UNA RISPOSTA AL PRETESTO DELLA SCARSITÀ
DELLE RISORSE ECONOMICHE INDISPENSABILI
PER LE ESIGENZE VITALI DELLE PERSONE  
NON AUTOSUFFICIENTI 

 
stampa Proposte per intervenire concretamente per l'eliminazione degli sprechi e delle spese inutili  e per l'acquisizione di nuove risorse fondata su criteri di giustizia
 

Le risorse recuperate, mettendo in atto le azioni virtuose suggerite, dovrebbero – a nostro parere – essere utilizzate per finanziare il Servizio sanitario nazionale al fine di fornire, come da leggi vigenti, prestazioni diagnostiche e terapeutiche a tutti gli infermi, compresi i malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza senile, i soggetti con disabilità intellettiva grave, i malati psichiatrici con limitata o nulla autonomia


Crisi economica: principi etici, basi culturali e iniziative operative (Prospettive assistenziali, 182, 2013)

 

 Una prima risposta al pretesto della scarsità delle risorse economiche indispensabili per le esigenze vitali delle persone non autosufficienti (Prospettive assistenziali,, 175, 2011)

 


Proposta di legge regionale sul recupero delle spese sanitarie nei confronti delle persone civilmente responsabili (Prospettive assistenziali,  171, 2010)



  Sprechi (rassegna tematica tratta da Prospettive assistenziali)


Quarta rassegna di sprechi e spese non indispensabili (Controcittà, settembre 2013)

 

 "Terza rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà, Giu-Lug 2012

 

"Altra rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà Numero speciale - Mar-Apr 2010

 

"Rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà Numero speciale - Gen-Feb 2009

   Per quanto concerne le spese di investimento:

COSTRUZIONE DI RSA

1. In merito per esempio alla costruzione di Rsa, Residenze sanitarie assistenziali, occorrerebbe puntare sull’istituto della concessione di pubblico servizio, in base al quale gli oneri per la creazione di strutture socio-sanitarie sono interamente assunti dal concessionario, che diluisce i costi sostenuti inserendoli nelle rette per il periodo temporale concordato. Nei casi in cui l’Asl (o il Comune) metta a disposizione i terreni o i fabbricati, il concessionario può essere obbligato a versare al proprietario le somme corrispondenti al valore dei succitati beni. Utilizzando detto istituto, l’anno scorso il Comune di Torino ha incassato quasi 6 milioni di euro dalla Cooperativa Valdocco per la gestione di una struttura sita in Via San Marino, Torino.

RISERVA ALLOGGI

2. Una consistente riduzione delle spese si otterrebbe con l’approvazione di una norma analoga a quella del 1° comma dell’articolo 4 della legge 17 febbraio 1992, n. 179 “Norme per l’edilizia residenziale pubblica” in modo da rendere obbligatoria la riserva di alloggi per alcune categorie di assistiti (ad esempio comunità alloggio per i soggetti con handicap intellettivo e limitata o nulla autonomia, gruppi appartamento per malati psichiatrici, ecc.). Attualmente il succitato comma 1 è così redatto «Le Regioni, nell’ambito della disponibilità loro attribuite, possono riservare una quota non superiore al 15% dei fondi di edilizia agevolata e sovvenzionata per la realizzazione di interventi da destinare alla soluzione di problemi abitativi di particolari categorie sociali individuate di volta in volta dalle Regioni stesse. Per tali interventi i requisiti soggettivi e oggettivi sono stabiliti dalle Regioni, anche in deroga a quelli previsti dalla legge 5 agosto 1978 n. 457, e successive modificazioni»;

  In merito alle SPESE DI GESTIONE proponiamo:

RIMBORSI SPESE SANITARIE

1. l’approvazione di una legge dello Stato per obbligare (attualmente è solo una facoltà) le Asl e le Aso a richiedere a coloro che, per gravi colpe accertate dalla magistratura, hanno procurato lesioni a persone (a seguito di infortuni sul lavoro, malattie professionali, incidenti stradali, risse o per altri motivi) il rimborso delle spese sostenute dal Servizio sanitario nazionale per la cura dei soggetti danneggiati presso ospedali e strutture analoghe. A questo riguardo non risulta che finora detti rimborsi siano stati chiesti, per esempio, per le vicende Eternit e Thyssen;

