Prospettive assistenziali, n. 118, aprile-giugno 1997

 

 

CINQUE ANNI DI VOLONTARIATO DOMICILIARE

ANNA GALLO (*)

 

 

II volontariato con finalità sociali si pone oggi come promotore di una solidarietà diretta ad ot­tenere dalle autorità competenti il riconoscimen­to dei diritti fondamentali delle persone deboli; opera inoltre per la formazione di una coscienza rivolta alla prevenzione e alla rimozione del disagio. L'ASVAD, Associazione solidarietà e vo­lontariato a domicilio, dopo cinque anni di attivi­tà, è convinta, in base alle esperienze acquisite, che il volontariato domiciliare è la risposta otti­male alle esigenze delle famiglie che curano a casa loro i congiunti malati ed è una reale alter­nativa al ricovero in istituto di anziani, degli han­dicappati e dei minori.

Tuttavia, per essere efficaci, gli interventi do­miciliari devono essere inseriti nell'ambito dei servizi (istituiti o da istituire) necessari per dare una risposta soddisfacente ai bisogni delle fa­miglie e delle persone in difficoltà.

I nostri cinque anni di esperienza ci consento­no di indicare le caratteristiche essenziali del volontariato:

- disponibilità personale;

- gratuità delle prestazioni, sia quelle assicu­rate da volontari, sia quelle fornite dall'associa­zione (1);

- organizzazione democratica del gruppo; - non sostituirsi alle attività proprie dell'ente pubblico;

- calarsi nei problemi più pressanti, ad esem­pio pretendere il riconoscimento del diritto alla salute, il rispetto dell'obbligo scolastico, la tem­pestività delle prestazioni assistenziali;

- il controllo dell'idoneità degli interventi di competenza di Comuni, Province, U.S.L. ecc. Tre gli obiettivi principali che ci siamo prefis­sati:

- intervento diretto alla persona in collabora­zione con i servizi sanitari e sociali del quartiere, al fine di consentire ai cittadini in difficoltà e ai soggetti in tutto o in parte non autosufficienti di rimanere il più possibile nel proprio ambiente di vita e di contrastare il ricorso all'istituzionalizza­zione e all'ospedalizzazione;

- supporto ai familiari che accolgono malati a casa loro, in particolare i soggetti seguiti dal servizio di ospedalizzazione a domicilio;

- promozione delle iniziative necessarie per la tutela delle esigenze e dei diritti degli anziani, degli handicappati e dei minori in difficoltà.

 

II percorso dei nostri interventi può essere così esemplificato:

 

Segnalazione del caso da parte del soggetto interessato o dei suoi congiunti o del servizio sociale di ospedalizzazione a domicilio

Analisi della situazione

Definizione delle priorità

Individuazione del volontario

Definizione del programma di intervento

Intervento

Valutazione dei risultati raggiunti

 

II metodo di intervento viene applicato sia per la persona anziana che per il soggetto giovane. Questa metodologia comporta un numero limita­to di interventi all'anno (perché l'intervento è continuativo ed i soggetti vengono seguiti sem­pre dagli stessi volontari). Siamo convinti che per concorrere a rafforzare e a promuovere l'autonomia della persona anziana o giovane che sia, bisogna intervenire con progetti miranti a raggiungere quegli obiettivi che come volonta­ri condividiamo. Riteniamo infatti che la sola so­lidarietà e lo spontaneismo possono diventare una forma di assistenzialismo, che di certo non stimola l'autonomia della persona.

Gli interventi finora effettuati dall'ASVAD a li­vello domiciliare nei confronti delle persone an­ziane e non, hanno dimostrato l'importanza della permanenza in famiglia. Tale permanenza diven­ta essenziale per gli anziani con una residua au­tosufficienza e per quelli malati totalmente di­pendenti. Quando un anziano deve lasciare la sua casa per essere ricoverato in ospedale o in istituto, il più delle volte subisce traumi anche gravi provocati dalla perdita dei contatti sociali e dal distacco dalla famiglia.

