Prospettive assistenziali, n. 95, luglio-settembre 1991

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

RESPINTA DALLA REGIONE VALLE D'AOSTA LA PETIZIONE POPOLARE SULL'OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO

 

Su iniziativa della Sezione ULCES della Valle d'Aosta, 1963 cittadini della Regione hanno sot­toscritto la seguente petizione:

 

«I sottoscritti cittadini della Valle d'Aosta,

- tenuto conto che obiettivo primario dei servizi sanitari dovrebbe essere la cura a domicilio delle persone anziane croniche non autosufficien­ti ogni qualvolta lo consenta la situazione del pa­ziente e vi sia l'impegno dei familiari;

- valutati i positivi risultati di analoghe espe­rienze sia per quanto riguarda gli anziani cronici non autosufficienti, sia in merito alla consistente riduzione dei costi economici derivanti dall'intervento domiciliare in alternativa a quello ospeda­liero.

«Chiedono alla Regione Autonoma Valle d'Aosta e all'Unità sanitaria locale di istituire un servizio di ospedalizzazione a domicilio comprendente:

- le prestazioni del medico di base, così come stabilito dalle leggi vigenti;

- l'intervento dei medici specialisti, degli in­fermieri e dei riabilitatori;

- la corresponsione ai familiari di una som­ma sufficiente a coprire le spese da essi soste­nute per ottenere i necessari aiuti da parte di personale non specializzato per almeno 3-4 ore al giorno;

- la garanzia del ricovero ospedaliero nei ca­si in cui ciò sia necessario;

- adeguati controlli per evitare abusi.

«Chiedono inoltre

- il passaggio alla gestione sanitaria delle microcomunità in cui sono prevalentemente ri­coverati anziani cronici non autosufficienti, fermo restando il fatto che per tutti i suddetti pazienti il ricovero in microcomunità deve essere gratuito.

«Chiedono infine

- che, per non costringere molti ricoverati in ospedale non autosufficienti a grossi sacrifici finanziari per assicurarsi la presenza di una “in­fermiera” a pagamento, accanto al normale per­sonale infermieristico venga istituita la figura della “badante” che ha il compito di fornire assi­stenza generica ai pazienti (alimentazione, igie­ne personale, sorveglianza continuativa ecc.)».

La petizione è stata consegnata al Presidente del Consiglio della Regione Valle d'Aosta il 12 ottobre 1989.

In data 5 febbraio 1990 l'Assessore regionale alla sanità e assistenza sociale ha inviato alla Presidenza del Consiglio una nota in cui, dopo aver ammesso che «è necessario correggere il quadro organizzativo dell'assistenza agli anziani introducendo elementi sanitari a completamento dell'assistenza fornita dai servizi sociali e che è necessario eliminare dal settore sociale le for­me sostitutive di intervento sanitario» respinge la petizione popolare asserendo che: «la Giunta regionale, nell'ambito della applicazione della Convenzione con Medici generici, ha stipulato un apposito accordo con i medici di medicina ge­nerale che regolamenta l'assistenza programma­ta agli assistiti non ambulabili (deliberazione Giunta regionale n. 3986 del 20.4.1989). L'attua­zione di tali modelli organizzativi, che a livello domiciliare devono necessariamente coordinarsi con l'organizzazione dei servizi distrettuali e po­liambulatoriali esistenti sul territorio, sembra che possa efficacemente rispondere alle esigen­ze manifestate con la petizione».

In parole più semplici, la Regione Valle d'Ao­sta rinvia a tempo indeterminato (1) l'istituzione del servizio di ospedalizzazione a domicilio, cioè di un intervento idoneo per i malati e poco costo­so per ]'Amministrazione, con il pretesto che prestazioni analoghe sarebbero fornite dalla con­venzione con i Medici generici.

Sì tratta di un accordo, deliberato dalla Giun­ta regionale in data 20 aprile 1989, che finora non ha fornito i necessari aiuti ai pazienti cronici non autosufficienti accolti a casa loro dai propri con­giunti, mentre ha garantito discreti vantaggi eco­nomici ai medici.

La maggioranza del Consiglio regionale ha an­che respinto la richiesta concernente la gestione sanitaria delle microcomunità che accolgono an­ziani malati cronici non autosufficienti, rinviando ogni decisione in merito.

A sua volta, la presenza in ospedale di perso­nale avente il compito di «fornire assistenza ge­nerica ai pazienti (alimentazione, igiene persona­le, sorveglianza continuativa)» ai ricoverati in ospedale non autosufficienti è stata bocciata in quanto la «badante» (2) è «una figura professio­nale non prevista e non disciplinata dalle norma­tive che regolano il personale del Servizio sani­tario nazionale».

Inoltre, secondo l'Amministrazione regionale «con la nuova articolazione delle cure ospeda­liere operata dal Decreto ministeriale 13 settem­bre 1988 e con la conseguente determinazione di standards di personale dovrebbero essere su­perati i problemi della cosiddetta assistenza sa­nitaria di base per degenti».

Sono ormai trascorsi tre anni dall'emanazione del sopra citato DM 13 settembre 1988 che pre­cisava gli standards del personale ospedaliero e nel frattempo, e chissà per quanti ancora, i ma­lati ricoverati in ospedale ed i loro congiunti do­vranno sborsare anche 1-2 milioni al mese per pagare persone che forniscano prestazioni indi­spensabili (vitto, pulizia, ecc.), prestazioni che, in base alle leggi vigenti, devono essere garan­tite dal Servizio sanitario nazionale.

Resta l'amarezza per i pretesti inconsistenti addotti dalla Regione Valle d'Aosta per respin­gere una richiesta sottoscritta da 1963 cittadini diretta ad ottenere ciò che le leggi nazionali vi­genti sanciscono da anni.

È troppo sperare in un atteggiamento favore­vole della nuova Giunta regionale?

 

 

 

(1) Al riguardo va segnalato che la maggioranza del Consiglio regionale ha respinto la proposta avanzata dai Consiglieri Riccarand (Verdi alternativi) e Mafrica (PCI) di stabilire una scadenza entro la quale l'Assessore re­gionale alla sanità e all'assistenza, Angelo Lanièce (DC) si impegnava a presentare un progetto per l'istituzione dell'ospedalizzazione a domicilio.

(2) Nella petizione non si richiedeva una nuova figura professionale, ma l'erogazione di prestazioni che l'ospe­dale per legge deve fornire.

 

 

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