Prospettive assistenziali, n. 89, gennaio-marzo 1990
PRIORITA DELLE INIZIATIVE
CULTURALI PER UN POSITIVO CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI ALLA LUCE DELLE
ESPERIENZE DELL'ANFAA, DELL'ULCES E DEL CSA (1)
Nel numero 88 di Prospettive
assistenziali, abbiamo descritto, sulla base delle esperienze dell'ANFAA,
dell'ULCES e del CSA, gli atteggiamenti che molte istituzioni nutrono nei
confronti del volontariato promozionale e le misure messe in atto dalle
istituzioni stesse per contrastare o bloccare le iniziative dirette ad ottenere
adeguate condizioni di vita anche per le persone non in grado di
autodifendersi.
Fra gli strumenti usati dalle istituzioni, abbiamo
indicato la negoziazione del problema, la non decisione, la mobilitazione dei
pregiudizi e dei luoghi comuni, aggiungendo che questi mezzi sono usati nell'ambito
di precise strategie e di calcolate tattiche.
Infatti, anche nell'attuale periodo di crisi; le
istituzioni - se vogliono - sono in grado di procedere con speditezza. Al
riguardo, ricordiamo che la legge 26 novembre 1985 n. 687 «Norme in materia
di particolari strutture sanitarie» (2), pubblicata sulla Gazzetta ufficiale
del 2 dicembre 1985, era stata presentata al Senato il 6 novembre dello stesso
anno e approvata da detto consesso 7 giorni dopo; era poi stata varata dalla
Camera dei deputati il 21 novembre: 26 giorni in tutto dalla presentazione alla
promulgazione.
È dunque un grossolano errore di valutazione ritenere
che i politici e gli amministratori pubblici siano degli incapaci e degli
improvvisatori. Raramente è così. Più spesso, le forze politiche mettono in
atto iniziative attentamente studiate. D'altra parte i detentori del potere non
sono mai soli: sono sempre circondati e aiutati da esperti nelle varie
discipline.
.
Per un positivo confronto con le istituzioni
Come abbiamo visto nei precedenti articoli, sulla
base delle esperienze dell'ANFAA, della ULCES e del CSA, si può affermare che,
per un positivo confronto dei movimenti di volontariato promozionale con le
istituzioni sono necessari: - la chiarezza degli obiettivi;
- la loro scelta in base alle forze disponibili e
alle prevedibili resistenze che si incontreranno da parte delle istituzioni e
dei gruppi che le appoggiano;
-
l'autonomia (3) e la compattezza del gruppo;
-
la ricerca del maggior numero possibile di alleati (gruppi e persone).
Altro aspetto di notevole importanza è la definizione
di interventi che permettano il raggiungimento di risultati intermedi.
Ciò è necessario non solo per verificare la validità
degli obiettivi stabiliti, dei metodi adottati e degli strumenti usati, ma
anche per avere elementi di fatto che comprovino i vantaggi, anche se
parziali, ottenuti dalle persone e dai nuclei in difficoltà.
Inoltre, la conquista di concrete mete intermedie
aiuta i singoli volontari e l'insieme dei gruppo di volontariato promozionale
ad accrescere o almeno a conservare l'impegno - spesso frustrante -
indispensabile per proseguire nella attività intrapresa.
Ad esempio, l'obiettivo generale del CSA era ed è il
riconoscimento del diritto degli anziani (e adulti) cronici non autosufficienti
alle cure sanitarie. Mete intermedie raggiunte sono state:
-
l'eliminazione dei trasferimenti dagli ospedali alle case di riposo di persone
in coma;
-
la progressiva diminuzione delle dimissioni selvagge praticate dagli ospedali
(4);
-
la consistente riduzione delle rette degli istituti per anziani cronici (5);
- l'approvazione da parte dell'USL Torino 123 della
deliberazione istitutiva del servizio di ospedalizzazione a domicilio e la sua
attuazione, anche se parziale;
- lo sviluppo delle capacità di autodifesa da parte
di persone e gruppi sociali (6). Detto sviluppo è stato ottenuto anche
mediante una intensa azione informativa e con un'attività di consulenza agli
utenti e agli operatori diretta a fornire gli elementi necessari alla tutela
dei diritti dei singoli. Attività che mai è stata sostitutiva di quanta le
persone interessate erano in grado di fare da sole. In questo modo le ricadute
della consulenza prestata sulle iniziative di cambiamento sociale sono state
lente, ma molto più efficaci di interventi diretti da parte dei componenti del
CSA.
Non sottovalutare la forza e la capacità delle
istituzioni
Analizzando le esperienze dell'ANFAA, della ULCES e
del CSA, si può affermare che è perlomeno ingenuo ritenere che il riconoscimento
delle esigenze e dei diritti della fascia più debole della popolazione possa
avvenire con il semplice lavoro di convincimento e di sensibilizzazione delle
istituzioni e dei loro amministratori, soprattutto se l'azione è diretta alla
prevenzione delle cause di emarginazione ed alla creazione di servizi
alternativi agli istituti di assistenza.
Troppi sono gli interessi colpiti: in primo luogo
sono messi in discussione i servizi che operano sulla base delle esigenze dei
più forti ignorando o calpestando quelle dei soggetti più deboli (7). Inoltre i
proprietari delle strutture di ricovero reagiscono alla prospettiva di avere un
minor numero di clienti e quindi di subire una riduzione degli utili, il
relativo personale dovrebbe cercarsi un altro lavoro, i negozianti che
forniscono agli istituti alimenti e attrezzature subirebbero una contrazione
dei loro affari. Inoltre, le forze politiche che sostengono dette strutture
sarebbero private dell'appoggio elettorale che ricevono con ripercussioni
negative sia sui voti di lista, sia sulle preferenze.
Alcuni
politici riconoscono apertamente che «i
più forti vogliono sempre essere i più forti» (8).
Anche
il Papa, nell'enciclica «Sollecitudo rei
socialis», sostiene che è sua «salda
convinzione» che «le cause che frenano
il pieno sviluppo siano la brama di profitto e la sete di potere».
Dunque, occorre agire per mettere in difficoltà di
fronte all'opinione pubblica i politici e gli amministratori che si oppongono
al riconoscimento dei diritti delle persone più deboli o non li attuano,
mettendo in crisi il loro elettorato e la loro rappresentatività.
Non è certamente sufficiente la presentazione
completa e dettagliata del problema con l'indicazione delle concrete
iniziative possibili, del personale occorrente, delle eventuali esigenze di
aggiornamento professionale, dei tempi necessari, degli investimenti economici
occorrenti e del calcolo delle spese di gestione (9).
