Prospettive assistenziali, n. 69, gennaio - marzo 1985

 

 

Notiziario del Centro italiano per l'adozione internazionale

 

 

SEMINARIO DI NUOVA DELHI

 

Un avvenimento al quale abbiamo avuto occa­sione di presenziare è il Seminario internazionale sui «Diritti fondamentali del bambino alla fami­glia» tenuto a Nuova Delhi dal 29 marzo al 1° aprile 1984, promosso da «Terre des Hommes» (Germania), da I'Indian Association for Promo­tion of adoption e dall'Unicef South Central Asia.

Riconoscendo il diritto fondamentale del bam­bino ad avere una famiglia, il Seminario si è pro­posto i seguenti obiettivi:

1) identificare e considerare strategie alterna­tive per la riabilitazione del bambino nel suo proprio paese;

2) scambiare esperienze con Paesi che sono coinvolti con tali programmi.

Paesi partecipanti:

Asia: Sri Lanka, Corea, Filippine, Indonesia, Nepal, India;

Africa: Kenia, Etiopia;

Europa: Francia, Germania, Italia (CIAI);

America Latina: Colombia.

L'onorevole Justice Bhagwati della Corte Su­prema dell'India, nel suo intervento, ha sottoli­neato la necessità e il diritto di ogni bambino ad amare e di essere amato e di crescere in un'atmosfera di amore, affettività, sicurezza mo­rale e materiale. Ribadendo che l'ambiente più naturale e congeniale è senza dubbio quello della famiglia biologica.

Analizzando l'attuale situazione indiana ha sot­tolineato il grave problema che affligge l'India e la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo; essi sono afflitti dalla povertà e dalla disoccupa­zione e questo ha fatto aumentare il numero dei bambini abbandonati. Riferendosi in particolare alla situazione della donna, ha ricordato come una donna non sposata, che mette al mondo un bambino, è condannata e porta uno «stigma» sociale e si trova spesso spinta ad abbandonare il proprio bambino.

Anche il presidente di Terre des Hommes, Mr. Gunther Hilliges, nel prendere atto dell'urgenza di tale analisi ha voluto evidenziare le cause che hanno portato all'attuale degenerazione: esse sono politiche ed economiche.

Il divario tra paesi ricchi e paesi poveri sta incrementandosi. Rivolgendosi quindi e facendo appello ai Paesi che hanno a loro disposizione i mezzi, ha sollecitato cambiamenti strutturali e l'inversione della rotta della miseria, dello sfrut­tamento, della fame e regressione. Questo ap­pello è stato rivolto ai membri presenti alla Con­ferenza perché non perdano di vista tali connes­sioni e li rendano operanti dove possibile anche con sollecitazioni ai paesi di provenienza.

Proseguendo nell'analisi, Mr. Gunther ha det­to che le ragioni di queste condizioni economi­che così povere sono principalmente dovute all'insediamento di centri industriali che hanno causato molte migrazioni di persone nelle aree circostanti alle città, portando miseria alle famiglie e ai loro bambini.

Questo fenomeno di dubbia «modernizzazio­ne» produce un grande effetto distruttivo sulle strutture familiari tradizionali: infatti ogni comu­nità di villaggio ha bisogno di famiglia e gli in­dividui ricevono aiuto dalla comunità nell'insieme. Tale fattore è completamente scomparso a causa della «modernizzazione». In questo vio­lento processo di sviluppo le donne e i bambini, i membri più deboli, sono più pesantemente gra­vati e soffrono di più. Non vi è nessun dubbio sulla correlazione tra l'aumento dell'abbandono e l'orientarsi delle città verso una rapida indu­strializzazione che nelle aree rurali causa una rottura e l'abbandono di strutture sociali e di valori. Il perdurare dell'ignoranza verso i bru­tali risultati del così chiamato «sviluppo mo­derno» deve lanciare una sfida all'umanità per­ché si impegni in una comune e immediata azione.

Vorrei qui ricordare un pensiero del grande uomo indiano che è stato Gandhi, proprio a di­mostrare come la società non può permettersi di saltare dei passaggi pena la sua distruzione. Gandhi ha detto: «L'individuo deve morire così che la famiglia possa vivere; la famiglia deve morire così che il Paese possa vivere e il Paese deve morire così che il mondo possa vivere».

Il presidente di Terre des Hommes ha prose­guito dicendo che «è ancor più contraddittorio il pregiudizio esistente nei Paesi sviluppati dove si afferma che la miseria è dovuta all'aumento della popolazione dei bambini». È proprio l'enor­me consumismo del mondo occidentale che non lascia niente o molto poco ai popoli sottosvilup­pati; e molte delle risorse mondiali sono utiliz­zate per armi e armamenti. Se questo ammontare di denaro fosse speso per l'aiuto ai bambini bi­sognosi, la fame nel mondo non ci sarebbe.

Nel suo intervento il direttore regionale dell'Unicef ha sollevato alcuni problemi strategici. Ha detto che è estremamente facile promuovere obiettivi globali che riguardano il bambino piut­tosto che perseguirli separatamente uno ad uno. Ma il bambino ha bisogno oggi ed è troppo pre­sto mettere la sola prevenzione come principio dominante. Bisogna che assistenza immediata e programmi pianificati di prevenzione avanzino contemporaneamente.

Nel riassumere i punti fondamentali del docu­mento finale possiamo ricordare:

1) la richiesta di una legislazione che proteg­ga e salvaguardi l'interesse dei bambini e dei genitori emigrati. Nel quadro di questi suggeri­menti si avverte come proprio l'attuale stigmatiz­zazione della donna e la mancanza di servizi so­ciali provocano tremendi problemi sia alla madre che al bambino. È urgente quindi operare pro­muovendo:

a) servizi per madri non sposate, provveden­do a temporanei alloggi alle ragazze madri e al loro bambino;

b) insegnare loro alcune tecniche pratiche che le rendano capaci di uscire e guadagnarsi da vivere fino a che possano essere riabilitate anche all'esterno insieme al proprio bambino;

2) tutti gli Stati dovrebbero avere una legi­slazione che autorizzi le agenzie che forniscono programmi di assistenza.

 

Programmi indicativi:

- assistenza alla famiglia;

- pianificazione cosciente delle nascite;

- educazione dei genitori ad una adeguata pa­ternità e maternità nel campo della salute, dell'igiene, della nutrizione e dello sviluppo dei valori morali;

3) legge sull'affido;

4) creare una coscienza pubblica sulle prio­rità e soluzioni nazionali contro l'abbandono e per la deistituzionalizzazione dei bambini;

5) il Seminario internazionale sollecita i Go­verni a formulare strategie contro la crescita dell'abbandono. Le Nazioni Unite dovrebbero prov­vedere a uno scambio internazionale di espe­rienze.

Tutti i partecipanti al Convegno hanno dichia­rato la loro disponibilità a cooperare alla pro­mozione e alla realizzazione di queste racco­mandazioni.

ELENA GANDOLFI NEGRINI

www.fondazionepromozionesociale.it