Prospettive assistenziali, n. 100, ottobre-dicembre 1992

 

 

Notiziario dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie

 

 

APPELLO AL GOVERNO IN MATERIA DI ADOZIONE E AFFIDO DI MINORI DI POPOLAZIONI COLPITE DA CATASTROFI

 

Nel corso della VII Assemblea Nazionale Famiglia Affidatarie e Case Famiglie (1), organizzata dall'Associazione papa Giovanni XXIII (Rimini, 4-5-6 settembre 1992) è stato approvato l'appel­lo al Governo per l'assunzione urgente di iniziative in materia di adozione e affido educativo di minori di popolazioni colpite da catastrofe, che riportiamo integralmente.

 

«1. - Da due anni si ripetono - purtroppo - situazioni di popolazioni colpite da catastrofi (terremoti, guerre, carestie, ecc.). In questi casi molto spesso sono coinvolti bambini e, a volte, data la gravità delle condizioni locali, non è possibile intervenire adeguatamente e tempesti­vamente mediante aiuti portati alle zone interes­sate.

«2. - Premesso che occorre provvedere in tutta la misura possibile affinché i minori non ven­gano allontanati dai loro genitori e dagli altri congiunti e, comunque, dal loro contesto di vita, sarebbe necessario che - finalmente - il Gover­no italiano, se possibile, d'intesa con le Regioni, i Comuni e le USL, definisse una linea di inter­vento da attuare in tutti i casi in cui sia assoluta­mente necessario intervenire mediante l'acco­glimento in Italia dei minori coinvolti.

«3. - Occorrerebbe che venisse assolutamen­te evitata la "caccia" al bambino nel suo paese d'origine sia da parte di persone che intendono adottare e accogliere i minori in affidamento educativo, sia da parte di intermediari (singoli cittadini e organizzazioni). La decisione di tra­sferire, in Italia, minori da adottare o da affidare a scopo educativo dovrebbe sempre e comun­que essere assunta dal Governo italiano d'inte­sa con le competenti autorità locali dei Paesi d'origine. -

«4. - Per rispondere tempestivamente alle esi­genze dei minori e per evitare ogni forma di mercato, sarebbe necessario che il Governo ita­liano predisponesse un protocollo di base da sottoporre all'attenzione delle autorità straniere interessate appena si verificano situazioni di emergenza sociale.

«5. - Per la stesura del protocollo-base sì pro­pone la creazione di un gruppo di lavoro com­posto da:

1 rappresentante del Ministero degli affari so­ciali

1 rappresentante del Ministero di grazia e giusti­zia

1 rappresentante del Ministero dell'interno 1 rappresentante delle Regioni

1 rappresentante dei Comuni 1 rappresentante delle USI­

1 rappresentante dei magistrati per i minorenni. II gruppo dovrà avvalersi della collaborazione delle associazioni di volontariato impegnate nel­la tutela dei minori ed essere dotato di un coor­dinatore.

«6. - II Governo italiano, avvalendosi anche dell'aiuto e della competenza di organizzazioni impegnate nella tutela dei minori, provvede al trasferimento in Italia dei minori dal loro paese d'origine, previo accordo con le competenti autorità del loro stesso paese d'origine, per l'abbinamento dei minori adottabili con i coniugi in possesso della preventiva certificazione di idoneità rilasciato dal competente tribunale per i minorenni italiano ai sensi della legge 184/ 1983.

«7. - Per quanto riguarda l'affidamento familia­re a scopo educativo dei minori, occorre, anche in questo caso, che il trasferimento in Italia ven­ga autorizzato dal Governo italiano d'intesa con le competenti autorità del paese d'origine dei minori.

«8. - In Italia gli inserimenti presso famiglie af­fidatarie, dovrebbero essere disposti dagli enti locali di assistenza sociale (Comuni singoli e as­sociati, USL) per quanto possibile nell'ambito delle competenze ad essi assegnati dalle Regio­ni in attuazione delle leggi vigenti.

