Prospettive assistenziali, n. 98, aprile-giugno 1992

 

 

ANCHE GLI USA VERSO LA RIFORMA SANITARIA

 

 

Riportiamo la dichiarazione del Senatore Edward M. Kennedy rilasciata in occasione della presentazione di una proposta di legge diretta a garantire le cure sanitarie a tutti i cittadini americani (*).

 

Ho lavorato per molti anni ai problema di una assistenza sanitaria accessibile a tutti e mai, come oggi, mi sembra che questo target possa essere definitivamente raggiunto. Del resto, l'esigenza di adottare tempestivamente provvedi­menti ed azioni non è stata mai forte quanto lo sia attualmente, poiché ci troviamo di fronte ad una crisi dell'assistenza sanitaria in grado di mi­nacciare la salute ed il benessere di ogni citta­dino americano. Sono ormai troppi gli americani privi di una copertura assicurativa assoluta o per lo meno parziale ed il loro numero cresce di anno in anno.

Nessuna famiglia americana può affermare con certezza che la copertura assicurativa contro le malattie di cui gode attualmente potrà tutelarla anche nel prossimo futuro; i costi della as­sistenza sanitaria, che già appaiono attestati ad un livello troppo alto, crescono a ritmi esponen­ziali. In questa ricca terra di 250 milioni di abi­tanti, ben 34 milioni di cittadini americani sono totalmente privi di una copertura assicurativa contro le malattie; a questi, si aggiungeranno, nei prossimi due anni, altri 30 milioni di america­ni che non potranno fruire, per consistenti pe­riodi di tempo, di una copertura per l'assistenza sanitaria. E altri 60 milioni di cittadini americani come noi, fruiscono di un'assicurazione che la stessa amministrazione Reagan aveva giudicato inadeguata. Nel periodo della grande depres­sione economica, il Presidente Franklin Delano Roosevelt aveva incitato l'America all'azione di­chiarando che «Un terzo della popolazione ame­ricana abita in case precarie, non può permet­tersi di vestire in maniera adeguata ed è malnu­trita»; oggi, più di un terzo della popolazione americana è priva di quel minimo di copertura assicurativa sanitaria di base che ogni nazione industrializzata, ad eccezione del Sud Africa, ri­tiene giustamente un diritto fondamentale dell'uomo.

Una famiglia senza copertura assicurativa de­ve vivere quotidianamente con la consapevolez­za che un banale incidente o una malattia può prosciugare i risparmi di una vita intera. Ma il pericolo è ben più grave della sola perdita della sicurezza economica.

Ogni anno, un milione di cittadini americani necessita di prestazioni di assistenza sanitaria di cui non può fruire perché non è in grado di pagarne le spese; altri 14 milioni di americani non richiedono neppure le prestazioni di cui avrebbero bisogno, poiché sono consapevoli a priori di non potersele permettere.

I due terzi dei non assicurati, non consultano un medico anche in presenza di gravi sintomi quali un'emorragia spontanea o una perdita di conoscenza. Uno studio effettuato recentemen­te a Washington D.C., ha evidenziato che quasi la metà dei non assicurati ricoverati in ospedale avrebbe potuto evitare la spedalizzazione qualo­ra avesse potuto fruire dell'assistenza preventi­va da parte di un medico di famiglia.

Il problema assume caratteri drammatici per i bambini americani.

Otto milioni di bambini non hanno copertura assicurativa; uno su tre dei bambini di condizio­ni non agiate non fruisce di alcuna copertura. Ben il 40% dei nostri bambini non ha ricevuto la somministrazione dei principali vaccini pediatri­ci.

Gli Stati Uniti, primi nelle classifiche della ric­chezza nazionale e della potenza militare, crolla­no al 22° posto nella prevenzione della mortalità infantile.

Ad ogni bambino americano dovrebbe esse­re assicurato un approccio sano alla vita, ma at­tualmente non è affatto così.

