Prospettive assistenziali, n. 150, aprile - giugno 2005

 

 

Notiziario dell’Unione per la tutela degli insufficienti mentali

 

 

 

Il comune di Muggia applica correttamente LE norme vigenti sulle rette di ricovero

 

Siamo lieti di segnalare la positiva conclusione di una pratica riguardante il pagamento della retta di ricovero di una persona handicappata in situazione di gravità.

La sorella ed il fratello si erano rivolti a noi per sapere se fosse giusto che venisse chiesto loro di integrare la cifra richiesta per la retta in quanto la situazione economica dell’interessata non bastava a coprire interamente l’importo.

Seguendo la nostra indicazione la sorella ed il fratello provvedevano ad inviare una lettera al Sindaco del Comune di residenza ed al direttore della struttura in cui è ricoverata la sorella con la quale si ricordavano le normative vigenti che impediscono di chiedere l’integrazione delle rette ai familiari delle persone handicappate riconosciute tali ai sensi della legge 104/1992.

Contemporaneamente si specificava che, a partire dalla data di spedizione della lettera, non si sarebbe più provveduto alla integrazione delle rette.

Il Comune di Muggia con lettera del 24 febbraio 2005, indirizzata sia al fratello e alla sorella della signora ricoverata che al direttore della struttura, provvedeva a comunicare quanto segue: «Pertanto, codesta cooperativa sociale, vorrà inviare la fattura per il pagamento della retta integrale pari a circa 142,00 euro al giorno, direttamente allo scrivente servizio comunale, mentre sarà cura della amministrazione comunale ripetere la parte di spettanza dell’utente, secondo accordi intervenuti tra il servizio sociale scrivente e i familiari della signora M.D.».

Al riguardo è importante sottolineare che il Comune di Muggia, tenendo direttamente i rapporti con la cooperativa che gestisce il servizio, si comporta in modo corretto anche sul piano giuridico-amministrativo.

Purtroppo molti Comuni, invece, si sottraggono ai loro compiti facendo in modo che gli utenti e/o i loro congiunti stabiliscano accordi con l’ente gestore. In questo modo si può arrivare alla stesura di veri e propri contratti privati fra il soggetto interessato (o i suoi parenti) e l’ente che gestisce il servizio, sollevando il Comune da sue precise responsabilità.

 

 

AGEVOLAZIONI ECONOMICHE PER I RICCHI

 

Questa volta “forse” le autorità hanno esagerato. Occorre, tuttavia, tener conto che il fisco vola alto e non può certo vedere tutto. Poiché lo Stato ha bisogno di quattrini, il Governo ha deciso di rivalutare il classamento catastale.

Ma, come dicevamo, il fisco vola alto. Si capisce, quindi, che dall’aumento abbia escluso (cfr. Il Sole 24 Ore dell’8 febbraio 2005) le povere case di Cortina d’Ampezzo, Capalbio, Cervinia, Courmayeur, Forte dei Marmi, Portofino, Porto Rotondo e Ravello. Giustizia è fatta!

 

 

PERCHÉ IL FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE IGNORA LE ESIGENZE DELLE PERSONE ANZIANE E DEI SOGGETTI CON HANDICAP?

 

Una pagina intera su Vita del 1° aprile 2005 è stata dedicata dal Forum del terzo settore all’appuntamento elettorale del 3-4 aprile. Il rinnovo dei Consigli regionali è stato definito «una occasione di cambiamento e di innovazione». A coloro che governeranno le Regioni nei prossimi anni, il Forum ha avanzato 10 richieste riguardanti: il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la politica dei trasporti, la piena applicazione della legge Ronchi sui rifiuti, il consolidamento nelle aree protette delle produzioni di alta qualità, la priorità del recupero del patrimonio urbanistico esistente rispetto all’aumento del costruito, la valorizzazione degli interventi di solidarietà internazionale, la diffusione della cultura della pace, il reinserimento sociale delle forze marginali con particolare riferimento ai detenuti, l’attivazione di una sensibile attenzione alle problematiche minorili e il diritto all’accesso dei cittadini al sistema dei media.

Perché il Forum del terzo settore non rivolge nemmeno una parola alle centinaia di migliaia di anziani e di soggetti con handicap, le cui condizioni di vita sono molto spesso drammatiche sul piano umano e sociale, soprattutto nei casi in cui si tratti di persone malate o con limitata o nulla autonomia?

Nel documento in esame, si fa riferimento alla sussidiarietà sostenendo giustamente che «non può essere la sostituzione delle responsabilità e dell’azione dello Stato, la scorciatoia per realizzare un’idea di Stato minimo, di welfare residuale». La responsabilità dello Stato e delle Regioni non devono essere richiamate – e con forza  – soprattutto nei riguardi dei più deboli?

 

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