Dovrebbero essere previste idonee misure af­finché gli enti locali ricevano dal Governo italia­no un tempestivo preavviso in modo che essi possano predisporre gli interventi necessari per:

- segnalare il numero di affidamenti attuabili e le relative caratteristiche (età dei minori, non se­parazione di fratelli e sorelle o almeno il loro ac­coglimento presso famiglie della stessa città o di comuni limitrofi, eventuali misure sanitarie, ecc.);

- attuare gli affidamenti in modo diretto evi­tando, per quanto possibile, il ricovero anche temporaneo in istituto a carattere di internato.

«9. - Si segnala che, ai sensi del 3° comma dell'art. 80 della legge 184/1983 "Le Regioni de­terminano le condizioni e le modalità di soste­gno alle famiglie, persone e comunità di tipo fa­miliare che hanno minori in affidamento affinché tale affidamento si possa fondare sulle disponi­bilità e l'idoneità all'accoglienza indipendente­mente dalle condizioni economiche".

«10. - Occorre valutare l'opportunità che il Presidente del Consiglio dei Ministri emani in materia un atto di indirizzo alle Regioni».

 

 

DOCUMENTI SCOLASTICI DEGLI STUDENTI ADOTTATI

 

Riportiamo integralmente la positiva circolare n. 787 emanata dal Provveditore agli studi di Torino il 5 settembre 1992.

 

«Si ritiene opportuno richiamare l'attenzione delle SS.LL. sulla necessità che venga osserva­ta la massima segretezza in ordine alla docu­mentazione comprovante l'eventuale adozione di studenti.

«Ciò premesso, nell'ipotesi in cui siano stati ri­lasciati diplomi o attestazioni riportanti le gene­ralità precedenti l'adozione stessa e ai sensi dell'art. 27 della legge 4.5.1983 n. 184, occorre­rà - in applicazione analogica dell'ultimo com­ma del paragrafo 5) della circolare ministeriale n. 266 del 6 settembre 1991 diramata da questo Provveditorato con C.P. n. 926 del 21.10.1991 - provvedere ad emettere altrettanti diplomi o at­testati recanti le nuove generalità senza alcun riferimento alle precedenti.

«In tal caso le Scuole Medie di I e II grado ri­chiederanno a questo Ufficio i moduli per il rila­scio di nuovi diplomi restituendo quelli già emessi che verranno annullati a cura del mede­simo».

 

 

LA CONDIZIONE DEI MINORI IN FRIULI-VENEZIA GIULIA

 

Oltre duecento persone erano presenti dome­nica 4 ottobre 1992, nell'auditorium della scuola "Valussi" a Udine, al Convegno “Il sogno di un sorriso” - La condizione dei minori in Friuli-Vene­zia Giulia: quali responsabilità organizzato dal Coordinamento regionale di tutela dei minori.

Angela Benvenuti Gasparo, in qualità di presi­dente, ha presentato gli scopi per i quali è sorto il Coordinamento e gli obiettivi cui voleva tende­re il convegno.

Il Coordinamento, sorto nell'aprile scorso con l'esigenza di un confronto e di un collegamento fra volontari che sono sensibili ai problemi dei minori, mira a far conoscere i problemi dell'in­fanzia, a promuovere una cultura della solidarie­tà nei confronti dei bambini e ad incidere presso politici, amministratori regionali, tribunali... per l'attuazione delle leggi a tutela dei minori che, seppur già esistenti, spesso vengono lasciate inoperanti.

Così è nato questo "Sogno di un sorriso", un convegno organizzato e pensato - persino nel titolo - per far balenare l'idea di una realtà, an­cora solo sperata, in cui tutti i bambini, e senza distinzioni, vedano rispettato il loro diritto ad es­sere felici e perché, a tal fine, si possa sviluppa­re una fattiva collaborazione dei volontari tra lo­ro e tra questi e le istituzioni pubbliche.

