Prospettive assistenziali, n. 100, ottobre-dicembre 1992

 

 

Editoriale

 

I VENTICINQUE ANNI DI PROSPETTIVE ASSISTENZIALI

 

 

Con questo numero, Prospettive assistenziali compie venticinque anni di ininterrotta attività a difesa dei diritti dei minori, degli handicappati e degli anziani e per le necessarie riforme.

Ha pubblicato i documenti più significativi sui servizi sanitari, sociali e assistenziali e sulla for­mazione del relativo personale; inoltre, ha informato i lettori sulle iniziative delle organizzazioni dell'utenza, dei sindacati e degli operatori.

Infine, Prospettive assistenziali ha riferito in merito alle azioni condotte dall'ANFAA, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (costituita nel 1962), dell'ULCES, Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale (sorta nel 1965), del CSA - Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base (realizzato nel 1970) (1) e del Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti (2) soprattutto per quanto concer­ne l'individuazione delle esigenze fondamentali della fascia più debole della popolazione (bambini in situazione di totale o parziale abbandono, handicappati intellettivi con nulla o limitata auto­nomia, anziani cronici non autosufficienti), la promozione dei relativi diritti e le iniziative dirette alla loro concreta attuazione.

 

Attività svolta

Fra i risultati conseguiti dall'ANFAA, dall'UL­CES e dal CSA, di cui Prospettive assistenziali è stata ed è portavoce, segnaliamo in particolare:

- ricerca, documentazione e informazione cir­ca i gravissimi danni, spesso irreparabili, provocati ai minori dalla carenza di cure familiari e dal ricovero in istituti di assistenza;

- promozione dei servizi di sostegno psico­sociale alle famiglie in difficoltà, dell'adozione dei minori in situazione di abbandono materiale e morale (3) e dell'affidamento familiare a scopo educativo dei bambini e dei fanciulli aventi geni­tori con gravi problemi d'ordine affettivo ed edu­cativo (4);

- redazione di proposte di legge aventi lo scopo di ottenere l'istituzione delle piante organiche dei magistrati addetti ai tribunali per i mi­norenni e alle relative procure. Infatti, negli anni '60 i magistrati dei suddetti uffici, salvo casi rari, svolgevano la loro prevalente attività presso altri organismi giudiziari (tribunali ordinari, corti di appello e d'assise).

Su iniziativa dell'ANFAA e dell'ULCES, dappri­ma è stata ottenuta la legge 12 marzo 1968 n. 181 che modificava in parte la situazione esi­stente. Successivamente, è stata approvata la legge 9 marzo 1971 n. 35, a seguito della quale sono state definite le suddette piante organiche;

- promozione del CIAI, Centro italiano per l'adozione internazionale;

- azione nei confronti del Governo e del Par­lamento per evitare la ratifica da parte dell'Italia della Convenzione relativa al riconoscimento della filiazione materna dei minori nati fuori dal matrimonio, redatta dalla Commissione interna­zionale dello stato civile. In base a detta conven­zione, il rapporto di filiazione, che allora - come adesso - viene stabilito quando il minore è rico­nosciuto dalla madre, avrebbe potuto essere definito a seguito di una semplice dichiarazione fatta da una qualsiasi persona, anche in contra­sto con la volontà della madre stessa;

- redazione e pubblicizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare "Interventi per gli handicappati psichici, fisici, sensoriali e per i di­sadattati sociali". La proposta di legge, presen­tata al Senato in data 21 aprile 1970 con oltre 220 mila firme, ha favorito l'approvazione della legge 30 marzo 1971 n. 118, sui servizi per le persone con handicap;

- sollecitazione per la creazione a Torino del­le scuole per la formazione di educatori specia­lizzati e di terapisti della riabilitazione e per la gestione da parte del Comune dì Torino della scuola per assistenti sociali, già dell'ONARMO;

- denuncia penale nei confronti del Presiden­te nazionale dell'ONMI (Opera Nazionale per la protezione della maternità e dell'infanzia) e di al­tre autorità poiché negli istituti di assistenza all'infanzia, operanti senza essere in possesso della preventiva autorizzazione a funzionare prevista dall'art. 50 del R.D. 15 aprile 1926 n. 718, si verificavano con preoccupante frequen­za maltrattamenti a danno dei minori. Inoltre, la denuncia metteva in risalto che i controlli sulle strutture di ricovero erano scarsi se non inesi­stenti e che spesso i titolari degli istituti non trasmettevano i prescritti elenchi trimestrali al giudice tutelare, togliendo così ogni possibilità di adozione ai bambini ricoverati in situazione di abbandono. I processi, celebrati a Torino, Roma, Venezia e in altre città, hanno fatto conoscere all'opinione pubblica la drammatica situazione dei bambini e adolescenti ricoverati in istituti pubblici e privati di assistenza (300 mila nel 1962, 40 mila oggi);

