Prospettive assistenziali, n. 118, aprile-giugno 1997

 

 

Specchio nero

 

 

IN GERMANIA SI SPERIMENTA LA MORTE COMPUTERIZZATA DEI MALATI GRAVI

 

Da La Stampa del 28 febbraio 1997 abbiamo tratto la seguente allarmante informazione: «In tre cliniche tedesche - a Colonia, a Berlino e a Brema - si sta sperimentando un programma computerizzato sviluppato in Inghilterra che valu­ta la situazione del malato sulla base di migliaia di casi analoghi, e fornisce quindi il verdetto. Un verdetto clinico ed economico, insieme: quante sono le probabilità di sopravvivenza, quanto co­sterebbe continuare la cura.

«I medici tedeschi assicurano di volere utilizza­re il programma soltanto come un "aiuto" positi­vo ma esterno alla terapia e che la decisione fi­nale continuerà a restare nelle mani del sanitario. Ma molti obiettano che il giudizio di quest'ultimo potrebbe risentire in modo negativo delle valuta­zioni fornite dal computer. Con la prospettiva di arrivare a una vera e propria delega della deci­sione, per quanto inconsapevole.

«Secondo il programma in prova nelle tre clini­che tedesche, alcuni pazienti ricoverati nell'ospe­dale "Charité" di Berlino presentavano probabili­tà bassissime di sopravvivenza. Uno di loro, addi­rittura, era considerato dal computer incurabile al 99,9 per cento. Se i medici avessero ascoltato il consiglio elettronico, avrebbero dovuto sospen­dere le cure: l'uomo, settant'anni, è perfettamen­te guarito».ù

 

 

UNA INIZIATIVA ALLARMANTE DEL MINISTRO ROSY BINDI

 

Com'è noto, in data 2 dicembre 1996 il Mini­stro della sanità ha inviato agli Assessori alla sa­nità delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e ai Commissari di Governo una circolare sulla "Terapia elettroconvulsivante" in cui è riportato il parere positivo espresso dal Consiglio Superiore di Sanità.

Sull'argomento riportiamo la presa di posizio­ne, che condividiamo, delle Associazioni "Arcipe­lago"; Via Martiri XXX Aprile 30, Collegno e "Pri­mavera '85'; Via Sabaudia 164, Grugliasco.

«Le scriventi associazioni, che operano nel­l'ambito del mutuo aiuto fra ex degenti degli OO.PP. di Collegno e Grugliasco, intendono esprimere rammarico e preoccupazione circa la risoluzione del Ministero della sanità, espresso nella Circolare ministeriale 2.8/719 del 2.12.1996 in merito alla terapia elettroconvulsi­vante.

«Non possiamo - né ci interessa farlo - en­trare nel merito delle valutazioni "mediche" circa la validità di tale trattamento; ci atteniamo alle testimonianze di chi tale "terapia" l'ha subita, e ai fantasmi che tale prassi evoca.

«Tutti i nostri soci hanno conosciuto l'interna­mento nell'istituzione totale, l'assenza di parteci­pazione all'iter terapeutico, la assoluta mancan­za del riconoscimento del diritto di cittadinanza, la sofferenza di vedersi negata qualsiasi possi­bilità di entrare nel merito del proprio progetto di vita.

«Nell'immaginario collettivo di queste persone, il binomio manicomio = elettroshock è indisso­lubile! Non c'è uno dei nostri soci che non ricor­di con orrore i terribili attimi che precedevano la perdita di conoscenza, il dolore lancinante cau­sato dalla scarica...

«Senza contare poi i devastanti postumi, tutt'altro che transitori: per chi non lo sapesse, la maggior parte dei nostri soci è quasi total­mente priva di denti, a causa della violenza delle convulsioni che seguivano la scarica...

«Oggi, di passi ne sono stati fatti - e tanti, do­po la legge 180 - nella direzione del riconosci­mento dei diritti di chi ha trascorso la più parte della vita nelle spire dell'istituzione psichiatrica: c'è stata la fatica di riprendere in mano la pro­pria vita, di reimparare a convivere con la cosid­detta "società civile", dì riappropriarsi della ge­stione della propria salute, di acquisire una maggiore capacità contrattuale sulla determina­zione delle proprie terapie.

«L'esperienza di questi anni ci ha visto pro­fondamente coinvolti in prima persona in questo processo e riteniamo - da cittadini - che le in­dicazioni espresse in questa circolare siano profondamente lesive per la dignità della perso­na e rappresentino una grave involuzione a livel­lo politico e sociale, che può sfociare in un ritor­no di delega al potere medico.

«Facciamo inoltre notare, come tale circolare sia in totale controtendenza con i precedenti in­dirizzi relativi ai progetti di superamento degli ospedali psichiatrici, che sono in linea con quanto stabilito dalla legge 180 e che tengono conto dei percorsi riabilitativi fin qui realizzati.

Richiediamo, quindi, che la Giunta regionale voglia accogliere quanto sin qui esposto, non le­gittimando il contenuto della circolare».

 

 

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