La crescita esponenziale dei costi dell'assicu­razione sanitaria rischia di far diventare la salute un lusso non alla portata dei lavoratori america­ni; la spesa sanitaria annua negli Stati Uniti su­pera ormai i 700 miliardi di dollari. I costi cre­scono ad un ritmo doppio rispetto ai salari. Le spese sostenute dalle imprese per l'assistenza sanitaria sono ormai superiori al livello dei pro­fitti aziendali. L'ammontare pagato dalle famiglie americane per prestazioni sanitarie non coperte dalle assicurazioni è triplicato negli ultimi dieci anni, salendo da 63 a 162 miliardi di dollari.

Una tale esplosione dei costi, che già di per se stessa costituirebbe un gravissimo problema a prescindere dalle particolari congiunture, non ha neppure consentito la creazione di un siste­ma sanitario correlato alle reali esigenze ed alle legittime aspettative del popolo americano; non ha evitato che i tassi di mortalità infantile regi­strati negli Stati Uniti fossero più alti di tutti gli altri paesi industrializzati; non ha fatto sì che l'aspettativa di vita raggiungesse i livelli presenti in altri dodici paesi; non ha, infine, garantito, a milioni di famiglie lavoratrici una copertura assi­curativa e neanche, ad altri milioni di americani, un livello minimo di protezione.

Presi in mezzo nella duplice morsa del nume­ro crescente di non assicurati e della crescita esponenziale dei costi, molti istituti di assistenza sanitaria stanno attualmente sperimentando una situazione ad alto rischio; gli ospedali che devo­no assicurare prestazioni sanitarie ai non assi­curati stanno sempre più affondando in una ma­rea di conti in rosso; la metà degli ospedali pub­blici operano in perdita, come pure un terzo de­gli ospedali rurali. Seicento ospedali americani saranno forse chiusi nei prossimi anni.

Nella città di New York, non è insolito attende­re tre giorni in un reparto di pronto soccorso prima di poter usufruire di un letto ospedaliero; 41 Stati americani hanno problemi analoghi alla città di New York.

Nella città di Los Angeles, più della metà degli ospedali privati hanno dovuto sospendere l'as­sistenza traumatologica, poiché non possono assistere i cittadini non assicurati che si presen­tano al pronto soccorso; a livello nazionale, l'as­sistenza traumatologica è stata eliminata in un terzo degli ospedali. Da questi dati di fatto emer­ge una sinistra considerazione: «Non farti coin­volgere in un incidente stradale; puoi essere ric­co o povero, assicurato o meno, la tua vita corre un grosso pericolo!». Anche negli ospedali de­stinati ad un'utenza agiata e coperta da solide garanzie assicurative, i costi continuano a cre­scere; è, questo, un altro segno del nostro falli­mento nel tentativo di garantire un sistema na­zionale di assistenza sanitaria razionale, umano ed efficace. L'assistenza sanitaria è, dunque, il business più fallimentare esistente nel nostro paese. Il piano che noi vogliamo proporre si ba­sa sull'attuale sistema, ma intende correggere i suoi difetti peggiori; si tratta di una proposta pratica, fattibile e realizzabile. Una copertura as­sicurativa di base contro le malattie sarà assicu­rata ad ogni famiglia americana e sarà previsto un programma globale per il controllo ed il con­tenimento dei costi dell'assistenza sanitaria. In base al nostro piano, ogni impresa dovrà prov­vedere alla copertura assicurativa dei propri im­piegati e delle relative famiglie o contribuire alla loro copertura ai sensi di un nuovo programma, federale e statale al tempo stesso, chiamato AmeriCare. I due terzi dei non assicurati sono lavoratori con le rispettive famiglie. Sono ameri­cani che lavorano duro, molti di loro 40 ore a settimana, 50 settimane ogni anno, ma nono­stante questo impegno non sono in grado di avere la copertura assicurativa di cui necessita­no, perché i loro datori di lavoro si rifiutano di fornirla.

