Prospettive assistenziali, n. 98, aprile-giugno 1992

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

CONFERMATA LA BRUTALE DIMISSIONE DI UNA ANZIANA DALL'OSPEDALE MAURIZIANO DI TORINO

 

Nello scorso numero di Prospettive assistenziali, avevamo riportato la lettera inviata in data 20 gennaio 1992 a numerose autorità in merito alla brutale dimissione di un'anziana cronica non autosufficiente disposta dall'Ospedale Mauriziano di Torino.

Al riguardo l'Aiuto di Ortopedia dell'Ospedale suddetto ha redatto la seguente relazione.

 

«La paziente sig.ra E.G.F. fu ricoverata presso il reparto di ortopedia il 29/11/91 con diagnosi di "frattura pertrocanterica del femore di dx".

«Dopo i necessari accertamenti (che non for­nirono controindicazioni date le buone condizioni generali della paziente) fu praticato l'intervento chirurgico di Osteosintesi con Chiodi di Ender il 6.12.91.

«L'intervento ebbe buon esito ed il decorso post-operatorio fu regolare.

«In data 12.12.91 si iniziò a praticare il tratta­mento fisioterapico riabilitativo che la portò pro­gressivamente alla deambulazione con girello (e stampelle). In tale periodo le uniche complican­ze comparse furono un edema all'arto operato risolto in pochi giorni con i comuni trattamenti del caso (previa esclusione di patologia vasco­lare con esame Doppler) ed una escara al cal­cagno che veniva medicata regolarmente e che non impediva comunque la riabilitazione e quin­di la deambulazione della paziente.

«A distanza di circa 20 giorni dall'intervento venne discusso con la paziente ed i sanitari del reparto, l'ipotesi della dimissione, una volta ter­minato il trattamento fisioterapico.

«Fu proposto alla paziente il trasferimento di­retto presso il convalescenziario "Villa Iris" di Pianezza (convenzionato con l'USI- 8) che la pa­ziente rifiutò.

«Da parte della Caposala venne segnalato alla paziente che in ospedale esiste un servizio di assistenti sociali e le venne chiesto se intendeva usufruirne per un eventuale trasferimento in convalescenziario come solitamente viene fatto per i pazienti anziani operati di frattura di fe­more.

«La sig.ra E.G.F. asserì di non averne bisogno, di preferire il rientro al proprio domicilio e di es­sere in grado di provvedere a se stessa.

«Fu quindi concordata con la paziente la data della dimissione che venne accettata senza ri­serve. Venne dimessa il 7.1.92 ad oltre trenta giorni dall'intervento, con deambulazione con­cessa con stampelle.

«La Caposala segnalò ad una accompagnatri­ce della sig.ra E.G.F. che il Servizio Sociale dell'Ospedale poteva fornire le necessarie indi­cazioni per il Servizio infermieristico Domiciliare per le medicazioni della escara calcaneare.

«Il giorno successivo alla dimissione la sig.ra E.G.F. telefonò alla Assistente Sociale sig.ra Mi­randola, chiedendo chiarimenti sulle modalità del servizio infermieristico domiciliare, senza la­mentare particolari disturbi o difficoltà. Tali indi­cazioni le furono fornite esaurientemente.

«Dopo tale data non si ebbero ulteriori notizie della paziente. Si segnala che era stata informa­ta della possibilità di controlli ambulatoriali presso l'Ospedale e che era stata prenotata per un controllo ortopedico il 13.2.92».

 

Ai destinatari della sopracitata lettera del 20 gennaio 1992, in data 5 maggio 1992 il CSA, Co­mitato per la difesa dei diritti degli assistiti ha scritto quanto segue:

«In merito alle argomentazioni dell'Aiuto di or­topedia dell'Ospedale Mauriziano, trasmesse a questo Comitato dagli Assessori alla sanità e all'assistenza della Regione Piemonte circa le dimissioni della signora E.G.F. di 81 anni, rilevia­mo quanto segue:

- non viene in alcun modo smentito che al momento delle dimissioni dall'ospedale Mauri­ziano la signora E.G.F fosse assolutamente in­capace di svolgere le attività indispensabili per la propria sopravvivenza;

- non vi è nessuna indicazione circa lo svolgi­mento di indagini sociali presso il domicilio della paziente, al fine di rilevare la disponibilità di vici­ni di casa (la signora E.G.F. non ha parenti);

- non risulta che siano state valutate con il necessario approfondimento le capacità deci­sionali della sig.ra E.G.F.

«Tenuto conto - in particolare - dell'afferma­zione contenuta nella relazione dell'Aiuto di Or­topedia secondo cui la signora avrebbe dichia­rato “di essere in grado di provvedere a se stes­sa” quando, invece, era assolutamente incapa­ce di spostarsi da sola e di svolgere le altre fun­zioni necessarie per vivere, questo Comitato, nel confermare quanto segnalato alle S.V., chiede che vengano effettuate approfondite indagini e assunti i necessari provvedimenti affinché un si­mile brutale episodio non si verifichi più».

 

 

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