Prospettive assistenziali, n. 140, ottobre-dicembre 2002

 

 

esperienze e risultati conseguiti

dal volontariato dei diritti dal 1998 al 2002

 

 

Sul n. 120, 1997, di questa rivista, avevamo segnalato le esperienze ed i risultati conseguiti dal 1962 al 1997 dall’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) fondata nel 1962, dall’Ulces (Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale) funzionante dal 1965 e dal Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) di Torino costituito nel 1970 (1).

Nel 1978 il Csa ha creato il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, con il compito di provvedere alla tutela dei casi individuali.

Adesso riportiamo i dati relativi alle principali attività svolte dalle suddette organizzazioni dal 1998 al 2001.

• Interventi presso il Ministero per la solidarietà sociale, On. Livia Turco, per ottenere sostanziali modifiche al decreto legislativo 109/1998, il quale prevedeva che, nei riguardi di tutti i soggetti necessitanti di prestazioni sociali (centri diurni e comunità alloggio per soggetti con handicap intellettivo, Rsa, ecc.), doveva essere presa in considerazione la situazione economica dell’intero nucleo familiare. A seguito delle iniziative del Csa, è stato emanato il decreto legislativo 130/2000 in cui è stabilito che i soggetti con handicap in situazione di gravità e gli ultra-sessantacinquenni non autosufficienti devono contribuire alle prestazioni assistenziali esclusivamente in base alla loro condizione economica personale. Nel decreto 130/2000 è, inoltre, ribadito che gli enti pubblici non possono sostituirsi all’interessato nella richiesta degli alimenti di cui agli articoli 433 e seguenti del codice civile;

• prese di posizione nei confronti della Federazione Alzheimer Italia e dell’Associazione Italiana Malati di Alzheimer per le notizie fuorvianti contenute nelle loro pubblicazioni. In esse non veniva né rivendicato il diritto alle cure gratuite da parte del Servizio sanitario nazionale, né era condannata l’illegale richiesta di contributi ai parenti dei malati ricoverati presso Rsa, case di riposo e strutture similari;

• promozione della delibera del Comune di Torino (2) del 28 febbraio 2000 in cui è previsto che agli utenti delle comunità alloggio per disabili motori e nelle convivenze guidate viene lasciata agli utenti una somma corrispondente al minimo vitale (lire 720 mila per l’anno 2000) per contribuire direttamente alla cassa comunitaria per le spese di vitto, utenze (luce, gas, ecc.) e socializzazione.

I suddetti soggetti, inoltre, trattengono la pensione di invalidità e l’assegno di incollocabilità (lire 401.380 per l’anno 2000) per le spese personali.

Agli utenti inseriti in presidi, in un contesto di massima autonomia, ai quali non è richiesto di contribuire direttamente alla cassa comunitaria, viene lasciata a disposizione quale importo massimo esente la somma di lire 504.630 per l’anno 2000.

Per tutte le altre persone (anziani, handicappati, ecc.) inseriti in altri servizi residenziali (case di riposo, Rsa, comunità alloggio, ecc.), la quota lasciata a loro disposizione per le spese personali è di lire 154.600 per l’anno 2000. Tuttavia il Servizio sociale può proporre l’innalzamento della suddetta quota mensile per situazioni personali particolari: per necessità di continue sostituzioni di capi di vestiario dovute a comportamenti individuali problematici o ad esigenze personali (documentate da parte dei presidi ospitanti) e per spese sanitarie a carico dell’ospite (ticket e medicinali assoluta­mente necessari di fascia C, oppure per protesi o ausili).

Tutte le quote sopra citate vengono aggiornate in base ai dati Istat.

