HANDICAPPATI E SOCIETA: I DIRITTI IRRINUNCIABILI E LE CONDIZIONI PER
RENDERLI ESIGIBILI
Hanno
aderito a questo documento, redatto dal Gruppo Informale "Handicappati e
Società": ANGELINI Paola, Presidente Comitato '80 di Potenza; AURORA
Fulvio, di Medicina Democratica; BARTOLI Andrea, Direttore CSPSS; BATTAGLIA
Augusto della comunità di Capodarco; BENZI don Oreste dell'Associazione Papa
Giovanni XXIII di Rimini; BOBBA Luigi, Segretario Nazionale delle ACLI; BREDA
Maria Grazia, del CSA - Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di
base di Torino; CASSULO Adriano, Coordinatore progetto "3";
Provincia Autonoma di Trento; CHIODINI Anna, Coordinatrice ANFFAS di Bologna;
COCANARI Flavio, responsabile Ufficio «Handicap» Cisl Nazionale; CONSORTI Pier Luigi,
Coordinamento romano amici degli handicappati; CONTARDI Anna, dell'Associazione
Bambini Down; COZZI Paolo Lepri del Centro Diritti del Cittadino; DI MARZIO
Silvia, della Comunità di S. Egidio; FALOPPA Marisa, per il bollettino
"Handicap & Scuola"; FRACASSI Mariella, dell'Ufficio
"H" formazione lavoro del Comune di Milano; GIORDANO Gabriella,
sezione AIAS di Roma; GRIMALDI Roberto, della Lega Nazionale per il diritto al
lavoro degli handicappati; GUIDI Antonio, del Dipartimento Handicap Cgil Nazionale;
LUMIA Giuseppe, Presidente Nazionale del MO.V.I.; MANGO Luisa dell'ISTISSS;
MARCUCCIO Giovanni del MOLCES; MONTERUBBIANESI don Franco, della Comunità di
Capodarco; NERVO Mons. Giovanni, della Fondazione ZANCAN; NOCERA Salvatore, del
Movimento Apostolico Ciechi; PANCALDI Andrea, Centro Documentazione Handicap
di Bologna; PANCALLI Luca, Responsabile Dipartimento "H" Uil
Nazionale; PANIZZA Giacomo, Comunità Progetto Sud; PAVONE Marisa, Direttore
didattico; ROLLERO Piero, Ispettore tecnico del Provveditorato di Torino;
SCHIRRIPA Giorgio, del Gruppo Infanzia di Psichiatria Democratica di Viterbo;
SCIUTTO Rosangela, A. pi. Ce, Associazione per la lotta contro l'epilessia; SELLERI Gianni, Presidente ANIEP; TAVAZZA LUCIANO, Segretario generale Federazione
italiana del volontariato; TESCARI BRUNO, Lega Arcobaleno; TORTELLO Mario,
giornalista e Direttore "Quaderni di promozione sociale"; TOSCANI
Marina della UILDM di Roma; ZAGARIA Vincenza, responsabile unità operativa
progetto handicap USSL 24 Regione Piemonte; ZAMBONI Alessio, dell'Associazione
Papa Giovanni XXIII di Rimini.
TESTO
DEL DOCUMENTO
Premessa
Recenti provvedimenti adottati dal Governo in materia
di handicap rischiano di aumentare le possibilità di emarginazione delle
persone coinvolte, se non si interverrà con fermezza e tempestività in difesa
del loro diritto all'integrazione.
La legge quadro sull'handicap (1), pesantemente
condizionata dalle limitazioni imposte dalla Commissione Bilancio; i tagli che
già erano stati operati in sede di finanziaria '91, in particolare nei riguardi
delle leggi a favore dell'abbattimento delle barriere architettoniche e di
quelle relative alla concessione degli ausili (nomenclatore tariffario) e, per
finire, i contenuti della proposta di riforma della legge sul collocamento
obbligatorio (testo "Rosati", approvato dal Senato) contengono
preoccupanti segnali involutivi.
Per tali ragioni il "Gruppo informale
Handicappati e Società" (2), impegnato da alcuni anni sul fronte della
promozione della cultura per l'integrazione delle persone handicappate, propone
la piattaforma dei "Diritti irrinunciabili" per i quali ognuno di
noi, nel proprio ambito, potrà e dovrà impegnarsi per modificare i
provvedimenti su citati, affinché siano rispettosi delle esigenze delle
persone handicappate, tanto più se incapaci di difendersi a causa della gravità
delle loro condizioni fisiche, intellettive, mentali.