È seguita quindi la relazione di Donata Micuc­ci, vice-presidente nazionale dell'ANFAA (Asso­ciazione nazionale famiglie adottive e affidata­rie), che ha centrato l'attenzione sul diritto di ogni bambino ad una famiglia, dove possa esse­re vissuto come persona unica ed irripetibile, dove vi siano affetto ed amore reciproco. Se mancano queste condizioni, necessarie per una sua equilibrata crescita, egli rischierà di vivere nella sfiducia verso di sé e verso il mondo. Se è vero infatti che il bambino amato saprà amare, è pur vero che il bambino che non ha ri­cevuto affetto sarà incapace di donarne a sua volta. Non basta l'atto procreativo per avere di­ritto ad essere genitori. Vi sono situazioni in cui il minore deve essere allontanato provvisoria­mente o definitivamente dalla famiglia d'origine; in tali casi va progettata un'accoglienza alterna­tiva di tipo familiare: affido, adozione, comunità di pronto intervento e, solo come ultima possibi­lità, in mancanza delle precedenti, il ricovero in istituto.

Giamberto Pegoraro, Presidente dell'Associa­zione "Murialdo" di Padova, ha sottolineato l'im­portanza di "organizzare la normalità": chi vive in casa propria ha una potenzialità di accoglien­za. Ci sono persone che magari vorrebbero ospitare chi è nel bisogno ma non sanno come muoversi; vi é nella realtà una "sovrabbondanza di risorse normali" che però non sono utilizzate né tantomeno coordinate.

Il "Murialdo", che accoglie minori in grave di­sagio, collabora in modo attivo con il pubblico anche se vi è una certa difficoltà dovuta soprat­tutto al frequente cambiamento dell'interlocuto­re politico. Importante, in tali casi, una definizio­ne precisa delle competenze di entrambi (pub­blico e associazioni di volontariato) al fine di uti­lizzare pienamente le rispettive potenzialità per un lavoro di interdipendenza e di fiducia reci­proca.

Pegoraro ha inoltre rilevato il problema dei ragazzi che hanno superato i diciotto anni di età, gli "ex minorenni" non ancora autonomi, che però non sono più di "interesse" per il po­litico.

Con l'intervento della dott.ssa Isa D'Eliso, psi­cologa e dirigente delle attività assistenziali al Comune di Trieste, si è aperta la finestra sulla realtà regionale.

La D'Eliso ha sottolineato l'importanza di ri­cercare tutte le possibili risorse per prevenire l'allontanamento del minore dalla sua famiglia. Per far questo, deve essere utilizzata una molte­plicità di risposte, attraverso un intervento pluri­professionale e vanno riqualificati gli interventi: i sussidi tradizionali dati a pioggia vanno sostituiti con modalità educative che mirino alla matura­zione di tutto il nucleo familiare.

Sono state poi esposte le esperienze delle Associazioni di volontariato "Il Noce", "Spicchi di Sole" e "Progetto Arca" relative alla preven­zione al disagio minorile attraverso il sostegno scolastico pomeridiano, e quello dell'Istituto "Contavalle" di Gorizia, da parte di suor Ivana Rigori.

Con vivo interesse sono stati quindi seguiti gli interventi di alcune famiglie affidatarie. Il mes­saggio che ne è scaturito conferma la positività dell'affido come strumento di aiuto ai bambini allontanati dalla famiglia d'origine, pur rilevando obiettive difficoltà nella quotidianità di tale impe­gno.

È stata ribadita altresì l'importanza di una buona preparazione della famiglia prima dell'ac­coglienza del minore, di un opportuno sostegno, durante l'esperienza, da parte dei tecnici prepo­sti e della disponibilità della famiglia stessa ad aprirsi al confronto con chi vive lo stesso tipo di situazione.