La suddetta delibera stabilisce, inoltre, che:

1) al fine di favorire i rapporti familiari dei soggetti ricoverati in strutture residenziali «a partire dal primo giorno di rientro in famiglia, la quota di contribuzione giornaliera dovuta è ridotta di lire 25.000 per ogni giornata (di almeno dieci ore conse­cutive)»;

2) «per quanto attiene la contribuzione dovuta dagli utenti inseriti in iniziative di soggiorno che non prevedano la partecipazione diretta alle spese di pernottamento e trasporto, si adegua la partecipazione al costo del servizio a quanto disposto dalla normativa prevista per i servizi residenziali, con un analogo parametro massimo di riferimento di lire 93.000 + Istat»;

3) «quale ulteriore agevolazione nell’ipotesi che il cittadino assistito goda anche di redditi di fabbricati, di capitali o di redditi diversi, ai fini del contributo si considera soltanto il 50% del reddito effettivo ricavato, lasciando nella sua disponibilità il rimanente 50% per le spese e le imposte di competenza»;

4) «la modalità di conteggio per ricavare la contribuzione giornaliera, sia per i servizi residenziali che per i soggiorni, consiste nel calcolo di tutti i redditi netti dell’interessato (conteggiati su dodici mensilità), nella deduzione della quota esente e nella successiva divisione per 30,5 giorni mensili»;

• come richiesto insistentemente dall’Anfaa e dal Csa, la Giunta comunale di Torino ha approvato in data 18 aprile 2001 una delibera in cui è autorizzata l’erogazione massima di lire 10 milioni per ciascun progetto di autonomia per giovani in affidamento familiare a scopo educativo. Il progetto deve essere avviato entro il compimento del 21° anno di età del soggetto e concludersi non oltre il 25° anno;

• varie prese di posizioni nei confronti degli enti che, nei loro atti (ad esempio la delibera della Giunta della Regione Emilia-Romagna del 30.12.1999 n. 2581), nei loro scritti sulla malattia di Alzheimer (Università cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Manuli) o in articoli apparsi (riviste Pagine di psicomotricità, La famiglia, Missione Uomo e Prospettive sociali e sanitarie) non hanno segnalato che le persone colpite da demenza senile hanno diritto alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, gratuite e senza limiti di durata e che le Asl ed i Comuni non possono imporre contributi economici ai parenti dei suddetti malati qualora essi siano ricoverati presso Rsa, case di riposo, ecc.;

• patrocinio della causa avviata dal signor G.A. contro l’Opera pia Lotteri di Torino che aveva ottenuto dal giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo di pagamento di una parte della quota sanitaria relativa al ricovero di un suo congiunto. Il giudice di pace ha stabilito che detta quota è a carico dell’Asl 1, in quanto il motivo del ritardo dell’esame compiuto dall’Unità valutativa geriatrica è stato attribuito alla stessa Asl;

• interventi rivolti al Governo, al Parlamento e alle forze sociali al fine di ottenere l’aumento delle pensioni i cui importi mensili nel 2000 erano i seguenti: per gli invalidi civili lire 401.380, ciechi assoluti lire 434.050, sociali lire 530.350, assegni sociali lire 643.600, minima Inps lire 720.900. Alle suddette autorità è stato, inoltre, segnalato che violando i più elementari principi di giustizia sociale, le erogazioni suddette sono calcolate indipendentemente dai patrimoni mobiliari ed immobiliari posseduti, ma solamente in base ai redditi complessivi percepiti, i cui limiti sono a volte molto elevati;

• elaborazione di proposte rivolte alle Regioni ed ai Comuni singoli o associati per limitare i danni della legge n. 328/2000 di riforma dell’assistenza e dei servizi sociali e predisposizione di una petizione consegnata al Consiglio regionale piemontese con oltre 12 mila firme;

• promozione della delibera approvata dal Consiglio comunale di Torino il 4 dicembre 2000 in base alla quale «nel caso di persone anziane non autosufficienti, così valutate dalle competenti unità di valutazione geriatrica, i loro parenti tenuti agli alimenti, ex art. 433 del codice civile» sono esclusi «dalla contribuzione al costo dei servizi socio-assistenziali»;

• promozione della diffusione a livello regionale dei corsi di formazione prelavorativa per i soggetti con handicap intellettivo medio, iniziativa ideata dal Csa. Dal finanziamento iniziale di tre miliardi circa, si è giunti allo stanziamento di nove miliardi;