Inoltre, la piattaforma dei "Diritti
irrinunciabili" ha lo scopo di evidenziare limiti e lacune delle attuali
disposizioni legislative.
L'appello è rivolto innanzi tutto alle persone handicappate
in grado di difendersi, alle Associazioni, ai familiari delle persone
handicappate non autonome, ma anche al Sindacato, che può esercitare, se vuole,
un grosso ruolo in particolare sul fronte dell'inserimento lavorativo, agli
operatori socio-assistenziali, agli insegnanti e a quanti hanno compreso che la
difesa della dignità della persona handicappata ha bisogno di un grande
consenso e dello sforzo di tutti.
1. Diritto all'autonomia
Tutte le persone hanno diritto ad essere sostenute e
ad avere a disposizione risorse e mezzi che aumentino la propria autonomia e
Indipendenza.
Le
condizioni
Non è sufficiente dare una definizione dell'handicap
(spastico, cieco, insufficiente mentale, ecc.) o stabilire la percentuale di
invalidità.
Occorrono valutazioni che individuino le esigenze
della persona e le sue difficoltà, per poter preparare un piano
individualizzato di intervento e indirizzare correttamente la persona
handicappata in percorsi finalizzati al raggiungimento o al mantenimento del
massimo livello possibile di autonomia.
Limiti attuali
La legge quadro sull'handicap non ha preso in
considerazione le potenzialità delle persone handicappate; introduce il
concetto di capacità lavorativa, ma non ne trae le conseguenze applicative.
Come nella proposta di legge di riforma del collocamento
obbligatorio al lavoro, non viene riconosciuto che ci sono persone
handicappate con piena capacità lavorativa, altre con ridotta capacità lavorativa
e, infine, una parte che, gravemente dipendente sotto il profilo fisico e/o intellettivo,
non può essere collocabile.
2. Diritto alla valorizzazione delle
potenzialità individuali
Tutte le persone handicappate hanno diritto all'individuazione,
al riconoscimento e alla valorizzazione delle proprie potenzialità. Non vi è un
solo percorso, indifferenziato, ma vanno individuate per ogni soggetto le
risposte che sono necessarie al suo sviluppo, a partire dalla nascita.
Le condizioni
La prevenzione occupa un posto rilevante perché siano
assicurate le condizioni necessarie allo sviluppo sano e armonioso della
persona.
La riabilitazione assume poi una rilevanza importantissima
nella vita della persona handicappata e, quindi, va realizzata tenendo conto delle
esigenze globali della persona interessata, favorendo l'accessibilità e la
diffusione di interventi sul territorio, piuttosto che concentrandoli in
strutture che sovente allontanano dal proprio ambiente sociale e familiare.
L'orientamento scolastico deve favorire l'incontro
tra le potenzialità della persona handicappata ed i percorsi successivi
(scolastico, formativo, lavorativo,...) più adatti da indicare dopo la scuola
dell'obbligo, in considerazione del livello di autonomia raggiunto o raggiungibile
e delle aspirazioni della persona.
La formazione professionale e la scuola superiore
devono modificare la loro impostazione e tenere conto dei diversi livelli di
autonomia delle persone handicappate per fornire a ciascuno ciò di cui ha diritto.
Devono essere assicurate tutte le forme di sostegno
(aiuto personale, ausili, attrezzature) per garantire alla persona
handicappata il proseguimento degli studi secondo le proprie attitudini ed
aspirazioni.
Anche per i giovani con handicap intellettivo va garantita
una formazione prelavorativa nei normali centri di formazione professionale,
assicurando il massimo grado di integrazione possibile con gli altri studenti.
Analogamente, vanno previsti percorsi formativi per persone con handicap
mentale. Si auspica, infine, il superamento di scuole o corsi speciali realizzati
in strutture esterne alle normali istituzioni scolastiche.
L'intervento assistenziale (ad esempio i centri diurni)
deve essere predisposto solo per i soggetti che, a causa della gravità delle
loro condizioni psico-fisiche, non sono assolutamente in grado di svolgere alcuna
attività lavorativa. I centri diurni devono puntare, comunque, allo sviluppo o
al mantenimento dei livelli di autonomia - anche minima - delle persone
handicappate.
Limiti attuali
La legge quadro sull'handicap, mentre afferma in
termini di principio che è necessario garantire tutto questo, non prevede poi
nessun obbligo specifico alle Regioni e agli Enti locali, né finanziamenti aggiuntivi.