In base anche alle esperienze di altre organizzazioni
non ci risulta nemmeno decisiva la creazione da parte di privati di servizi
innovativi che dovrebbero, terminata la fase di sperimentazione, essere
modelli di riferimento per le istituzioni.
Al riguardo, va osservato che l'amministratore
confronta sempre i vantaggi e svantaggi innanzitutto suoi e poi del suo
partito, derivanti dalla scelta operata. Ad esempio, se fra la base elettorale
sua e della sua parte politica vi sono importanti istituti di assistenza o una
forte associazione che li rappresenta, è ingenuo ritenere che l'amministratore
stesso e il suo gruppo non agiscano per impedire in tutti i modi la creazione
di un servizio alternativo al ricovero.
Se, nonostante tutto, un gruppo di base riuscisse a
creare una struttura (supponiamo che si tratti di una comunità alloggio per
minori), è arduo pensare che non saranno posti vincoli burocratici circa le
autorizzazioni a funzionare e che le prestazioni verranno pagate
dall'amministrazione pubblica.
Parimenti, non è mai successo che assessori e giunte,
eletti con i voti e le preferenze di organizzazioni che collaborano con le
aziende per l'assunzione di falsi invalidi, istituiscano spontaneamente, a
seguito della presentazione dì progetti tecnicamente validi, corsi per la formazione
professionale o prelavorativa (10) di persone realmente colpite da handicap.
Inoltre occorre tener in debito conto che, se si
tratta di iniziative isolate, soprattutto sul piano culturale e politico, la
loro influenza resta marginale e ininfluente per quanto concerne il cambiamento
sociale.
Per passare dalla individuazione delle esigenze dei
soggetti più deboli e delle possibili risposte alla loro attuazione, il
cammino è lungo e difficile.
Infatti, per rimuovere o almeno attenuare le cause
che producono disagio ed emarginazione, è necessario ottenere - come si è già
detto - cambiamenti non marginali. Ad esempio, lotta all'evasione scolastica
(11), inserimento prescolastico e scolastico dei minori colpiti da handicap,
posti di lavoro anche per gli invalidi che hanno piena capacità lavorativa e
soprattutto per quelli il cui rendimento è inferiore alla media degli altri
occupati, abbattimento delle barriere architettoniche.
Si tratta di cambiamenti importanti che non si
ottengono - lo ripetiamo - semplicemente operando con iniziative di
informazione, di generica sollecitazione, di coscientizzazione delle autorità.
L'ANFAA, l'ULCES e il CSA non hanno mai incontrato
situazioni facili per ottenere il riconoscimento delle esigenze e dei diritti
delle persone non in grado di autodifendersi. Hanno dovuto lottare, spesso
duramente, per vincere l'opposizione dei politici e, non infrequentemente,
anche di funzionari, di tecnici e di operatori sociali.
I politici - ovviamente - sono estremamente sensibili
alla loro popolarità e sono - giustamente - preoccupati della perdita di
consenso della popolazione.
Occorre, dunque, agire a questo livello, tenendo
anche conto che ciascun politico ha una sua rete di sostenitori.
Priorità dell'azione culturale
Per vincere le resistenze delle istituzioni (Parlamento,
Governo, Regioni, Comuni, Province, Comunità montane, Unità sanitarie locali),
l'ANFAA, l'ULCES e il CSA hanno sempre ritenuto necessario dare priorità
all'azione culturale.
Hanno pertanto agito per introdurre nuovi valori
(12), per dare una informazione corretta circa le esigenze ed i diritti delle
persone in difficoltà, per individuare gli obiettivi a breve, medio e lungo
termine.
Una conseguenza dell'azione culturale è la messa in
evidenza delle politiche di emarginazione praticate da amministratori e dalle
loro parti politiche.
Mentre il movimento di volontariato promozionale
cerca di mettere in difficoltà gli avversari (politici, funzionari, tecnici,
operatori, sostenitori di vario genere) sulla base dei nuovi valori presentati
e delle soluzioni proposte, è necessario che l'azione culturale sia perseguita
in modo da ottenere il maggior numero possibile di adesioni da parte di
studiosi e di gruppi organizzati.
A questo fine, l'ANFAA, l'ULCES e il CSA hanno sempre
favorito l'assunzione dei problemi da parte di altre organizzazioni.
A volte, se non viene dato spazio al protagonismo di
dirigenti di altri organismi, il loro apporto è solo formate (13), se non
inesistente. In questi casi, l'ANFAA, l'ULCES e il CSA hanno messo a
disposizione la loro elaborazione e la loro esperienza per favorire la
riuscita delle iniziative intraprese da altri, per nulla gelose del fatto di
non comparire o di svolgere un ruolo marginale.
Certamente le difficoltà, specialmente nella fase
iniziale quando si è soli, sono enormi ed i momenti di crisi possono essere
numerosi e profondi.
Le iniziative culturali assunte dall'ANFAA, dall'ULCES
e dal CSA hanno sempre riguardato - come abbiamo più volte ricordato - le
persone non in grado di autodifendersi (minori in situazione di abbandono,
handicappati intellettivi gravi, persone non autosufficienti). Data la situazione
di incapacità di questi soggetti, vi è il gravissimo pericolo di assumere,
anche in perfetta buona fede, iniziative contrarie o non conformi alle esigenze
e ai diritti che si intende affermare e difendere. Occorre pertanto procedere
con estrema cautela.
Alcune indicazioni operative
L'ANFAA, l'ULCES e il CSA hanno operato come segue.
In primo luogo hanno proceduto alla individuazione del problema su cui
lavorare, ricercando le soluzioni possibili (14).
In secondo luogo, l'analisi e gli interventi proposti
sono stati discussi nell'ambito di piccoli gruppi (inizialmente composti quasi
sempre da componenti dell'organizzazione) e in seguito interpellando esperti
delle varie discipline coinvolte (giuristi, sociologi, medici, psicologi, amministratori,
ecc.).
Quindi si è passati alla pubblicazione di un
documento base (15) a seguito del quale sono state prese iniziative di vario
genere (16) per sottoporre i contenuti all'esame da parte del maggior numero
possibile di persone e organizzazioni, al fine di acquisire critiche e
proposte in merito alle proposte avanzate.
