Prospettive assistenziali, n. 129, gennaio-marzo 2000

 

Sono ancora 20 mila i minori ricoverati in strutture assistenziali:

le promesse non rispettate del ministro per la solidarietà sociale

 

 

Da una recente ricerca (1) risulta che al 30 giugno 1998 erano ricoverati in 1.802 strutture assistenziali (istituti tradizionali e comunità alloggio) 14.945 minori (7.995 maschi e 6.950 femmine), di cui 1.174 portatori di handicap: 723 di natura psichica (senza alcuna distinzione fra gli intellettivi e coloro che soffrono di disturbi mentali) (2), 173 con minorazioni plurime, 145 con difficoltà fisiche, 133 con disabilità sensoriali. L’11,9% dei ricoverati erano stranieri.

Poiché l’indagine non ha riguardato i portatori di handicap ricoverati presso strutture sanitarie, né i fanciulli accolti nei collegi e convitti di istruzione, si può ipotizzare che i minori istituzionalizzati siano circa 20 mila.

Per quanto riguarda l’età, dai dati forniti dal Centro di Firenze, i ricoverati nella fascia 0-6 anni sono ben 2.104; 8.088 in quella dai 7 ai 14 anni e 4.718 hanno dai 15 ai 18 anni, mentre per 35 soggetti l’età non è stata indicata.

Preoccupanti sono i dati concernenti la durata del ricovero: dall’esame di 14.880 schede, risulta che, al momento della rilevazione, 1.730 minori sono ricoverati da oltre 5 anni nella struttura oggetto dell’indagine; per 2.048 la permanenza varia dai 3 ai 5 anni, mentre per 2.051 oscilla dai 2 ai 3 anni e per 3.166 da 1 a 2 anni. Da tener presente che ben 1.946 minori provengono da precedenti ricoveri presso istituti o comunità.

Risulta inoltre che ben 2.495 minori frequentano le scuole interne dell’istituto. Una modalità emarginante che sarebbe facile superare.

Un altro dato allarmante riguarda i rientri a casa dei minori istituzionalizzati: sono ben 4.785 i fanciulli che non rientrano mai a casa loro; 1.016 vanno al proprio domicilio una volta ogni 6 mesi. Per 435 minori non ci sono dati.

Circa le visite dei familiari è molto inquietante che 3.126 minori non solo non ne ricevono mai, ma non rientrano nemmeno una volta a casa; per altri 2.392 fanciulli i familiari non vanno mai a trovarli dove sono ricoverati, ma ci sono rientri a casa, anche se non ne viene precisata la frequenza. Nessun elemento conoscitivo è fornito nei riguardi di 397 ricoverati.

Dalle risposte multiple (3) sulle cause del ricovero (cfr. la tabella 1), emerge la diffusa presenza di problemi economici (6.410 casi corrispondenti al 43,6%), abitativi (3.472 soggetti pari al 23,6%) e lavorativi di uno o dei genitori (2.853 casi pari al 19,4%).

Risulta, quindi, evidente la mancanza di interventi adeguati nel campo dell’abitazione e del lavoro. Per quanto riguarda le carenze economiche, occorre tener presente che con una certa frequenza la mancanza di mezzi finanziari da parte dei genitori non è risolvibile con l’inserimento lavorativo o con l’assegnazione di sussidi, in quanto l’incapacità di procurarsi il necessario economico per vivere deriva da forme acute di disadattamento personale e sociale.

Certamente, vi sono anche situazioni di povertà e di miseria che hanno cause risolvibili con adeguati interventi economici e sociali.

I dati sulle cause di ricovero indicano anche la rilevante frequenza dei problemi relazionali dei minori con la propria famiglia d’origine (32,2%) e le difficoltà comportamentali dei minori (13%). Il 17,6% dei minori ha patito maltrattamenti o vissuto situazioni di incuria; il 4,4% ha subito violenze sessuali.

Di particolare importanza i dati relativi ai provvedimenti assunti dall’autorità giudiziaria concernenti i minori ricoverati (4): 686 stati di abbandono, 602 dichiarazioni di adottabilità, 52 provvedimenti di polizia in sede penale, 198 gli altri provvedimenti assunti dall’autorità giudiziaria minorile penale, mentre quelli dell’autorità minorile civile ammontano a 6.887.