PREMO ASSICURAZIONI

2. la verifica della possibilità di aumentare la quota versata al Servizio sanitario nazionale in merito ai premi di assicurazione per auto e altri veicoli;

RIDEFINIZIONE POVERTA'

3. la ridefinizione della povertà escludendo – come dovrebbe essere ovvio – coloro che posseggono patrimoni immobiliari di qualsiasi valore e di beni mobili di una certa consistenza. Nei casi di effettiva necessità, a coloro che posseggono patrimoni potrebbero essere concessi prestiti. Sulla base del sopra riportato principio dovrebbero essere modificate le nome della Social Card;

PENSIONI: INTEGRAZIONE AL MINIMO

4. modifiche sostanziali dovrebbero essere apportate in merito alle erogazioni effettuate dallo Stato per l’integrazione al minimo delle pensioni, per la maggiorazione sociale e per gli assegni o pensioni sociali: attualmente lo Stato versa ogni anno oltre 54 miliardi di euro. Vi sono situazioni inaccettabili. Ad esempio l’ex lavoratore ultrasettantenne che ha conseguito una pensione di 150 euro mensili (ad esempio perché ha lavorato come dipendente per un breve periodo di tempo e in seguito ha svolto attività in proprio) e possiede, oltre all’appartamento o alla villa dove abita (di cui non si tiene conto qualunque sia il loro valore), addirittura altri due alloggi (ad esempio seconda e terza casa non affittati a terzi del valore complessivo di 400mila euro) i cui redditi calcolati ai fini fiscali sono certamente inferiori a 6mila euro, riceve dallo Stato ogni anno quale prestazione assistenziale (integrazione al minimo e maggiorazione sociale) 453,87 euro mensili per 13 mesi che si sommano ai 150,00 euro della pensione. Mentre l’integrazione al minimo è una provvidenza condivisibile (anche se occorrerebbe che l’ammontare previsto fosse in grado di eliminare la povertà assoluta), è inaccettabile che le integrazioni economiche siano versate a coloro che posseggono beni immobili anche di importo molto consistente e/o patrimoni (azioni, obbligazioni, denaro contante, ecc.) di una certa entità oppure altri beni non indispensabili, ma aventi un valore economico rilevante. Pertanto si propone:

a) il blocco delle nuove erogazioni a coloro che  dispongono di beni immobili, compresa la prima casa, o beni mobili di rilevante consistenza da definire;

b) la non erogazione delle addizionali economiche relative all’aumento del costo della vita a coloro che già beneficiano delle provvidenze di cui sopra.

PENSIONI: BLOCCO ADDIZIONALI

5. dovrebbe essere disposto il blocco delle addizionali economiche relative all’aumento del costo della vita a coloro che hanno una pensione inferiore a 467 euro mensili e che non ricevono l’integrazione al minimo delle pensioni in quanto sono in possesso di redditi superiori ai limiti previsti dalle norme vigenti. Occorrerebbe altresì che l’Inps provvedesse a inquadrare dette pensioni in un classificazione specifica, anche al fine di evitare che i relativi beneficiari continuino ad essere inseriti fra i poveri, mentre in effetti sono dei benestanti;

PENSIONI INVALIDITA'

6. dovrebbero essere altresì riviste le norme riguardanti l’importo delle pensioni di invalidità. Infatti l’umiliante erogazione alle persone impossibilitate a svolgere qualsiasi attività lavorativa proficua e totalmente prive di risorse economiche attualmente (2013) di euro 275,87 al mese (euro 3.586,31 all’anno compresa la tredicesima) viene assegnata anche a coloro che dispongono di un reddito annuo non superiore a euro 16.127,30, importo che può anche comprendere la proprietà di due alloggi non affittati a terzi. Riteniamo pertanto assolutamente ingiustificata l’erogazione della pensione di invalidità a coloro che hanno redditi superiori al minimo vitale da definire. Le somme risparmiate dovrebbero essere erogate per elevare dette pensioni di euro 275,87;

VERIFICHE BANCARIE

7. Segnaliamo con assolutamente positiva – e ne auspichiamo l’estensione per legge a livello nazionale per tutti gli Enti che erogano contributi economici socio-assistenziali la condizione imposta dal Consorzio Cisa di Gassino a coloro che richiedono l’integrazione della retta alberghiera a carico dei ricoverati presso strutture residenziali. La condizione è la seguente: «Dichiara altresì (…) di autorizzare espressamente e senza alcuna limitazione, ai sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 196/2003, il Consorzio Cisa, e per esso il responsabile del trattamento dei dati personali ed i relativi incaricati, a richiedere i dati personali dell’assistito ad enti terzi ivi inclusi Istituti di credito e banche, al fine di eseguire le opportune verifiche sulle condizioni socio-economiche del medesimo».

