Prospettive assistenziali, n. 104, ottobre-dicembre 1993

 

 

Notizie

 

 

DIRITTO DEL PADRE LAVORATORE ALL'ASSISTENZA DEL FIGLIO

 

 La Corte costituzionale, con sentenza n. 179 del 21 aprile 1993, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, 1a serie speciale, n. 18 del 28 aprile 1993, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge 9 dicembre 1977 n. 903 stabilendo che al padre lavoratore competono, in via generale e in ogni ipotesi, in alterna­tiva alla madre lavoratrice consenziente, i riposi giornalieri previsti dall'articolo 10 della legge 30 ottobre 1971 n. 1204 "Tutela delle lavoratrici madri" per l'assistenza al figlio nel suo primo anno di vita.

 

 

ORDINE DEL GIORNO DELLA FILTA CISL DI TORINO SUI PORTATORI DI HANDICAP

 

Il Direttivo provinciale della FILTA-CISL riunito a Torino il 10 novembre 1993 giudica positivi i risultati raggiunti dalla categoria a Torino nell'in­serimento in aziende del settore (nei casi speci­fici aziende di penne) di portatori di handicap intellettivo.

Ritiene necessario allargare questa esperien­za anche ad altre aziende della categoria. Ricorda che la categoria dei tessili già nella piattaforma rivendicativa presentata per il rinno­vo del precedente contratto nazionale aveva discusso e approvato delle precise richieste volte a favorire il lavoro degli handicappati; impegna la segreteria torinese e il direttivo tutto a fare in modo che queste richieste vengano aggiornate e ripresentate nel prossimo rinnovo dei contratti.

Il Direttivo della FILTA si impegna a fare in mo­do che, unitariamente, richieste tese all'inseri­mento lavorativo dei portatori di handicap ven­gano anche inserite nella contrattazione azien­dale e territoriale là dove sarà fatta.

Chiede con fermezza che il sindacato tutto, la CISL in particolare, si impegni maggiormente in questo campo ribadendo che il diritto al lavoro degli handicappati che possono lavorare non va dimenticato nemmeno in periodi di crisi occupa­zionale drammatica come quelli che stiamo vi­vendo.

Ritiene, di conseguenza, che vadano respinte con fermezza le richieste di deroga dalle assun­zioni obbligatorie degli invalidi previste dalla leg­ge 482 che vengono fatte dalle Associazioni de­gli industriali ogni volta che se ne presenta l'op­portunità (i casi più recenti sono la proposta di salvaguardia di posti di lavoro nel settore calza­turiero e la proposta degli industriali bresciani di un patto per evitare licenziamenti nel loro terri­torio).

Chiede che ci sia l'impegno dell'Organizzazio­ne per arrivare a una legge di riforma del collo­camento obbligatorio che consenta, in modo più opportuno di quanto avviene oggi, l'accesso al lavoro degli handicappati con residua capacità lavorativa e impedisca alle aziende di aggirare la legge bloccando le assunzioni come oggi spes­so capita.

(Approvato all'unanimità)

 

 

MOZIONE DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DELL'ANIEP

 

Pubblichiamo il documento dell'ANIEP, i cui contenuti sono da noi pienamente condivisi ad esclusione della presa di posizione nei confronti degli anziani cronici non autosufficienti, ai quali, avendo esigenze di integrazione e di riabilitazio­ne del tutto analoghe a quelle degli handicappati, viene giustamente erogata l'indennità di accom­pagnamento.

 

L'Assemblea nazionale dei delegati dell'Asso­ciazione nazionale tra invalidi per esiti di polio­mielite ed altri invalidi civili (ANIEP) ha discusso la situazione politica, economica e istituzionale del Paese con particolare riferimento ai proble­mi dello stato sociale e alla legislazione sui por­tatori di handicap.

La straordinaria accelerazione delle situazio­ni di crisi e di trasformazione comporta rischi per la stabilità stessa dell'equilibrio democratico del Paese, per l'occupazione e lo sviluppo eco­nomico, per l'identità sociale e nazionale: le pro­spettive di soluzione restano incerte, in un con­testo di comportamenti irrazionali e di faticosi tentativi di moralizzazione.

Per quanto riguarda gli handicappati si verifi­ca il costante tentativo di ridurre le spese socio­assistenziali e sanitarie, sia da parte dello Stato sia da parte degli Enti locali.

È una conseguenza del prevalere delle politi­che di bilancio su quelle sociali, del disimpegno progressivo dello Stato e delle istituzioni pubbli­che dai servizi per la sicurezza sociale (che si vorrebbe affidare al volontariato e al mercato), della rinuncia sempre più esplicita ai progetti dell'integrazione e del passaggio, lento ma continuo, dallo stato di diritto allo stato assisten­ziale.