La fase relativa all'iniziativa culturale, in genere,
dura anni. Per favorire lo sviluppo dell'azione culturale, l'ANFAA, l'ULCES e
il CSA hanno sempre ritenuto estremamente opportuna la creazione di gruppi
anche informali, al fine di coinvolgere il maggior numero di persone.
Ovviamente, se gli aderenti ai suddetti gruppi
partecipano in rappresentanza di organizzazioni, il peso dell'azione culturale
aumenta, anche in misura notevole (17). È infatti necessario operare nel
maggior numero possibile dei settori culturali per ottenere prese di posizione
di natura etica, giuridica, sociologica, medica, ecc.
Per raggiungere questo obiettivo - è evidente, ma lo
ripetiamo - non è certo sufficiente la azione di una singola associazione, per
quanto consistente essa sia sotto il profilo numerico e gli aderenti siano
qualificati.
Com'è ovvio, l'azione culturale raggiunge i suoi
obiettivi quando mette in difficoltà gli avversari che perseguono obiettivi
diversi, se non opposti.
Si ottiene un primo e significativo risultato quando
tacciono i «ripetitori» e cioè coloro, a volte anche cittadini illustri, che
riferiscono, spesso anche in buona fede, cose sentite dire, senza aver compiuto
alcun approfondimento sulla validità delle loro affermazioni (18).
Strumenti informativi
Soprattutto a causa della mancanza di mezzi
economici, gli strumenti informativi in possesso dell'ANFAA, dell'ULCES e del
CSA sono sempre stati e sono assolutamente insufficienti. Tuttavia, occorre
riconoscere che detti mezzi hanno svolto e svolgono un ruolo positivo, anche
se estremamente circoscritto.
Il principale veicolo di informazione (e spesso di
controinformazione rispetto agli altri mezzi di comunicazione) dell'ANFAA,
dell'ULCES e del CSA è stato ed è la rivista trimestrale «Prospettive assistenziali».
Questa pubblicazione, che esce ininterrottamente dal
1968, è sempre stata aperta alla collaborazione di studiosi esterni; anzi la
partecipazioni di esperti non facenti parte dei sopra tre menzionati movimenti
di base è sempre stata sollecitata con molta insistenza.
Va segnalato che non e stato di ostacolo il fatto
che la rivista non abbia mai versato alcuna remunerazione ai suoi articolisti,
nemmeno sotto forma di rimborso spese.
Fra i collaboratori esterni di Prospettive assistenziali si citano: M.
Ammaniti, J. Baldaro Verde, G. Battistacci, L. Berlinguer, A. Canevaro, P.
Cendon, P. Crepet, G. De Plato, G. Di Mola, M. Dogliotti. F. Fabris, B. Finzi,
W. Fossati, L. Grasso, M. M. Gutiérrez, C. Hanau. F. Ichino, V. Lumia, G.A.
Maccacaro, C.M. Martini, A. Miqliasso, F. Mondino. E. Monzeglio, G. Nervo, F.
Occhiogrosso, G. Pagliarello, E. Pascal, G. Pasini, P. Pazé, L. Perniqotti, M.
T. Ponzio, G. U. Rescigno, M. Scassellati Galetti, G. Selleri, G. Serpellon, M.
Tedesco. M. Trabucchi, C. Trevisan, M. Vaudano, P. Zatti.
Altra forma di partecipazione esterna è stata la
traduzione di documentazione straniera (19).
Questi interventi sono stati molto arricchenti ed
hanno consentito all'ANFAA. all'l1LCES e al CSA di non avere una visione dei
vari problemi limitata alle iniziative in atto nel nostro paese. Spesso la
ripetitività, in una misura superiore a quanto comunemente si creda, assedia la
mente e orienta il pensiero e l'azione in modo errato.
Si pensi, ad esempio, alla falsa valutazione degli
anni 60 sull'istituto di ricovero ritenuto allora una adeguata modalità di
intervento per i minori in situazione di abbandono o con famiglie in difficoltà
ed alle nefaste conseguenze delle carenze di cure familiari di cui, al momento
della costituzione dell'ANFAA, non c’era alcuna informazione di massa.
La pubblicazione di Prospettive assistenziali ha anche favorito l'acquisizione della
documentazione originale prodotta dalle nostre istituzioni (leggi, delibere,
lavori parlamentari), permettendo, fra l'altro, di accertare diritti già
sanciti. Al riguardo si ricorda che, proprio su Prospettive assistenziali (Cfr. l'editoriale del n. 44, ottobredicembre
1978), sono state citate le leggi che sanciscono il diritto degli anziani
cronici non autosufficienti alle cure sanitarie, comprese - occorrendo - quelle
ospedaliere o paraospedaliere. Tutto ciò nel periodo in cui tutti ignoravano
questo dato di fatto.
Inoltre, su Prospettive
assistenziali sono stati riportati i documenti significativi di organismi
internazionali (Consiglio d'Europa, Ufficio internazionale del lavoro, Ufficio
internazionale cattolico per l'infanzia, ecc.), di istituzioni italiane (Corte
costituzionale, Parlamento, Governo, Corte di cassazione, Regioni, Corti
d'appello, Tribunali, Province, Comuni, USL, Preture), di partiti, di organi
religiosi, di enti di formazione professionale, di sindacati, di associazioni,
di movimenti d, base e di operatori. Anche questi apporti hanno
consentito di ampliare le conoscenze.
Va infine precisato che, fin dalla sua uscita, Prospettive assistenziali è sempre stata
autonoma sul piano economico, avendo ottenuto i necessari finanziamenti dagli
abbonamenti, nella stragrande maggioranza persone singole. La scelta della
dipendenza della disponibilità economica dagli abbonamenti ha costretto la
redazione a confrontarsi costantemente con le altre riviste. Questa è stata ed
è la molla per garantire al periodico un livello qualitativo accettato dai
suoi lettori.
Altri mezzi di comunicazione
Fra
gli altri strumenti informativi dell'ANFAA, dell'ULCES e del CSA, si citano:
- i «Quaderni di Prospettive assistenziali» di cui
sono usciti, con i tipi della Nuova Guaraldi Editrice, i volumi: M. Pavone, M.