Non sempre l'ospedale e l’istituto di ricovero forniscono all'anziano risposte adeguate ai suoi bisogni: l'affetto e l'amicizia sono per loro im­portanti e possono diventare dei coadiuvanti per una maggiore efficacia della terapia.

Attualmente, presso I'ASVAD sono impegnati 17 volontari che svolgono la loro attività per al­meno tre ore alla settimana. I casi seguiti dal 1991 sono un centinaio. L'associazione svolge anche compiti di informazione per coloro che sono residenti fuori del territorio in cui l'associa­zione opera, segnalando ai servizi competenti le situazioni di cui viene a conoscenza. È in prepa­razione un corso di formazione per l'assistenza ai malati di Alzheimer in collaborazione con I'AI­MA, Associazione italiana malati di Alzheimer, sezione di Torino per avviare una nuova espe­rienza a favore non solo delle persone colpite da demenza senile, ma anche delle famiglie che se ne fanno carico.

 

Prestazioni minime richieste ai volontari

L'ASVAD richiede ai propri volontari una di­sponibilità di almeno 3 ore settimanali. Gli inter­venti hanno la durata necessaria per dare un supporto adeguato alle esigenze delle persone (anziani, handicappati, minori con famiglie in dif­ficoltà).

 

La preparazione dei volontari

Volontari non ci si improvvisa e non basta neppure avere tanta disponibilità; il volontario deve essere in grado di superare le possibili dif­ficoltà che può incontrare e soprattutto deve es­sere preparato a capire i problemi di quella de­terminata persona.'

L'interessato e la famiglia devono avere la si­curezza che è sempre presente la disponibilità dell'Associazione per i problemi che si presen­tano. È evidente che l'intervento dei volontari non dovrà sostituire le prestazioni di competen­za dei servizi sanitari e assistenziali.

 

Attività svolte

I volontari dell'ASVAD operano a domicilio, per cui la loro formazione è di importanza fon­damentale: quando un volontario agisce in ospedale ha un supporto, mentre quando entra in una casa, questo supporto spesso non c'è. Occorre allora che la persona che vuole fare questo servizio abbia una preparazione adegua­ta: ovviamente gli interventi del volontario non ri­chiedono una preparazione "specialistica".

L'Associazione istituisce corsi di formazione mirati ad affrontare un contatto diretto con le persone colpite da infermità, disagio e per una adeguata conoscenza delle cause.

Gli argomenti che vengono discussi sono in­centrati verso uno specifico obiettivo "Prima in­tervenire a casa" e così si sviluppano:

- aspetti sociali, i problemi del territorio, gli in­terventi, la collaborazione dei servizi sociali e volontariato;

- conoscere le malattie come il morbo di Alzheimer;

- ospedalizzazione a domicilio, la casa come unità di cura, l'informazione, gli aspetti medici, gli aspetti psicologici;

- conoscere l'handicap, la relazione volonta­rio-famiglia-handicappato;

- il diritto dell'anziano, dell'handicappato e del minore in difficoltà ad essere aiutati e curati.

 

Che cosa deve fare il volontario

Deve operare per togliere dall'isolamento i malati, l'utente, e la loro famiglia aiutandoli a ri­solvere i problemi di natura pratica (commissio­ni, spese, disbrigo di pratiche).

L'apporto non deve essere assistenzialistico o infermieristico, ma umano e relazionale. È asso­lutamente indispensabile che sia rispettato l'orario concordato in modo da permettere ai fa­miliari dell'ammalato o dell'utente di fare pro­grammi senza preoccupazioni.

Se l'anziano viene trasferito in ospedale, è ne­cessario continuare a seguirlo.

 

Che cosa non deve fare il volontario

Non deve mai fornire prestazioni infermieristi­che. Non dimenticare di mantenere la riserva­tezza più assoluta. Le mansioni del volontario non devono sostituire gli interventi forniti dall'ospedalizzazione a domicilio e dall'assisten­za domiciliare erogata dai servizi sociali, ma svolgere un ruolo integrativo. Per quanto riguar­da i doveri del volontario, riportiamo in allegato l’impegno che deve sottoscrivere.

 

Aspetti organizzativi

L'assunzione dei casi presso i quali si svolge il servizio di volontariato è decisa esclusivamen­te dal responsabile dell'Associazione in accordo con i volontari che interverranno.

