Prospettive assistenziali, n. 106, aprile-giugno 1994

 

 

UN ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO SULL'INSERIMENTO LAVORATIVO DEGLI HANDICAPPATI

 

 

 

Pubblichiamo l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio comunale di Torino nella seduta del 9 maggio 1994 sull'inserimento al lavoro degli handicappati con capacità lavora­tiva piena o ridotta.

L'o.d.g. è frutto dell'azione intrapresa dal CSA, Coordinamento sanità e assistenza fra i movi­menti di base, che riassumiamo brevemente, per sottolineare i risultati che il volontariato promo­zionale può conseguire purché siano definiti gli obiettivi e costante sia l'impegno.

Innanzitutto è metodo del CSA concordare fra tutte le organizzazioni aderenti una piattaforma, che viene puntualmente presentata ad ogni rin­novo delle amministrazioni pubbliche (Regione, Comune, Provincia, ecc.) e che, fra l'altro, preve­de precise richieste in materia di formazione pro­fessionale e di lavoro per gli handicappati in gra­do di svolgere attività produttive, compresi quelli intellettivi (cfr. Prospettive assistenziali, n. 93, gennaio-marzo 1991).

Il primo passo è consistito in una serie di in­contri con il Sindaco e l'Assessore competente per tutti (quindi anche per i cittadini handicappa­ti) in materia di lavoro. Due le preoccupazioni avanzate dal CSA:

- il pericolo che la crisi economica fosse usata come ulteriore pretesto per non inserire gli han­dicappati nel mondo del lavoro, benché ciò ven­ga richiesto, ovviamente, per coloro che possono essere avviati in quanto, nonostante la minora­zione, hanno una loro capacità lavorativa, anche se - per alcuni soggetti - ridotta ma pur sempre proficua;

- evitare l'esclusione degli handicappati dalle iniziative e dai finanziamenti (del Comune, della Regione, dei Ministeri, della CEE) finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro.

Per tali ragioni, e consapevoli della difficoltà oggettiva del momento, si è ritenuto necessario coinvolgere non solo l'assessore direttamente in­teressato, ma tutte le parti sociali e politiche che potessero concorrere alle decisioni e alle iniziati­ve concernenti l'occupazione.

In mancanza di assicurazioni scritte da parte del Comune, per quanto concerneva la riserva di posti di lavoro anche per gli handicappati, il CSA ha quindi ritenuto opportuno promuovere una manifestazione davanti al Municipio di Torino (cfr. “Il manifesto per l'occupazione degli handi­cappati”; in Prospettive assistenziali, n. 105, gen­naio-marzo 1994), tenutasi il 21 dicembre 1993, con l'adesione delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni di handicappati e dei genito­ri dei giovani con handicap intellettivo che fre­quentano i corsi di formazione professionale pre­lavorativa del Comune di Torino. Scopo della ma­nifestazione era la sollecitazione rivolta al Comu­ne di assumere iniziative concrete in difesa del diritto al lavoro di questi cittadini.

Le sollecitazioni sono state altresì rivolte alle organizzazioni sindacali, che proprio in quei gior­ni avevano promosso una marcia per il lavoro, di­menticandosi però che tra i disoccupati vi erano - e vi sono - anche centinaia di handicappati.

La manifestazione ha prodotto un primo positi­vo ordine del giorno, ancora però generico sul piano degli impegni che il Comune, in prima per­sona, poteva assumere.

Il CSA, le altre organizzazioni ed i genitori dei giovani handicappati intellettivi hanno pertanto continuato nei mesi successivi ad inviare lettere al Presidente del Consiglio comunale perché or­ganizzasse una seduta aperta alla cittadinanza sul tema del lavoro per gli handicappati. L'iniziati­va ha ottenuto l'appoggio dei Sindacati regionali CGIL-CISL-UIL.

Anche a seguito delle pressioni esercitate tra­mite la stampa locale, le televisioni e le radio pri­vate, la Presidenza del Consiglio comunale di To­rino ha promosso un incontro che ha avuto luogo il 21 aprile 1994 al quale sono intervenuti il Sin­daco, l'Assessore competente in materia di lavo­ro e di formazione professionale, numerosi com­ponenti della Giunta, Consiglieri di maggioranza e minoranza, Rappresentanti della lll e della IV Commissione del Consiglio comunale, il Diretto­re dell'Ufficio di collocamento, i Rappresentanti dell'Agenzia per l'impiego, della Confindustria, le Organizzazioni delle piccole imprese, dei com­mercianti, degli artigiani, del mondo della coope­razione, dei sindacati CGIL-CISL-UIL e delle As­sociazioni degli handicappati.

