Prospettive assistenziali, n. 113, gennaio-marzo 1996

 

 

DUE INIZIATIVE A FAVORE DELLE CURE SANITARIE DOMICILIARI

 

 

1. UNIFICAZIONE DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA E DELL'OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO

 

Nello scorso numero di Prospettive assisten­ziali abbiamo pubblicato il "Decalogo delle cure sanitarie domiciliari". Riportiamo ora il documen­to elaborato da un Gruppo di lavoro costituitosi a Torino con l'obiettivo di ottenere un miglior utiliz­zo delle risorse sanitarie disponibili nel settore delle cure domiciliari (1).

 

 

Testo del documento

 

Nelle riunioni del 14 luglio 1995 e del 14 set­tembre 1995 è stato unanimemente riconosciuto che le cure domiciliari sono vantaggiose per i ri­sultati clinici raggiunti, i costi di gestione molto contenuti e la qualità della vita dei pazienti. I ser­vizi di cura a domicilio possono rappresentare in taluni casi una vera alternativa alla degenza ospedaliera, in altri possono consentire dimis­sioni precoci dall'ospedale.

La letteratura scientifica e le esperienze ope­rative in questo settore hanno evidenziato la particolare utilità ed efficacia di questo tipo di intervento sanitario anche nelle malattie croni­co-degenerative, ed in particolare in area geria­trica ed oncologica, riconoscendogli inoltre la funzione di rendere più flessibile la struttura ospedaliera.

I servizi di ADI - Assistenza domiciliare inte­grata hanno dimostrato grosse capacità di inter­vento per il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra, con il limite però della gestione dei malati a maggiore impegno sanitario: dalla relazione sul primo anno di attività ADI nella Regione Pie­monte è emerso che oltre il 31 % dei pazienti ter­minali curati in regime di ADI vengono trasferiti in ospedale.

D'altra parte i risultati prodotti dalle esperien­ze di ospedalizzazione a domicilio hanno dimo­strato la possibilità di curare a domicilio pazienti con gravi e complesse patologie, anche acute (a Torino presso l'istituto di medicina e chirurgia è attualmente in corso una sperimentazione del trattamento a domicilio dell’ictus cerebrale acu­to nell'anziano, con ottimi risultati preliminari).

Con l'obiettivo di ottenere un miglior utilizzo delle risorse disponibili nel settore delle cure domiciliari, vengono avanzate le seguenti propo­ste:

1. estendere in tutte le USL regionali le cure domiciliari;

2. giungere ad una integrazione dei servizi di ADI e di ospedalizzazione a domicilio operanti nel territorio di una USL sotto il coordinamento di un ristretto comitato formato da operatori del settore pubblico con maggiori conoscenze ed esperienze in questo campo;

3. si ritiene utile la costituzione presso l'As­sessorato regionale alla sanità di un gruppo di riferimento per le cure domiciliari (anche per il controllo di qualità, l'accreditamento e la tariffazione delle prestazioni);

4. accanto alla gestione diretta dei servizi per attivare le cure domiciliari possono essere sti­pulate convenzioni con il privato sociale recupe­rando le esperienze in atto;

5. un concreto sostegno alla famiglia che par­tecipa alle cure domiciliari può risultare deter­minante per la realizzazione del progetto. Larga applicazione specifica può trovare il volontaria­to;

6. in questa prospettiva, è determinante pre­vedere il pieno coinvolgimento dei medici di fa­miglia. La formazione del personale medico, in­fermieristico e riabilitativo del territorio e dell'ospedale è parimenti indispensabile.

Nella definizione di questi problemi, occorrerà anche valutare la situazione degli anziani cronici non autosufficienti che attualmente sono in par­te ricoverati in strutture ospedaliere, in parte in strutture private o private convenzionate ed in strutture socio-assistenziali.

 

(1) Fanno parte del Gruppo dl lavoro: Nicoletta Aimoni­no Ricauda, Aiuto geriatra, Servizio di ospedalizzazione a domicilio, Torino; Oscar Bertetto, Medico oncologo della Fondazione Faro, Torino; Mirco Bindi, Conferenza nazio­nale "Home Care", Siena; Maria Emilia Borgna, Direttore sanitario USL 13, Novara; Marina Buttè, Coordinatore sani­tario del Servizio assistenza sanitaria di base USL 14, Ver­bania; Alessandro Calciati, Presidente della Fondazione Faro, Torino; Francesco Cavagnino, Infermiere professio­nale - Servizio territoriale USL 13, Novara; Fabrizio Fabris, Direttore Istituto di medicina e chirurgia geriatrica, Univer­sità di Torino; Sebastiano Ferraro, Responsabile Servizio assistenza sanitaria territoriale USL 20, Alessandria; Enzo Laguzzi, Primario di geriatria Ospedale Civile Santi Antonio e Biagio, Alessandria; Massimo Mao, Medico geriatra Isti­tuto di medicina e chirurgia geriatrica, Università di Torino; Roberto Neri, Dirigente sanitario servizio assistenza sanita­ria di base USL 14, Verbania; Giuseppe Parello, Medico chirurgo della Fondazione Faro, Torino; Luigi Pernigotti, Primario di geriatria Ospedale di Verbania-Pallanza, Ver­bania; Francesco Santanera, CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, Torino; Pierantonio Visentini, Aiuto geriatra, Servizio di ospedalizzazione a domicilio, Torino.