DEOSPEDALIZZAZIONE PROTETTA

8. occorrerebbe limitare in tutta la misura del possibile il trasferimento degli anziani malati cronici non autosufficienti e delle persone con demenza senile dagli ospedali alle case di cura private convenzionate per attività di lungodegenza. In alternativa – tenendo anche conto delle positive esperienze in atto da anni a Torino – predisporre reparti di deospedalizzazione protetta presso le Rsa aventi lo scopo di fornire le necessarie cure socio-sanitarie e di promuovere l’inserimento domiciliare qualora i congiunti del paziente siano idonei e disponibili, nonché il ricovero presso idonee Rsa;

IPAB: VERIFICHE SUI PATRIMONI

9. preso atto che un numero assai rilevante di Ipab, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza, è stato privatizzato con l’assegnazione gratuita dei beni mobili e immobili (sovente molto consistenti), occorrerebbe:  verificare se dette Ipab privatizzate continuano o meno a svolgere attività di sostegno ai poveri e alle persone in gravi difficoltà, com’è previsto dalle loro tavole di fondazione;  individuare le Ipab privatizzate e l’ammontare di beni mobili e immobili posseduti al momento della privatizzazione; verificare la situazione presente dei beni di cui sopra e fornire i dati relativi alle eventuali alienazioni illegittime con i relativi importi e pa­reri sulla loro corrispondenza ai valori di mercato; accertare ogni altro elemento utile in merito alla correttezza dell’operato degli amministratori in relazione alle finalità istitutive dell’ente e agli scopi perseguiti.

Come esempio di Ipab privatizzate con rilevante patrimoni si segnala l’Opera Pia  Barolo di Torino. Come risulta dalla pubblicazione della Regione Piemonte, Assessorato all’assistenza, Le Ipab in Piemonte, 1980, e dal volume di Piercarlo e Renato Grimaldi, Il potere della beneficenza - Il patrimonio delle ex opere pie, Franco Angeli Editore, 1983, i beni immobili e mobili del­l’Opera Pia Barolo risultano essere i seguenti:   a) 119 particelle accatastate per un totale di 3 milioni 57mila 740 metri quadrati di terreni localizzati in quattro Comuni del Piemonte: Venaria Reale mq 759.419, Leinì 684.079, Borgaro Torinese 284.490, Saluzzo 1.329.752; b) fabbricati siti in: a) Torino, Piazza Savoia 6, Via Corte d’Appello 20/22 e Via delle Orfane 7, comprendente la sede della stessa Opera Pia, l’Istituto famiglie operaie, 13 negozi e 31 alloggi; b) Torino, Via Cottolengo 22, 24 e 24 bis, dove hanno sede l’Istituto delle Maddalene e il Pensionato S. Giuseppe; c) Torino, Via Consolata 18 e 20 (Istituto Sant’Anna); d) Torino, Via Santa Giulia 7; e) Venaria Reale (Torino), Via Scesa 9, 11, 13, 15 e 17 (vani complessivi 250) e Via Amati 118/1-2-3-4-5-6 e 7 (totale vani 284); f) Ceres (Torino), Via Ala, Case operaie (vani 15) e Pensionato S. Giuseppe (vani 10); g) Mondrone (Torino) (vani 10); h) Moncalieri (Torino), Istituto Sant’Anna; c) distributore benzina, magazzino e terreno, Torino, Via Cigna; d) titoli per un valore nominale di 26 milioni 483mila 784 lire;

