Prospettive assistenziali, n. 78, aprile-giugno 1987

 

 

ANCHE I PARTITI ED I SINDACATI DEVONO ASSUMERE HANDICAPPATI

 

 

Su «Specchio nero» del n. 75, luglio-settem­bre 1986 di Prospettive assistenziali, avevamo denunciato lo scopo emarginante delle proposte di legge n. 3321 presentate alla Camera dei depu­tati in data 4 dicembre 1985 dagli On. Vincenzo Mancini, Bianchi, Garocchio, Pisicchio e Rossat­tini della DC; Lodi Faustini e Pallanti del PCI; Ferrari Marte del PSI; Caria e Ghinami del PSDI; Arisio del PRI; Mancuso della Sinistra indipen­dente e Benedikter del Partito popolare sudtiro­lese che stabiliva l'esclusione dei partiti, dei sindacati e delle organizzazioni senza fini di lu­cro all'obbligo di assumere gli handicappati.

Contro la proposta di legge n. 3321 hanno pre­so posizione anche Consiglieri del Comune di To­rino di DP, PCI, Sinistra indipendente, i quali, in data 98 novembre 9986 hanno presentato al Sin­daco la proposta di ordine del giorno che ripor­tiamo integralmente.

 

 

Il Consiglio Comunale di Torino, a conoscenza della proposta di legge n. 3321 (presentata il 4.12.85 da ampio numero di deputati di vari grup­pi parlamentari) dal titolo: «Esclusione, dalla disciplina delle assunzioni obbligatorie, delle Istituzioni, delle Associazioni e dei datori di la­voro che non perseguono finalità di lucro»;

tenuto conto che l'articolo unico della citata proposta di legge recita: «Fra i privati datori di lavoro, di cui alle disposizioni legislative in mate­ria di assunzioni obbligatorie, non devono inten­dersi compresi le istituzioni e le associazioni non aventi scopo di lucro nonché gli altri datori di lavoro che, senza scopo di lucro, esercitano at­tività a favore di soggetti socialmente svantag­giati, limitatamente a tali attività.

Sono fatti salvi i diritti dei lavoratori già ob­bligatoriamente assunti dai soggetti di cui al comma precedente al momento dell'entrata in vigore della presente legge»;

che, in riferimento a quanto sopra l'esclusione riguarderebbe tra l'altro ad esempio, oltre che or­ganizzazioni di partito e sindacali, anche istitu­zioni varie di assistenza e di ricovero, coopera­tive di servizio, associazioni che gestiscono ser­vizi sociali rilevanti per la quantità di personale e per le risorse patrimoniali di cui dispongono ecc. cioè un complesso dì attività che, seppure definite «senza fini di lucro» sono attività di produzione di servizi e di rilievo importantissimo nel nostro Paese sotto il profilo occupazionale ed economico;

considerato che il livello di civiltà di una socie­tà si misura anche sulla capacità che essa ha di garantire un adeguato inserimento sociale dei cittadini e che l'iniziativa legislativa assunta può essere interpretata come segno di scarsa sen­sibilità verso tali problematiche da parte di chi ha il compito di rappresentare tutti i cittadini e di assolvere al ruolo di governo della società;

tenuto conto che l'inserimento lavorativo è determinante per la piena partecipazione degli invalidi alla vita sociale e per la loro massima autonomia possibile;

rilevato che, come documentano numerose esperienze, una percentuale notevole di handicap­pati ha di fatto, nonostante l'handicap di cui è col­pito, piene possibilità e capacità lavorative in rife­rimento a specifiche professionalità e condizioni dì lavoro; che in considerazione di ciò si riduce ulteriormente il numero degli handicappati con ridotte capacità lavorative (e quindi con difficoltà di inserimento più complesse);

considerato quindi che in considerazione di quanto sopra l'inserimento lavorativo di queste due fasce di handicappati può avere riflessi mini­mi sull'efficienza aziendale, soprattutto se ad ogni livello sì opera per rimuovere resistenze e promuovere con azioni positive idonee possi­bilità di lavoro;

 

ESPRIME L'ESIGENZA

 

che anche le «istituzioni e le associazioni non aventi scopo di lucro» contribuiscano fattiva­mente all'inserimento lavorativo degli handicap­pati non richiedendo per sé privilegi di esoneri difficilmente comprensibili all'opinione pubblica in particolare dei cittadini colpiti da handicap e da tutti gli altri soggetti obbligati al rispetto della legge sul collocamento obbligatorio;

 

SOTTOLINEA

 

per contro l'urgenza che si concluda finalmente l'iter parlamentare per l'approvazione da parte del Parlamento delle norme in materia di collo­camento obbligatorio al lavoro degli invalidi, riforma che da anni i gruppi interessati sollecita­no e che tutte !e forze politiche riconoscono ne­cessaria;

 

DÀ MANDATO

 

al Sindaco di inviare il presente ordine del gior­no ai Gruppi parlamentari ed alla Presidenza della Camera dei deputati.

 

 

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