 

 

  

 

 

2. PROPOSTE DI SOLUZIONE AL PROBLEMA DELLA OSPEDALIZZAZIONE DEI PAZIENTI CON MALATTIE A LUNGA EVOLUZIONE

 

A seguito di incontri avvenuti presso la Dire­zione sanitaria, presenti i professori Crosignani' (1) e Fabris (2), i dottori Croce (3), Fornero (4) e Valenzano (3) ed il signor Santanera, sono state concordate le proposte operative che seguono.

La Sanità pubblica sta infatti attraversando una fase di profondi cambiamenti. La legge 502 e le successive modifiche prevedono infatti il passaggio progressivo verso la aziendalizzazione delle strutture sanitarie; i finanziamenti alle Aziende ospedaliere ed alle Aziende USSL non saranno infatti più erogati sulla spesa storica, ma in base alle prestazioni realmente effettuate. È verosimile quindi ipotizzare per i prossimi an­ni, per quel che riguarda i ricoveri, un tentativo di riduzione delle degenze medie, con i possibili rischi che si possono immaginare.

Riteniamo fondamentale che in questa fase di cambiamenti i diritti degli anziani e di tutti i sog­getti affetti da malattie croniche con necessità sanitarie saltuarie o continuative, vengano man­tenuti e nei limiti del possibile migliorati.

Si ritiene che debbano avviarsi o potenziarsi quelle attività alternative o complementari al ri­covero ospedaliero, in grado di consentire un intervento tempestivo e di qualità. In particolare si ritiene che:

1) quando possibile, l'ospedalizzazione a domicilio rappresenta sicuramente un intervento in grado di rispondere adeguatamente a numerose situazioni. Esiste a nostro parere la possibilità, in tempi anche rapidi, di attivare un intervento in questa direzione da parte delle Divisioni di Me­dicina generale ospedaliere. Per poter assicura­re adeguate cure sanitarie domiciliari è neces­saria una iniziativa sinergica delle Aziende USL territoriali ed ospedaliere. II finanziamento potrà avvenire su base budgetaria. Alla Regione Pie­monte spetta la riproposizione della regolamen­tazione, anche in via sperimentale, dell'intero capitolo delle cure domiciliari. Nell'allegato I (6) viene sinteticamente esposta l'esperienza di ospedalizzazione a domicilio effettuata dall'Istituto di geriatria dell'Università di Torino dal 1985 a tutt'oggi;

2) si ritiene inoltre indispensabile, per tutte quelle situazioni in cui non è possibile l'interven­to direttamente a domicilio, la attivazione di RSA. Si è unanimemente concordi nel ritenere che tali strutture debbano essere situate nel contesto urbano e che debbano essere costituite da un numero limitato di posti letto. Poiché è risaputo che le patologie croniche in generale, ed in par­ticolare quelle cardiovascolari, possono presen­tare riacutizzazioni anche severe in ogni mo­mento del decorso, si ritiene indispensabile una stretta integrazione funzionale tra RSA, strutture ospedaliere per acuti e DEA (7). Per tale motivo si ritiene che, al momento attuale, la gestione medica delle RSA venga affidata a medici ope­ranti in strutture ospedaliere, con un progressi­vo e graduale coinvolgimento dei medici di ba­se;

3) istituzione di centri sanitari diurni per malati di Alzheimer e sindromi correlate, sull'esempio del servizio aperto presso l'Ospedale Einaudi di cui è previsto l'ampliamento a 20-25 posti.

 

Torino, 14 dicembre 1995

 

 

 

(1) Primario psichiatra, Ospedale Molinette, Torino.

(2) Primario geriatra, Ospedale Molinette.

(3) Aiuto Divisione di Medicina gen., Ospedale Molinette.

(4) Direttore sanitario Ospedale Molinette.

(5) Rappresentante del CSA - Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti.

(6) L'allegato I è stato pubblicato sul n. 111, di Prospetti­ve assistenziali. Cfr. M. AIMONINO RICAUDA, "L'ospedaliz­zazione a domicilio di Torino compie dieci anni".

(7) Dipartimento di emergenza e accettazione.

 

 

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