Prospettive assistenziali, n. 159, luglio - settembre 2007

 

 

Specchio nero

 

 

ANCORA VIOLENZE SUGLI ASSISTITI ANCHE PER MANCANZA DI MISURE ADEGUATE PREVENTIVE

 

1. Su La Stampa del 23 maggio 2007 viene riferito in merito ad «abusi sessuali ripetuti su una ragazza accolta in una comunità alloggio di Torre Pellice (Torino)».

Gli episodi risalgono al 2001/2002 e «coinvolgono proprio l’assistente che doveva occuparsi di lei, il marito e un terzo ospite» della struttura assisten­ziale.

Si tratta di «una vicenda che per la delicatezza del caso non era mai emersa e che viene alla luce solo ora che il giudice, Luca del Colle, del Tribunale di Pinerolo, ha condannato i tre imputati».

Le pene sono state otto anni alla donna, sette al marito e sei all’ospite.

 

2. A Enna è stata scoperta (la Repubblica del 6 giugno 2007) «una sorta di lager nel quale i bambini subivano soprusi, vessazioni e violenze di ogni tipo».

Arrestati i gestori «accusati di abbandono di minori, violenza privata e malversazioni ai danni dello Stato».

A far scattare le indagini «sono state le dichiarazioni spontanee di ex dipendenti della struttura, ma anche di semplici cittadini, che hanno raccontato quanto accadeva nella comunità che ospitava venti bambini, figli di famiglie bisognose, e sei adulti disabili psichiatrici».

Secondo i testimoni le punizioni erano «punture di spillo sul corpo, ceffoni, il ricatto di non far vedere loro i genitori».

Risulta, inoltre, che il personale era ridotto al minimo e che i fanciulli erano nutriti «con cibi scadenti e persino scaduti».

Per ogni bambino «la cooperativa Onlus percepiva dal Comune circa duemila euro al mese».

Secondo gli inquirenti, proprio per non perdere alcune rette, uno dei gestori «avrebbe sottoscritto false dichiarazioni al Tribunale per i minorenni affermando che alcune famiglie non erano idonee a riottenere l’affidamento dei figli».

 

Urgenti iniziative da assumere

Il ripetersi delle violenze sui minori, sugli adulti e sugli anziani incapaci di autodifendersi esige l’assunzione di urgenti iniziative da parte del Parlamento e del Governo, delle Regioni e dei Comuni (1).

In primo luogo occorre procedere alle riforme del codice penale indicate in questo numero nell’articolo di Elena Brugnone.

È altresì necessario una rigorosa selezione del personale addetto alle strutture, in particolare quelle residenziali, in cui sono accolte persone non in grado di autodifendersi (2).

Inoltre occorre che gli appalti a cooperative e agli altri enti siano predisposti sulla base di capitolati validi, contenenti in particolare norme idonee a consentire controlli effettivi (3).

Infine è necessario che la vigilanza sia affidata alle Province e quindi ad un ente diverso da quello che appalta i servizi o li gestisce direttamente. Inoltre dovrebbe essere prevista la presenza in dette commissioni anche di esperti segnalati da organizzazioni di volontariato o da quelle di tutela degli assistiti (4).

 

 

PROCESSO ALLA CASA FARMACEUTICA PFIZER PER AVER USATO BAMBINI NIGERIANI COME CAVIE

 

Come avevamo segnalato nel n. 154, 2006 di Prospettive assistenziali, la casa farmaceutica Pfizer, è stata accusata di aver sperimentato un farmaco usando come cavie bimbi nigeriani malati di meningite.

Secondo quanto pubblicato su Avvenire del 22 maggio 2007 la sperimentazione sarebbe stata condotta su 200 bambini nonostante che il farmaco fino a quel momento fosse stato somministrato solamente a maiali.

Riferisce inoltre che nel ricorso presentato dal Procuratore generale del Kano, uno Stato della Nigeria «sono ben 29 i capi d’accusa contestai alla Pfizer, tra questi figurano condotta non etica, circonvenzione, cospirazione, occultamento di prove e omicidio»; i test «avrebbero portato alla morte 18 dei 200 bambini e causato danni irreversibili – malformazioni, cecità, paralisi – agli altri 182».

Da notare che «proprio la paura di essere utilizzati come cavie, aveva portato gli abitanti di Kano a opporsi a campagne di vaccinazione come quella contro la poliomielite lanciata negli anni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità».

La Stampa del 28 giugno 2007 precisa che «il medicinale era la Trovanflaxacine, un antibiotico contro la meningite che poi non è mai entrato in commercio» e che «secondo l’accusa, la Pfizer nel 1996 approfittò  di un’epidemia di meningite e di rosalia (che causò migliaia di morti) per speri­mentare il medicinale sui bambini, senza avvertire nessuno, né i genitori dei bambini, né le autorità locali».

La Pfizer, che ha sempre affermato che non c’è alcun nesso tra i decessi e l’uso del medicinale, è la prima azienda farmaceutica del mondo, fondata negli Stati Uniti nel 1849.

 

 

PRETE STRARICCO E PROFITTATORE DI MALATI: ARRESTATO

 

Con il titolo sopra riportato, Marco Sodano nell’articolo pubblicato su La Stampa del 18 luglio 2007 ha segnalato la vicenda di monsignor Alfredo Liberto di 49 anni arrestato con le imputazioni di «associazione a delinquere finalizzata alla truffa e appropriazione indebita» riprendendo quanto aveva già pubblicato su La Stampa del 9 ottobre 2006, da cui era stata tratta la nota “La follia dell’ultimo manicomio” riportata sul n. 156, 2006 di Prospettive assisten­ziali.