• inserimento di soggetti con handicap intellettivo medio presso normali aziende pubbliche e private, nonché presso cooperative. Finora le assunzioni sono state oltre quattrocento;

• realizzazione, in collaborazione con l’Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali), di tre cicli di sei incontri ciascuno nelle province piemontesi per la promozione dell’inserimento scolastico, del diritto al lavoro e alla formazione prelavorativa di soggetti con handicap intellettivo, al ruolo delle famiglie e delle organizzazioni di tutela dell’utenza, all’interdizione e alle esigenze di assistenza;

• promozione della corretta applicazione della delibera della Regione Piemonte n. 20-26187 del 30 novembre 1998 che ha stabilito, sulla base di un apposito prontuario, l’erogazione gratuita dei prodotti farmaceutici (esclusi quelli di fascia C) agli anziani cronici non autosufficienti, ai malati di Alzheimer e agli altri soggetti ricoverati presso Rsa pubbliche e private;

• prese di posizione in merito alle indagini fuorvianti sugli anziani commissionate dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino, dalla Fenacom e da Forum, poiché nelle suddette ricerche era ignorato il diritto degli anziani cronici non autosufficienti e dei malati di Alzheimer alle cure sanitarie gratuite e senza limiti di durata;

• interventi dell’Anfaa presso il Ministero della pubblica istruzione per ottenere il rispetto del diritto di una bambina con handicap all’insegnante di sostegno;

• presa di posizione nei confronti del Comune di Torino affinché non venga costruita nel capoluogo del Piemonte una casa di riposo per anziani autosufficienti, anche per il fatto che non ci sono richieste al riguardo da parte della popolazione;

• promozione della costituzione delle seguenti organizzazioni di volontariato:

a) Associazione tutori volontari, costituita a To­rino il 27 gennaio 1998 con lo scopo di:

– promuovere una idonea regolamentazione giuridica dell’interdizione, inabilitazione, tutela e cu­ratela;

– assumere la tutela, affidata al presidente dell’associazione stessa o ai suoi componenti dalle competenti autorità, di persone minorenni o interdette;

– difendere i legittimi interessi e diritti dei tu­telati.

In particolare, per la realizzazione degli scopi sopra indicati e nell’intento di agire a favore della collettività, l’associazione si propone di:

– raccogliere e analizzare la documentazione relativa all’interdizione, inabilitazione, tutela e curatela;

– organizzare corsi di informazione e formazione;

– promuovere e partecipare a convegni, seminari e altre analoghe iniziative;

– diffondere la propria esperienza.

L’associazione ha sede in Via Artisti 36, Torino, tel. 011.812.44.69 - fax 011.812.25.95 - e-mail: info@tutori.it - indirizzo web: www.tutori.it;

b) Associazione “Mai più istituti d’assistenza”, creata a Torino il 18 dicembre 2000, le cui finalità sono le seguenti:

– promuovere da parte delle Regioni e dei Comuni la creazione dei servizi alternativi all’inserimento a tempo pieno in strutture residenziali dei soggetti non malati, siano essi minori o adulti o anziani colpiti o meno da handicap;

– richiedere alle autorità competenti il risarcimento dei danni morali e materiali subiti da persone ricoverate in istituti d’assistenza durante la loro minore età.

L’associazione ha sede in Torino, Lungo Dora Voghera 134, presso Roberto Tarditi, tel. e fax 011.899.02.47 - e-mail: rotardit@tin.it;

• pubblicazione dell’articolo di Massimo Dogliotti (Prospettive assistenziali n. 135, 2001) in cui viene confermato l’obbligo da parte dei Comuni di assistere i minori, i soggetti con handicap e gli anziani in difficoltà e conseguente azione promozionale affinché le Regioni ed i Comuni assumano le occorrenti iniziative legislative e deliberative;

• presa di posizione contro il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001, che, in violazione alle leggi vigenti (il decreto ha valore meramente amministrativo), ha la finalità di ridurre drasticamente gli obblighi del Servizio sanitario nazionale nei riguardi degli ultradiciottenni colpiti da malattie invalidanti e da non autosuffi­cienza;