I volontari che si sono resi disponibili ai servizi di volontariato a domicilio, prima di iniziare la propria attività si devono mettere in contatto con l'équipe medica e l'assistente sociale che segue l'anziano ammalato in ospedalizzazione a domi­cilio per avere notizie sulle sue condizioni psico­fisiche e sulla sua situazione familiare.

Analogo rapporto viene stabilito con l'assi­stente sociale di zona.

Ogni volontario deve garantire l'impegno di al­meno tre ore settimanali (richieste dallo statuto); qualora per qualsiasi motivo non gli fosse possi­bile recarsi presso l'ammalato o l'utente, deve avvisare il responsabile dell'associazione.

II volontario pertanto rimane presso il domici­lio dell'ammalato o dell'utente il tempo pattuito e

decide con il nucleo famigliare quando è oppor­tuno ritornare.

Se nello stesso nucleo familiare sono presenti per necessità più volontari per permettere i turni di assistenza, ciascuno deve rispettare l'orario prestabilito per evitare sovrapposizioni. Qualsia­si richiesta che può arrivare dall'anziano o dal nucleo familiare e che esuli dal proprio servizio, viene discussa con il responsabile dell'associa­zione.

Se il familiare non ritorna all'ora prestabilita il volontario non può lasciare la persona che se­gue.

In caso di qualsiasi incidente occorre infor­mare al più presto il responsabile dell’associazione e fare una relazione scritta.

Una volta al mese i volontari partecipano agli incontri in cui è presente lo psicologo della as­sociazione per verificare i problemi connessi con l'intervento domiciliare come ad esempio:

a) la personalità dell'utente seguito a casa e le sue richieste;

b) le ansie e le emozioni legate al rapporto con l'ammalato o l'utente;

c) problemi legati ad un servizio che si protrae per molto tempo;

d) la morte, il coinvolgimento affettivo e l'iden­tificazione tra volontario ed ammalato.

 

 

Allegato 1 - Impegno dei volontari

 

lo  sottoscritto ________________________________________________________________ nato a ________________ residente a ________________ via  _________________________________

mi impegno quale volontario socio o non socio della ASVAD (Associazione solidarietà volontariato a do­micilio) a rispettare lo statuto dell'ASVAD stessa (di cui ricevo copia) e in particolare quanto previsto dall'art. 7 dello statuto stesso, qui integralmente ri­portato.

I volontari che svolgono le attività dl volontariato domiciliare devono sottoscrivere una dichiarazione per l'assun­zione dei seguenti impegni:

- prestazioni di attività di volontariato con carattere di continuità e per almeno tre ore settimanali;

- partecipazione alle iniziative di formazione di base s di aggiornamento, organizzato dall'associazione in collabo­razione con enti pubblici interessati, nel corso delle quali possa essere valutata anche l'idoneità all'azione di volon­tariato in questo specifico ambito;

- riconoscere all'utente il diritto di rifiutare f'intervento e garantire il pieno rispetto delle convinzioni etiche, religiose e filosofiche dei paziente e dei familiari;

- non interferire in alcun modo nei rapporti fra paziente, familiari e operatori dei servizi pubblici e privati;

- non riferire a nessuna persona e organizzazione in merito ai fatti personali riguardanti il paziente ed i suoi fa­miliari;

- segnalare esclusivamente all'Associazione notizie sul­la attività prestata, limitatamente a quanto deve essere trasmesso per garantire la funzionalità degli interventi di volontariato a domicilio, senza alcun riferimento ai fatti personali del paziente e dei familiari.

 

 

 

 

 

(*) Presidente dell'ASVAD, Associazione solidarietà e volontariato a domicilio, organizzazione aderente al CSA, Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base.

(1) Ai sensi della legge quadro sul volontariato n. 266/ 1991, mentre i volontari devono lavorare a titolo assoluta­mente gratuito, le associazioni di volontariato possono sti­pulare con gli enti pubblici e privati convenzioni di importo anche rilevante: addirittura non ne è previsto un limite massimo.

 

 

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