Tortello, Handicappati, scuola, enti
locali - L'inserimento scolastico degli alunni portatori di handicap e la normativa
nazionale, 1982; 1a ristampa 1983; M. Tortello e F. Santanera, L'assistenza espropriata - I tentativi di
salvataggio delle IPAB e la riforma dell'assistenza, 1982; AA.V.V., La riforma dell'assistenza - Atti del
convegno di Milano del 29-30 ottobre 1982, 1983; G. Brugnone, I diritti degli anziani - Previdenza,
lavoro, sanità. assistenza, tutela giuridica, recupero funzionale dei non autosufficienti
- Guida pratica per la promozione dei diritti della terza età, 1983; i «Quaderni
di Promozione sociale», editi da Rosenberg & Sellier, di cui sono finora
state pubblicate le seguenti opere: AA.VV., Adozione
e affidamento - Atti del convegno di Torino del 10-11 novembre 1983, 1984;
M.T. Ponzio, Barriere architettoniche,
1985, edizione aggiornata 1988; M. Pavone, F. Tonizzo, M. Tortello, Dalla parte del bambini - Guida pratica per
l'adozione e l'affidamento familiare, 1985, 2a ristampa 1989; S. Mosca, Quale scuola per tutti - Innovazione
scolastica, integrazione dei portatori di handicap e nuovi programmi per le
elementari, 1985; F. Santanera, M.G. Breda, Vecchi da morire - Libro bianco sui diritti violati degli anziani
malati cronici - Manuale per pazienti e familiari, 1987, 1ª ristampa 1987;
G. Bassano, Storia di Nicola - Le
conquiste di un bambino handicappato grave nel racconto della madre adottiva,
1987; G. Fabris, L. Pernigotti, Ospedalizzazione
a domicilio - Curare a casa malati acuti e cronici: come e perché, 1987, 1ª
ristampa 1988; P. Rollero e M. Faloppa (a cura di), Handicap grave e scuola - Esperienze e proposte per l'integrazione,
1988; AA.VV., Eutanasia da abbandono -
Anziani cronici non autosufficienti - Nuovi orientamenti culturali e operativi,
1988; E. De Rienzo, C. Saccoccio e M. Tortello, Le due famiglie - Esperienze di affidamento familiare nei racconti dei
protagonisti, 1989
- il mensile «Controcittà»
che esce dal 1976 con una interruzione durata dal 1° gennaio al 31 dicembre
1983;
-
il volume di G. Andreis, F. Santanera, A. Tonizzo, L'affidamento familiare, AAI, Roma, 1974;
- il libro «Interventi
alternativi al ricovero assistenziale» curato da A. Dragone, D. Micucci, F.
Santanera per conto dell'ANFAA e dell'ULCES, Edizioni Controcittà, 1980. Delle
Edizioni Controcittà segnaliamo anche il libretto «I diritti dei cittadini. I doveri degli enti», Edizioni 1979-1980,
1980, 1ª ristampa 1981;
-
le relazioni e gli interventi svolti in occasione di seminari, convegni e
dibattiti;
-
le presentazioni di libri.
Si ricordano inoltre il notiziario della sede nazionale
dell'ANFAA e la pubblicazione «Handicap &
scuola», bollettino di informazione del Comitato per l'integrazione
scolastica degli handicappati, Comitato che aderisce al CSA.
Fra i volumi a cui hanno collaborato gli aderenti
dell'ANFAA, dell'ULCES e del CSA si ricordano:
- G. Perico e F. Santanera, Adozione e prassi adozionale, Centro Studi Sociali, Milano, 1968,
1a ristampa 1972;
- B. Guidetti Serra, La felicità nell'adozione - Esperienze, soluzioni, norme, Ferro
Edizioni, Milano, 1968;
- AA.V.V., L'adozione
speciale - Manuale pratico per l'applicazione della legge 5 giugno 1967 n. 43,
AAI, Roma, 1ª ristampa 1970;
- AA.VV., Innovazioni
in campo assistenziale: l'adozione, la pensione base, l'unità locale, i servizi
aperti, Fondazione Zancan, Padova, 1970;
-
AA.VV., Servizi sociali: nuove
prospettive per gli enti locali, Fondazione Zancan, 1970;
- AA.VV., Dall'assistenza
emarginante ai servizi sociali aperti a tutti - Atti del convegno svoltosi a
Torino il 3 luglio 1971, SEI, Torino, 1ª ristampa 1972;
- B. Guidetti Serra e F. Santanera, Il paese dei Celestini - Istituti di assistenza
sotto processo, Einaudi, Torino, 1973;
- AA.VV., Minori
in tutto - Un'indagine sul carcere minorile in Italia, Emme Edizioni,
Milano, 1974;
- G. Alasia, G. Freccero, M. Gallina, F. Santanera, Assistenza, emarginazione e lotta di classe
- Ieri e oggi, Feltrinelli, Milano, 1975;
- AA.VV., Unità
locale dei servizi - Esperienze, problemi aperti e prospettive dei servizi sociali
e sanitari - Atti del convegno di Torino, del 6-7 marzo 1976, edizione a
cura del Comitato per la proposta di legge di iniziativa popolare «Competenze regionali in materia di servizi
sociali e scioglimento degli enti assistenziali», Torino, '76;
- AA.VV., Riforma
sanitaria e socio-assistenziale: obiettivi e iniziative immediate in Piemonte
- Atti del convegno di Torino del 18 dicembre 1976, edizione a cura del
Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base;
- A. Dragone e A. Tonizzo, L'adozione e l'affidamento: problemi e prospettive, AAI, Roma,
1977;
- AA.V.V., Adozione,
affidamento familiare, comunità alloggio - Legislazione, esperienze, dibattiti,
Ministero dell'interno, Roma, Vol. I (1976-1977-78), 1980; Vol. II (1979-1980),
1982; Vol. III (1981-1982), 1985;
-
AA.VV., L'altro handicap, Edizioni
Omega, Torino, 1984;
- AA.VV., Manuale
del consigliere comunale, Edizioni delle Autonomie, Roma, 1985, 6ª edizione
aggiornata, 1988;
- M. Pavone e F. Santanera, Anziani e interventi assistenziali, NIS, Roma, 1982, 1a
ristampa 1988.
Come abbiamo già rilevato, i mezzi informativi
dell'ANFAA, dell'ULCES e del CSA sono assolutamente insufficienti rispetto
alle esigenze.
Di qui è sorta l'esigenza di estendere in tutta la
misura del possibile l'informazione anche al fine di beneficiare
dell'arricchimento culturale conseguente alla partecipazione di studiosi esterni
alle suddette tre organizzazioni.
Al riguardo, numerosi sono stati i libri e gli
articoli sollecitati dall'ANFAA, dall'ULCES e dal CSA e scritti da esperti
esterni alle suddette organizzazioni. Parimenti, un lunghissimo elenco potrebbe
essere fatto circa i convegni e le partecipazioni a trasmissioni radiofoniche
e televisive.