In questo quadro bisogna rifiutare la falsa convinzione che si può uscire dalla crisi del Paese soltanto se si risolve la crisi economica e che quindi i diritti civili devono essere subordi­nati alle leggi del mercato.

In Italia si sta inoltre affermando una cultura della solidarietà tutta virtuale e televisiva, pateti­ca e mistificante, e sempre meno si tiene conto della possibilità di forme diverse di produzione e di distribuzione della ricchezza (così come dei carichi fiscali).

I problemi degli handicappati rischiano ora di perdere ogni connotazione politica e in prospet­tiva, di trovare soltanto soluzioni assistenziali come la "monetizzazione" dei bisogni e l'affida­mento a settori informali (famiglia, volontariato, strutture di servizio convenzionate).

I diritti di cittadinanza degli handicappati, a causa della loro nuova collocazione socio-eco­nomica, risultano di fatto estranei alla program­mazione statale.

Si sta attuando una ridefinizione delle presta­zioni secondo il criterio del minimo di reddito, la partecipazione alla spesa degli utenti, la mas­siccia riproposizione dei ricoveri a tempo pieno, tutto questo senza alcuna garanzia di equità nella selettività.

In particolare l'ANIEP denuncia la grave di­storsione amministrativa e giuridica che ha tra­sformato l'indennità di accompagnamento da strumento per l'autonomia e la vita attiva in un intervento assistenziale destinato soprattutto a persone anziane e gravemente inferme per le patologie dell'invecchiamento. Si osserva che delle 720 mila indennità erogate dal Ministero degli interni, oltre 470 mila sono concesse ad ultrasessantacinquenni non autosufficienti (con un incremento annuo del 10-12%).

L'ANIEP nel pieno rispetto dei diritti degli an­ziani, chiede che gli interventi per i loro bisogni facciano parte, nel Bilancio dello Stato, di capi­toli di spesa distinti da quelli degli handicappati e vengano attribuiti con diversi criteri (si tratta di assistenza e non di integrazione e riabilitazione).

L'Assemblea nazionale dell'ANIEP esprime un giudizio nettamente negativo sulla presente le­gislatura riguardo alla difesa dello stato sociale e ai provvedimenti per i disabili.

È stato appena possibile mantenere i diritti acquisiti e contrastare i provvedimenti restrittivi che con numerosi decreti-legge il governo ha ri­petutamente proposto.

La legge-quadro sugli handicappati, oltre a gravi inadempienze dello Stato e delle Regioni, ha dimostrato una sorta di effetto narcotizzante sull'attenzione politica e l'evoluzione legislativa: blocco della riforma del collocamento, assoluta indifferenza circa l'esigenza della legge-quadro sui servizi socio-assistenziali, immorale disat­tenzione per l'urgenza dei provvedimenti assi­stenziali e fiscali in favore delle famiglie con congiunti handicappati gravi.

Ad aggravare la situazione vi è stato l'accor­do-scambio (completamente recepito dalla leg­ge Finanziaria) del giugno scorso fra l'ANMIC e il Ministro del bilancio, per l'indennità di accom­pagnamento: l'Assemblea dell'ANIEP afferma che questa Associazione non può essere consi­derata come rappresentante di tutti gli invalidi e soprattutto che non deve, a nome di tutti, con­cordare disposizioni restrittive e lesive dei diritti quali il blocco per due anni della perequazione delle pensioni, una capillare revisione delle con­dizioni medico-legali e infine proporsi come uni­co organismo di tutela pretendendo di rendere obbligatorio per tutti gli invalidi di «utilizzare per ogni pratica gli uffici dell'ANMIC», in palese con­trasto con i principi dell'uguaglianza, del plura­lismo e della libertà di associazione.

L'Assemblea dell'ANIEP decide di promuovere un ricorso alla Corte Costituzionale per un giu­dizio di legittimità sul DPR 23.12.1978, col quale l'ANMIC ha perso la personalità giuridica ma ha conservato la rappresentanza dei mutilati invali­di civili e ingiustificati privilegi (nomina dei rap­presentanti di categoria nelle Commissioni USI - e del collocamento, facoltà di trattenere le quote di tesseramento sulle pensioni, ingenti e incon­trollati contributi dello Stato).

L'Assemblea nazionale dell'ANIEP, consape­vole dell'emergenza economica, dell'esigenza delle riforme istituzionali e dell'urgenza della de­finizione di nuovi equilibri politici, fatti che ren­dono incerta la durata della legislatura, chiede tuttavia al Parlamento che si affrontino pronta­mente i seguenti problemi:

- riforma della disciplina sull'assunzione dei disabili, come condizione indispensabile di su­peramento dell'assistenzialismo;

- provvedimenti di sostegno per le famiglie con handicappati gravi;

- razionalizzazione delle prestazioni economi­che, distinguendo quelle esclusivamente assi­stenziali da quelle per la riabilitazione e l'inte­grazione sociale.

