Prospettive assistenziali, n. 117, gennaio-marzo 1997

 

 

Notizie

 

 

IL MINISTRO LIVIA TURCO E L'AFFIDO

Riportiamo integralmente la lettera inviata in data 16 dicembre 1996 dal Ministro per la solida­rietà sociale, Livia Turco, agli Assessori degli Enti locali.

«Fino all'approvazione della legge 184/83 il fenomeno dell'istituzionalizzazione minorile è stato spesso ignorato, nonostante sia scientifi­camente provato che l'insufficienza di rapporti stabili e personalizzati provochino carenze affet­tive che inducono nel minore effetti estrema­mente negativi, capaci di pregiudicare la sua evoluzione psichica e spesso anche fisica. Complessivamente negli istituti e nei semicon­vitti in Italia, risulterebbero assistiti circa 40.000 minorenni. Molti bambini, per carenza di infor­mazione, carenza di servizi, negligenza delle au­torità preposte, invece di tornare nella loro fami­glia di origine, opportunamente supportata, o essere collocati temporaneamente in affidamen­to familiare, trascorrono il loro tempo in strutture di ricovero.

L'affidamento familiare è una innovazione molto importante nel sistema di protezione dell'infanzia. La gravità della situazione in cui versano gli Enti locali, i continui tagli della spesa sociale, hanno diffuso tra amministratori, opera­tori, associazioni di settore la consapevolezza della onerosità organizzativa, della complessità operativa di una gestione corretta degli inter­venti di affidamento familiare. Da alcune parti viene attaccato perché non riesce a decollare: in realtà là dove gli Enti locali hanno avuto capa­cità promozionale, dove hanno messo a disposi­zione mezzi finanziari e risorse, dove si è colti­vata una cultura dell'affidamento e della solida­rietà sono state attuate diverse, positive espe­rienze di affidamento familiare. È necessario continuare su questa strada: l'affidamento fami­liare è una alternativa valida e possibile al rico­vero in istituto. Per questo motivo intendo pro­muovere una campagna nazionale di promozio­ne dell'affidamento familiare con la collabora­zione delle Regioni e degli Enti locali e proporre un disegno di legge per finanziare tali iniziative affinché gli sforzi già intrapresi si rafforzino e si sviluppino dovunque nel nostro paese queste esperienze di civiltà e solidarietà. II titolo della nostra campagna sarà "L'affidamento familiare: un affetto in più per crescere e per vivere". Na­turalmente affinché l'affidamento familiare sia sostenuto e sviluppato bisogna che ci sia, oltre alla fondamentale disponibilità delle famiglie, l'impegno delle istituzioni. È per questo che Le chiedo, a nome del Governo, di sostenere tale iniziativa dando vita, nelle forme che riterrà più opportune, ad analoghe iniziative a livello locale. Nel corso dei primi mesi del prossimo anno in­tendo organizzare una serie di incontri nelle di­verse realtà regionali per promuovere un miglio­re raccordo tra il Governo nazionale ed i Gover­ni locali su questi argomenti».

 

 

UNA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE PER L'ISTITUZIONE OBBLIGATORIA DEI SERVIZI ASSISTENZIALI DI BASE

 

Negli ultimi 50 anni non è stata approvata una sola norma che sancisca interventi obbligatori in materia di assistenza sociale. Anche la legge quadro sull'handicap non contiene alcuna di­sposizione assistenziale prescrittiva.

Allo scopo di ovviare a questa gravissima anomalia i Consiglieri regionali piemontesi Pa­squale Cavaliere (Verdi), Laura Simonetti e Francesco Moro (Rifondazione comunista) e Pier Luigi Rubatto (Pensionati) hanno presentato il 18 giugno 1996 una proposta di legge in cui è previsto che i Comuni singoli o associati sono tenuti ad istituire i seguenti servizi: «a) assisten­za economica; b) assistenza domiciliare; c) assi­stenza socio-educativa territoriale; d) assistenza alla persona handicappata ex art. 9 legge 104/ 1992; e) affidamenti presso famiglie, persone singole, e comunità di tipo familiare; f) interventi per minori e incapaci, nell'ambito dei rapporti con l'autorità giudiziaria; g) predisposizione di centri diurni socio-assistenziali, aventi una ca­pienza massima di 25 posti, usufruibili almeno 40 ore settimanali, salvo diversa esigenza degli utenti o dei loro tutori, per handicappati intellettivi ultraquattordicenni, non inseribili in attività for­mative e nel lavoro a causa della gravità delle lo­ro condizioni fisico-intellettive e della limitata o nulla autonomia personale; h) inserimenti presso comunità alloggio aventi al massimo 8-10 posti letto dei soggetti privi di adeguato sostegno fa­miliare».

È, inoltre, stabilito che «entro e non oltre 24 mesi dall'entrata in vigore della presente legge dovranno essere istituti almeno un centro diurno e una comunità alloggio ogni 30 mila abitanti di cui ai precedenti punti g) e h)».