Circa la regione di appartenenza della struttura di ricovero i dati sono i seguenti:

 

                                             Minori                       Valori

                                                        presenti               percentuali

Abruzzo                                   168                    1,1

Basilicata                                 106                    0,7

Bolzano (provincia)                     98                    0,7

Calabria                                1.386                    9,3

Campania                              1.869                  12,5

Emilia-Romagna                       571                    3,8

Friuli Venezia Giulia                  240                    1,6

Lazio                                    1.261                    8,4

Liguria                                     551                    3,7

Lombardia                             1.919                  12,8

Marche                                    115                    0,8

Molise                                       85                    0,6

Piemonte                              1.011                    6,8

Puglia                                   1.174                    7,9

Sardegna                                 285                    1,9

Sicilia                                   2.293                  15,3

Toscana                                   603                    4,0

Trento (provincia)                      155                    1,0

Umbria                                     204                    1,4

Valle d’Aosta                             11                    0,1

Veneto                                     840                    5,6

Totale presenti                   14.945                 100,0

Nella scheda sulle strutture, utilizzata dal Centro di Firenze per l’indagine sui minori istituzionalizzati, non è stata prevista la rilevazione della situazione relativa alla trasmissione ai giudici tutelari degli elenchi semestrali dei minori ricoverati, elenchi che, com’è previsto dall’art. 9 della legge 184/1983 «gli istituti di assistenza pubblici e privati debbono trasmettere semestralmente al giudice tutelare del luogo ove hanno sede, l’elenco di tutti i minori ricoverati con l’indicazione specifica, per ciascuno di essi, della località di residenza dei genitori, dei rapporti con la famiglia e delle condizioni psicofisiche del minore stesso».

Al riguardo va sottolineato che, in base all’art. 70 della legge 184/1983 «i rappresentanti degli istituti di assistenza pubblici o privati che omettono di trasmettere semestralmente al giudice tutelare l’elenco di tutti i minori ricoverati o assistiti ovvero forniscono informazioni inesatte circa i rapporti familiari concernenti i medesimi, sono puniti con la pena della reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire 2.000.000».

Non sono nemmeno stati raccolti elementi circa l’attuazione dell’art. 9 della legge 184/1983 che stabilisce quanto segue: «Chiunque ha facoltà di segnalare all’autorità pubblica situazioni di abbandono di minori di età. I pubblici ufficiali, gli incaricati di un pubblico servizio, gli esercenti un servizio di pubblica necessità, debbono riferire al più presto al tribunale per i minorenni sulle condizioni di ogni minore in situazione di abbandono di cui vengono a conoscenza in ragione del proprio ufficio».

Da osservare che non è stata rilevata dal Centro di Firenze alcuna notizia circa la vigilanza esercitata sulle strutture di ricovero dalle Regioni, dalle ASL e dagli enti locali.

Dalla ricerca si ricava, inoltre, che l’80,5% delle strutture di ricovero è fornito delle necessarie autorizzazioni a funzionare, mentre il 19,5% opera illegalmente.

 

Le promesse non rispettate

del Ministro per la solidarietà sociale

Il Coordinamento nazionale “Dalla parte dei bambini”, nel corso della Conferenza nazionale sull’affidamento, svoltasi a Reggio Calabria nel dicembre 1997, aveva chiesto l’istituzione di una anagrafe (5) consistente nella raccolta continuativa e nella relativa elaborazione dei dati concernenti tutti i minori istituzionalizzati.

Al Ministro per la solidarietà sociale era stato segnalato che il costante aggiornamento dell’indagine avrebbe consentito di valutare l’andamento dei ricoveri e, quindi, anche le conseguenze derivanti dalla creazione e potenziamento dei servizi e degli interventi alternativi. Mentre al termine della conferenza di Reggio Calabria il Ministro Livia Turco si era impegnato a realizzare l’iniziativa, finora non è stato conseguito alcun risultato (6).

La richiesta rivolta al Ministro Livia Turco era anche motivata dal fatto che, inspiegabilmente, l’ISTAT aveva interrotto le rilevazioni sui minori istituzionalizzati fin dal 1992. Il sistema utilizzato dall’ISTAT era stato più volte criticato anche perché non sempre i dati raccolti erano compatibili con quelli degli anni precedenti. Invece di apportare i necessari correttivi e realizzare un’anagrafe valida, l’ISTAT ha preferito disinteressarsi completamente dell’andamento della istituzionalizzazione.