Va evidenziato che la partecipazione è stata molto numerosa e che tutti gli interventi hanno ri­conosciuto che vi sono handicappati in grado di realizzare una capacità lavorativa (piena o ridot­ta) e che pertanto è doveroso assicurare il loro diritto al lavoro.

Ovviamente diverse sono le attese degli im­prenditori nei confronti del Comune e numerose le distorsioni che impediscono la realizzazione degli avviamenti al lavoro, prima fra tutti l'inade­guatezza della legge 482/1968. Ne ricordiamo solo í due aspetti più evidenti:

- la mancanza di un servizio specifico del Comune di Torino che assicuri il collocamento mira­to delle persone handicappate e il necessario appoggio nella fase iniziale dell'inserimento;

- l'assenza di incentivi alle aziende per favori­re l'occupazione, incentivi che devono essere erogati con l'introduzione di criteri diretti a favori­re l'inserimento lavorativo degli handicappati con capacità lavorativa ridotta.

Infine, l'ultimo aspetto che ci preme sottolinea­re, perché non ancora acquisito, è che tutte le ri­chieste e gli impegni conseguenti ripresi nell’o.d.g. coinvolgono l'Assessore al lavoro e non quello dell'assistenza, come solitamente si usa purtroppo fare quando si tratta di interventi rivolti a persone colpite da handicap.

Naturalmente siamo consapevoli che l'o.d.g. non è sufficiente ad assicurarci le assunzioni ri­chieste dal CSA e sarà quindi compito dello stes­so continuare a vigilare perché ne siano rispettati i contenuti. Al riguardo, è indispensabile che le organizzazioni sindacali assumano il loro insosti­tuibile ruolo di contrattazione con le aziende pubbliche e private anche a favore degli handi­cappati.

 

TESTO DELL'ORDINE DEL GIORNO

 

PREMESSO

- che è interesse del Comune di Torino pro­muovere l'inserimento al lavoro del maggior nu­mero di persone con handicap fisici o intellettivi, in primo luogo di quelle preparate con i propri corsi di formazione professionale e prelavorativa;

- che le persone in oggetto hanno una ridu­zione della capacità lavorativa, che comunque assicura una resa produttiva certa e continua comprovata dall'esperienza realizzata nei tiroci­ni di lavoro;

SI CONVIENE

- che è compito istituzionale dell'Assessore alla qualità della vita, per la delega in materia di lavoro che gli compete, attivare tutte le iniziative che riguardano l'occupazione di questi cittadini, al pari di tutti gli altri, che si trovano in situazione analoga di disoccupazione.

A seguito del dibattito e delle proposte emer­se nel corso dell'incontro del 21 aprile 1994 il Consiglio comunale

IMPEGNA

la Giunta comunale e l'Assessore alla qualità della vita a:

1) deliberare l'assunzione presso i propri uffi­ci di persone con handicap fisici o intellettivi aventi una limitata autonomia, promuovendo le seguenti iniziative:

a) individuazione nell'ambito della propria pianta organica (da definire entro il 30 giugno 1994) di mansioni idonee per handicappati con limitata autonomia, con particolare riguardo agli handicappati intellettivi;

b) attivazione della Convenzione necessaria con l'Ufficio provinciale del lavoro in base a quanto stabilito dall'art. 42 decr. leg. n. 29/1994 e successiva direttiva del Presidente del Consi­glio dei ministri (1.12.1993);

2) attivare analoga iniziativa presso le Aziende municipalizzate e gli Enti - compresi quelli eco­nomici - nei quali il Comune di Torino ha propri rappresentanti;

3) compiere gli atti di competenza in modo che possa essere attuata la delibera già predi­sposta con l'Unione industriale e l'API per l'avvio di una procedura sperimentale di collocamento al lavoro mirato di handicappati intellettivi ridefi­nendo la quantità delle possibili assunzioni ed i tempi di attuazione;

4) costituire un tavolo di concertazione al fine di censire le aziende alle quali è possibile pro­porre assunzioni di handicappati fisici o intellet­tivi (con piena e/o ridotta capacità lavorativa) in quanto:

- concorrono agli appalti in base alla legge 109/1994 "Legge quadro in materia di lavori pubblici", sono pertanto soggette al rispetto del­la legge 482/1968 sul collocamento obbligatorio degli handicappati;