IPAB - EX IPAB: DESTINAZIONE RISORSE AI POVERI

10. c’è la necessità di porre in atto le necessarie e urgenti iniziative volte ad evitare che le istituzioni non rispettino, come purtroppo spesso avviene, l’esclusiva destinazione alla fascia più debole della popolazione delle risorse delle Ipab ed ex Ipab che in base alla legge devono essere destinate esclusivamente alle persone e ai nuclei familiari in condizioni di grave disagio socio-economico, come purtroppo ha fatto il Comune di Torino nel 2008 sottraendo al settore socio-assistenziale ben 43 milioni di euro provenienti dalla vendita di patrimoni immobiliari Ipab;

PATRIMONIO PUBBLICO

11. vi è poi, come bacino da cui attingere per le prestazioni socio-sanitarie, l’immenso patrimonio pubblico calcolato (cfr. La Stampa del 19 ottobre 2010) in 408 miliardi di euro, comprendente immobili e proprietà per un valore di 78 miliardi, delle Regioni (11), dei Comuni (227) e delle Province (29). Inoltre c’è il tesoro dello Stato italiano azionista di oltre 2.500 società per un importo stimato in 140 miliardi di euro (La Stampa del 12 agosto 2010); le spese militari del nostro Paese (593 dollari per abitante e 1,8% del Pil) addirittura superiori a quelle della Germania (558 dollari per abitante e corrispondente all’1, 4% del Pil), nonché a quelle del Giappone (401 dollari, 1% del Pil) (La Stampa del 9 settembre 2013),

SPESE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

12. tenuto anche conto delle rilevanti spese di gestione, il Presidente della Repubblica dovrebbe valutare la possibilità di vendere la villa Rosebery di Napoli, estesa su una superficie di mq. 66.056 e di ridimensionare la tenuta di Castelporziano che copre una superficie di 5.862 ettari e comprende ben 3,1 chilometri di spiaggia ancora incontaminate. Inoltre dovrebbe operare una consistente riduzione delle spese riguardanti l’oramai anacronistica struttura dei Corazzieri a cavallo. Ricordiamo nuovamente (cfr. Prospettive assistenziali, n. 175, 2011) che i dipendenti della Presidenza della Repubblica sono oltre 2mila, mentre i Sovrani d’Inghilterra ne hanno 300 e la Casa Bianca 466;

UNIFICAZIONE COMUNI

13. una riduzione notevole della spesa pubblica sarebbe sicuramente realizzata con l’unificazione dei Comuni (in totale 8.094) di cui ben 3.532 hanno meno di 2mila abitanti;

ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI

14. altri risparmi si potrebbero ottenere facilmente eliminando gli inaccettabili privilegi dei Parlamentari, compresi gli ex Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato e dei Consiglieri regionali, e quelli delle altre istituzioni (Corte costituzionale, Corte dei Conti, ecc.);

VOLONTARI PER VERIFICHE FISCALI

15. sarebbe di estrema importanza la partecipazione di volontari (in particolare pensionati laureati e diplomati) per il disbrigo delle attività di accompagnamento, come testimoni tenuti al segreto professionale, di un singolo agente della Guardia di Finanza (oggi sono due) nelle attività di verifica, per esempio, dell’emissione degli scontrini fiscali, con l’ovvia esclusione degli interventi investigativi e accertativi;

PARTECIPATE INEFFICIENTI

16. vi è l’urgente necessità di intervenire nei confronti delle oltre 5mila società partecipate dai Comuni la cui situazione di inefficienza è stata denunciata da Avvenire dell’8 dicembre scorso;

PRIVILEGI REGIONI A STATUTO SPECIALE

17. consistenti risparmi sono praticabili affrontando la questione delle Regioni a statuto speciale. Come è stato riferito da Avvenire del 15 dicembre scorso, mentre nel 2012 la spesa pro-capite della Regione Valle d’Aosta ammontava ad euro 11.725 (Provincia autonoma di Bolzano euro 9.355, Provincia autonoma di Trento 8.717) , quella del Piemonte era di 2.412 (Lombardia 2.220, Veneto 2.094), fatto che contrasta nettamente con i più elementari principi di giustizia.

Ciò premesso, ci sembra che possano essere reperite le risorse economiche per il Servizio sanitario nazionale, il cui costo rispetto al Pil è inferiore a quello degli Stati Uniti, della Germania e della Francia.

www.fondazionepromozionesociale.it   

Torino, 20 dicembre 2013