Rapporto fra informazione e azione
L'ANFAA, l'ULCES e il CSA hanno sempre cercato di
assicurare uno stretto e continuo rapporto fra l'informazione e le azioni
rivolte alla difesa delle esigenze e dei diritti delle persone più deboli.
In tutta la misura del possibile si è fatto in modo
che le notizie riportate su Prospettive
assistenziali o citate in occasione di convegni o riferite su libri,
volantini fossero espressione delle linee perseguite e delle iniziative
intraprese. Così facendo gli strumenti informativi hanno anche costituito un
mezzo di orientamento per gli aderenti all'ANFAA, all'ULCES e al CSA senza
sovraccarichi di indicazioni inutilizzabili; d'altra parte sono stati un canale
di riferimento per altri gruppi e persone, soprattutto per quelli coinvolti
nelle azioni perseguite in quel periodo.
Fra i mezzi informativi più direttamente collegati
con l'attività promozionale dell'ANFAA, dell’ULCES e del CSA ricordiamo:
-
il vademecum sull'assistenza «I diritti dei cittadini - I doveri degli utenti»;
- gli opuscoli «Voglio adottare un bambino», «Che
cosa fare per evitare le dimissioni selvagge degli anziani», «Note informative
per gli anziani cronici non autosufficienti ricoverati in residenze pubbliche
o private e per i loro familiari», distribuiti gratuitamente in oltre 80 mila
copie;
- le centinaia di migliaia di volantini.
Indagini conoscitive
Per lo svolgimento della loro attività l'ANFAA, l'ULCES,
e il CSA hanno ritenuto opportuno approfondire diversi aspetti. Fra le varie
indagini svolte segnaliamo quelle concernenti:
- l'individuazione delle competenze ministeriali in
materia di assistenza, allora frantumate fra 15 Ministeri e la Presidenza del
Consiglio dei Ministri e l'accertamento degli enti tenuti ad assistere i
minori (Cfr. Prospettive assistenziali,
n. 1);
-
l'applicazione della legge sull'adozione speciale (Ibidem n. 3/4);
- la raccolta delle leggi emanate in materia di
assistenza dal 1937 al 1966 (Cfr. Per una
riforma dell'assistenza, relazione introduttiva al convegno di studi
tenutosi a Torino il 23.11.1968);
- la ricerca condotta dall'ANFAA per conto
dell'Unione Italiana Giudici per i Minori, sul funzionamento degli uffici
giudiziari minorili (tribunali e procure per i minorenni, uffici del giudice
tutelare aventi sede nelle città capoluogo di provincia) (20);
- lo studio di alcune legislazioni straniere con
approfondimento di quelle vigenti in Francia e in Germania federale;
-
una indagine campionaria sull'assistenza agli insufficienti mentali (Ibidem, n. 5/6);
-
la situazione degli istituti di rieducazione italiani (Ibidem, n. 7);
- il funzionamento degli enti di protezione e
assistenza all'infanzia e di alcune strutture di ricovero esistenti in Piemonte
(Ibidem, n. 8/9) e nel Lazio (Ibidem, n. 11/12);
- l'analisi dei criteri seguiti per l'accertamento
dello stato di abbandono dei minori (Ibidem,
n. 18);
-
la situazione dell'adozione a Brescia (Ibidem,
n. 20);
- i dati elettorali relativi ai seggi elettorali
interni di alcuni istituti di assistenza (Ibidem,
n. 23);
-
la raccolta di documenti e testimonianze sull'istituto «Casa Benefica» di
Pianezza (Torino).
Esperienze straniere
Di estrema utilità per le iniziative dell'ANFAA,
dell'ULCES e del CSA sono stati i rapporti con organizzazioni e studiosi
stranieri.
Ricordiamo in particolare:
- il convegno di Lussemburgo (1-3 novembre 1963) sul tema
«Prospettive cristiane in materia di adozione»;
- la visita del Centro di formazione professionale
per insufficienti mentali di Lione avvenuta il 4-5 marzo 1966 a seguito della
quale la Direttrice Maria Dubost tenne conferenze a Genova, Milano e Torino;
- il seminario di studio organizzato dal Centro
internazionale per l'infanzia sui problemi dell'adozione (Parigi, 21 settembre
- 4 ottobre 1964) e quello sulle madri nubili ed i loro figli (Parigi 5-7
dicembre 1966);
- la visita dal 29 giugno al 1° luglio 1967 del
centro educativo di Zetzwill e del laboratorio di Strengelbach (Aarau,
Svizzera) diretti dal Pastore Hermann Wintsch che venne anche in Italia,
invitato dall'ULCES, a riferire a Milano e a Torino in merito alle sue
esperienze;
-
il viaggio di studio in Polonia (4-14 ottobre 1975);
-
la visita dei servizi sociali di Grenoble del 25-26-27 novembre 1976;
- i ripetuti incontri con il Prof. Michel Soulé che
diede un notevole contributo scientifico al nostro paese in merito ai problemi
dell'adozione e dell'affidamento familiare (21);
- il seminario di Belgrado del 22-25 giugno 1970 sui
minori privi di famiglia della Regione del Mediterraneo.
Strumenti di informazione-formazione
Veicoli importantissimi non solo di informazione, ma
anche e soprattutto di formazione per gli aderenti all'ANFAA, all'ULCES, ed al
CSA sono stati i seminari di studio. Oltre alla partecipazione a quelli della
Fondazione Zancan, ottimi sotto tutti gli aspetti, si segnalano, fra gli altri,
i seguenti, organizzati direttamente (22):
- Bologna, 17-18-19 marzo 1968 sui problemi
psicologici dell'adozione, promosso in collaborazione con l'Unione Italiana
Giudici per i Minori;
- Torino, 27 ottobre 1968 - Giornata di studio sulla
bozza di proposta di legge di iniziativa popolare «Interventi per gli
handicappati psichici, fisici, sensoriali e per i disadattati sociali»;
- Mestre, 7-8-9 ottobre 1976 «Alternative concrete al
ricovero di minori in istituto» (gli atti sono stati pubblicati da Prospettive assistenziali, suppl. al n.