Il sacerdote indicato da La Stampa come «ex braccio destro di vescovi» e «già presidente della casa di cura per malattie mentali Papa Giovanni di Serra d’Ajello (Cosenza)» è altresì accusato «di aver sottratto denaro alle casse del Papa Giovanni – gestito dalla Curia – e di averne speso a piene mani per vivere nel lusso. All’appello mancano 13 milioni di euro, più 15 di contributi mai pagati».

Quando la Guardia di Finanza è entrata nel­l’appartamento di monsignor Liberto «s’è aperto l’attico delle meraviglie. Disegni firmati da De Chirico, scatole piene di argenti, stilografiche Montblanc, una collezione di orologi preziosi. Mobili antichi e moderni. Televisori al plasma, sauna e palestra private».

Per quanto riguarda gli assistiti si tratta di «schizofrenici, depressi gravi, malati di Alzheimer, uomini e donne afflitti dai toni più cupi della malattia mentale: 360 persone vivono in tre casermoni sfasciati. Finestre senza vetri, letti senza lenzuola, rubinetti che non chiudono, tubature spaccate. Barelle e carrozzine zoppe negli angoli. Gli abiti, recuperati nelle parrocchie. La tavola, apparecchiata grazie alla beneficenza del banco alimentare».

Secondo il magistrato Eugenio Facciola che ha condotto l’indagine è «una situazione pazzesca».

I dipendenti sono oltre trecento e «da anni tirano a fine mese con lo stipendio ridotto al 40%», per cui «alla voce personale c’è un buco di 40 milioni».

Secondo Mario Sodano è caduto nei guai «anche l’ex vescovo di Cosenza Giuseppe Agostino. Avrebbe dovuto vigilare, invece firmava carte per conferire a Liberto il dominio perpetuo sul Papa Giovanni. E pensare che fu lui per primo, nel luglio 2004, dopo aver visitato il Papa Giovanni, a definirlo “una bestemmia sociale. Mi sono vergognato come uomo, come cristiano e come vescovo”».

Tuttavia, la situazione, a quanto risulta, non è cambiata dal 2004 all’arresto di monsignor Liberto.

Anche in questa vicenda, è assai deplorevole che le attività di vigilanza e controllo non abbiano funzionato.

(1) Nell’allegato 1 dell’editoriale del n. 149 di Prospettive assistenziali sono stati segnalati gli articoli pubblicati dal n. 1, 1968 al n. 148 sulle violenze inflitte a minori, soggetti con handicap e anziani. Successivamente sono stati pubblicati i seguenti articoli: “Come prevenire le violenze nelle strutture residenziali per minori, adulti e anziani”, “Agghiaccianti violenze subiti dai minori assistiti presso due comunità di Torino”, “Ancora violenze nella Casa della divina provvidenza di Bisceglie” e “Rosemary Kennedy lobotomizzata perché troppo vivace”, n. 149, 2005; “Continua l’eutanasia da abbandono di anziani malati” e “Una scuola degli orrori”, n. 150, 2005; “Scoperto dai Nas un altro istituto lager” e “I bambini deportati dalla colonia di Réunion fanno causa alla Francia”, n. 152, 2005; “Firenze: inammissibili carenze riscontrate nelle Rsa” e “Roma: chiuso dai carabinieri un altro ospizio abusivo”, n. 153, 2006; “Violenza sessuale di un educatore su una bimba di cinque anni: ignorate ancora una volta le misure preventive” e “Nigeria: bambini cavie per i test della casa farmaceutica Pfizer”, n. 154, 2006; “Romania: bimbi abbandonati a loro stessi e messi all’asta”, n. 155, 2006; “La follia dell’ultimo manicomio” e “Un esercito di bambini sfruttati in Europa”, n. 156, 2006; “Condannata una infermiera per non aver pulito un malato”, “Scoperto un altro ghetto per anziani”, “Primi risarcimenti ai bambini aborigeni dell’Australia sottratti alle loro madri” e “Minori abusati”, n. 157, 2007; “L’azienda Usl 4 di Prato si rivolge ai carabinieri per dimettere un anziano gravemente malato”, n. 158, 2007.

(2) Allo scopo riprendiamo la proposta contenuta nel volume di Maria Grazia Breda e di Francesco Santanera, Handicap: oltre la legge quadro - Riflessioni e proposte, Utet Libreria, secondo cui «centri scientificamente riconosciuti validi, scelti di comune accordo dagli enti e dai sindacati dei lavoratori, dovrebbero essere incaricati di rilasciare una dichiarazione attestante che l’operatore è adeguato per le caratteristiche della sua personalità e per la sua professionalità, a svolgere determinate attività con i minori, i soggetti con handicap grave e gli anziani cronici non autosufficienti. Ovviamente dovrebbe essere garantita la totale riservatezza nei confronti di coloro che non ottenessero la suddetta certificazione, riservatezza totale anche nei riguardi dell’ente pubblico e privato che li ha indirizzati, al quale nulla deve essere comunicato né direttamente né indirettamente, ad esclusione di quanto scritto nella certificazione consegnata direttamente a ciascun operatore ritenuto idoneo».

(3) Cfr. Mauro Perino, “Esempio di convenzione tra enti pubblici e soggetti privati: norme volte a garantire idonei standard qualitativi e quantitativi di personale”, Prospettive assistenziali, n. 158, 2007.

(4) Cfr. il punto 6 della petizione popolare di cui è in corso la raccolta delle firme. Il testo, già allegato al n. 153, 2006 di Prospettive assistenziali, può essere richiesto all’Associazione promozione sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.812.44.69, fax 011.812.25.95, e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it.

 

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