Prospettive assistenziali, n. 81, gennaio-marzo 1988

 

 

INEFFICIENZA DELLE REGIONI: NON SPESI I FONDI DISPONIBILI

 

 

Il LABOS ha recentemente pubblicato il volu­me «Regioni e politiche socio-assistenziali - In­dagine promossa dal CNEL», di cui riportiamo integralmente il capitolo «L'efficienza della spesa: i residui».

 

Testo

L'attività erogativa poco consistente attuata nel settore assistenziale da molte Regioni trova motivazione anche nella scarsa capacità di spesa che le stesse mostrano di avere (*).

Emerge infatti chiaramente una situazione di obiettiva grande difficoltà per le Regioni a spen­dere concretamente quanto inseriscono in bilancio. Ogni 100 lire spese in assistenza, ce ne sono, infatti, 55,9 residuate nel 1983 e 61,8 nel 1984 (cfr. la tabella). In tal modo avviene che circa il 35-40% delle somme potenzialmente utilizzabili nelle Regioni per interventi erogativi nell'assi­stenza riescono a non essere spese, contribuen­do così ad aggravare la situazione di obiettiva carenza degli interventi operati nel settore so­ciale in questione.

A livello territoriale, questa situazione colpisce particolarmente il Sud (oltre 80 lire residuate ogni 100 lire spese) piuttosto che non il Nord ed il Centro; il quale ultimo appare l'area geografi­ca complessivamente più efficiente sul piano del­la spesa, se non fosse per il Lazio in cui ci sono forti difficoltà a spendere le partite poste in bilancio.

Un esame più particolareggiato, prendendo in considerazione le Regioni che negli anni in que­stione presentano un residuo superiore ai 2/3 delle spese erogate (cioè un indicatore superio­re a 66,6) consente le seguenti precisazioni:

 

Valle d'Aosta (208,5 lire residuate rispetto a 100 spese nel 1983 e 143,3 nel 1984); i forti residui sono quasi completamente riconducibili a fondi destinati alla assistenza agli anziani e, soprattut­to, a fondi destinati a spese in conto capitale per costruzione o rinnovamento di immobili;

 

Veneto (96,9 nel 1983): la difficoltà di spesa nel 1983 è relativa ad un capitolo nuovo «Fondo re­gionale proprio» creato dalla Regione per dare particolare impulso alla assistenza e che poi è stato quasi tutto erogato già nel 1984;

 

Bolzano (130,3 e 102,9 nel 1983 e 1984); c'è nei due anni una generalizzata presenza di residui in tut­ti i capitoli di erogazione della spesa;

 

Friuli Venezia Giulia (66,6 nel 1983); la tendenza al residuo nel 1983 in quasi tutti i capitali di spe­sa, è già riassorbita nel 1984, anno in cui si è re­gistrato un sensibile aumento della spesa pro-ca­pite (cfr. la tabella), quasi ad indicare l'inizio di una nuova e più consistente attività di intervento da parte della Regione;

 

Liguria (73,5 nel 1984); i residui sono per il 1984 in buona parte ascrivibili a iniziative per tossico­dipendenti e per spesa in conto capitale inserite per la prima volta in bilancio nell'anno in questio­ne e probabilmente erogate poi negli esercizi suc­cessivi;

 

Campania (119,5 nel 1983 e 110,7 nel 1984); i ca­pitoli di spesa assistenziali previsti nel bilancio regionale, presentano un r-esiduo che tende a mantenersi nel tempo a dimostrazione di una difficoltà di spesa che si riflette sulle erogazioni pro capite particolarmente basse;

 

Sicilia (149,2 nel 1983 e 95,7 nel 1984); c'è un ricorso generalizzato al residuo in tutti i capitoli di spesa, ma particolarmente sensibile nelle spe­se in conto capitale (cfr. sono quasi il 62% dei residui), quasi tutte residuate a fronte di eroga­zioni minimali.

 

In definitiva la forte presenza di residui in bi­lancio in molti casi è sintomo di incapacità asso­iuta di spesa; in altri casi, però, è più probabil­mente dovuto a poste messe in bilancio, a segui­to di nuove iniziative regionali che trovano diffi­coltà, anche burocratiche, ad esse erogate nell’esercizio finanziario di riferimento, e che sono più concretamente erogate negli anni successivi con un gap temporale che appare comunque esso stesso preoccupante, nella misura in cui mostra l'incapacità delle Regioni ad intervenire imme­diatamente a fronte di bisogni sociali per la solu­zione dei quali si sono reperite somme, a volte cospicue.

 

 

Residui (in lire) per ogni 100 lire erogate per l'assistenza

 

 

1983

1984

Piemonte

25,2

44,1

Valle d'Aosta

208,5

143,3

Lombardia

25,6

85,2

Veneto

96,9

21,2

Trentino A.A.

 

 

Bolzano

130,3

102,9

Friuli V.G.

66,6

43,2

Liguria

49,5

73,5

Emilia Romagna

9,1

21,0

Italia settentrionale

45,1

50,4

Toscana

35,0

31,0

Umbria

14,0

14,8

Marche

11,2

49,4

Lazio

47,6

65,6

Italia centrale

32,0

46,8

Abruzzo

61,6

49,6

Molise

12,8

23,7

Campania (1)

102,5

167,0

Puglia

42,3

19,6

Basilicata

56,6

56,8

Calabria (2)

 

 

Sicilia

149,2

 

95,7

~

Italia meridionale

88,9

59,8

Totale

55,1

59,8

 

 

 

(*) A questo proposito si può, sia pure con molta ap­prossimazione, misurare la capacità di spesa delle Regioni nel campo assistenziale, con il rapporto tra i residui posti in bilancio a fine d'anno (sia provenienti dall'esercizio di competenza che da precedenti esercizi) rispetto alle spese di cassa sostenute (anch'esse comprendenti sia quelle di competenza che quelle residuate da esercizi finanziari pre­cedenti). L'indicatore che ne consegue - lire residuate per 100 lire erogate - è significativo alla diversa efficien­za erogativa delle Regioni.

(1) Si tratta di fondi impegnati nell'anno ma non ancora spesi.

(2) I dati di bilancio della Calabria si riferiscono a pre­ventivi.

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it