Alle relazioni è seguito un ampio e vivace di­battito, attraverso il quale è stata ribadita l'im­portanza di occasioni di incontro e di confronto sul mondo dell'infanzia, specie quella che si tro­va in più gravi difficoltà e che è maggiormente trascurata.

Con il Convegno di Udine è stato presentato uno spaccato di questo mondo. Ora è atteso un impegno preciso soprattutto da parte di chi è te­nuto per legge a tutelare i minori, Regione ed Enti locali in primis.

Se ciò non venisse attuato, c'è il rischio, col­pevole, di irridere chi è più debole, lasciandogli solamente... il sogno di un sorriso.

 

 

(1) All'Assemblea erano presenti le seguenti organizza­zioni: Associazione papa Giovanni XXIII - Acli "II Guado", Milano - Agesci, Firenze - Alfid, Trento - Anfaa, Bologna - Anfaa, Como - Anfaa, Lucca - Anfaa, Milano - Anfaa, Taran­to - Anfaa, Trieste - Anfaas, Rimini - "Famiglie aperte", Ma­cerata, "Famiglia aperta", Roma - "La Nostra Famiglia", Co­mo - A piene mani, Osimo - Amici di Don Bosco, Torino - Amici trentini, Trezze Valsugana - Amici Villaggi S.O.S., Mi­lano - Casa amica, Monselice - Famiglia Dovuta, Bari - Fa­miglia e Vita, Portici Napoli - Famiglie Affidatarie, Vicenza - Famiglie Camune, Crescia - Il Tetto, Senigallia - Soci Co­struttori, Casalpusterlengo - Mitag, Francavilla - Serena, Racconigi - Un Sorriso per l'infanzia, Forte dei Marmi - Vil­laggi S.O.S., Milano - Avulls, Mascalucia - C.a.v., Faenza - C.i.a.i., Milano - Casa Accoglienza per la Vita, Belgioioso - Casa Treviglio - Casa Accoglienza, Ugozzolo - Casa del Giovane, s. Genesio - Casa di Accoglienza La Vita, Bel­gioioso - "Madre Ester", Scerne di Pineto - Casa Famiglia, S. Margherita - Censis, Parma - Centro Aiuto alla Vita, Sie­na - Centro Aiuto alla Vita, Mariano Comense - Pastorale Familiare, Albano Laziale - Centro di Solidarietà, Fano - Comunione Liberazione, Rimini - Casa del Paozzo, San Da­maso - Comunità Canaan, Montellabate - Comunità Emma­nuel, Casoria - Famiglia Martiniana, Modena - Famiglia Agape, Troia Foggia - Comunità Famiglie, Martignano Mo­dena - Comunità Josep, Montecchio Maggiore - Comunità Mariana, Modena - Consorzio Familiare, Gorizia - Consul­torio Familiare, Civitella Roveto - Consultorio Familiare, Spilinbergo - Coordinamento Famiglie Affidatarie, Ferrara - Crisalide, Ravenna - Famiglia Dovuta, Bari - Famiglie Affi­datarie, Macerata - Famiglia dell'Accoglienza, Bologna - Fmp-Cisl, Rimini - Fondazione Maria Regina, Scerne di Pi­neto - Fondazione Stella Maris, Calambrone - Gavci, Mo­dena - Gioc, Rimini - Gruppo Affido, Parma - Gruppo di Porta Verta, Rovigo - Porta Verta, Rovigo - G.s. Centro Do­cumentazione, Moie di Maiolati - Istituto La Pietà, Macerata - Istituto Usuelli, Milano - La Nostra Famiglia, Ostuni - La­boratorio Genitori Adottivi Affidatari, Milano - Movimento Gruppi Famiglia, Verona - Parrocchia San Gaudenzio, Ri­mini - Parrocchia Sacro Cuore, Bologna - Progetto Acco­glienza, Catania - Servizio Minori, RSM - Villaggio del Fan­ciullo, Martina Franca.

 

 

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