emoriale delle vittime dell'emarginazione sociale

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  ANZIANI

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IL CASO BACCHELLI ED IL DIRITTO ALLE CURE OSPEDALIERE DEGLI ANZIANI CRONICI - NON SIAMO PIÙ I SOLI A DIRLO

 (tratto da Prospettive assistenziali 69/1985)

Ieri Elsa Morante; oggi Riccardo Bacchelli. Pare tocchi agli scrittori - a quei nomi che «hanno dato un senso, offerto più di un segno di riscatto alla vita culturale e letteraria, e non solo a quella del nostro Paese» (1) - riportare in prima pagina il problema drammatico degli anziani malati e respinti dal sistema sanitario pubblico.

Tocca a loro. Ma, strano a dirsi, non alla loro penna. Dei vecchi ci si vergogna; e, salvo casi rari, così sembrano pensarla anche i nostrani in­tellettuali. Caso vuole, comunque, che spetti a loro farne parlare. Bacchelli, novantaquattrenne, dimissionato dalla clinica la cui retta era a carico del Comune di Milano; Elsa Morante ed il caro­retta nella casa di cura; Carlo Betocchi che pas­sa gli ultimi suoi anni di vita in un ospizio; San­dro Penna che muore «in una condizione di fol­le e disperata degradazione» (2).

Che fare? Riservare a loro, scrittori, un trat­tamento di riguardo, per assolvere ad un debito di riconoscenza che la collettività ha nei loro confronti?

Com'era già successo per Elsa Morante, anche per l'autore de «Il Mulino del Po» si sono mos­si in tanti: gli altri scrittori, i giornalisti, il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio, il segre­tario della dc (3), democrazia proletaria...

Più difficile è stato, pure in questa occasione, collegare la situazione di Bacchelli a quella di migliaia di altri anziani, anch'essi malati e re­spinti. Non rivendicare «privilegi» di categoria, non invocare nuove leggi, ma il rispetto di quel­le in vigore. Tanto basterebbe.

A quando un appello anche per i vecchi non illustri? (...)

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