35, dicembre 1976);
-
Milano, 17-18 giugno 1977 « Seminario di aggiornamento sull'emarginazione
minorile p;
- Caselle di Salaiole (Firenze), 11-12-13 novembre
1977 «Dagli attuali disservizi socio-sanitari alle unità locali di tutti i
servizi e attuazione della legge 382»;
- Jesolo, 5-6-7 ottobre 1979 «Interventi sanitari e
assistenziali per gli anziani non autosufficienti e cronici nelle unità locali
dei servizi» (Gli atti sono stati pubblicati sul n. 49 bis, marzo 1980, di Prospettive assistenziali);
- Pianezza (Torino), 29 febbraio - 1° marzo 1980 «Scambi
di esperienze sull'affidamento di minori a scopo educativo e sull'adozione»
(Gli atti sono stati pubblicati sul n. 52, ottobre-dicembre 1980, di Prospettive assistenziali);
- Jesolo, 17-18-19 ottobre 1980 «Inserimento lavorativo
degli handicappati gravi», in collaborazione con il Comitato di coordinamento
delle associazioni di handicappati di Venezia e con CGIL, CISL e UIL di Venezia
(Le conclusioni dei lavori di gruppo sono riportate sul n. 53, gennaio-marzo
1981 di Prospettive assistenziali);
- Borgaro Torinese, 9-10-11 dicembre 1982 «Handicaps
e riforme» (I documenti preparatori e gli atti sono stati pubblicati dal CSA);
-
Milano, 12-13 dicembre 1980 «La politica dell'Ente locale per i minori in
difficoltà»;
- Torino, 31 gennaio 1981 «Problemi relativi agli
organi di governo preposti alla gestione dei servizi sanitari e assistenziali
nella città di Torino
Altri fondamentali strumenti di informazioneformazione
sono stati e sono i convegni, i dibattiti, gli incontri di studio.
In primo luogo, dal confronto delle diverse linee
perseguite e delle esperienze condotte, emergono spesso indicazioni preziose
per la difesa dei diritti dei più deboli.
In secondo luogo, i convegni, i dibattiti e così pure
i seminari di studio, sono una occasione per conoscere altre persone e per
progettare iniziative comuni.
Non occorre nemmeno trascurare l'utilità dei
confronto con gli avversari, anche, se non soprattutto, allo scopo di
individuarne le reali posizioni, di sapere quali sono le argomentazioni portate
a sostegno e di valutarne l'efficacia.
Infine, va ricordato, la partecipazione a convegni,
dibattiti e altri incontri consente di conoscere l'evoluzione delle politiche
e delle tecniche di intervento e dà la possibilità di accertare la consistenza
quantitativa e qualitativa delle forze che si fronteggiano.
Fra le iniziative più significative organizzate
dall'ANFAA, dall'ULCES e dal CSA segnaliamo i seguenti convegni, conferenze e
dibattiti:
- «Infanzia senza focolare e nuovi orientamenti
sull'adozione», Torino 7 giugno 1964. Gli atti sono stati pubblicati dalla
Provincia di Torino;
- «Problemi dell'infanzia abbandonata», Milano, 4
dicembre 1985, Gli atti sono stati pubblicati dalla Provincia di Milano che
aveva promosso la tavola rotonda in collaborazione con l'ANFAA;
- «Gli effetti della carenza di cure materne sullo
sviluppo del bambino», Milano 8 giugno 1966;
- «Problemi dell'infanzia sola, dell'adozione e
dell'affidamento familiare», Assisi, 14-15-16 maggio 1967. Gli atti sono stati
pubblicati sul n. 1/1968 di «Maternità e Infanzia»;
-
«Aspetti e problemi del disadattamento sociale minorile», Genova, 22 febbraio
1968;
-
«Disadattamento sociale e struttura della città», Genova, 18 aprile 1968;
-
«Proposte per una riforma del sistema assistenziale», Torino, 23 novembre
1968;
- «Bambini soli nell'ospedale psichiatrico - Che cosa
possiamo fare noi di Limbiate», Limbiate (Milano), 22 aprile 1969;
- «Conferenza mondiale sull'adozione e
sull'affidamento familiare», Milano, 16-19 settembre 1971 (23);
-
«1° Convegno regionale tra famiglie affidatarie», Limbiate (Milano), 17 gennaio
1971;
- «Dall'assistenza emarginante ai servizi sociali
aperti a tutti», Torino, 3 luglio 1971, in collaborazione con CGIL, CISL, UIL,
ACLI, Comitati di quartiere. Gli atti sono stati pubblicati dalla SEI, Torino;
-
«Nuove esperienze e prospettive sui servizi sociali», Aosta, 20-21 ottobre
1973;
- «Proposte per l'attuazione delle unità locali dei
servizi socio-sanitari nei quartieri», Genova, 15 giugno 1974;
- «Le comunità alloggio nell'ambito dei servizi
pubblici di quartiere: alternativa all'emarginazione istituzionale o semplice
paravento di copertura?», Milano, 18 dicembre 1974;
- «Unità locale dei servizi: esperienze, problemi
aperti e prospettive dei servizi sociali e sanitari», Torino, 6-7 marzo 1976.
Gli atti sono stati pubblicati dal Comitato per la proposta di legge di
iniziativa popolare «Competenze regionali in materia di servizi sociali e
scioglimento degli enti assistenziali», Torino, 1976;
- «Riforma sanitaria e socio-assistenziale: obiettivi
e iniziative immediate in Piemonte», Torino, 18 dicembre 1976. Gli atti sono
stati pubblicati dal CSA;
- «Adozione, adozione internazionale e affidamento
familiare: a che punto siamo con le riforme legislative», Milano, 25 settembre
1981, in collaborazione con il CIAI;
-
«A che punto è in Parlamento la riforma dell'assistenza», Torino, 7 maggio
1982;
- «La legge quadro di riforma dell'assistenza in
Parlamento: che cosa cambierà per gli amministratori, gli utenti, gli
operatori», Milano, 29-30 ottobre 1982. Gli atti sono stati pubblicati nel
volume «La riforma dell'assistenza» edito dalla Nuova Guaraldi Editrice,
Firenze, 1983;
- «Quali iniziative in Valle d'Aosta per gli anziani,
i bambini, la salute mentale e la lotta contro la droga», Aosta, 28-29 gennaio
1983;
- «L'attuazione della nuova legge sull'adozione e
l'affidamento familiare: proposte a confronto fra magistrati, amministratori
di Regioni e di Enti locali, operatori e movimenti di base», Torino, 11-12
novembre 1983. Gli atti sono riportati nel volume «Adozione e affidamento», Rosenberg
& Sellier, Torino, 1984;
-
«Anziani oggi, anziani domani... e i cronici», Aosta, 8-9 novembre 1985;
- «Anziani cronici non autosufficienti: nuovi
orientamenti culturali e operativi», Milano, 20-21 maggio 1988. Gli atti sono
stati pubblicati nel volume «Eutanasia da abbandono», Rosenberg & Sellier,
Torino, 1988;
- «Anziani cronici non autosufficienti: dal ricovero
in istituti di assistenza a idonei interventi domiciliari e territoriali di
prevenzione, cura e riabilitazione», Torino, 12 novembre 1988;
- «Il diritto del minore alla famiglia: prevenzione,
sostegno alla famiglia d'origine, adozione, affidamento a scopo educativo.
