emoriale delle vittime dell'emarginazione sociale

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  I consistenti patrimoni delle Ipab

IPAB




Non solo non si hanno dati attendibili sul numero delle Ipab funzionanti e di quelle “sparite nel nulla”, ma anche in merito alla loro consistenza patrimoniale.

Nella seduta della Camera dei Deputati del 17 febbraio 1982, l’On. Marisa Galli valuta il loro valore in 30-45mila miliardi delle ex lire il patrimonio complessivo delle Ipab in quel tempo funzionanti.

Sul numero 6, dicembre 1996 della rivista IPaboggi, i beni delle Ipab sono stimati in 50mila miliardi delle ex lire.

L’On. Elsa Signorino, relatrice delle proposte confluite nella legge 328/2000, nella seduta della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, tenutasi il 20 giugno 1999, rileva che le 4.200 Ipab allora esistenti detenevano un patrimonio di circa 37mila miliardi delle ex lire e che «l’offerta dei posti residenziali per anziani ammonta ad un terzo di quella complessiva del Paese: gli anziani assistiti sono, infatti, 67mila, mentre gli addetti, di varia professionalità, sono circa 60mila. Il 44% delle entrate derivano dalla corresponsione delle tariffe per i servizi erogati e sono, quindi, di natura pubblica».

Per quanto concerne i patrimoni delle Ipab, Maria Grazia Breda, Donata Micucci e Francesco Santanera, autori del volume "La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali - Analisi della legge 328/2000 e proposte attuative", Utet Libreria, 2001, sostengono che la suddetta legge «sottrae all’esclusiva destinazione a favore dei poveri ben 107-140mila miliardi delle ex lire».
Infatti le proprietà delle 4.200 Ipab «ancora funzionanti sono state valutate in 37-50mila miliardi; 40-50mila miliardi è la stima dei beni delle Ipab estinte, trasferite ai Comuni e ad altre istituzioni pubbliche, infine ammontano a 30-40mila miliardi i patrimoni (alloggi, negozi, terreni, ecc.) assegnati a titolo gratuito ad associazioni private a seguito della sconcertante sentenza della Corte costituzionale n. 386 del 1988».  

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