• ripetuti interventi di denuncia circa la sottrazione all’esclusiva destinazione alla fascia più bisognosa della popolazione dei patrimoni delle Ipab ed ex Ipab, il cui valore ammonta complessivamente a 110-140 mila miliardi di lire;

• costituzione dell’Ulces nel processo contro il gestore ed alcuni operatori della casa di riposo di Ceva (Cuneo). Il processo si è concluso con la loro condanna per esercizio abusivo della professione sanitaria;

• denuncia delle pensioni abusive funzionanti a Torino utilizzate per il ricovero di anziani cronici non autosufficienti;

• prese di posizione contro la creazione o la ristrutturazione di istituti per handicappati o per minori in Italia e nei paesi del Terzo Mondo: ampliamento di Casa Serena dell’Anffas di Trento; proposta avanzata dalla rivista “Anch’io” per la creazione di istituti per soggetti con handicap; costruzione in Liberia di un nuovo istituto di ricovero per minori patrocinato da Luciano Pavarotti; complesso da edificare a Roma per 30 soggetti con handicap deciso dalla Comunità di Capodarco; ristrutturazione da parte della Diocesi di Susa (Torino) della cascina Monardera per realizzare una casa di riposo per 120 anziani, una struttura per il recupero di handicappati, una comunità per 6 minori e un ambulatorio; costruzione da parte della Diocesi di Torino di una struttura per 100 anziani fra autosufficienti, parzialmente autosufficienti e malati cronici in una zona (Eremo di Pecetto) estremamente scomoda e isolata; proposta della Provincia di Torino di trasferire in un’unica struttura di Torino una comunità alloggio per minori e tre comunità per gestanti e madri; costruzione da parte del Cottolengo di Torino di un istituto a Bucarest per 150 soggetti con handicap;

• appoggio alle iniziative dell’associazione Papa Giovanni XXIII che ha aperto case famiglia in Bolivia (3), Brasile (7), Cile (3), Russia (1), Tanzania (4) e Zambia (5);

• promozione della creazione da parte delle Asl (e non da parte dei Comuni) di centri diurni sanitari per i malati di Alzheimer e soggetti colpiti da altre forme di demenza;

• disbrigo, a titolo gratuito, da parte dell’Utim delle pratiche per la pronuncia dell’interdizione di persone (anziani cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, handicappati intellettivi, ecc.) totalmente e definitivamente incapaci di tutelare i propri interessi morali e materiali. Le pratiche svolte dal 1997 al 2001 sono state 155 con un risparmio complessivo per gli interessati che oscilla fra 400 e 600 milioni di lire;

• predisposizione delle proposte di delibera per il riconoscimento del volontariato infra-familiare da parte dei Comuni (per i soggetti aventi diritto all’assistenza) e delle Asl (per le persone malate e non autosufficienti). La prima delibera in materia è stata approvata dal Cisap, Consorzio dei servizi alla persona fra i Comuni di Collegno e Grugliasco (Torino), il 16 gennaio 2001;

• prese di posizione nei confronti del Vidas (Assistenza domiciliare gratuita agli inguaribili di cancro) che, nella campagna promozionale per la raccolta di fondi, non aveva segnalato ai malati e ai loro familiari l’obbligo imposto dalla legge alle Asl di curare gratuitamente e senza limiti di durata anche le persone colpite da tumore o da qualsiasi altra patologia;

• interventi, con raccolta di adesioni da parte di gruppi di base, nei confronti del Consiglio regionale piemontese che con la legge n. 37/2000, violando le norme costituzionali, i principi fondamentali del pluralismo e lo stesso buon senso, ha attribuito all’Unione nazionale mutilati per il servizio (Unms), all’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil), all’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic), all’Ente nazionale sordomuti (Ens) e all’Unione italiana ciechi (Uic) «l’esercizio della rappresentanza e tutela degli interessi morali ed economici delle rispettive categorie di mutilati e invalidi», prevedendo addirittura che «gli enti strumentali della Regione possono stipulare apposite convenzioni con le associazioni (Unms, Anmil, Anmic, Ens e Uic) per delegare ad esse lo svolgimento dei compiti e funzioni che la legge non attribuisce in via esclusiva alla pubblica amministra­zione»;

