Prospettive assistenziali, n. 87, luglio-settembre 1989

 

 

Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie

 

 

PROPOSTE DI LEGGE PER FAVORIRE IL MERCATO DEI BAMBINI

 

Il clamore suscitato dal caso della piccola fi­lippina ha ridestato le velleità, mai sopite, di quanti rifiutano di riconoscere al minore la digni­tà di persona, e li ha incoraggiati ad assumere iniziative legislative per ribaltare lo spirito ed i contenuti della legge 184/83 «Disciplina dell'ado­zione e dell'affidamento».

La più articolata di tali iniziative è la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dall'On. Cappiello ed altri parlamentari del PSI, n. 3887 del 4 maggio 1989, che ha l'evidente ed esplicito intento di annullare l'argine che l'attua­le legge ha eretto per impedire e scoraggiare, per quanto è possibile, il mercato dei bambini italiani e stranieri. Infatti, qualora tale proposta fosse approvata, per chiunque abbia accolto illegalmen­te un minore italiano o straniero, anche effettuan­do un falso riconoscimento, una volta scoperto l'illecito, rimarrebbe sempre aperta la possibilità, in nome di un presunto «esclusivo interesse del minore», di tenersi il bambino.

Come si può constatare, tali norme, eliminando lo spauracchio della inidoneità ad ottenere affida­menti familiari od adottivi e dell'incapacità dell'ufficio tutelare, per chi si appropri di un bambino al di fuori della procedura di legge, costituiscono uno spregiudicato incentivo al ricorso ad ogni espediente da parte di quanti intendono soddi­sfare ad ogni costo le proprie esigenze di avere un figlio.

Seppure più sbrigative nella formulazione, di identico tenore sono le proposte di legge del sen. Lombardi (DC) ed altri presentate al Senato e dell'On. Berselli (MSI) ed altri, n. 3753 del 21 marzo 1989, presentate alla Camera dei deputati. In questo clima di restaurazione del tipo «chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato», va col­locato il decreto di legge proposto dal Ministro di grazia e giustizia, On. Vassalli, che ripete in sostanza i contenuti e gli scopi della proposta Lombardi.

Questo decreto fu predisposto in gran segreto, e i primi sentori si ebbero solo il 23 giugno; il 25 venne confermato che avrebbe dovuto essere di­scusso nella seduta del Consiglio dei Ministri del 28 giugno u.s.

Dopo rapide consultazioni con gli altri gruppi ed associazioni, si giunse alla decisione di orga­nizzare per il 28 giugno un presidio davanti al Palazzo Chigi, nonché di diffondere un comuni­cato stampa di protesta e di inviare telegrammi al Presidente del Consiglio che richiedessero la non approvazione del decreto stesso.

Grazie all'impegno delle sezioni dell'ANFAA, del CIAI (Centro italiano per l'adozione interna­zionale), dell'Associazione Papa Giovanni XXIII e dell'Associazione Giudici Minorili, che assunse iniziative autonome, ed all'adesione all'iniziativa della Fondazione Zancan, della Caritas, del CGD (Coordinamento Genitori Democratici), del CIFA (Centro Internazionale Famiglie pro Adozione) e altri gruppi fra cui l'Associazione Romana e La­ziale per l'affidamento, il decreto legge non è stato neppure messo all'ordine del giorno ed il Presidente On. Ciriaco De Mita, tramite la sua segreteria, comunicò il 27 sera questa decisione, precisando che al riguardo si erano manifestati contrasti all'interno della stessa compagine go­vernativa.

Purtroppo si è trattato di un successo solo tem­poraneo, in quanto le proposte di legge presenta­te in Parlamento di cui si é detto, la dicono lun­ga sulla volontà di alcuni parlamentari di allentare le maglie della legge 184/83 e di liberalizzare il mercato dei bambini.

 

 

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