Prospettive assistenziali, n. 78, aprile-giugno 1987

 

 

Specchio nero

 

 

DARE UNA FAMIGLIA AD UN BAMBINO SOLO NON È UNA «RAPINA»

 

Stralci dalla trascrizione del servizio andato in onda domenica 5 aprile 1987 su CANALE 5 nella trasmissione «Buona Domenica», condotta da Maurizio Costanzo. Fra gli ospiti della trasmissione: Laura Remiddi, avvocato romano e Francesco Santanera, socio fondatore dell'Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie.

 

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COSTANZO - Diciamo che cos'è l'adozione internazionale.

REMIDDI - L'adozione di bambini stranieri. In effetti, prima (della legge dell'83, ndr) si andava un po' all'arrembaggio. Si andavano a prendere i bambini ovunque nel mondo e sì portavano in Italia senza nessuna regolamentazione. Ora, la legge ha imposto che il bambino straniero non può entrare in Italia se non è corredato da un provvedimento di adozione da parte dello Stato da cui proviene e se i genitori che !o accolgono non hanno un attestato di idoneità riconosciuto dal Tribunale per i minorenni. Però, le linee essenziali sono rimaste quelle della precedente legge (del 1967, ndr) e stabiliscono che il bambino dato in adozione perde completamente i rap­porti con la famiglia di origine... Diciamo che questo istituto, creato per dare assistenza ai minori, in effetti non risponde a questo criterio. Perché serve più per dare un bambino ad una famiglia senza figli che per dare i genitori ad un bambino senza genitori. Molto spesso, il bambino ha dei genitori che si trovano però in condizioni psicologiche, familiari, sociali, economiche ina­datte, inadeguate per poterlo sostenere. Allora, io so che...

SANTANERA - lo non sono d'accordo...

REMIDDI - Allora, su questo possiamo anche parlare...

SANTANERA - lo non sono d'accordo, perché...

REMIDDI - ... perché, se lei mi fa finire, vorrei spiegare. In sostanza, vorrei fare un esempio con l'archeologia. Al tempo dei Borboni, c'era una archeologia che sì chiamava di rapina: per cui questi signori aprivano le ville pompeiane, raccoglievano i busti di marmi, le statue, i capitelli, le colonne, pezzi di affreschi e arricchivano i musei. Poi la villa pompeiana veniva sommersa. È un po' quello che si sta facendo con i bambini: c'è una famiglia in disperazione, in disgregazione, una famiglia povera, socialmente non adeguata a poter dare al bambino tutta l'assistenza. Ecco che allora si interviene, interviene la famiglia benestante, prende il bambino che è la gemma, il diadema e la famiglia continua a vivere...

SANTANERA - Questo non è assolutamente vero!

COSTANZO - Allora, Santanera, per darle il tempo di rispondere - altrimenti la dovrei troncare dopo 10 secondi - ci fermiamo... Però, non trasformiamo questo in un dibattito. Esprima pure le sue opinioni, ma sentiamo poi anche...

SANTANERA - Difendiamo la verità.

COSTANZO - Certo, quella che è la sua verità, comunque. Pubblicità. A fra poco.

 

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COSTANZO - ... Allora, lei voleva replicare all'avvocato Remiddi: lo faccia rapidamente.

SANTANERA - lo direi che la legge sull'adozione speciale e l'ultima del 1983 non hanno lo scopo di togliere i figli ai poveri per darli ai benestanti. Hanno l'obiettivo di dichiarare in situazione di adottabilità i bambini che sono in situazione di abbandono morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi.

 

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REMIDDI - ... tuttavia, ciò non toglie che pur­troppo non si fa niente per aiutarle le famiglie. Quando si tratta di situazioni che - si dice - rappresentino lo stato di abbandono materiale e morale certamente ci troviamo di fronte ad una disgregazione sociale. Ora, non si fa niente per aiutare queste famiglie, per dare lavoro ai genitori, case, sostegni psicologici, economici e so­ciali; ma si prende il bambino e lo si porta via da un'altra parte.

SANTANERA - lo credo che come Associazione di famiglie adottive almeno l'80 per cento del lavoro venga fatto per aiutare le famiglie d'origine a tenersi i figli, a tenersi gli handicappati, a tenersi gli anziani...

 

Morale: non sapevamo che le 40 mila coppie che dal 1967 al 1983 hanno accolto un minore in adozione speciale fossero, in realtà, dei «tombaroli». Anzi, pensavamo che le «tombe» (o gli istituti-frigidaire) fossero altrove. Certo, non vorremmo che - come al tempo dei Borboni - si continuasse a seppellire sotto il velo del silenzio i 68 mila minori ancora ricoverati in istituto! Perché, in questo caso sì, saremmo proprio dei «tombaroli» ...

 

 

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