• partecipazione ai gruppi di lavoro istituiti dal Comune di Torino per la predisposizione dei piani di zona cittadino e circoscrizionali;

• predisposizione di una petizione presentata al Consiglio regionale piemontese con 12.566 firme. La petizione riguarda i servizi per i minori, i soggetti con handicap intellettivo, gli anziani cronici non autosufficienti, la prevenzione dell’emarginazione, dell’istituzione degli uffici provinciali di pubblica tutela, la promozione del volontariato infrafamiliare, il trasferimento ai Comuni delle residue competenze assistenziali gestite dalle Province, ecc.;

• presa di posizione contro il rifiuto delle scuole private, comprese quelle cattoliche, di inserire allievi con handicap intellettivi;

• promozione dell’apertura di Rsa gestite dal settore sanitario, quale primo passo per il riconoscimento effettivo delle condizioni di malattia in cui versano i ricoverati. A Torino e Provincia sono una decina le Rsa gestite da Asl;

• riconoscimento all’Anfaa da parte della Corte d’Appello di Genova del diritto di costituirsi in giudizio a difesa di un minore dichiarato in stato di adottabilità;

• segnalazione alla Procura della Repubblica in merito ai trasferimenti di anziani cronici non autosufficienti e di malati di Alzheimer da una casa di cura privata ad un’altra allo scopo di evitare la riduzione (20-40%) dell’importo della retta, stabilita dalla Regione Piemonte dopo un certo periodo (60 o 120 giorni) di degenza;

• diffusione di numerose notizie, provvedimenti della magistratura compresi, concernenti i diritti delle persone in difficoltà (minori, soggetti con handicap, anziani malati, ecc.);

• promozione della regolamentazione relativa alla permanenza di familiari in ospedale;

• prosecuzione delle iniziative intraprese dal Csa - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti per:

– evitare l’esclusione dalla piena competenza del Servizio sanitario nazionale degli anziani cronici non autosufficienti, dei malati di Alzheimer e di pazienti psichiatrici. Dal 1978 al 2001, gli interventi sono stati almeno 5 mila;

– contrastare le richieste di versamento di contributi economici avanzate da Regioni, Comuni e Asl nei confronti dei parenti di assistiti maggiorenni colpiti da handicap grave o da malattia e non autosufficienza;

– appoggio alle richieste di intervento presentate da cittadini e nuclei familiari in difficoltà alle quali gli enti di assistenza non avevano dato seguito;

– istanza avanzata al giudice tutelare per la nomina di un amministratore provvisorio;

• attività di vigilanza, tramite l’apposita Commis­sione del Csa riconosciuta dal Comune di Torino, delle strutture assistenziali della Città;

• verifica della corretta attuazione da parte della Regione Piemonte e delle Province della legge 68/1999 sul collocamento al lavoro dei soggetti con handicap;

• iniziative presso la Regione Piemonte per ottenere maggiori finanziamenti alla legge 43/1997 per la realizzazione di comunità alloggio e convivenze guidate per persone con handicap. Dagli iniziali sei miliardi si è giunti a 25;

• promozione dei ricorsi al Tar del Lazio dei ricorsi presentati dai Comuni di Collegno, Grugliasco, Nichelino, Rivoli e Torino contro il decreto Berlusconi, Tremonti e Sirchia del 29 novembre 2001 sui Lea - Livelli essenziali di assistenza;

• collaborazione con varie associazioni (Servizio emergenza anziani, Consulta per le persone in difficoltà, Diapsi, Aima, Gruppi di volontariato vincenziano, Società S. Vincenzo de’ Paoli) per la presentazione al Consiglio regionale piemontese di una petizione contro il decreto di cui al punto precedente;

