Prospettive assistenziali, n. 126, aprile-giugno 1999

 

 

Per non dimenticare

 

 

 

REALTÀ UMANE E SOCIALI DA PREVENIRE E RISOLVERE (N. 4)

 

Una grave anomalia dell’INPS: i pensionati meno pagati sono quelli più anziani

Non ci sono soltanto i baby pensionati, le doppie e triple pensioni dei parlamentari e dei consiglieri degli enti pubblici, i maxitrattamenti di certi consiglieri regionali e degli europarlamentari. Nel libro nero delle storture previdenziali d’Italia c’è un altro caso singolare: riceve di più chi va in pensione prima. In altre parole, il pensionato più giovane, che si presume abbia lavorato di meno, viene pagato più del pensionato più anziano, come risulta dalla seguente tabella predisposta dall’Osservatorio dell’INPS:

 

   Classi di      Numero delle Percentuale sul   Importo

       età              pensioni       totale delle       medio

                                              pensioni

Fino a 14                2.519             0,02        773.489

Da 15 a 19              3.487             0,03        746.023

Da 20 a 29              6.141             0,06        767.840

Da 30 a 39            32.815             0,32        829.999

Da 40 a 49           131.490             1,30        943.348

Da 50 a 54           286.018             2,83     1.582.352

Da 55 a 59           848.277             8,39     1.506.148

Da 60 a 64        1.485.587           14,69     1.235.476

Da 65 a 69        1.889.122           18,69     1.093.161

Da 70 a 79        3.377.057           33,42        970.534

Da 80 in poi      2.043.636           20,21        871.552

Senza indicazioni    3.900           0,004     1.244.639

TOTALE          10.110.049         100,00     1.073.660

(da La Stampa del 21 marzo 1999)

 

 

OSPEDALE FUORI LEGGE A CAUSA DELLA SPORCIZIA

 

Un ospedale fuori legge, dalle condizioni igieniche che solo con un eufemismo si possono definire precarie e dove il rispetto delle norme sulla prevenzione degli infortuni è pura utopia. Il blitz dei carabinieri al San Leonardo di Castellammare di Stabia ha messo a nudo una realtà da Terzo Mondo tale da collocare la struttura sanitaria ai primi posti in un ideale Guinness dei primati della mala sanità.

I controlli eseguiti dai militari hanno portato ieri all’emissione di sei avvisi di garanzia, per violazione delle norme igieniche e antinfortunistiche, nei confronti dei responsabili sanitari e amministrativi della ASL 5 e dell’ospedale San Leonardo; sul registro degli indagati sono state iscritte 62 persone.

La situazione di degrado è racchiusa in un video filmato dai militari. Tra le immagini riprese all’interno di una camera operatoria, compare una pentola su un fornellino a due fuochi nella quale sono contenuti tre flaconi di flebo. Lì – raccontano gli investigatori – venivano sterilizzati i ferri chirurgici in mancanza di attrezzature adeguate, una situazione che comportava un alto rischio di setticemia per i pazienti. E difficilmente i medici e gli infermieri indossavano guanti al momento delle operazioni.

Non diverse le condizioni igieniche delle cucine mentre la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni è apparsa sistematica. «Le irregolarità possiamo quantificarle in un 97 per cento, insomma si tratta di carenze pressoché totali», ha affermato un investigatore.

Il sindaco di Castellammare, Catello Polito, nella qualità di ufficiale sanitario, da oltre due anni aveva invitato i responsabili a uniformare la struttura ai principi di igiene e di prevenzione degli infortuni previsti dalla legge, ma alla luce di quanto accertato dai carabinieri l’invito è caduto nel vuoto.

(La Stampa del 21 marzo 1999)

 

 

L’INCUBO ALZHEIMER DIETRO L’UXORICIDIO

 

A Torino, lui, 87 anni, ha ucciso la moglie di 80, all’alba di Pasqua 1999. E stava per gettarsi dal balcone quando è stato bloccato dagli agenti di una volante.

Interrogato dal pubblico ministero, ha spiegato il suo tragico gesto: «Ho saputo di avere il morbo di Alzheimer. Diventerò un vegetale. Non volevo che mi vedesse in quello stato. E poi, non avrei più potuto badare a lei» (da La Stampa del 6 aprile 1999).

A nostro avviso, una adeguata rete dei servizi curativi domiciliari, ambulatoriali e residenziali darebbe certamente la necessaria sicurezza a tutti (malati e congiunti) ed eviterebbe tragedie come quella riferita.

 

 

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