comunità di tipo familiare», Napoli, 10-11 novembre 1989. Il convegno è stato
organizzato dall'ANFAA per conto del Consiglio nazionale sui problemi dei
minori;
- «Proposte per un nuovo collocamento obbligatorio
al lavoro degli handicappati», Torino, 11 novembre 1989, organizzato
dall'Associazione per il progresso economico, il CSA, la Gioventù operaia
cristiana, la Lega per il diritto al lavoro degli handicappati;
- «Sviluppo dei servizi sanitari, assistenziali e
sociali di base: nodi politici, istituzionali ed organizzativi. Realtà e
prospettive dei distretti socio-sanitari in Piemonte», Torino, 24 novembre 1989
in collaborazione con il Gruppo permanente di lavoro per gli interventi
alternativi al ricovero, CGIL-Funzione pubblica Torino, CISL-Funzione pubblica
e FISOS territoriale, UIL-Enti locali Torino e da «Animazione sociale»;
- «Principi etici e giuridici in merito al disegno
di legge n. 512 della Giunta della Regione Piemonte per la privatizzazione
delle IPAB (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza)», Torino, 12
dicembre 1989.
Collaborazione con altri gruppi
Di importanza estrema - spesso determinante - è
stato l'apporto di studiosi non aderenti all'ANFAA, all'ULCES e al CSA e di
gruppi con i quali erano stati stabiliti rapporti di reciproca collaborazione.
Anche a proposito dell'azione culturale, va precisato
che quando altri movimenti o istituzioni pubbliche e private hanno assunto in
proprio un tema, l'ANFAA, l'ULCES e il CSA sono stati ben lieti di essere stati
sostituiti.
(1) Sull'attività dell'ANFAA,
dell'ULCES e del CSA, si vedano gli articoli apparsi su Prospettive assistenziali: Esperienze
di volontariato promozionale, n. 79, luglio-settembre 1987; Obiettivi, strumenti e criteri di intervento
del volontariato promozionale attuato dall'ANFAA, dall'ULCES e dal CSA, n.
83, luglio-settembre 1988; Diritti del
cittadino debole: riferimento prioritario del volontariato promozionale
praticato dall'ANFAA, dall'ULCES e dal CSA, n. 87, luglio-settembre 1989; I comportamenti delle istituzioni nelle
esperienze dell'ANFAA, dell'ULCES e del CSA, n. 88, ottobre-dicembre 1988.
(2) È la legge che istituisce un
apposito servizio sanitario riservato ai membri ed agli ex componenti della
Presidenza della Repubblica, del Senato, della Camera dei deputati, e della
Corte costituzionale. Cfr. Una unità
sanitaria privilegiata, in Prospettive
assistenziali, n. 73, gennaio-marzo 1986.
(3) Nella relazione «Cittadinanza
sociale e modelli di educazione», tenuta in occasione del convegno nazionale di
studi delle ACLI «Associazionismo e nuova cittadinanza sociale», Chianciano,
ottobre 1988 (Cfr. Quaderni di azione
sociale, n. 68, marzo-aprile 1989), Nando Dalla Chiesa afferma che le
associazioni, per essere in grado di promuovere la cittadinanza sociale,
devono soddisfare i seguenti requisiti:
1) essere libere e non dipendenti finanziariamente da nessuno;
2) non essere collaterali a nessun
partito;
3) essere nate sull'onda dei bisogni
di processi di aggregazione spontanea.
Nando Dalla Chiesa afferma inoltre: «Sono convinto che le strutture associative
abbiano un ruolo importantissimo per tenere viva la dialettica democratica
(...). La stessa dialettica democratica, elemento della cittadinanza sociale,
dipende dalla presenza e dalla qualità di certe associazioni non collaterali al
sistema dei partiti».
(4) Cfr. Prospettive assistenziali: «Attività del Comitato per la difesa dei
diritti degli assistiti», n. 49, gennaio-marzo 1980; «Presa di posizione del
Comune di Torino contro le dimissioni forzate di anziani cronici dagli
ospedali», n. 61, luglio-settembre 1980; «Circolare del Comune di Torino sugli
anziani cronici», n. 61, gennaio-marzo 1983; «Ridotti dal Comune di Torino i
contributi a carico dei parenti», n. 72, ottobre-dicembre 1985; «Deliberato dal
Comune di Torino l'utilizzo a fini sanitari per anziani cronici non
autosufficienti di istituti assistenziali», n. 85, gennaio-marzo 1989.
(5) Con deliberazione approvata dal
Comune di Torino i1 2 aprile 1980 venne stabilito che il Comune stesso assumeva
a proprio carico, con rimborso da parte della Regione, a partire dal 1°
gennaio 1980 «il pagamento delle spese di
ricovero presso istituti di tutti gli anziani non autosufficienti per la parte
sanitaria, quantificando detta parte nella misura della differenza fra la retta
per non autosufficienti e quella per autosufficienti in atto presso il singolo
istituto». In concreto, su una retta complessiva di L. 24 mila, la quota
pagata dal Comune era di L. 16.000 e quindi quella a carico dei ricoverati e
dei familiari era di L. 8 mila. Cfr. «Le rette per anziani cronici: una
battaglia vinta», in Prospettive
assistenziali, n. 50, aprile-giugno 1980.
(6) In particolare numerose persone
hanno preso coscienza delle esigenze e dei diritti degli anziani cronici non
autosufficienti non solo rifiutando le dimissioni illegali dagli ospedali e
respingendo le richieste di contributi economici illegittimi, ma anche
rivendicando adeguati servizi di ospedalizzazione a domicilio. Si veda,
inoltre, in Prospettive assistenziali:
«Costituita la prima unione per la mutua
tutela di diritti personali e sociali», n. 76, ottobre-dicembre 1986 e C. Alternin,
Come ho difeso i miei diritti, n. 81,
gennaio-marzo 1988.
(7) Si pensi ad esempio
all'opposizione dell'istituzione scolastica all'inserimento scolastico degli
handicappati. Questa opposizione dura tuttora. Si veda, al riguardo, P.