Preoccupazione lascia, poi, la parte relativa alla
formazione professionale e prelavorativa, in particolare riferita alle persone
con handicap intellettivo, poiché anche il testo proposto dal Senato per la riforma
del collocamento al lavoro, purtroppo, come la legge quadro, non distingue tra
handicap intellettivo dovuto a lesioni organiche e handicap mentale (malattia
mentale). Nei fatti non vengono garantiti percorsi differenziati per le due
tipologie di handicap, con la certezza che siano percorsi da realizzarsi in
normali contesti scolastici e formativi.
3. Diritto ad una scuola dell'infanzia
e dell'obbligo per tutti
Il diritto all'educazione e all’istruzione va
assicurato nelle sezioni e classi comuni anche per coloro che risultano
gravemente limitati nella loro autonomia.
Le condizioni
Deve essere rispettato il diritto all'educazione e
all'istruzione per tutti, nelle scuole statali e non statali, pubbliche e
private, a partire dall'asilo nido.
Deve essere garantita ed estesa l'obbligatorietà
delle Intese (tra scuola, Ussl, Enti locali).
Devono essere assicurati, in primo luogo, gli obiettivi
del rispetto della dignità della persona e del raggiungimento della massima
autonomia possibile.
Si devono in ogni caso evitare percorsi formativi
paralleli ed emarginanti.
Devono essere garantiti il personale insegnante e
quello di sostegno e dl assistenza, gli ausili, i sussidi. Deve essere prevista
una adeguata formazione di tutto il personale della scuola.
Gli edifici scolastici devono essere accessibili.
Devono essere garantiti i trasporti necessari.
Limiti attuali
Per la scuola la legge quadro per lo più coordina e
chiarisce disposizioni di legge già in vigore, e dà certezza giuridica a norme
finora emanate solo a livello amministrativo. Tuttavia, accanto a questi
aspetti positivi permangono alcune norme di ambigua interpretazione e
limitazioni soprattutto in merito all'assegnazione degli insegnanti di
sostegno, la Commissione Bilancio della Camera ha imposto condizionamenti che
potranno rendere problematico, nei fatti, il diritto allo studio degli alunni
handicappati nelle scuole pubbliche, mentre nulla - tra l'altro - viene detto
per garantire il diritto alla frequenza anche in quelle private.
4. Diritto al riconoscimento della
capacità lavorativa
Il lavoro è un diritto per le persone handicappate
comprese quelle con handicap intellettivo e mentale in grado di svolgere
attività lavorative con capacità piena o ridotta.
Le
condizioni
L'inserimento deve avvenire nei luoghi di lavoro
normali.
Le cooperative sociali previste dalla legge 8 novembre
1991, n. 381, art. 1, punto b), non devono essere alternative all'inserimento
delle persone handicappate nei normali ambienti di lavoro; al contrario esse
possono svolgere un importante ruolo di passaggio per favorire tale inserimento.
Occorre che la nuova legge sul collocamento obbligatorio
superi l'attuale impostazione burocratica valorizzando le capacità individuali
della persona attraverso la metodologia del collocamento mirato.
Non sono accettabili soluzioni quali l'istituzione di
laboratori protetti o di reparti speciali nelle aziende. L'inserimento
lavorativo non va confuso con l'inserimento in centri diurni quali quelli
citati sopra, nei quali lo svolgimento di attività lavorative assume un
significato terapeutico occupazionale.
Limiti attuali
Confidiamo nella revisione del progetto di legge
"Rosati", in quanto non prevede che il diritto al lavoro sia attuato
solo in contesti normali per le persone handicappate con piena o ridotta
capacità lavorativa.
Sono infatti previste e favorite, da finanziamenti
specifici, attività "protette", sovente appaltate ad enti e
organizzazioni private, con grave deresponsabilizzazione degli enti pubblici e
spreco di risorse non finalizzate, invece, all'inserimento reale nelle
imprese.
5. Diritto alla casa, ai trasporti,
alla cultura, allo sport, al tempo libero, ai servizi sociali
Le persone handicappate hanno diritto di accedere
alle opportunità offerte a tutti i cittadini nel campo della casa, del
trasporti, della cultura, dello sport, del tempo libero e, in generale, degli
altri servizi sociali.
Le condizioni
Premessa per favorire il mantenimento della persona
handicappata nel suo contesto sociale è la messa a disposizione di alloggi
accessibili e la previsione di quote di riserva di abitazioni nell'edilizia
pubblica e privata, contributi per l'adattamento degli alloggi da parte degli
enti locali...
Le attività culturali, sportive, di tempo libero, che
vanno potenziate per tutti, vanno organizzate in modo da essere fruibili anche
da parte delle persone handicappate.