 

Un’altra iniziativa inadeguata

Un gruppo di lavoro, istituito nel 1999 dalla Commissione Stato-Regioni, di cui fa parte anche l’ISTAT, ha proposto una rilevazione delle strutture socio-assistenziali in cui sono ricoverati minori, adulti e anziani.

Anche questa indagine presenta le stesse caratteristiche di inadeguatezza dei rilevamenti compiuti in precedenza dall’ISTAT.

Fermi restando i numerosi ed invalicabili limiti delle indagini sulle strutture di ricovero (e non sui singoli minori ricoverati), sarà anche necessario verificare se i dati raccolti a seguito dell’accordo Stato-Regioni e l’ISTAT saranno comparabili con quelli disponibili.

In ogni caso, ancora una volta, viene speso denaro pubblico per iniziative dimostratesi inadeguate da decenni.

Un altro affronto compiuto dalle istituzioni nei confronti dei minori e degli altri soggetti istituzionaliz­-zati!

Infatti, la creazione e il costante aggiornamento di una anagrafe delle persone (minori, adulti, anziani) ricoverate in istituto comporta spese estremamente limitate e fornirebbe dati molto utili.

 

 

(1) Cfr. “I bambini e gli adolescenti fuori dalla famiglia - Indagine sulle strutture residenziali educativo-assistenziali”, Centro nazionale di documentazione ed analisi per l’infanzia e l’adolescenza, Firenze, ottobre 1999.

(2) Si ricorda che, com’è noto, le esigenze dei soggetti con handicap intellettivi sono estremamente diverse rispetto ai bisogni dei fanciulli con disturbi psichici.

(3) Potevano essere fornite più risposte. La base di calcolo sulle cause del ricovero non riguarda tutti i 14.945 minori istituzionalizzati, ma solo 14.717 in quanto per 228 casi non è stata rilevata la situazione (v. la tabella 1).

(4) Anche in questo caso si tratta di risposte multiple. Non risulta evidenziata la differenza fra “stati di abbandono” e “dichiarazioni di adottabilità”.

(5) La necessità dell’istituzione dell’anagrafe dei minori, degli adulti e degli anziani ricoverati in istituto era stata segnalata sul n. 42, aprile-giugno 1978 di Prospettive assistenziali quale condizione indispensabile «per valutare l’efficacia dei servizi alternativi sulla loro azione di filtro al ricovero» e per «conoscere l’andamento del processo [di deistituzionalizzazione], unità locale per unità locale, per verificare, nel territorio, le tendenze di cambiamento, in che misura e perché». Inoltre, sul n. 35, luglio-settembre 1976, avevamo pubblicato l’articolo “Proposta di un sistema regionale informativo nel campo dell’assistenza”.

(6) Il Ministro per la solidarietà sociale si è limitato a commissionare al Centro di Firenze l’indagine che abbiamo commentato in questo articolo. Questa inchiesta, tuttavia, offre un quadro statico della situazione e non fornisce alcun elemento di conoscenza sull’evoluzione della situazione dei bambini e dei fanciulli istituzionalizzati e sui risultati conseguiti dagli interventi realizzati allo scopo di prevenire e ridurre i ricoveri.

 

 

 

 

 

 

Tabella 1 - Cause di ricovero (risposte multiple)

                                                                               Motivi       Valori

                                                                               del      percen-

                                                                        ricovero          tuale

Problemi economici della

famiglia origine                                 6.410      43,6

Problemi relazionali

con famiglia origine                           4.747      32,2

Problemi abitativi

della famiglia origine                         3.472      23,6

Problemi lavorativi

di uno o dei genitori                          2.853      19,4

Maltrattamento ed incuria

del minore                                       2.593      17,6

Problemi sanitari

di uno o dei genitori                          2.531      17,2

Problemi scolastici del minore           2.168      14,7

Problemi comportamentali

del minore                                       1.916      13,0

Problemi giudiziari

di uno o dei genitori                          1.431        9,7

Decesso di uno o dei genitori               728        4,9

Violenza sessuale sul minore               651        4,4

Problemi sanitari del minore                 648        4,4

Inadeguatezza genitoriale                    496        3,4

Abbandono                                         385        2,6

Affidamento familiare fallito                   176        1,2

Separazione genitori                            146        1,0

Inadeguatezza ambiente

socio-familiare                                    134        0,9

Conflittualità genitoriale                        126        0,9

Altro                                                1.306        8,9

Presenti (base di calcolo)             14.717          

Senza risposta: 228 casi pari all’1,5% del totale complessivo.

 

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