• realizzazione di incontri della Scuola dei diritti “Daniela Sessano”, rivolti ad associazioni e gruppi di volontariato interessati a sviluppare la promozione e la difesa dei diritti dei minori in difficoltà, degli anziani cronici non autosufficienti, dei malati di Alzheimer e dei soggetti con handicap aventi limitata o nulla autonomia;

• azioni presso il Ministero della pubblica istruzione e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil per ottenere le prestazioni di ausilio materiale a favore degli alunni con handicap per la cura della loro persona e per le altre esigenze particolari, compresi gli interventi rivolti ai bambini delle scuole materne per l’utilizzo dei servizi igienici;

• organizzazione da parte dell’Istituto italiano di medicina sociale, della Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, dell’Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali), della rivista Prospettive assistenziali, del Bollettino “Handicap & Scuola” del 2° convegno europeo “Handicappati intellettivi e soggetti con sindrome di Down nell’Europa del 2000: gli obiettivi raggiunti, i diritti da conquistare”, Milano, 22 e 23 ottobre 1998, i cui atti sono stati pubblicati dalla rivista “Difesa sociale”, n. 1, 2001;

• organizzazione da parte dell’Anfaa dei convegni:

– “Adozione in pericolo - Esigenze e diritti dei bambini senza famiglia; le proposte di legge in discussione in Parlamento” (Genova, 29 maggio 1999);

– “Diventare genitori - Diventare figli - Il futuro dell’adozione” (Como, 3 giugno 2000);

– “20.000 bambini hanno diritto ad una famiglia ma restano in istituto” (Taranto, 18 novembre 2000) in collaborazione con la Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, Prospettive assistenziali ed il Coordinamento “Ubi minor”;

• “Esigenze e diritti delle gestanti e delle madri in difficoltà, nonché dei loro nati - L’attuazione della legge 328/2000 sui servizi sociali e il trasferimento delle competenze dalle Province ai Comuni, alla luce delle esperienze acquisite in settant’anni di attività”. Il convegno è stato promosso dalla Provincia di Torino con il patrocinio del Comune di Torino e la collaborazione della Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces e la Redazione di Prospettive assistenziali, e si è svolto a Torino il 21 ottobre 2002;

• organizzazione del convegno nazionale “Espe­rienze concrete del volontariato dei diritti. Come tutelare le esigenze delle persone non in grado di autodifendersi: minori totalmente o parzialmente privi di sostegno familiare, handicappati intellettivi, soggetti con sindrome di Down, anziani cronici non autosufficienti, malati psichiatrici con limitata o nulla autonomia, persone affette dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile” (Milano, 16 ottobre 1999). Promotori: la Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, Anfaa, Utim, Prospettive assistenziali. Gli atti sono stati pubblicati dalla suddetta rivista;

• organizzazione del convegno regionale piemontese “L’orientamento degli allievi con handicap intellettivo: dall’integrazione scolastica, all’inserimento lavorativo e sociale” (Torino, 30 novembre 2002), promosso dal Csa, dalle riviste Prospettive assistenziali e Handicap & Scuola, con il patrocinio del Comune di Torino e la collaborazione del V.S.S.P., Centro Servizi per il volontariato, Sviluppo e Solidarietà in Piemonte;

• pubblicazione da parte della rivista “Difesa so­ciale” degli atti dei convegni:

 a) “Esigenze e diritti di gestanti, madri e neonati in difficoltà: aspetti etico-giuridici e ruolo delle istituzioni, degli operatori e del volontariato”, Milano, 27-28 aprile 1995. Il convegno era stato promosso dall’Istituto italiano di medicina sociale, da Prospettive assistenziali, dal Centro internazionale studi famiglia e dall’Associazione promozione so­ciale;

 b) “Anziani attivi e anziani malati cronici nell’Europa del 2000: orientamenti culturali ed esperienze a confronto” (Milano, 24-25 ottobre 1996), organizzato dall’Istituto italiano di Medicina sociale, dalla Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, dall’Associazione promozione sociale e dalle riviste Sanitas Domi e Prospettive assistenziali;

