Prospettive assistenziali, n. 122, aprile-giugno 1998

 

 

Specchio nero

 

 

 

UNA BAMBINA DISTRUTTA DAL DISINTERESSE DELLE ISTITUZIONI

 

Dal settimanale Vita del 22 maggio 1998 riportia­mo le parti salienti della tremenda vicenda di Mirella. Quanti saranno ancora i bambini a cui si distrugge la personalità e l'esistenza per continuare ad ali­mentare - fra l'altro a spese dello Stato - gli istituti di ricovero.

Mario Nasone, presidente dell'Associazione Agape di Reggio Calabria ha raccontato la storia di Mirella con queste parole: «All'età di otto anni, Mirella, cresciuta in una famiglia fortemente proble­matica, viene abusata dal padre, il quale viene arre­stato e condannato.

«Rinchiusa in un istituto di Reggio Calabria vi rimase dieci lunghissimi anni, letteralmente dimenti­cata dai servizi e dalle istituzioni che dovevano tutelarla. Né la magistratura minorile, né i servizi competenti sul territorio ottemperano al loro manda­to di protezione della minore. Mirella viene abban­donata a se stessa, né tantomeno si cerca di inter­venire sulla famiglia che vive in un situazione di degrado e preparare così il suo futuro rientro a casa.

«Al compimento esatto del suo diciottesimo anno di vita, Mirella viene "ritirata" dal padre e dimessa dall'istituto. Torna in famiglia e viene nuovamente abusata dal genitore. Davanti al giudice che l'inter­roga, l'uomo ammette la sua "malattia" e prima di essere nuovamente condotto in carcere chiede di essere aiutato e curato.

«Ora Mirella è una ragazza allo sbando, presenta gravi disturbi della personalità, è molto fragile, se non avrà attenzione, accoglienza, risposte ai suoi problemi, rischia di perdersi per sempre.

«La triste storia di Mirella non è un fatto isolato ed eccezionale. È più o meno la storia di quasi tutti i minori abusati e maltrattati della nostra regione, la Calabria. Minori che subiscono una doppia violenza: prima l'abuso, poi l'abbandono per anni e anni in istituti assistenziali in attesa di compiere i diciott'an­ni ed essere restituiti a quelle famiglie che poi li mal­trattano.

«È inaccettabile che gli Enti locali, le Asl, permet­tano che queste violazioni continuino ad avvenire, che la magistratura minorile non intervenga nemme­no per togliere la patria potestà e nominare un tuto­re, per disporre eventuali affido o adozioni.

«In particolare i giudici tutelari - che per legge dovrebbero vigilare sugli istituti di assistenza e conoscere la situazione di abbandono dei minori - perché non lo fanno?

«Con amarezza e rabbia bisogna prendere atto che in questa regione, non solo manca un'azione efficace di prevenzione dell'abuso sui minori, ma nemmeno si riesce, laddove si verifica, a garantire ai bambini violati qualcosa di meglio che un ricovero in istituto».

 

 

I SOLDI CI SONO, MA NON PER I PIÙ DEBOLI

 

Da anni, coloro che operano per la promozione delle esigenze e dei diritti delle persone più deboli, non si lasciano più turlupinare dagli amministratori quando sostengono - dicendo il falso - che non ci sono sufficienti risorse economiche.

Dall'esame del libretto "Torino conta" pubblicato dall'Amministrazione della Città, apprendiamo che i residui passivi (e cioè le somme impegnate nel bilancio e non spese) del Comune di Torino ammon­tano a:

- 71,5 miliardi per il 1994;

- 75 miliardi per il 1995;

- 98,5 miliardi per il 1996.

Per quanto riguarda la Regione Piemonte i residui passivi relativi al 1997 hanno raggiunto l'impressio­nante cifra di quattromila e trecento miliardi.

AI riguardo riportiamo la tabella pubblicata da "La Stampa" del 16 aprile 1998 in cui sono indicati gli assessorati regionali che spendono di meno.

 

Assessorato                                                     Residui                                % su spese totali

 

VAGLIO (Montagna)                                          146 miliardi                                 73,7%

GOGLIO (Assistenza/Lavoro)                             127 miliardi                                 71%

CAVALLERA (Ambiente e LLPP)                       250 miliardi                                 66,8°k

GHIGO (Turismo/sport)                                      181 miliardi                                 66°k

LEO (Cultura)                                                   93 miliardi                                   49,8°k

BODO (Agricoltura)                                           293 miliardi                                 41,4°k

PICHETTO (Industria)                                        200 miliardi                                 28,1%

MASARACCHIO (Trasporti/Formazione)              268 miliardi                                 26,9°k

BURZI (Personale)                                            83 miliardi                                   20,1%

BOTTA (Urbanistica)                                        43 miliardi                                    19,5%

 

 

 

UN CAPOTRENO DA UMANIZZARE

 

II 2 gennaio 1998 un bambino handicappato di 11 anni e il suo accompagnatore, mentre si recavano in vacanza su un treno Intercity partito da Torino e diretto a Grosseto, sono stati costretti dal capotreno a scendere dalla vettura di prima classe in cui viag­giavano muniti dei regolari biglietti.

Motivo assurdo e offensivo della fermata di oltre mezz'ora alla stazione di Alessandria, la presunta non regolarità della carrozzella-triciclo, peraltro debitamente omologata dall'USSL, usata dal bambi­no per spostarsi, che era stata messa, ripiegata su se stessa, nella piattaforma di ingresso del vagone, senza intralciare il traffico.

Dopo averla sistemata nella toilette per handicap­pati situata in un vagone di seconda classe, il bam­bino e il suo accompagnatore hanno potuto prose­guire il viaggio!

 

 

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