Prospettive assistenziali, n. 139, luglio-settembre 2002

 

Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie

 

 

INACCETTABILE IL DISEGNO DI LEGGE CHE  VUOLE MANTENERE IN VITA GLI ISTITUTI PER MINORI

 

È dal 1962 che l’Anfaa  (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) opera quale organizzazione di volontariato promozionale per la tutela dei diritti dell’infanzia, con l’obiettivo principale di affermare e garantire il diritto di tutti i bambini, compresi quelli handicappati e malati, a crescere in una famiglia: anzitutto nella loro d’origine e, quando questo non è possibile, in una adottiva o affidataria secondo le situazioni.

La nostra associazione ha contribuito in modo determinante all’elaborazione delle leggi 431/1967 e 184/1983 che hanno avuto il merito di porre al centro dell’attenzione il bambino e il suo diritto a crescere in famiglia.

Purtroppo la recente legge n. 149/2001 ha modificato in senso peggiorativo la precedente normativa, preoccupandosi più delle pretese degli adulti che delle reali esigenze dei bambini.

Ne fanno fede:

• l’aumento del differenziale di età fra adottanti e adottato e le numerose deroghe ai requisiti per adottare, nonostante esista una costante sproporzione fra le moltissime domande di adozione e il ridotto numero dei minori dichiarati adottabili;

• la possibilità per l’adottato, a certe condizioni, di risalire all’identità dei procreatori, quasi che i genitori adottivi fossero dei semplici “allevatori” e quelli del sangue costituissero un vincolo indissolubile;

• la discrezionalità degli enti pubblici nell’erogare aiuti ai nuclei familiari a rischio, alle famiglie affidatarie e alle famiglie adottive di minori grandicelli o portatori di handicap, subordinando le prestazioni alle disponibilità finanziarie dei rispettivi bilanci e negando perciò a tali interventi la dignità di “diritti esigibili”.

In questo scenario preoccupante, un elemento positivo era tuttavia rappresentato dall’impegno, contenuto nel secondo comma dell’art. 2 della legge 149/2001, di superare entro il 31 dicembre 2006 il ricovero dei minori in istituto, mediante l’affidamento a una famiglia o, ove ciò non fosse possibile, mediante l’inserimento in  comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia”.

Evidentemente il Parlamento aveva tenuto conto della denunzia che in sede scientifica, a partire dagli anni cinquanta, era stata mossa nei confronti degli istituti educativo-assistenziali (orfanotrofi, brefotrofi, collegi, convitti, ospizi) e dei gravi danni, spesso irreversibili, che il ricovero in istituto, specialmente se precoce e prolungato, provoca alla crescita e allo sviluppo della personalità dei minori. Gli istituti non sono strutturalmente in grado di fornire ai bambini una risposta adeguata al loro acuto bisogno di cure materne e paterne. Ormai lo sanno anche le pietre.

L’Anfaa aveva giudicato positivamente il previsto superamento degli istituti: finalmente la classe politica metteva fine a un vero e proprio “abuso istituzionale” nei confronti di cittadini più deboli, costretti a passare gli anni fondamentali della loro crescita in strutture segreganti ed emarginanti.

Ma non era così. Con costernazione abbiamo infatti appreso che è all’esame della Commissione speciale per l’infanzia del Senato un progetto di legge (n. 791,  primo firmatario il Senatore Girfatti, di Forza Italia) (1) che vuole eliminare il termine del 31 dicembre 2006 «per dare come affermato nella relazione che accompagna l’articolato – agli istituti di assistenza pubblici e privati la possibilità di continuare nell’opera educativa intrapresa» (sic!).

Sfrontatamente il provvedimento viene giustificato con l’intento «di salvaguardare e di dare priorità assoluta agli interessi del minore». Esso pretende, di fatto, di equiparare l’istituto alla famiglia!

Questa proposta offende la sensibilità e il senso di giustizia di tutte le persone che hanno a cuore i diritti dei 28.000 bambini e ragazzi attualmente ancora ricoverati  nel nostro paese  

L’Anfaa chiede ai Senatori firmatari di ritirare il disegno di legge e di impegnarsi invece per promuovere provvedimenti legislativi atti a rendere realmente esigibile per tutti i minori, compresi quelli handicappati e malati, il diritto a crescere in famiglia: tradurrebbero così in fatti concreti quella difesa dei valori della famiglia che, a parole, viene cosi spesso proclamata da parte soprattutto delle forze politiche che rappresentano.

L’Anfaa ha scritto al Presidente della Commis­sione speciale per l’infanzia del Senato, sen. Ettore Bucciero, esprimendo il suo assoluto dissenso su questa proposta e chiedendo di essere sollecitamente ascoltata in merito.

