Prospettive assistenziali, n. 123, luglio-settembre 1998

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

 

LETTERA APERTA AI COLLEGHI DELLA PROVINCIA DI TORINO DA PARTE DI UN LAVORATORE CON HANDICAP

 

Luca, una persona con handicap intellettivo assunto dalla Provincia di Torino negli anni scorsi, ha inviato il 16 maggio 1998 la seguente lettera aperta ai suoi compagni di lavoro (1).

 

Caro collega,

ti scrivo per sottoporre alla tua attenzione la situa­zione di alcuni giovani, attualmente disoccupati e che stanno aspettando di essere assunti qui da noi.

L'Assessorato al personale della Provincia sta infatti preparando una delibera a questo proposito, ma abbiamo bisogno del tuo appoggio e sostegno così come è stato in passato.

Marco, Luisa, Silvana, Antonio... e altri come loro sono infatti giovani con un lieve handicap intelletti­vo.

Hanno già frequentato corsi prelavorativi presso i centri di formazione professionale dove hanno imparato a sapersi comportare da "lavoratori”, a sapere rispettare gli orari, i compiti assegnati, i compagni di lavoro.

Hanno già lavorato in aziende pubbliche e priva­te, anche se praticamente gratis: molti di loro infatti dopo la formazione professionale hanno svolto tiro­cini con piccole borse di lavoro, in cambio delle atti­vità svolte; altri invece sono stati più fortunati e hanno ottenuto posti a tempo determinato nei can­tieri di lavoro. In tutte queste esperienze c'è stata soddisfazione da ambo le parti.

Oggi, così come è stato per me tanti anni fa, si apre per loro una opportunità di lavoro qui da noi, nei nostri uffici. Vi scrivo perché so che da parte delle rappresentanze sindacali ed anche da parte dell'Amministrazione si pensa che i "colleghi” della Provincia non siano abbastanza preparati ad acco­gliere queste persone e, giustamente, si teme di dover caricare il personale impiegatizio e non, di compiti che non sono certo loro.

I timori sono comprensibili, ma vi rassicuro: que­sti sono giovani in gamba, capaci di lavorare bene, con responsabilità e senso del dovere, basta inse­rirli al posto giusto e chiedere loro compiti che sono in grado di svolgere e per i quali sono stati per l'ap­punto preparati.

Aiutiamo quindi il personale dirigente dell'As­sessorato al personale e le rappresentanze sinda­cali a trovare luoghi di lavoro e mansioni idonee per questi giovani. Essi hanno solo un piccolo ritardo intellettivo, cioè non sono in grado di capire cose astratte, ma sanno fare bene, lo ripeto, piccoli com­piti - comunque necessari - anche se semplici.

Se vi sono dubbi o chiarimenti o anche solo per capire meglio di cosa si tratta potete telefonare al numero segnato nell'intestazione: saranno ben contenti di aprire un dialogo con voi.

Grazie!

 

 

DUE IMPORTANTI ORDINI DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO SULLE RSA

 

1. In data 1 ° giugno 1998 il Consiglio comunale di Torino ha approvato il seguente ordine del giorno:

Il Consiglio comunale di Torino, premesso: che la D. G. R. n. 41.4233 del 9.1. 95, L. R. 37/90 Progetto Obiettivo "Tutela della salute degli anziani", Deliberazione attuativa relativa alle attività svolte nelle strutture residenziali stabilisce che la rete delle strutture per soggetti anziani non autosuffi­cienti sia costituita dalle RSA (residenze sanitarie assistenziali) e dalle RAF (residenze assistenziali flessibili); che gli anziani malati cronici non autosuf­ficienti, sempre più numerosi nella nostra città, dopo essere stati visitati dalle Unità valutative geria­triche sono collocati in lista di attesa per essere ospitati nelle RSA e nelle RAF; che attualmente il numero di persone anziane ospitate in tali strutture pubbliche e private è comunque cospicuo; che pur essendo differenti sia le forme istituzionali delle strutture di ricovero (pubbliche comunali, IPAB, Aziende sanitarie locali, privati), che le relative modalità gestionali e che lo sono altresì i conse­guenti costi dichiarati ed i contributi chiesti agli ospi­ti ed ai familiari, le condizioni delle persone anziane malate risultano simili in tutte le situazioni di ricove­ro (quasi tutti gli ospiti delle RSA sono affetti da plu­ripatologie acute e croniche, demenze senili, ecc.);

premesso inoltre che in specifico le RSA sono definite nella D.G.R. citata "a prevalente valenza sanitaria" e sono destinate ad anziani non autosuf­ficienti, non assistibili a domicilio, per il trattamento della fase post acuta;

considerato: che la Giunta regionale, con delibe­razione n. 113-15760 del 30.12.96, ha consentito agli enti gestori delle attività socio assistenziali di stipulare convenzioni per prestazioni socio assi­stenziali, debitamente motivate, con gli enti gestori di RSA e RAF per tariffe superiori sino ad un mas­simo del 30% di quelle previste dalla D.G.R. n. 41-42433 del 9.1. 95, citata in premessa, riconoscendo, di fatto, l'inadeguatezza degli standards assisten­ziali fissati, sia per quanto concerne le prestazioni sanitarie che per quelle socio assistenziali; che a questo proposito si ricorda che il numero delle per­sone anziane malate, colpite da patologie acute e croniche aumenterà sempre di più e che richiederà un livello di assistenza sanitaria adeguato al biso­gno e soprattutto continuativo;

impegna il Sindaco e l'Assessore competente, sulla base dell'esperienza di gestione di strutture che il Comune ha maturato in questi anni e tenen­do in attenta considerazione la valutazione dei reali bisogni della popolazione anziana malata non auto­sufficiente, ad intervenire presso la Regione Piemonte per chiedere che:

- sia garantito, in considerazione delle esigenze delle persone anziane malate, il diritto alle cure sanitarie e la conseguente gestione sanitaria delle RSA;

- siano al più presto modificati i requisiti e gli stan­dards gestionali delle RSA e delle RAF prevedendo un consistente incremento delle prestazioni sanita­rie e assistenziali;

- siano, su tutto il territorio regionale, uniformate le quote sanitarie e le rette assistenziali;

- si impedisca che eventuali aumenti dei costi si scarichino sulla retta assistenziale.

 

2.    Nella stessa seduta del     1 ° giugno 1998 il Consiglio comunale di Torino ha approvato un altro ordine del giorno in cui «impegna il Sindaco e l'Assessore competente, a proseguire nell'attivare convenzioni, congiuntamente alle aziende sanitarie cittadine, con RSA e RAF per la parte socio-assi­stenziale, così da evitare eccessivi aumenti della retta assistenziale».

 

 

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