Prospettive assistenziali, n. 133, gennaio-marzo 2001

 

Specchio nero

 

 

L’on. Furio colombo e l’Adozione

 

Di fronte alle prese di posizione assunte contro il mercato dei bambini adottabili, l’On. Furio Colombo aveva rivolto pesanti insulti all’Anfaa, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie.

Era arrivato al punto (cfr. La Stampa del 16 aprile 1991) di affermare che l’Anfaa agiva come un corpo di polizia.

All’On. Furio Colombo aveva risposto Giorgio Pallavicini, che in quel periodo ricopriva l’incarico di presidente nazionale dell’Anfaa, sostenendo di avere il dubbio che il parlamentare «non abbia ancora voluto capire che i bambini non possono essere venduti e comprati a discrezione degli adulti» (1).

A Furio Colombo, che ha voluto insegnare all’Anfaa, alle altre associazioni, ai magistrati, ai giudici, alla gente, insomma a tutti, che l’adozione deve essere realizzata come avviene negli Stati Uniti (chi vuole adottare un bambino è libero di andarselo a scegliere) abbiamo in passato ricordato alcuni fatti scandalosi avvenuti proprio negli Stati Uniti (2).

Adesso, gli segnaliamo la choccante passerella dei bambini senza famiglia che viene organizzata dai responsabili di un importante centro per le adozioni di Nashville, capitale dello Stato del Tennessee. I bambini sfilano davanti agli aspiranti adottanti come se fosse una merce da scegliere.

Lo show – scrive Maria Celeste Crucillà (3) – «è stato organizzato dopo un battage pubblicitario con annunci sui giornali e cartelloni per le strade. Le coppie che hanno intenzione di richiedere un bambino assistono e commentano: “Quello mi piace, quell’altro no”. Come a un mercato di schiavi».

Sono stati ben 36 i bambini che hanno preso parte alla sfilata. Il più piccolo aveva 3 anni, il più grande 16.

Precisa l’Autrice dell’articolo: «I fratellini di colore Deleonte, 3 anni, e Lamonte, 5, si tengono nervosamente per mano. Cercano di sfoderare i loro migliori sorrisi per accattivarsi la simpatia del pubblico. Sono in affido da due anni e non sarà facile per loro trovare una coppia che li prenda tutti e due insieme. Anche per Robert, 16 anni, l’impresa si presenta ardua. “È la seconda volta che faccio questa sfilata”, dice. “È una prova difficile, ma ne vale la pena se poi riesco a trovare una famiglia. L’altra volta stavo per farcela. Poi, all’ultimo momento, quei due hanno cambiato idea. È stato davvero brutto per me. Per questo oggi cerco di non farmi troppe illusioni”.

«E poi c’è Lakeisha, 9 anni, due grandi occhi tristi, che si sottopone pazientemente al trucco per sembrare più attraente e avere più chance di trovare una mamma e un papà che le vogliano bene. C’è Jessica, 11 anni, che arranca faticosamente con l’aiuto di un’adulta sulla pedana. Di solito si muove su una sedia a rotelle, ma in questa occasione vuole dimostrare di non essere così malandata».

La Crucillà segnala, inoltre, che «i signori Jill e Bill Brown hanno portato alla sfilata le loro due figliole, perché li aiutino nella selezione. “È molto meglio vederli dal vivo che doverli scegliere tra le foto di un catalogo dove non si capisce bene come sono”. Già, perché per chi non lo sapesse, in America funziona così: l’offerta di bambini da adottare è così alta che gli aspiranti genitori li possono scegliere sfogliando fra le foto dei cataloghi. Come si fa con i vestiti o gli elettrodomestici».

Aspettiamo di sapere se l’On. Furio Colombo continua ad indicare gli Stati Uniti come la culla delle adozioni.

 

 

 

ventimila miliardi inutilizzati da dodici anni

 

Nella relazione sullo stato sanitario del Paese nel 1999, il Ministro della sanità, Umberto Veronesi, ha ricordato che «ci sono ancora 20 mila miliardi da impiegare».

Si tratta dei fondi, finora inutilizzati, stanziati dalla legge 11 marzo 1988 n. 67 che aveva destinato 30 mila miliardi «per un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico».

Della somma suddetta, 10 mila miliardi erano stati previsti per la realizzazione di 140 mila posti letto per anziani e per altri soggetti non autosufficienti.

Pertanto potevano e possono essere utilizzati per la creazione di Rsa, residenze sanitarie assistenziali per persone ultrasessantacinquenni colpite da patologie invalidanti o dalla malattia di Alzheimer, nonché per la creazione di comunità alloggio aventi al massimo 8-10 posti per persone con handicap aventi una autonomia limitata o nulla e privi di adeguato sostegno familiare.

 

 

 

(1) Cfr. “Gli insulti di Furio Colombo all’Anfaa”, Prospettive assistenziali, n. 94, 1991.

(2) Cfr. “L’adozione ‘fai da te’, il caso Gregory e due turpi vicende”, Ibidem, n. 100, 1992.

   (3) Cfr. “Vergogna, i bimbi da adottare sfilano come al mercato”, Oggi, n. 50 del 6 dicembre 2000.

 

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