- hanno regolari rapporti con i1 Comune di Torino e possono, quindi, anche una tantum, av­viare assunzioni di handicappati, anche se non sono soggette all'obbligo della legge 482/68;

- rientrano nei finanziamenti (CEE, Ministero del lavoro, Regione) previsti per promuovere po­sti di lavoro finalizzati all'avviamento al lavoro di cittadini in particolari situazioni (ad es. finanzia­menti CEE destinati alle aree in declino indu­striale e quelli previsti dalle leggi regionali n. 28/ 84, n. 44/88, n. 28/93);

- partecipano ai progetti Tecnocity (750 in Piemonte, 12 mila miliardi);

- rientrano tra quelle aziende che richiedono contratti di formazione lavoro: si chiede almeno 1 assunzione ogni 20 richieste di CFL da parte della stessa impresa, anche se realizzate in più volte.

Per tutti gli avviamenti di cui sopra si rammen­ta la facoltà di avvalersi degli articoli 5 e 17 della legge 56/1987 che permette la chiamata nominativa e il collocamento mirato delle per­sone da avviare, purché sia realizzato l'inseri­mento previo progetto concordato tra le parti sociali.

5) prevedere quote di assunzioni di handicap­pati con ridotta capacità lavorativa nell'ambito dei cantieri di lavoro e delle iniziative attivate per favorire l'occupazione nei lavori socialmente utili (almeno il 5%);

6) valutare ogni possibilità di affidare in appal­to alle cooperative sociali secondo quanto pre­visto dalla legge 381/91 - lavori che possono favorire l'assunzione di persone handicappate attualmente destinate ad altre imprese.

Il Consiglio comunale,

CONSIDERATA

l'inadeguatezza della attuale legge 482/1968 che impone alle aziende il collocamento al lavo­ro della persona handicappata senza tenere conto sia delle capacità della persona che delle esigenze delle imprese,

RITIENE

inderogabile deliberare l'istituzione presso l'Assessorato al lavoro del Comune di Torino del Servizio di inserimento lavorativo che, d'intesa con ]'Ufficio di collocamento, avrà il compito di curare l'avviamento al lavoro delle persone han­dicappate.

Infine, in applicazione delle indicazioni emer­se nel corso dell'assemblea del 21 aprile 1994,

CHIEDE

che:

- per la promozione dell'inserimento al lavoro degli handicappati intellettivi con ridotte capaci­tà lavorative sia rinnovata l'intesa sui corsi pre­lavorativi tra il Comune di Torino (Assessorato al lavoro e formazione professionale), le Organiz­zazioni sindacali, il CSA che ha promosso i corsi prelavorativi e fornito consulenza tecnico-scien­tifica nella fase di avvio dei corsi, le Associazioni di tutela, con la presenza dei rappresentanti del­le parti prevista in ogni fase dei lavori, dalla va­lutazione dell'utenza in ingresso alla verifica dell'andamento dei corsi e loro fase finale;

- sia promossa una iniziativa presso la Regio­ne Piemonte affinché gli incentivi previsti per in­crementare l'assunzione di soggetti deboli ri­spetto al mercato del lavoro, considerino le dif­ferenze che sussistono a seconda se il soggetto interessato è in grado di esprimere una capacità lavorativa piena o ridotta, e, conseguentemente, prevedendo interventi più sostenuti a favore di questi ultimi. Il Comune di Torino si impegna a prevedere l'adozione di analoghi criteri nell'ero­gazione dei propri incentivi;

- siano assunte le iniziative necessarie pres­so il Consiglio dei ministri perché sia modificata la circolare del 1° dicembre 1993 in quanto non favorisce l'avviamento al lavoro degli handicap­pati intellettivi, con la percentuale del 67% previ­sta;

- sia recepito il testo unificato delle proposte di modifica della legge 482/68 (fermo da due le­gislature), chiedendone una tempestiva appro­vazione.

Il Consiglio comunale

IMPEGNA

altresì la III Commissione a promuovere in­contri con le parti sociali interessate alla riforma della legge sul collocamento obbligatorio (Orga­nizzazioni sindacali, Associazioni), al fine di pre­disporre un documento da affidare ai Parlamen­tari torinesi per un loro concreto intervento per la rapida approvazione della legge.

Infine il Consiglio comunale

SI IMPEGNA

a verificare entro sei mesi i risultati conseguiti.

 

 

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