e preoccupazione principale rispettare gli impegni assunti, che abbiamo ragionevolmente ponderato e accettato proprio perché siamo in grado, già oggi, di assolverli nel miglior modo possibile. La fiducia è una cosa seria e sappiamo che non mancano tristi esempi al riguardo. Non ultimo il caso di quel responsabile di un’associazione nota che aveva accettato in eredità l’alloggio di una vedova con l’impegno di occuparsi del figlio handicappato intellettivo superstite.

Passato qualche tempo, questo signore pensò bene di ricoverare il giovane e di vendere l’alloggio, intascandone il ricavato.

Nel nostro caso questo non può accadere. Marco sarà comunque ricoverato in una comunità alloggio pubblica e, in ogni caso, ci sarà un tutore che potrà verificare se e come la Fondazione "mantiene i patti".

In ogni caso desidero precisare che la Fondazione è già ora vicina alla famiglia Vassallo.

In questi ultimi mesi, ad esempio, vi è stato modo di avvicinarci: per l’indicazione di un servizio comunale, per un confronto sui problemi di salute di Marco ed eventuali percorsi di cura praticabili, per una visita nella comunità di pronto intervento in cui è stato ospitato per qualche tempo, per conoscere il suo futuro tutore.

Sono piccoli passi di "avvicinamento" per rinnovare la stima e la fiducia reciproca e, per parte nostra, cominciare a conoscere Marco e le sue esigenze: il primo passo fondamentale per poterlo un domani tutelare davvero.

Maria Grazia Breda

[*] Si veda il Notiziario della Fondazione promozione sociale n. 5.

www.fondazionepromozionesociale.it