Vanno eliminate o superate le barriere architettoniche.
Limiti attuali
Al riguardo bisogna operare perché siano previsti
nella prossima finanziaria (contrariamente a quanto si è verificato nell'anno
1991) finanziamenti adeguati per le leggi a sostegno dell'abbattimento delle
barriere architettoniche e dell'adeguamento e attivazione dei servizi di
trasporto.
6. Diritto alle cure sanitaria
Le persone handicappate, come tutti i cittadini,
hanno diritto ad interventi sanitari di prevenzione, cura e riabilitazione a
livello territoriale, evitando (in tutta la misura del possibile) il ricovero
prolungato in strutture specialistiche, specialmente quando provochino lo
sradicamento della persona dal proprio ambiente familiare e sociale.
La condizione di handicap non presuppone necessariamente,
in caso di bisogno di interventi diagnostici o terapeutici, la situazione di
ricovero; vanno privilegiati gli interventi sanitari a domicilio, quelli
ambulatoriali e di ospedale di giorno.
7. Diritto a servizi assistenziali
La persona handicappata, che non può usufruire degli
interventi di cui sopra a causa della gravità delle sue condizioni personali
e/o ambientali, ha diritto ad usufruire di servizi assistenziali, che consentano
di rimanere nel proprio ambiente naturale di vita.
Le condizioni
La persona handicappata deve essere considerata non
come destinataria di interventi, ma come soggetto che fruisce di determinati
servizi che gli consentano di esprimere al meglio le proprie potenzialità e
svolgere un ruolo sociale attivo.
I servizi devono garantire il diritto di scelta della
persona handicappata e dei suoi familiari. Qualora non sia possibile il
mantenimento della persona handicappata nella propria famiglia, e qualora la
persona non sia in grado, neppure con aiuti esterni di condurre forme di
abitazione o coabitazione autogestite, vanno attivate comunità di tipo familiare
formate da poche persone, inserite nel territorio, con figure stabili di
riferimento che, in caso di minorenni, svolgano la funzione genitoriale.
Occorre evitare nuove forme di ricovero, attivando al
contrario un piano di deistituzionalizzazione delle persone handicappate a
livello nazionale, regionale e locale, attingendo a tutte le risorse presenti
nel territorio.
Limiti attuali
È quanto mai urgente ottenere la precisazione della
capienza dei centri diurni assistenziali (al massimo 20/25 utenti) dislocati
sul territorio, poiché la legge quadro non precisa che cosa va inteso per
"centri socio-riabilitativi», e c'è il rischio che vengano creati nuovi
istituti di ricovero o potenziati quelli esistenti, addirittura accorpati con
strutture per anziani cronici non autosufficienti (cfr. l'art. 20 legge
67/1988, il decreto del Ministro della sanità del 29.9.1989 n. 321 e il decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22.12.1989). Le comunità alloggio
e le case famiglie, invece, sono da intendersi come abitazioni per 8-10 utenti
al massimo, situate in normali contesti abitativi.
Conclusioni
Le disposizioni contenute nella legge quadro, i
provvedimenti delle leggi finanziarie, il testo approvato dal Senato per la
riforma del collocamento obbligatorio al lavoro degli handicappati - lo
ripetiamo - rischiano di segnare negativamente le linee portanti degli
interventi diretti alle persone handicappate per i prossimi anni.
Per questo rinnoviamo l'appello a lavorare e ad impegnarsi
per ottenere il riconoscimento di diritti certi ed esigibili.
Deve essere eliminata ogni incertezza e ambiguità;
vanno previsti finanziamenti adeguati, tempi e modalità di attuazione dei
servizi che non devono più essere solo enunciati, ma che devono essere assicurati.
Invitiamo tutte le persone coinvolte a continuare la
battaglia per il diritto all'integrazione e all'inserimento pieno delle persone
handicappate.
(1) Legge 5 febbraio 1992, n. 104
"Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate", pubblicata sul supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale, n. 39 del 17 febbraio 1992.
(2) Il Gruppo informale
"Handicappati e Società" ha pubblicato due documenti:
"Handicappati e società - Quali valori, quali diritti, quali doveri"
(1989); "Handicappati e società - Quali strategie per il lavoro"
(1991), che si possono ricevere scrivendo alla segreteria del Gruppo c/o Maria
Grazia Breda, via Foligno 70 - 10149 Torino. Il Gruppo si incontra
periodicamente a Roma, presso l'Associazione Bambini Down, viale delle Milizie
106 (sig.ra Anna Contardi), tel. 06/317976.
www.fondazionepromozionesociale.it