Prospettive assistenziali, n. 107, luglio-settembre 1994

 

 

IL TELELAVORO PER GLI HANDICAPPATI

 

 

L'esperienza di telelavoro che presentiamo di seguito conferma che, grazie al progresso della tecnologia, ulteriori porte si sono aperte sul fron­te del lavoro per le persone handicappate che possono esprimere una capacità lavorativa.

Resta tuttavia una perplessità: i vantaggi che sono illustrati nel progetto sono realmente a fa­vore delle persone handicappate?

Se è vero che il telelavoro può essere una ri­sorsa per chi ha una limitata autonomia o perché in questo momento di crisi ogni occasione va colta, non bisogna sottovalutare il rischio di isola­re nuovamente l'handicappato, e questa volta a casa propria anziché in un laboratorio protetto.

 

II CSELT (Centro studi e laboratori telecomu­nicazione) ha attivato, in collaborazione con la Fondazione Pro Juventute Don Gnocchi di Mila­no ed altre organizzazioni in cinque paesi euro­pei, un progetto internazionale con l'obiettivo di creare opportunità e strumenti per il telelavoro delle persone. Il progetto vuole favorire una loro maggiore indipendenza e integrazione nel mon­do del lavoro. II progetto è denominato TWIN (Telelavoro per le persone con handicap e valu­tazione di centri interconnessi) ed è parzialmen­te finanziato dalla Comunità economica europea nell'ambito di un programma per stimolare l'atti­vazione di esperienze di telelavoro in Europa. La Comunità economica europea, infatti, considera il telelavoro come una opportunità in più per af­frontare l'attuale crisi del mercato del lavoro in Europa, per lo sviluppo delle aree rurali e delle regioni periferiche e per affrontare i problemi ambientali dovuti al traffico e alla congestione dei centri storici delle grandi città.

I servizi di telecomunicazione e le tecnologie informatiche attualmente disponibili rendono possibile la realizzazione a costi contenuti del "telelavoro" o "lavoro flessibile". Si tratta di una nuova modalità di organizzazione del lavoro in cui parte delle attività lavorative e delle relative comunicazioni con i colleghi sono realizzate a distanza, tramite strumenti telematici, dal pro­prio domicilio o da centri periferici vicini al pro­prio domicilio. L'ufficio in questo contesto diven­ta un luogo di riferimento per riunioni periodiche di coordinamento con i colleghi. I vantaggi otte­nibili sono notevoli sia per i lavoratori che per le aziende, come dimostrato dalle esperienze pilo­ta già realizzate in varie parti di Europa e negli Stati Uniti: riduzione dei costi di struttura (uffici e infrastrutture), maggiore flessibilità del lavoro, ottimizzazione del tempo per il lavoratore (ridu­zione dei tempi e costi di viaggio) e non ultimo un favorevole impatto ambientale (decongestio­ne del traffico).

Le opportunità create dal telelavoro sono an­cora più evidenti per le persone disabili e pos­sono incrementare in modo sostanziale le pos­sibilità di impiego per questa categoria di perso­ne. La possibilità di lavorare a distanza può in­fatti rimuovere o contribuire a superare barriere e problemi dovuti a condizioni di salute, esigen­ze di sicurezza o di assistenza, alla necessità di disporre di ambienti di lavoro appositamente at­trezzati.

Ciò non va visto ovviamente come una scap­patoia alla necessità comunque imprescindibile di predisporre i normali ambienti di lavoro in modo accessibile alle persone con handicap, bensì come un allargamento di opportunità. L'organizzazione del telelavoro non è infatti cosa semplice. Per chiunque, in particolare per gli handicappati, il telelavoro a domicilio non è sempre una soluzione efficace o addirittura fatti­bile, a causa degli investimenti personali richie­sti, delle esigenze di spazio, dei limiti della attua­le legislazione sul lavoro e non ultimo a causa dei possibili problemi psicologici dovuti all'isola­mento e alla solitudine. Una soluzione più effica­ce può essere quella di realizzare il telelavoro in infrastrutture appositamente attrezzate, in cui sia possibile ammortizzare i costi di apparec­chiature e manutenzione, attuare una dinamica relazionale di tipo aziendale, e soprattutto avere l'assistenza di personale specializzato.

L'infrastruttura tecnologica per la realizzazio­ne del telelavoro per i disabili richiede l'utilizzo di calcolatori con possibilità multimediali oppor­tunamente adattati, di programmi per il lavoro cooperativo a distanza e di servizi di comunica­zione di elevata qualità, ad esempio: ISDN (rete telematica di servizi integrati, videotelefono, po­sta elettronica, trasferimento archivi, ecc.). II problema dell'utilizzabilità degli strumenti da parte di utenti handicappati può in vari casi es­sere risolto tramite opportuni adattamenti, pro­grammi e dispositivi speciali. Alcuni di questi so­no già disponibili mentre altri sono in via di svi­luppo. Varie iniziative a livello nazionale ed euro­peo (es. i progetti TIDE, Iniziativa tecnologica per handicappati e anziani) stanno affrontando il problema della accessibilità delle nuove tecno­logie per gli handicappati e stanno sviluppando una nuova generazione di dispositivi, programmi e servizi per il supporto alle loro esigenze.

Nel corso del progetto TWIN, la cui conclusio­ne è prevista nel giugno 1995, verranno prese in esame le esperienze di telelavoro già esistenti in Italia e negli altri cinque paesi (Gran Bretagna, Irlanda, Finlandia, Grecia), ed altre ne verranno promosse utilizzando tecnologie informatiche e di telecomunicazione avanzate. Tale monitorag­gio, che per l'Italia è affidato al S.LV.A. (il Servi­zio Informazioni e Valutazione Ausili) della Fon­dazione Don Gnocchi di Milano, consentirà di mettere in luce i requisiti tecnologici, organizza­tivi e formativi che concorrono a garantire l'effi­cacia del telelavoro nonché il bilancio tra inve­stimenti, produttività e valenza sociale di questa nuova opportunità di accesso al mercato del la­voro per le persone con handicap.

 

 

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