- promozione del servizio di affidamento fami­liare a scopo educativo, deliberato dalla Provin­cia di Torino in data 18 maggio 1971;

- collaborazione alla realizzazione e stesura dell'accordo Provincia di Torino - Sindacati in materia di servizi psichiatrici di territorio, accor­do firmato il 13 luglio 1973;

- sostegno giuridico e legale alle famiglie co­stituitesi parte civile nei processi penali contro i dirigenti dell'istituto dei Celestini di Prato e quel­lo di Maria Diletta Pagliuca di Grottaferrata;

- partecipazione alla stesura e raccolta delle firme della proposta di legge di iniziativa popola­re "Competenze regionali in materia di servizi sociali e scioglimento degli enti assistenziali". La proposta (firme raccolte oltre 100 mila) è stata presentata alla Camera dei deputati in data 8 marzo 1976;

- stesura della deliberazione, approvata dal Consiglio comunale di Torino il 14 settembre 1976 e tuttora in vigore, che:

a) definisce le priorità di intervento in campo assistenziale, privilegiando le iniziative che eli­minano o riducono le cause che provocano le richieste di assistenza;

b) unifica le linee di intervento nei confronti dei minori, degli adulti, degli anziani, degli han­dicappati, ponendosi in reale alternativa ai ser­vizi settoriali;

c) unifica nel Comune gli interventi di compe­tenza delle Province;

d) riconosce un ruolo al volontariato;

- azione per il superamento degli istituti pro­vinciali per l'assistenza alla maternità e all'infan­zia;

- iniziative per la chiusura da parte della Pro­vincia di Torino dell'istituto Mainero di Torino e la creazione, in alternativa, di comunità alloggio;

- collaborazione alla stesura delle delibera­zioni del Comune di Torino riguardanti la deter­minazione dei criteri generali di erogazione dell'assistenza economica e delle indicazioni programmatiche degli interventi a favore degli handicappati di età superiore ai 15 anni (delibe­razioni del Consiglio comunale del 21 giugno e del 12 settembre 1978);

- ideazione dei corsi prelavorativi per handi­cappati intellettivi e varie iniziative che hanno portato all'assunzione da parte di aziende pub­bliche e private di oltre 150 handicappati intel­lettivi;

- stesura della deliberazione sul servizio di aiuto domestico, approvata dal Consiglio comu­nale di Torino il 14 marzo 1979;

- presentazione, avvenuta il 21 luglio 1979, al Consiglio regionale piemontese della proposta di legge regionale di iniziativa popolare (firme raccolte oltre 13 mila) "Riorganizzazione dei servizi sanitari e assistenziali e costituzione del­le Unità locali di tutti i servizi";

- promozione dell'istituzione da parte della Regione Piemonte dell'anagrafe dei minori rico­verati in istituto al fine di conoscere l'andamento dei fenomeno presso le unità socio-sanitarie lo­cali;

- riconoscimento da parte del Comune di To­rino e della Provincia di Torino di una commis­sione di controllo sui servizi (comunità alloggio, centri diurni, strutture residenziali). La commis­sione è costituita da rappresentati delle asso­ciazioni dell'utenza. La commissione è stata de­liberata dalla Provincia di Torino in data 5 otto­bre 1979 e in seguito anche dal comune di Torino. Le visite di controllo possono essere svolte, ovviamente senza alcun preavviso, in qualsiasi ora del giorno e della notte sia nei confronti dei servizi gestiti direttamente dal Comune e dalla Provincia di Torino, sia nei riguardi di parte di quelli convenzionati;

- accordo con il Comune di Torino (delibera del 2 aprile 1980) in base al quale la retta di ri­covero in istituti di assistenza di anziani cronici non autosufficienti a carico degli interessati e dei familiari è uguale a quella per gli autosuffi­cienti. La parte restante (due terzi circa) è a ca­rico del comparto sanitario. Questo accordo è stato stipulato ferma restando la richiesta del CSA circa l'esclusiva competenza del settore sanitario nei confronti degli anziani cronici non autosufficienti;

- assegnazione da parte del Comune di Tori­no di alloggi dell'edilizia economica e popolare ad handicappati, anziani e casi sociali;

- approvazione da parte del Comune di Tori­no di una delibera per l'adattamento di alloggi di proprietà del Comune stesso o dell'Istituto auto­nomo case popolari al fine di renderli accessibili e rispondenti alle esigenze degli handicappati e degli anziani. Un'altra delibera prevede l'eroga­zione di contributi per gli adattamenti degli al­loggi di proprietà privata;