Rollero, Handicap e scuola: una brutta
pagina del C.N.P.I. ed alcuni punti fermi per non tornare indietro, in Prospettive assistenziali, n. 78,
aprile-giugno 1987.
(8) Cfr. F. Mitterand, Presidente
della Repubblica francese, Intervista ad alcuni giornali europei, in La Repubblica del 27 luglio 1989.
(9) La predisposizione di validi
progetti è indispensabile per l'azione che il gruppo di volontariato
promozionale intende svolgere sia nei confronti delle istituzioni, sia e
soprattutto nei riguardi della popolazione.
(10) I corsi
prelavorativi sono rivolti agli handicappati intellettivi in grado di svolgere
mansioni semplici. Cfr. F. Santanera, Esperienze in materia di formazione professionale
e di inserimento
lavorativo dl
handicappati, in Prospettive
assistenziali, n. 70, aprile-giugno 1975; Intesa fra
Comune di Torino, Sindacato e CSA sul corsi prelavorativi per insufficienti
mentali, Ibidem n. 74, aprile-giugno 1986; M. G. Breda, A. Serafino, I corsi prelavorativi per insufficienti mentali:
l'interessante
esperienza del Comune di Torino, Ibidem, n. 83,
luglio-settembre 1988.
(11) Cfr. «Dal rapporto CENSIS:
120 mila ragazzi
ogni anno non raggiungono nemmeno la licenza media Inferiore»,
in Prospettive assistenziali, n. 74, aprile-giugno 1986.
(12) Ad esempio,
il diritto alle famiglia dei minori in situazione
di abbandono materiale e morale, il diritto alle cure anche per le persone
inguaribili, il diritto alla massima socializzazione possibile degli
handicappati.
(13) Spesso detto affetto meramente
formale si esprime con la «adesione» a documenti, convegni, altre manifestazioni,
senza alcun coinvolgimento reale.
(14) Cfr. «Esperienze
di volontariato promozionale», in Prospettive
assistenziali, n. 79, luglio-settembre 1987.
(15) Ad esempio, si veda, per quanto
riguarda il problema dell'adozione, il n. 3/4, luglio-dicembre 1966 di Prospettive assistenziali e, in merito
al problema degli anziani, l'editoriale del n. 44, ottobre-dicembre 1978 «Gli
anziani definiti cronici vengono calpestati nei loro diritti» della stessa pubblicazione.
(16) Partecipazione a seminari dl
studio, redazione di articoli su riviste specializzate, organizzazione di
dibattiti, relazioni e interventi in occasione di convegni.
(17) Si veda, ad esempio, il notevole
lavoro svolto dal Gruppo informale CSPSS-ISTISSS sul problema delle persone
gravemente non autosufficienti, a cui si devono, fra l'altro, i documenti «Diritti ed esigenze delle persone gravemente
non autosufficienti» in Prospettive
assistenziali, n. 75, luglio-settembre 1986, «Criteri guida per gli interventi sanitari relativi alle persone
gravemente non autosufficienti e indicazioni in merito agli interventi
domiciliari, semi-residenziali, residenziali», Ibidem, n. 79, luglio-settembre 1987, «I 140.000 posti letto per anziani della legge finanziaria 1988:
emarginazione dei più deboli o rispetto dei loro diritti?», Ibidem, n. 82, aprile-giugno 1988, «Cronicità, lungodegenza, riabilitazione
alla luce della legge 595/1985 e del decreto del 13 settembre 1988». Si
ricordano, inoltre, il convegno di Milano del 20-21 maggio 1988 «Anziani cronici non autosufficienti: nuovi
orientamenti culturali e operativi» (i cui atti sono stati pubblicati con
il titolo «Eutanasia da abbandono» da
Rosenberg & Sellier, Torino, 1988), la Conferenza internazionale «Curare gli anziani a casa: prevenzione,
terapia, riabilitazione» tenutasi a Roma il 25-26 e 27 ottobre 1988 ed i
seminari della Fondazione Zancan.
Segnaliamo inoltre i documenti «Il diritto alla famiglia dei bambini in
difficoltà o in situazione di abbandono: un appello alla collaborazione e alla
solidarietà», in Prospettive
assistenziali, n. 87, luglio-settembre 1989 e «Handicappati e società: quali valori, quali diritti, quali doveri»,
Ibidem, n. 88, ottobre-dicembre 1989.
(18) Cfr. la nota 6 di «Obiettivi, strumenti e criteri di
intervento del volontariato promozionale attuato dall'ANFAA dall'ULCES e dal
CSA», in Prospettive assistenziali,
n. 83, luglio-settembre 1988.
(19) Si citano ad esempio, gli
articoli apparsi sul n. 5/6, gennaio-giugno 1969 di Prospettive assistenziali: Ufficio internazionale cattolico per
l'infanzia, Conclusioni e voti della
conferenza di esperti su «L'integrazione sociale, professionale ed ecclesiale
dell'insufficiente mentale»; Conferenza internazionale del lavoro, Raccomandazione n. 99 concernente
l'adattamento e il riadattamento professionale degli invalidi; R. Lafon, Le nostre concezioni ed i nostri
atteggiamenti di fronte all'insufficienza mentale: non contribuiscono in
qualche modo a strutturare l'insufficienza mentale?
(20) Cfr. F. Santanera, Funzionalità degli uffici giudiziari
minorili in relazione all'applicazione della legge sull'adozione speciale,
in Maternità e infanzia, n. 5, maggio
1969.
(21) Numerosi sono stati i lavori del
Soulé e di altri esperti stranieri tradotti in italiano a cura dell'ANFAA,
dell'ULCES. Fra le varie iniziative a cui ha collaborato il Dr. Soulé,
ricordiamo i seminari per la formazione di tecnici specialisti sui problemi
dell'adozione tenutisi a Milano nel corso del 1969.
(22) Da segnalare la partecipazione a
seminari organizzati da altri enti: AAI, Lega per le Autonomie locali, Comuni,
Province, Coordinamento dei Comitati spontanei di quartiere di Torino, ecc.
(23) Formalmente la conferenza
mondiale è stata organizzata dal Comitato internazionale di intesa delle
associazioni di famiglie adottive; in realtà lo è stata da parte dell'ANFAA.
La sponsorizzazione della conferenza è stata assicurata dalla Ditta Crippa e
Berger che ha anche provveduto alla stampa degli atti.
www.fondazionepromozionesociale.it