L'Assemblea dell'ANIEP critica duramente le disposizioni relative agli handicappati contenute nella legge Finanziaria 1994, e chiede:

- l'abrogazione della norma relativa al blocco degli aumenti delle pensioni assistenziali per gli anni 1994 e 1995;

- l'eliminazione dell'assurda e umiliante serie di autocertificazioni, di sanzioni, di arbitrarie in­trusioni nei diritti soggettivi delle persone, di ac­certamenti polizieschi per stabilire la sussisten­za dei requisiti medico-legali, come se gli handicappati fossero tutti truffatori dello Stato, occulti responsabili del deficit pubblico.

L'Assemblea nazionale dell'ANIEP concorda con la necessità di rigorose garanzie per evitare benefìci a falsi invalidi, ma afferma che non può accettare nei confronti di tutti i disabili un tratta­mento che ricorda le leggi per la repressione dell'accattonaggio degli stati borbonici dell'800.

L'Assemblea nazionale dell'ANIEP afferma in­fine che gli handicappati non devono essere considerati "persone con bisogni speciali" ma come cittadini con diritti di uguaglianza per quanto riguarda l'autonomia e la socializzazio­ne.

L'handicap non è una colpa né un merito, è una condizione umana che richiede giustizia in senso politico e giuridico.

Gli handicappati, in un contesto di dialogo e di confronto, devono essere considerati nel qua­dro complessivo della situazione del Paese e della società; non possono essere soggetti pas­sivi di interventi discrezionali, pietistici o morali­stici e devono essere essi stessi consapevoli della loro dignità e del dovere di difenderla: né vittime né protagonisti, ma cittadini come tutti.

Roma, settembre 1993

 

 

SONO 1.699 LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO IN EMILIA-ROMAGNA

 

Secondo quanto pubblicato da "Accaparlan­te", n. 19, luglio-agosto 1993 «si è conclusa la ri­cerca promossa dalla Federazione Nazionale per il Volontariato: un questionario di 15 pagine, de­cine di intervistatori che dall'autunno scorso han­no passato al setaccio e censito 1699 gruppi con più di 50.000 persone attivate. 473 gruppi a Bo­logna, 300 a Parma, 299 a Ravenna, 198 a Forlì. Poi Ferrara con 60 gruppi, Piacenza con 71, Mo­dena con 160 e Reggio Emilia con 208 associa­zioni di volontariato. La stragrande maggioranza sono associazioni di tipo socio-assistenziale, ma si sta assistendo proprio in questi ultimi tempi ad una crescita nel settore della protezione civile e delle pubbliche assistenze. Altre associazioni na­scono nell'orbita di cooperative di solidarietà so­ciale per poter usufruire delle opportunità offerte dalla legge 266/91 sul volontariato. I gruppi cat­tolici sono i meno informati sulla normativa na­zionale, più attenti i gruppi laici mentre la forma­zione è uno scoglio per tutti».

Questi dati confermano che è estremamente gonfiata la cifra di 4 milioni di volontari in Italia. È più realistico riferirsi a 5-600 mila persone (cfr. Prospettive assistenziali, n. 101, gennaio-marzo 1993, pag. 55).

 

 

TRE PERMESSI AL MESE RETRIBUITI PER I GENITORI DI HANDICAPPATI GRAVI

 

La legge 27 ottobre 1993 n. 423 ha finalmente chiarito che i permessi per i genitori di handi­cappati previsti dall'art. 33 della legge 5 feb­braio 1992 n. 104 sono retribuiti. Allo scopo so­no stati stanziati 30 miliardi.

 

 

PROPOSTA DI PIANO SANITARIO NAZIONALE 1994-96

 

In data 20 luglio 1993 il Ministero della sanità, Servizio centrale della programmazione sanita­ria, ha diffuso il piano sanitario nazionale 1994­96 che comprende i seguenti capitoli:

- la programmazione sanitaria;

- il modello di civiltà sanitaria;

- i livelli uniformi di assistenza sanitaria; - le priorità di intervento;           .

- i progetti obiettivo ("Tutela materno infanti­le" e "Tutela della salute degli anziani") e le azio­ni programmate ("Prevenzione e cura delle ma­lattie oncologiche", "Trapianti d'organo", "Assi­stenza ai pazienti nefropatici cronici");

- le esigenze prioritarie per la ricerca sanita­ria;

- gli indirizzi relativi alla formazione del per­sonale;

- i criteri di finanziamento e di accreditamen­to delle istituzioni;

- il fabbisogno finanziario.

 

 

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