- promozione per l'istituzione del servizio taxi per le persone impossibilitate a usare i mezzi pubblici. Sono concesse fino a 120 corse men­sili al prezzo corrispondente alle tariffe dei mez­zi pubblici. Un servizio del Consorzio trasporti torinesi, mediante apposito pulmino, effettua il trasporto delle persone che non sono in grado di utilizzare né i mezzi pubblici, né il servizio taxi;

- stesura del testo base e azione promozio­nale per l'emanazione della legge della Regione Piemonte 23 agosto 1982 n. 20 "Indirizzi e nor­mative per il riordino dei servizi socio-assisten­ziali", che prevede, fra l'altro, l'attribuzione della gestione di tutti i servizi assistenziali, agli stessi organi preposti alla conduzione dei servizi sani­tari;

- attiva collaborazione per ottenere che la legge 4 maggio 1983 n. 184 "Disciplina dell'ado­zione e dell'affidamento dei minori" contenesse norme rispondenti ai diritti ed alle esigenze dei minori italiani e stranieri;

- pressione sull'USSL Torino 1-23 per l'ap­provazione della delibera istitutiva del servizio di ospedalizzazione a domicilio di persone altri­menti necessitanti di ricovero ospedaliero. II servizio, che funziona dalla fine del 1984, ha fi­nora curato a casa loro oltre mille persone;

- promozione della delibera del Comune di Torino diretta a favorire l'affidamento familiare a scopo educativo di minori handicappati, con particolare riguardo di quelli non deambulanti e/o non autosufficienti a causa di handicaps fi­sici o psichici;

- stesura del testo base della legge della Re­gione Piemonte 3 settembre 1984 n. 54, che prevede l'abolizione delle barriere architettoni­che da tutti i nuovi alloggi costruiti dagli Istituti autonomi delle case popolari e dai Comuni;

- iniziative varie dirette a bloccare l'iter parla­mentare della proposta di legge n. 3321 presen­tata alla Camera dei deputati in data 4 dicembre 1985 dagli On. Vincenzo Mancini, Bianchi, Ga­rocchio, Pisicchio e Rossatini della DC; Lodi Faustini e Pallanti del PCI; Ferrari Marte del PSI; Carla e Ghinami del PSI; Arisio del PRI; Mancuso della Sinistra indipendente e Benedikter del Par­tito popolare sudtirolese, che prevedeva la esclusione dei partiti, dei sindacati e delle orga­nizzazioni senza fini di lucro dall'obbligo di as­sumere handicappati;

- promozione di delibere per l'assunzione di:

a) 60 handicappati intellettivi e 10 fisici da parte dell'USL Torino 1-23 (sono state realizzate oltre il 50% delle assunzioni);

b) 20 handicappati intellettivi e 5 fisici gravi da parte della Provincia di Torino (tutti assunti);

c) 40 handicappati intellettivi e 12 fisici da parte del Comune di Torino (la relativa delibera è stata attuata);

d) 32 handicappati intellettivi lievi da parte dell'API (Associazione Piccola e Media Impresa). L'accordo è disapplicato anche per il totale di­sinteresse dei sindacati confederali;

- varie azioni per sollecitare l'assegnazione da parte del Comune di Torino e dell'IACP di al­loggi dell'edilizia economica e popolare ad an­ziani, handicappati e altri casi sociali. Al riguar­do è stata costituita un'apposita Commissione che finora ha assegnato oltre 200 appartamenti;

- iniziative per il consolidamento dei corsi prelavorativi per handicappati intellettivi gestiti dal Comune di Torino e per la loro estensione. Sono stati istituiti corsi analoghi a Chieri, Niche­lino, Settimo Torinese;

- campagna, tuttora in corso, per l'attuazione del diritto alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere, nei confronti degli anziani e adulti cronici non autosufficienti, nei casi in cui non sia possibile provvedere con interventi domici­liari, in particolare mediante il servizio di ospe­dalizzazione a domicilio;

- collaborazione alla stesura e promozione della proposta di legge regionale di iniziativa po­polare "Riordino degli interventi sanitari a favore degli anziani cronici non autosufficienti e realiz­zazione delle residenze sanitarie assistenziali", presentata con iniziativa popolare ai Consigli delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Pie­monte, e dai consiglieri Scalabrini (Verdi Fede­ralisti), Mori (DC) e Monami (PDS) alle Regioni Lazio, Liguria, e Valle d'Aosta;

- iniziative di vario genere per l'attuazione della legge 184/83 concernente gli aiuti alle fa­miglie d'origine dei minori in difficoltà, l'adozio­ne, l'affido a scopo educativo e la creazione di comunità alloggio.