La grande maggioranza delle imprese ameri­cane ha ormai assunto questo impegno. Sono trascorsi più di cinquanta anni da quando, per la prima volta, noi abbiamo richiesto ai datori di la­voro di pagare una quota supplementare inte­grativa per un sistema previdenziale, di contri­buire al risarcimento del lavoratore ed all'assi­curazione per la disoccupazione. Siamo nel 1991 ed è finalmente giunta l'ora che tutti i dato­ri di lavoro provvedano o almeno contribuiscano all'assistenza sanitaria.

Anche i disoccupati hanno diritto ad un'assi­stenza sanitaria. Il programma AmeriCare farà sì che anche i disoccupati fruiscano di una coper­tura assicurativa, sulla base di una partecipazio­ne contributiva correlata alla loro capacità di pagare. La copertura assicurata al nostro piano sarà introdotta gradualmente in un arco di cin­que anni, cominciando con la copertura di tutti i bambini. Le imprese con più di 100 impiegati dovranno immediatamente provvedere a fornire una copertura integrale o parziale.

Il piano prevede, inoltre, una serie di disposi­zioni per rendere più agevole alle piccole impre­se di far fronte ai maggiori costi correlati alle lo­ro accresciute obbligazioni.

Queste disposizioni comprendono una rifor­ma delle assicurazioni, in modo tale che le pic­cole imprese possano finalmente essere in gra­do di procurarsi una copertura assicurativa ad un prezzo equo, senza riguardo allo stato di sa­lute più o meno buono dei loro impiegati. Il piano prevede anche nuove agevolazioni fiscali per garantire un equo trattamento ai lavoratori auto­nomi e per provvedere alla copertura, sino al 25%, dei costi delle piccole imprese che posso­no avere problemi nel procurarsi l'assicurazio­ne.

L'introduzione graduale delle disposizioni contenute nel piano, garantirà alle piccole im­prese il tempo necessario per adattarsi al nuovo sistema.

La nostra proposta include anche il program­ma più ampio ed articolato mai elaborato per far fronte al problema dei costi eccessivi della assi­stenza sanitaria.

In primo luogo, la proposta introduce delle mi­sure atte ad individuare, per poi eliminare dal si­stema sanitario, i servizi e le prestazioni non ne­cessari.

Studi condotti dalla RAND Corporation su una selezione di prestazioni mediche, stimano nell'ordine del 15-30% le prestazioni assoluta­mente non necessarie o addirittura dannose. Da uno studio durato cinque anni e condotto dal Medicare (1), emerge che il 10-20% dell'assi­stenza prestata è risultato non necessario. La Commissione Pepper ha quantificato in 18 mi­liardi di dollari la spesa per l'assistenza medica non necessaria. Il nostro programma prevederà l'elaborazione graduale di Linee guida per la prestazione medica al fine di individuare ed eli­minare le forme di assistenza sanitaria non ne­cessarie. Saranno incoraggiate le forme di assi­stenza controllate, fornite da operatori consape­voli dei rapporti costi/efficacia, e le ricerche fi­nalizzate alla valutazione dei risultati, in maniera tale da definire l'efficacia di trattamenti medici il cui valore risulta attualmente incerto, per poi eli­minare i servizi rivelatisi inefficaci.

In secondo luogo, il piano prevede un rispar­mio di molti miliardi di dollari attraverso una ri­duzione dei costi amministrativi non necessari.

Il sistema attualmente vigente è soffocato da lungaggini burocratiche che pesano sul medico, sull'efficienza degli ospedali e sullo stesso pa­ziente.

