Prospettive assistenziali, n. 105, gennaio-marzo 1994

 

 

Libri

 

 

IVANO GIACOMELLI - CATERINA DI VIGGIANO, Salute: il diritto e la tutela, Roma, 1993, pp. 193.

 

Gli Autori del libro sono impegnati in attività a tutela dei diritti dei cittadini. Fanno parte del CO.DI.CI,, associazione di volontariato che tutela i diritti dei cittadini, presente in tutte le regioni d'Italia.

L'impegno quotidiano ha fatto conoscere agli Autori i subdoli meccanismi con cui i diritti più elementari delle persone vengono negati da politici, burocrati, semplici impiegati, corrotti, arroganti, tangentizzati. Questi meccanismi si reggono in realtà solo su una apparente legalità e la loro onnipotenza è solo d'argilla. Troppo spesso si gioca sul fatto che il cittadino non conosce i propri diritti e le persone che dovrebbero tutelarli sono conniventi con chi li viola.

La parte più difficoltosa è stata quella di rendere semplice e accessibile il linguaggio giuridico.

Gli Autori hanno voluto rompere un tabù. La legge non è fatta per pochi. Tutti la devono comprendere e tutti devono poterne pretendere l'applicazione.

L'oscurità e la disorganicità delle norme e del linguaggio giuridico non è casuale: il cittadino che non conosce i propri diritti, non ha diritti. Lo scopo del libro è quello di dare uno strumento per superare la paura di rivendicare i propri diritti. L'unico modo per riappropriarsi della dignità di uomo e di cittadino contro chi, in questi anni, ha fatto di tutto per umiliarla, è quello di pretendere il rispetto dei propri diritti.

I capitoli del volume sono i seguenti: il diritto alla salute, chi ha diritto alle prestazioni, l'assistenza sanitaria dei cittadini italiani all'estero, l'assistenza sanitaria di base, l'assistenza sanitaria ospedaliera pubblica, l'assistenza sanitaria ospedaliera privata, l'assistenza sanitaria alternativa al ricovero ospedaliero, la tutela della maternità, il malato di Aids, l'assistenza farmaceutica, i tickets, le prestazioni medico-legali, la tutela del diritto alla salute, la responsabilità dei dipendenti pubblici, le azioni possibili, l'azione civile, l'azione penale, l'azione amministrativa, l'iter della giustizia.

Per avere il volume inviare Lire 15.000 a CO.DI.CI. - Coordinamento Diritti del Cittadino, Via del Velabro 5, 00186 Roma, Tel. 06-6783026 - fax 06-6790135.

 

 

MARINA GASPARINI OCCHI, Il primo anno di vita di una bambina adottiva - L'osservazione sistematica della coppia madre-bambino adottivo attraverso l'Infant observation, Boria, Roma, 1989, pp. 125, L. 15.000

 

Il lavoro presentato si riferisce ai problemi ed alle vicende emotive connesse all'adozione di una bambina neonata, seguita da una osserva­zione longitudinale dal primo al tredicesimo me­se di vita.

La metodologia utilizzata è I'Infant observation che, secondo l'Autrice, "rappresenta oggi, in campo psicoanalitico (attraverso i suoi vari aspetti tecnici illustrati nel lavoro), uno degli stru­menti più efficaci per avvicinarsi maggiormente al vissuto affettivo del neonato".

Il pregio del libro è quello di esaminare in pro­fondità un aspetto dell'adozione che spesso non è tenuto nella giusta considerazione, quello di­retto a rilevare le origini e le dinamiche del rap­porto affettivo fra il bambino e la madre adottiva, rapporto reciprocamente formativo.

Il volume è una preziosa guida non solo per tutti coloro che operano nel campo dell'infanzia: assistenti sociali, medici, infermieri, puericultrici, psicologi, neuropsichiatri infantili, giudici minori­li, educatori, ma anche per i genitori adottivi e per gli affidatari.

Come scrive Renata Gaddini nella prefazione, gli operatori "leggeranno con interesse la regi­strazione dei primi interscambi madre-bambino e il costruirsi del loro primo rapporto, ma lo faran­no ancor più i genitori adottivi e affidatari, ai quali le alterne vicissitudini del processo maturativo di Laura (la bambina adottata dopo essere stata ospedalizzata per 53 giorni, n.d.r.) potranno es­sere di grande suggestione e chiarimento".