• pubblicazione sulla rivista “Infermiere - Informazione”, n. 3/1998, degli atti del convegno “Inguaribilità e incurabilità: il diritto alle cure sanitarie delle persone con malattie croniche” (Torino, 7 novembre 1997), organizzato dal Collegio Ipasvi, dalla Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, dal Csa - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti e da Prospettive assistenziali;

• pubblicazione da parte dell’Anfaa degli opuscoli “L’adozione - Diventare madre e padre di un bambino procreato da altri” e “Una famiglia in più su cui contare - L’affidamento familiare aiuta i bambini in difficoltà a diventare grandi”;

• pubblicazione curata dall’Asvad, Associazione solidarietà e volontariato a domicilio, della “Breve guida per le famiglie ed i volontari che assistono i malati di Alzheimer”, predisposta da F. Santanera e Anna Maria Gallo;

• ristampa da parte del Csa - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti dell’opuscolo “Ospedale vietato ai malati cronici anziani”;

• pubblicazione dei seguenti volumi della collana “Persona e società: i diritti da conquistare”, edita dall’Utet Libreria:

– Volontariato - Trent’anni di esperienza: dalla solidarietà ai diritti, di F. Santanera e A.M. Gallo;

– Come difendere i diritti degli anziani malati, di F. Santanera e M.G. Breda;

– I malati di Alzheimer: dalla custodia alla cura, di M. Dogliotti, E. Ferrario, P. Landra e F. Santanera;

– Storie di figli adottivi - L’adozione vista dai protagonisti, di E. De Rienzo, C. Saccoccio, F. Tonizzo e G. Viarengo;

– Cure materne e adozione, di N. Quémada;

– La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali - Analisi della legge 328/2000 e proposte alternative, di M.G. Breda, D. Micucci e F. Santanera;

Gli assistenti sociali visti dagli utenti - Che cosa fanno, come dovrebbero agire, di M.G. Breda e F. Santanera;

• pubblicazione presso l’editore “Rosenberg & Sellier” dei volumi:

– Nicola, un’adozione coraggiosa - Un bambino handicappato grave conquista una vita adulta autonoma, di G. Basano;

– Anni senza vita al Cottolengo - Il racconto e le proposte di due ex ricoverati, di E. De Rienzo e C. De Figueiredo.

 

 

(1) Fanno parte del Csa le seguenti organizzazioni: Associazione Geaph, Genitori e Amici dei portatori di Handicap di Sangano (To); Associazione Genitori Fanciulli Handicappati ex Ussl 34 di Orbassano (To); Associazione Italiana Assistenza Spastici di Torino; Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie; Associazione “La Scintilla” di Collegno-Grugliasco (To); Associazione “Odissea 33” di Chivasso (To); Associazione “Oltre il Ponte” di Lanzo Torinese; Associazione “Prader Willi”, sezione di Torino; Associazione Promozione Sociale; Asvad, Associazione Solidarietà Volontariato a Domicilio; Associazione Spina Bifida; Associazione Tutori Volontari; Cogeha, Collettivo Genitori dei portatori di handicap, Settimo Torinese; Comitato Integrazione Scolastica Handicappati; Coordinamento dei Comitati Spontanei di Quartiere di Torino; Coordinamento Para-tetraplegici; Cumta, Comitato Utenti Mezzi Trasporto Accessibili; Grh, Genitori Ragazzi Handicappati di Venaria-Druento (To); Gruppo Inserimento Sociale Handicappati ex Ussl 27; Ulces, Unione per la Lotta Contro l’Emarginazione Sociale; Utim, Unione per la Tutela degli Insufficienti Mentali; “Vivere Insieme” di Rivoli (To); Associazione Mai più istituti di assistenza; Associazione Vita sana; Ggl, Gruppo genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo.

(2) Si precisa che da molti anni il Comune di Torino non richiede alcun contributo economico ai parenti dei soggetti maggiorenni colpiti da handicap che frequentano centri diurni o sono ricoverati presso comunità alloggio o istituti.