Sono più di 1.200 le compagnie che attual­mente operano nel settore assicurativo sanitario e la varietà delle modalità di pagamento, unita alla ripetuta e contraddittoria revisione delle prestazioni mediche che ne risulta, comporta esborsi monetari e perdite di tempo, distoglien­do risorse che potrebbero essere utilizzate per l'assistenza sanitaria. Quando una compagnia stipula una polizza con una piccola impresa o con un singolo cittadino, il 40-50% del premio assicurativo viene destinato alla copertura dei costi amministrativi, alla formazione del fatturato o viene incamerato come profitto netto. Tutto questo denaro resta, quindi, all'interno della compagnia assicurativa e non viene destinato all'acquisto di neppure un cerotto. Il nostro pro­gramma riformerà il mercato assicurativo al fine di ridurre le spese generali e garantire che una percentuale maggiore dei premi assicurativi vengano destinati alla copertura dei costi dell'assistenza sanitaria piuttosto che utilizzati come mere operazioni di bilancio da parte delle singole compagnie. I metodi per la fatturazione e le modalità di rimborso saranno standardizzati e le piccole compagnie assicurative dovranno riu­nirsi in consorzi che provvedano al pagamento delle spese dei medici e degli ospedali. Le eco­nomie di scala e la standardizzazione favoriran­no l'applicazione di procedure sburocratizzate e valide in termini di rapporto costo/efficacia, nonché consentiranno di ridurre le risorse de­stinate all'amministrazione. Un nuovo program­ma teso a migliorare la qualità dei servizi, con­sentirà a molti medici e strutture ospedaliere di evitare le perdite di tempo e di denaro che at­tualmente derivano dalla necessità di "giustifi­care" alle compagnie assicurative tutta una se­rie di tests e procedure.

In terzo luogo, il programma porrà fine alla po­litica del pagamento dell’“assegno in bianco”, che ha permesso sino ad oggi a medici e ospe­dali di mettere in conto qualsiasi servizio ritenu­to necessario per l'assistenza al malato.

Ciò di cui noi abbiamo bisogno è il migliore si­stema di assistenza sanitaria, non il più caro o il più dispendioso. Il programma prevede, inoltre, la creazione di un "Consiglio Federale per la spesa sanitaria", con l'autonomia e la dignità propria di un Consiglio Federale di Riserva (Fe­deral Reserve Board). Questo nuovo Consiglio sarà responsabile della raccolta, analisi e pub­blicazione di una serie di dati sui medici e le strutture ospedaliere operanti sul territorio, dati che saranno messi a disposizione dei pazienti e delle compagnie assicurative per una valutazio­ne comparativa dei costi e della qualità offerta caso per caso. Il Consiglio definirà dei limiti rigi­di alla spesa assoluta, e favorirà la negoziazione tra acquirente e fornitore.

Anche i singoli stati saranno incoraggiati ad adottare misure di controllo dei costi.

Ogni cittadino americano avrà una copertura assicurativa; attualmente, i costi dell'assicura­zione contro le malattie per i loro fruitori risulta­no superiori al 15% rispetto ad una situazione in cui tutti i cittadini fossero assicurati; quando, in­fatti, un cittadino non può pagare la prestazione sanitaria fruita, i costi si lievitano per effetto di un addebito supplementare a quanto dovuto da tutti gli altri cittadini. La mia famiglia è stata for­tunata perché si è sempre trovata nella possibi­lità di fruire della migliore assistenza sanitaria; la scadenza legata alla necessità di assicurare ad ogni cittadino americano l'assistenza sanita­ria di cui ha bisogno, è stata ormai superata da molto tempo. lo credo che l'applicazione di que­sta proposta di legge possa marcare l'inizio di un processo per il raggiungimento di questa meta e garantire, come una realtà certa per ogni famiglia americana, un'assistenza sanitaria de­corosa.

 

 

(*) II testo è ripreso integralmente dal n. 29/30, 15/22 lu­glio 1991 di ISIS.

 (1) Ndr. Con il termine "Medicare" si indica il  program­ma a livello federale di assistenza sanitaria alla popolazio­ne con oltre 65 anni di età, agli inabili e a coloro che ne­cessitano di dialisi renale, introdotto negli Stati Uniti nel 1965; sempre nello stesso anno, il Governo Federale ha avviato anche il programma "Medicaid", che assicura assi­stenza sanitaria agli indigenti. I due programmi menzionati, insieme alle assicurazioni governative per gli impiegati sta­tali e per il personale militare, concorrono alla formazione della spesa pubblica.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it