 

 

PROGETTO SPERIMENTALE "LABORATORI EDUCATIVI PER ADOLESCENTI"

 

In data 9 dicembre 1996, il CSA ha presentato al Comune di Torino la proposta che riportiamo, il cui obiettivo è la creazione di spazi educativi per adolescenti, organizzati con valenze formati­ve.

Soggetti interessati

- gli adolescenti del quartiere, interessati all'iniziativa;

- gli attuali utenti dei laboratori gestiti dal set­tore assistenziale (CAD - Centro attività diurna, LIDO - Laboratori integrati di osservazione, ecc.);

- ospiti di comunità alloggio, in affidamento familiare, seguiti dai servizi assistenziali nel pe­riodo extrascolastico.

Zona proposta

Circoscrizione 2, per le molteplici attività già esistenti.

Motivazioni

Unificare le molteplici esperienze presenti nel territorio, spostare dal settore assistenziale ini­ziative proprie del settore educativo-formativo, coordinando le offerte presenti da parte dei due Assessorati (in un secondo periodo potranno essere coinvolte i settori "sport" e "cultura") al fine di assicurare la copertura di almeno tre ore pomeridiane, dal lunedì al venerdì di attività che possano essere usufruite:

- dai giovani del quartiere (si può prevedere una quota di partecipazione, analogamente alle attività di "Sport insieme");

- dai giovani con handicap intellettivo fre­quentanti ancora percorsi scolastico-formativi o in attesa di occupazione al fine di migliorare il loro grado di autonomia o mantenere i livelli ac­quisiti;

- dai giovani con handicap intellettivo in cari­co ai servizi socio-assistenziali. Si tratta di sog­getti che non possono essere avviati al lavoro, ma che possiedono autonomia e capacità ed è dunque importante assicurare loro momenti so­cializzanti e formativi. Attualmente sono previsti interventi parziali, da parte dell'Assessorato all'assistenza, con la possibilità di usufruire an­che di altre attività esistenti sul territorio. Ad in­tegrazione di quelle già offerte dai servizi assi­stenziali, si può giungere ad assicurare all'uten­te e alla sua famiglia la copertura a tempo pieno, di cui necessitano. È ovviamente inteso che per tutti gli altri adolescenti handicappati con abilità e autonomia e in grado quindi di usufruire di queste attività (ad esempio handicappati motori, sensoriali...) hanno accesso alla pari degli altri adolescenti;

- dagli adolescenti ospiti di comunità allog­gio, seguiti dai servizi assistenziali affinché pos­sano trarre giovamento dalla possibilità di usu­fruire di momenti di incontro con adolescenti del quartiere (oggi per questi soggetti sono previsti interventi del settore assistenziale che ne au­mentano l'emarginazione e l'isolamento).

 

 

ATTIVITA FORMATIVA 1997 DELLA FONDAZIONE ZANCAN

 

Seminari e corsi di formazione

 

Minori extracomunitari: interventi e responsabi­lità dei servizi sociali, sanitari, educativi, giudi­ziari

Malosco (Tn), 6-12 luglio 1997

 

Strumenti per l'integrazione istituzionale e ope­rativa: protocolli, accordi e contratti di program­ma, convenzioni, accreditamento

Malosco (Tn), 20-26 luglio 1997

 

Di nuovo insieme: quali opportunità dai servizi per i minori e la famiglia

Malosco (Tn), 24-30 agosto 1997

 

II lavoro di strada: esperienze, modelli, condizio­ni di efficacia

Malosco (Tn), 7-13 settembre 1997

 

I servizi per la famiglia: organizzazione, costi, re­sponsabilità

Malosco (Tn) 14-20 settembre 1997

 

Corso sul lavoro per progetti

I modulo: 28 febbraio - 1 marzo 1997; Il modulo: 4-5 aprile 1997; III modulo: 9-10 maggio 1997; IV modulo: 6-7 giugno 1997; V modulo: 12-13 settembre 1997; VI modulo: 24-25 ottobre 1997.

 

Corsi di perfezionamento

La valutazione della qualità nei servizi - IV edi­zione

I modulo: 5-6-7 marzo 1997; II modulo: 6-7-8 maggio; III modulo: 1-2-3 settembre 1997; IV modulo: 19-20-21 novembre 1997.

Gruppi di lavoro: responsabilità, relazioni, coor­dinamento - II edizione

I modulo: 28-29-30 aprile 1997; II modulo: 3-4-5 giugno 1997; III modulo: 4-5-6 settembre 1997; IV modulo: 26-27-28 novembre 1997

 

In preparazione: "ll diritto e l'organizzazione del servizi alle persone".         .

 

Per informazioni rivolgersi alla Fondazione Zan­can, Via Vescovado 66, 35141 Padova, Tel. 049/ 663800, Fax 049/663013.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it