Prospettive assistenziali, n. 125, gennaio-marzo 1999

 

 

Per non dimenticare

 

 

realtà umane e sociali da prevenire e risolvere (N. 3)

 

Disabile allontanata dalla chiesa

“Un errore allontanare la disabile”. Con questo titolo viene segnalato l’allontanamento da una chiesa di Siracusa di una ragazza con disturbi mentali di 23 anni che era in compagnia della madre.

Il fatto è stato denunciato da G.C., padre della giovane e presidente dell’Associazione famiglie di disabili di Siracusa.

Durante la funzione religiosa, la ragazza, i cui disturbi sono considerati medio-gravi, seduta negli ultimi posti, ha incominciato a parlare ad alta voce. Essendo stata redarguita da alcuni fedeli, la madre sperava nella solidarietà del parroco che non è intervenuto per evitare che madre e figlia fossero cacciati fuori dalla chiesa (La Stampa, 22 ottobre 1998).

 

L’atroce morte in un istituto di assistenza di due anziane: il medico di base patteggia un anno di carcere

 

Nell’inchiesta sull’istituto per anziani Maria Teresa di Buttigliera d’Asti è emerso che vi erano ricoverate due anziane pazienti D.M. e I.F., morte in circostanze penose, il corpo devastato da piaghe da decubito.

«Negligenza, imperizia, mancata assistenza di fronte alla rapida degenerazione dello stato di salute delle due anziane donne», erano le accuse a carico del medico di base A.B. che ha patteggiato un anno di carcere con la sospensione della pena (La Stampa, 27 novembre 1998).

 

Medicinali prescritti ai defunti: in tre anni lo stato truffato di 30 miliardi

 

La loro salute era tenuta sotto attento controllo: analisi, radiografie, accertamenti con i più sofisticati apparecchi.

Ma quei pazienti, apparentemente seguiti con scrupolo, non avevano purtroppo più alcun bisogno di cure e terapie. Erano già morti da tempo i malati cui continuavano ad essere prescritti decine di esami, regolarmente rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.

La truffa scoperta dalla polizia a Torre Annunziata è costata in tre anni almeno 30 miliardi allo Stato (La Stampa, 28 novembre 1998).

 

Troppi neonati malati

Esaminando le dichiarazioni dei rimborsi spese presentate nel 1997 dalle ASL alla Regione si è scoperto che in Piemonte un bambino su due nasce malato. Il dato, allarmante e notevolmente lontano dai valori della media nazionale, è ancora più strano se consideriamo le discrepanze tra provincia e provincia, e persino tra diversi ospedali. Al Mauriziano di Torino, per esempio, nasce sano il 73% dei bimbi, contro il 48% del Maria Vittoria che ha anch’esso sede a Torino; ad Asti nascono in buona salute 77 bimbi su cento, ad Alessandria soltanto 31.

Nel valutare queste cifre occorre tener presente che per un neonato sano l’azienda ospedaliera incassa circa 900.000 lire, che salgono invece a 3.400.000 lire se il neonato è affetto da qualche patologia, la cui gravità fa aumentare o diminuire l’importo del rimborso.

Secondo i più recenti studi in materia, i neonati malati non dovrebbero essere più del 20-25%, per cui in alcuni ospedali della città e della regione i dati verrebbro “ritoccati” al momento di chiedere il rimborso alla Regione (forse per sbaglio?!) (Comunisti Italiani News, numero zero, 1998).

 

Dalla fabbrica al marciapiede per mantenere moglie e figli

 

“Quarantaseienne pulito, onesto, incontrerebbe uomini”. Dietro questo annuncio c’è Mauro, ex operaio, ex cassintegrato, una moglie e due figli che saluta tutti i giorni con una bugia: «Vado a lavo­rare».

Mauro si prostituisce per pagare l’affitto, le bollette, per comprare i vestiti alla moglie e ai figli.

Come lui ce ne sono altri. Uomini non più giovanissimi, all’apparenza normali, di cui si ignorano povertà e disperazione.

Persone che avevano un lavoro, una famiglia, una dignità e che con la perdita del lavoro hanno dovuto rinunciare a tutto.

«Ne ho conosciuto alcuni – racconta Don Ciotti, fondatore del Gruppo Abele – sono persone che soffrono, si vergognano» (La Repubblica, 15 dicembre 1998).

 

Roma, anziani come in un lager

Li tenevano in una vecchia casa, sul lago di Castel Gandolfo. Dieci anziani, sistemati in stanzette anguste, con odore di muffa alle pareti, termosifoni spenti malgrado la temperatura rigida. Strutture fatiscenti, una retta mensile da 1 milione e 800 mila lire a 3 milioni e 600 mila. Quando sono arrivati i carabinieri hanno visto un’anziana ferita ad un sopracciglio; un’altra completamente abbandonata a se stessa, malgrado non riuscisse neanche a camminare da sola. Sei persone sono state denunciate per esercizio abusivo e altri reati. Dai controlli effettuati è risultato che il gestore della struttura era già stato condannato per la gestione di una analoga struttura a Rocca di Papa (L’Unità, 4 gennaio 1999).

 

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