 

Collana "Quaderni di promozione sociale"

Segnaliamo un'altra iniziativa di Prospettive assistenziali: i "Quaderni di promozione sociale". L'impegno è di approfondire - sia a livello di ri­cerca, sia riferendo su iniziative concrete - l'analisi degli strumenti disponibili per la lotta all'emarginazione e costituire un riferimento per quanti sono impegnati nell'inserimento sociale dei più deboli (6).

 

Convegni

Numerosi sono i convegni organizzati da Pro­spettive assistenziali per l'analisi della situazione e la verifica delle proposte operative (7).

Solamente mediante studi approfonditi e con­fronti aperti alle critiche, è possibile individuare obiettivi a breve, medio e lungo termine, incidere a fondo sulle cause e sugli effetti dell'emargina­zione e avanzare valide soluzioni concrete.

 

Conclusioni

I primi venticinque anni di attività di Prospetti­ve assistenziali dimostrano la validità del volon­tariato promozionale, diretto cioè alla individua­zione delle esigenze delle persone non in grado di autodifendersi e al riconoscimento e tutela dei relativi diritti. Si tratta di una modalità di in­tervento del volontariato, a nostro avviso estre­mamente utili, anche per il fatto che - diversa­mente dalle attività di gestione - si ripercuote su un numero elevato di soggetti. Ad esempio, dal 1967 (anno di entrata in vigore della legge sull'adozione speciale) ad oggi sono oltre 50 mi­la i minori che sono usciti dagli istituti essendo stati adottati.

 

 

 

(1) Fanno attualmente parte del CSA le seguenti orga­nizzazioni: Associazione genitori fanciulli handicappati USSL 34; Associazione italiana assistenza spastici, sezio­ne di Torino; Associazione italiana sclerosi multipla, sezio­ne piemontese; Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie; Associazione "Odissea 33" di Chivasso; Centro di informazioni politiche ed economiche; Cogidas; Comita­to integrazione scolastica handicappati; Coordinamento dei comitati spontanei di quartiere; Coordinamento para e tetraplegici; Gruppo inserimento sociale handicappati USSL 27; Unione italiana ciechi, sezione di Torino; Unione italiana per la lotta contro la distrofia muscolare, sezione di Torino; Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale; Unione per la tutela degli insufficienti mentali.

(2) Il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti è sta­to costituito dal CSA nel 1979 con lo scopo di promuovere le iniziative necessarie per garantire agli anziani le neces­sarie cure sanitarie, in primo luogo quelle domiciliari, e per fornire agli interessati e ai congiunti la consulenza occor­rente per ottenere il rispetto delle loro esigenze ed evitare le dimissioni dagli ospedali e dalle altre strutture sanitarie, nei casi in cui l'intervento domiciliare non sia realizzabile.

(3) Ricordiamo che I'ANFAA fin dalla sua costituzione, ha proposto l'introduzione nell'ordinamento giuridico ita­liano di un istituto giuridico avente lo scopo di garantire una famiglia ai minori in situazione di abbandono materiale e morale da parte dei genitori e dei parenti. Gli aspetti cen­trali della proposta (dichiarazione di adottabilità, affida­mento preadottivo, idoneità dei nuovi genitori, differenza minima e massima di età fra adottanti e adottandi, ricono­scimento della pienezza - anche sotto il profilo giuridico - del rapporto fra il minore e la famiglia adottiva) sono stati recepiti dalla legge 5 giugno 1967 n. 431 sull'adozione speciale.

(4) Cfr. il volume di G. Andreis - F. Santanera - A. Toniz­zo, L'affidamento familiare, AAI, Roma, 1973.

(6) L'elenco dei libri pubblicati è riportato nella penulti­ma pagina di copertina.

(7) Segnaliamo, in particolare, il convegno di Milano del 20-21 maggio 1988 "Anziani cronici non autosufficienti: nuovi orientamenti culturali e operativi" con la partecipa­zione del Cardinale Carlo Maria Martini e del Filosofo e Se­natore a vita Norberto Bobbio. Gli atti sono stati raccolti nel volume "Eutanasia da abbandono". Fra i convegni più re­centi, ricordiamo quelli di Milano del 6 giugno 1992 "La legge quadro sull'handicap: una occasione mancata? Pro­poste per l'affermazione di diritti esigibili" e di Torino del 30-31 ottobre 1992 «Il progetto obiettivo “Tutela della salu­te degli anziani”: una svolta per i servizi sanitari e assisten­ziali?».

 

 

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