 

Testo del disegno di legge 791

Art. 1.

1. L’articolo 2 della legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, è sostituito dal se­guente:

«Art. 2. – 1. Il minore privo di un ambiente familiare idoneo, nonostante gli interventi di sostegno e aiuto disposti ai sensi dell’articolo 1 può essere affidato ad una famiglia, preferibilmente con minori, alternativamente ad un istituto di assistenza pubblico o privato, o ad una persona singola, in grado di assicurare al minore il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno.       

2. Ove non sia possibile l’affidamento nei termini di cui al comma 1, è consentito l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare o in un istituto di assistenza pubblico o privato, che abbia sede preferibilmente nel luogo più vicino a quello in cui stabilmente risiede il nucleo familiare di provenienza. Per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare.           

3. In caso di necessità e urgenza l’affidamento può essere disposto anche senza porre in essere gli interventi di cui all’articolo 1, commi 2 e 3.       

4. Il ricovero in un istituto pubblico o privato, l’inserimento in una famiglia o l’affidamento ad una singola persona, dovrà essere caratterizzato da un’organizzazione e da rapporti interpersonali di tipo familiare.   

5. Le regioni, nell’ambito delle proprie competenze e sulla base di criteri stabiliti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, definiscono gli standard minimi di servizi e dell’assistenza che devono essere forniti dalle comunità di tipo familiare e dagli istituti e verificano periodicamente il rispetto dei medesimi».

 

 

Rinviata nuovamente l’entrata in vigore del nuovo procedimento sullo stato di adottabilità

 

Segnaliamo che è stata nuovamente prorogata l’entrata in vigore del nuovo procedimento di adottabilità previsto dalla legge n. 149/2001 che ha modificato la legge n. 184/1983 (v. al riguardo il testo novellato pubblicato su Prospettive assistenziali, n. 133, 2001) e l’articolo di Donata Micucci “Altre considerazioni sulla nuova legge relativa all’adozione e all’affidamento familiare”, Ibidem, n. 134, 2001.

Infatti con la legge 1° luglio 2002 n. 126 è stato previsto che il nuovo procedimento non diventerà operativo fino a quando non verrà emanata dal Parlamento una «specifica disciplina sulla difesa d’ufficio e sul patrocinio a spese dello Stato nei giudizi civili minorili»; il termine entro cui queste disposizioni dovranno essere approvate è rinviato al 30 giugno 2003.

 

 

 

(1) Gli altri firmatari sono i Senatori: Cosimo Izzo (Fi), Antonio Domenico Pasinato (Fi), Ignazio Manunza (Fi), Francesco Chirilli (Fi), Giuseppe Degennaro (Fi), Maurizio Eufemi (Ccd-Cdu:Bf), Antonio Iervolino (Ccd-Cdu:Bf), Amedeo Ciccanti (Ccd-Cdu:Bf), Salvatore Marano (Fi), Luigi Bobbio (An), Vincenzo Demasi (An), Rosario Giorgio Costa (Fi), Pasquale Giuliano (Fi), Emiddio Novi (Fi), Salvatore Lauro (Fi), Mario Greco (Fi), Gabriele Boscetto (Fi), Gino Trematerra (Ccd-Cdu:Bf), Franco Asciutti (Fi), Filadelfio Guido Basile (Fi), Giampaolo Bettamio (Fi), Giuseppe Bongiorno (An), Guido Brignone (Lnp), Antonino Caruso (An), Alfredo D’Ambrosio (Fi), Riccardo De Corato (An), Luigi Fabbri (Fi), Giuseppe Firrarello (Fi), Michele Florino (AN), Giuseppe Gaburro (Ccd-Cdu:Bf), Antonio Gentile (Fi), Furio Gubetti (Fi), Graziano Maffioli (Ccd-Cdu:Bf), Luciano Magnalbò (An), Luigi Manfredi (Fi), Renato Meduri (An), Salvatore Meleleo (Ccd-Cdu:Bf), Riccardo Minardo (Fi), Pasquale Nessa (Fi), Lodovico Pace (An), Mario Palombo (An), Piero Pellicini (An), Vittorio Pessina (Fi), Francesco Pontone (An), Egidio Luigi Ponzo (Fi), Enrico Rizzi (Fi), Stanislao Alessandro Sambin (Fi), Giuseppe Semeraro (An), Giuseppe Specchia (An), Filomeno Biagio Tatò (An), Antonio Tomassini (Fi), Flavio Tredese (Fi), Alberto Pietro Maria Zorzoli (Fi), Carmine Cozzolino (An).

 

 

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