 

 

ROBERTO MAURIZIO - DARIO REI (a cura di), Professioni nel sociale, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1991, pp. 330, L. 42.000

 

Il volume comprende sei monografie su altret­tante figure professionali che operano nel cam­po dell'intervento sociale: l'animatore di Roberto Maurizio, l'assistente domiciliare di Mariena Ga­letti Scassellati, l'assistente sociale di Milena Diomede Canevini, l'educatore di Paolo Marcon, lo psicologo di Giorgio Blandino e il sociologo di Lucio Blason.

Di ciascuna figura è tracciato un ampio profi­lo, che ne analizza l'attuale situazione: le fonti normative, i nodi culturali, i contesti organizzati­vi, i percorsi di formazione, le prospettive aperte nello scenario europeo anche a seguito delle trasformazioni dello Stato sociale.

Il libro ha lo scopo di promuovere una migliore conoscenza reciproca fra le professioni e di av­viare un dialogo capace di superare chiusure settoriali e angustie corporative.

Infatti, è convinzione di R. Maurizio e D. Rei «che stiano maturando i tempi in cui si potrà av­viare un reale movimento delle professioni socia­li, capace di andare oltre concorrenzialità soven­te sterili e lamentazioni per lo più inutili», anche se subito dopo segnaliamo che «per il momento sembrano rafforzarsi le propensioni alla divarica­zione degli interessi categoriali ed agli speciali­smi fine a se stessi».

Il volume si rivolge a tutti coloro che operano all'interno dei settori professionali indagati; alle professioni che agiscono sui terreni prossimi, dalla sanità alla scuola, alla cultura; a dirigenti e funzionari delle pubbliche amministrazioni, dei servizi sociali; ai professionisti della formazione nelle università e nei centri privati, ai cittadini at­tivi nei movimenti e nelle organizzazioni sociali.

 

 

ALEX COMFORT, Buongiorno vecchiaia! Come ottenere il meglio dalla vita... per tutta la vita, EDT, Torino, 1991, pp. 190, L. 20.000

 

Si tratta di un libro dedicato agli anziani che, sotto il profilo fisico e psichico, sono non solo pienamente in grado di autodifendersi, ma an­che capaci di promuovere il proprio benessere.

A tutti gli anziani, l'Autore rivolge un messag­gio: «non lasciatevi porre ai margini della società, esigete quanto vi spetta per diritto».

Per operare in modo costruttivo - lo sostiene giustamente Giorgio Bert nella presentazione - «gli anziani devono accettarsi come categoria, ma solo allo scopo di agire in difesa dei propri diritti e di rifiutare ogni discriminazione, ancorché presentata come assistenza caritativa o perfino come atteggiamento affettuoso».

Secondo l'Autore «ci sono due tipi di invecchiamento. Il primo è biologico e si manifesta con cambiamenti quali l'ingrigirsi dei capelli, il declino della messa a fuoco da parte dell'occhio e la perdita dell'udito nei toni alti. Il più grave di questi cambiamenti è costituito dall'aumentata tendenza, senza possibilità di recupero, a con­trarre malattie di vario genere: ciò si traduce in un incremento della mortalità, e aumenta di circa quarantun volte la probabilità che un uomo di settantacinque anni ha di morire nel corso dell'anno rispetto ad uno di venti (...). Ma ciò che rende la vecchiaia insopportabile nelle società umane non ha nulla a che fare con le conse­guenze di questo processo biologico di sene­scenza. È piuttosto frutto dell'invecchiamento so­ciogenico: in parole povere il ruolo che la società impone agli individui non appena approdano ad una specifica età cronologica».

Spiega Bert: «Le categorie discriminate tendo­no a loro volta a difendersi in vari modi: quello più immediato (e meno vincente) consiste nel ri­fiutare la diversità, nel chiedere l'uguaglianza, magari a livello individuale, accettando di fatto i valori dei gruppi più forti e perpetuando così la discriminazione (...). La tecnica più efficace sem­bra all'opposto consistere nell'accettare, anzi nel rivendicare con decisione la differenza, sia nei confronti della pressione sociale, sia all'interno del gruppo».

Che cosa fare? Ecco giuste indicazioni di Comfort: «I prossimi vecchi saremo noi. Che ci si ritrovi un domani con il tipo di trattamento riser­vato a chi è vecchio oggi dipende dalla misura in cui la società potrà rifilarci la stessa patacca - e dipende più da quello che da qualsiasi ricerca. Nessuna pillola o dieta conosciuta, o futuribile, potrebbe trasformare l'autunno della vita quanto un cambiamento nella nostra visione della vec­chiaia, e una militanza per realizzare quel cam­biamento».

 

 

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