Prospettive assistenziali, n. 89, gennaio-marzo 1990

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

CONVEGNO DI GENOVA SULL'OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO

 

Promosso dal CLOD, Comitato Ligure Ospedalizzazione domiciliare, in collaborazione con la Sezione ULCES di Genova Ponente, si è svolto a Sampierdarena il 27 gennaio 1990 il convegno regionale «Come e perché curare a domicilio le persone colpite da malattie acute o croniche o in fase terminale».

Il Presidente del CLOD, Francesco Debarbieri, e il rappresentante dell'ULCES di Genova Ponente, Luciano Giusti, hanno affermato che l'ospeda­lizzazione a domicilio è un intervento da attuare con assoluta priorità rispetto alle altre iniziative, in particolare quelle relative alla creazione di posti letto.

Il Prof. Fabrizio Fabris ha illustrato le finalità ed il funzionamento del servizio di ospedalizza­zione a domicilio istituito dal 1984 presso l'isti­tuto di geriatria dell'Ospedale Molinette (USL Torino VIII).

È importante sottolineare che le spese di inve­stimento per l'ospedalizzazione a domicilio sono praticamente uguali a zero, mentre la costruzione di un posto letto in ospedale o in casa di riposo costa da 80 a 100 milioni.

Le spese di gestione dell'ospedalizzazione a domicilio (70-80 mila lire al giorno) sono estre­mamente inferiori alla retta ospedaliera (250-300 mila lire al dì).

Al Convegno di Genova hanno partecipato, fra gli altri, l'Assessore alla sanità della Regione Liguria, Giuseppe Josi, e il Giurista Massimo Dogliotti.

Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda presieduta da Adriano Sansa a cui hanno parte­cipato i rappresentanti delle forze politiche.

 

 

ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI GENOVA SULL'OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO

 

Nella seduta del 29 gennaio 1990 il Consiglio comunale di Genova ha approvato all'unanimità il seguente ordine del giorno:

Il Consiglio comunale di Genova al termine del dibattito sul programma pluriennale di interventi in materia di edilizia sanitaria svoltosi il 29.1.90,

- considerato che curare prioritariamente a domicilio gli anziani è autorevole suggerimento del Consiglio d'Europa (vedi l'attivazione diffusa della «home care»);

- rilevato che detto intervento è più rispetto­so delle esigenze dei pazienti anziani, per i quali molto spesso il ricovero in struttura ospedaliera o in casa di riposo rappresenta un trauma, spesso grave, che incide negativamente sulle condizioni psico-fisiche e sullo stato di salute stesso;

- ricordato che a domicilio è spesso possibi­le eseguire anche cure complesse, sovente ana­loghe a quelle praticabili normalmente in regime di degenza ospedaliera;

- pur riconoscendo la necessità e opportunità di potenziare i servizi di assistenza domiciliare già esistenti nonché di costituire Residenze sa­nitarie assistenziali per anziani, in particolar mo­do per quelli non autosufficienti;

impegna il Sindaco e la Giunta

 

a individuare, tra quelle cittadine, la U.S.L. in cui, di concerto con la Regione Liguria, avviare una concreta sperimentazione di ospedalizzazione do­miciliare rivolta ad anziani bisognosi di assisten­za sanitaria.

 

Proponenti: Gianfranco Porcile (L.V.), Remo Soro (DC), Tonino Bettanini (P.S.I.), Rosella Sbor­gi (D.C.), Gabriella Papone (P.C.I.).

 

 

PROGETTO SPERIMENTALE DI SCAMBI-OSPITALITÀ FRA FAMIGLIE E RAGAZZI PORTATORI DI HANDICAP

 

Su iniziativa dell'Associazione «Volontari per l'assistenza sul territorio», di genitori e di edu­catori del centro diurno, l'USSL 40 di Ivrea ha approvato in data 13 aprile 1989 il «Progetto spe­rimentale scambi-ospitalità», il quale prevede I organizzazione di «alcune giornate (a livello iniziale, due o tre al massimo) da trascorrere presso le famiglie che abbiano o meno al loro interno un portatore di handicap e che risiedano in altre città italiane».

Destinatari del progetto sono gli handicappati frequentanti i centri diurni di Banchette e Fio­rana (Torino).

Le finalità sono: favorire lo sviluppo di una maggiore autonomia, sviluppare la socializzazio­ne dei soggetti, consentire la conoscenza di nuo­ve realtà sia di vita che di tipo ambientale-turi­stico.

È garantito l'accompagnamento dei soggetti da parte di un educatore, come punto iniziale di rife­rimento, ma con l'obiettivo di esonerarne la pre­senza in un secondo momento.

 

 

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