Prospettive assistenziali, n. 91, luglio-settembre 1990

 

 

Editoriale

 

NO A NUOVI ENTI PER I CIECHI E PER GLI ALTRI HANDICAPPATI

 

 

Nel luglio 1990 la Commissione Istruzione del Senato ha approvato in sede referente un testo concernente: «Norme per favorire l'integrazione scolastica e l'assistenza a favore dei minorati nella vista e per la trasformazione degli Istituti dei ciechi» (1).

L'iniziativa nasce dal disegno di legge n. 666 presentato al Senato della Repubblica dal Sen. Covello e altri in data 21 novembre 1987.

La proposta di legge in oggetto, riproponendo gli istituti speciali per i ciechi sotto la forma di enti regionali di diritto pubblico:

- apre la strada per la creazione di strutture e servizi speciali per le varie «categorie» di handicap, e cioè per ciechi, per sordi, per spa­stici, per insufficienti mentali, per paraplegici, per tetraplegici, ecc.;

- annulla di fatto quanto previsto dal DPR 616 /1977 «Attuazione della delega di cui all'articolo 1 della legge 22 luglio 1975 n. 382»;

- rilancia il ricovero in istituto in contrasto con le esigenze di integrazione sociale dei ciechi;

- è in netto contrasto con i contenuti del di­segno di legge quadro per l'handicap, in discus­sione al Parlamento, che affronta in modo unita­rio i problemi delle persone colpite da handicap senza creare assurdi steccati e senza riproporre superate differenziazioni.

Va inoltre segnalato che con la creazione degli enti per i ciechi si riapre la strada allo spreco del pubblico denaro, come ha dimostrato l'esperienza degli innumerevoli enti inutili (ONMI, ECA, Pa­tronati scolastici, ecc.), che finalmente sono stati sciolti con il DPR 616/1977.

Fra l'altro, va osservato che il disegno di legge n. 666 è privo della copertura finanziaria sancita dalla Costituzione.

Considerati i numerosi e rilevanti aspetti nega­tivi della proposta di legge n. 666, è auspicabile che le associazioni, i movimenti di base ed i sin­dacati assumano le necessarie ed urgenti inizia­tive per evitare che venga approvato dal Parla­mento.

È anche sperabile che l'Unione Italiana ciechi, che sponsorizza la creazione di nuovi enti, ricon­sideri la propria posizione assumendo come base di riferimento le esigenze degli handicappati, senza lasciarsi tentare da mire corporative e clientelari.

 

 

 

(1) Il testo è integralmente riportato in questo numero.

 

 

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