Prospettive assistenziali, n. 109, gennaio-marzo 1995

 

 

CONFERENZA INTERPARLAMENTARE DI CANBERRA SUGLI ANZIANI

 

 

Dai 13 al 19 settembre 1993 ha avuto luogo a Canberra (Australia) la 90a Conferenza interpar­lamentare. Il tema dell'incontro era "La salute e il benessere delle persone anziane".

L'On. Diego Novelli ha presentato il progetto di risoluzione che riproduciamo integralmente.

 

 

Progetto di risoluzione

 

La 90 a Conferenza interparlamentare

1) considerando che in via prioritaria è neces­sario intervenire a livello culturale per operare un cambiamento deciso nella concezione, an­cora propria di molte persone, che la vecchiaia sia sinonimo di malattia, di dipendenza, di carico sociale sul resto della popolazione. Almeno 9 anziani su 10 non dipendono da altri. I dati de­mografici sull'aumento della popolazione defini­ta anziana non devono essere drammatizzati. In­fatti, è positivo che la gente viva più a lungo. D'altra parte, parallelamente all'aumento dell'età vi è uno sviluppo dei livelli di autonomia dei sog­getti;

2) considerando inoltre che se la persona an­ziana è riconosciuta come cittadino a pieno tito­lo, non devono esserci leggi specifiche per gli anziani, escluse quelle pensionistiche. Le leggi devono riguardare tutti i cittadini e tenere conto delle esigenze specifiche che possono avere anziani e altri: eliminazione barriere architettoni­che, soggetti in situazione di povertà economi­ca, ecc.

3) tenendo conto del fatto che un numero sempre più elevato di persone, definite anziane, continua a svolgere attività lavorative, spesso a tempo pieno, sia perché i lavori non manuali so­no meno faticosi, sia perché la maggiore qualifi­cazione professionale consente più ampie scel­te. Inoltre i lavoratori autonomi decidono essi stessi se e quando ridurre o cessare l'attività la­vorativa. Nei confronti di artigiani, commercianti, agricoltori, professionisti, talora addirittura si ve­rifica un aumento del reddito al momento del pensionamento; infatti la pensione si aggiunge al reddito introitato nello svolgimento dell'attività che prosegue;

4) tenendo presente, per quanto concerne l'importantissimo problema della salute, il cam­biamento verificatosi per cui dalle patologie a prevalente carattere infettivo si è passati a quel­le a carattere degenerativo, quindi con decorso cronico, che spesso determina condizioni di non autosufficienza, anche totale, dei soggetti.

Sempre di più viene sottolineata a livello scientifico l'interdipendenza fra condizioni di salute, si­tuazione ambientale, lavorativa e familiare. Dun­que, a livello di prevenzione delle malattie è ne­cessario un intervento integrato della sanità con l'ambiente, il lavoro, le pensioni, ecc. Ed è ur­gente l'attuazione di sinergie fra i vari settori pubblici e privati coinvolti;

5) considerando che non molto numerosi sot­to il profilo percentuale sono gli anziani cronici non autosufficienti (essi sono circa il 5% della popolazione ultrasessantacinquenne), è una scelta di civiltà assicurare a questi anziani le prestazioni occorrenti: la mancanza di mezzi economici è spesso la copertura della volontà di non agire;

invita tutti i Parlamenti a riconoscere il princi­pio per cui circa le prestazioni è pacifica la ne­cessità di riconoscere la priorità assoluta degli interventi domiciliari, il che richiede:

- una riqualificazione del ruolo e della forma­zione del medico di base. Sul piano organizzati­vo risultati positivi sono stati raggiunti dalla me­dicina di gruppo (lavoro integrato di 2 o più me­dici con un unico ambulatorio);

- la creazione di servizi di ospedalizzazione a domicilio nei casi in cui si realizzino contempo­raneamente le seguenti condizioni:

• vantaggi terapeutici per il paziente; idoneità dei familiari o dei terzi che provve­dono al paziente a casa loro;

• idoneità dell'appartamento;

• costi inferiori a quelli dell'ospedale per quanto riguarda la gestione dei pazienti, tenen­do conto che le spese di investimento per l'ospedalizzazione domiciliare sono estrema­mente contenute, mentre quelle per la creazione di strutture superano 60 mila dollari per posto letto;

• necessità di personale medico, infermieristi­co e riabilitativo non superiore a quello occorrente per pazienti aventi analoghe patologie ri­coverati in ospedale;

- creazione di centri diurni (aperti 40 ore set­timanali) per malati di Alzheimer e altre forme di demenza in modo da fornire un aiuto concreto ai pazienti e ai familiari che li accolgono a casa loro;

chiede ai Parlamenti di intervenire per favorire la creazione delle Unità valutative geriatriche che hanno lo scopo, tramite la partecipazione congiunta di geriatri, infermieri, riabilitatori, assi­stenti sociali, di fornire una valutazione globale e multidimensionale delle condizioni di salute de­gli anziani e indicare gli interventi più opportuni;

auspica per quanto riguarda le situazioni di cura non praticabili a domicilio una organizza­zione adeguata degli ospedali in modo da poter fornire cure non solo ai pazienti acuti, ma anche a quelli colpiti da cronicità e da non autosuffi­cienza. L'organizzazione dei reparti ospedalieri in camere a due letti consente di raggiungere l'obiettivo a costi simili a quelli delle strutture destinate esclusivamente ai vecchi cronici, sem­pre che la comparazione dei costi venga fatta a parità di trattamento. AI riguardo occorre anche tener conto che frequentemente i pazienti defi­niti cronici presentano riacutizzazioni che do­vrebbero essere curate con l'intensità, la pro­fessionalità e l'uso di tecnologie come per gli al­tri pazienti acuti. In ogni caso devono essere ga­rantite sufficienti strutture residenziali ospeda­liere e paraospedaliere;

chiede che gli anziani siano considerati come cittadini aventi uguali diritti e doveri degli altri, e che siano tenuti in adeguata considerazione (anche nei momenti di ricovero in istituti di assi­stenza/beneficenza o in ospedale):

• il diritto al proprio cognome e nome;

• il diritto alla riservatezza;

• il diritto alla propria immagine;

• il diritto all'autodecisione;

• il diritto alla scelta della propria residenza;

• il diritto al pieno esercizio delle proprie scelte politiche, religiose, filosofiche e sociali, ecc. (sessualità ad es.);

ritiene che la limitazione dei diritti degli anziani dovrebbe essere prevista solo nei casi di inca­pacità accertata dall'autorità giudiziaria. In que­sti casi dovrebbe essere prevista una tutela (o curatela) non formale, non limitata ai soli aspetti patrimoniali, ma prioritariamente rivolta a garan­tire il rispetto della dignità di persona umana.

 

 

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