Prospettive assistenziali, n. 66, aprile - giugno 1984

 

LA CARTA DELLA SALUTE APPROVATA DAL GOVERNO FRANCESE

 

 

Non passa giorno senza che sulla stampa nazio­nale o in qualche convegno si parli dei «limiti» della riforma sanitaria avviata con la legge 833 del 1978 e si chieda una «riforma della riforma».
    Ma una informazione spesso disattenta (o inte­ressata alla contro-riforma) dimentica di distin­guere tra le disposizioni della legge e la loro applicazione ed attribuisce alla sostanza delle prime le colpe che andrebbero invece ricercate nella cattiva volontà, nella impreparazione di chi è deputato ad attuarle.

Fatto sta, comunque, che di «riforma della ri­forma» si parla e le tante proposte emerse un po' in ogni ambito finiscono con lo scalzare pro­prio i principi cardine sui quali è stata costrui­ta la legge 833: prevenzione e partecipazione; stretto collegamento fra interventi preventivi, di cura e di riabilitazione; assistenza sanitaria gra­tuita e completa a tutti i cittadini. Obiettivi e priorità, del resto, che sono già stati messi in forse nella pratica dalle tante leggi e leggine suc­cedutesi in questi anni e dagli innumerevoli «ta­gli» non agli sprechi ed ai servizi doppione, ma agli interventi che interessano proprio la fascia più debole di popolazione.

Per questo, riteniamo interessante e di stret­tissima attualità il documento che riportiamo in­tegralmente qui sotto: si tratta della «Carta del­la salute», approvata dal Consiglio dei Ministri francese il 12 maggio 1982. Una risoluzione che conferma, a nostro avviso, la validità della im­postazione e delle scelte sulle quali, in Italia, è stata avviata - a suo tempo - la nuova politica sanitaria, la quale resta oggi non da riformare nuovamente, ma, in primis, da attuare compiu­tamente.

La risoluzione del governo francese è, di per sé, un invito a continuare sulla strada intrapresa e, soprattutto, a proseguire sulla linea della par­tecipazione, senza la quale ogni riforma, anche la più perfetta, rischia di restare lettera morta.

 

 

CARTA DELLA SALUTE

 

La salute è al centro della vita quotidiana di tutti e di ciascuno; il governo aveva il dovere di precisare in un documento l'importanza che in­tende riconoscere a questa preoccupazione dei francesi.

La carta della salute si indirizza così a tutte le francesi e a tutti i francesi e, attraverso di loro, ai professionisti della salute.

Procedimento del tutto originale, questa carta non è né un elenco di provvedimenti, né un do­cumento contrattuale, né un piano di sanità, ben­sì una dichiarazione di politica generale, un atto politico che fissa il quadro e gli orientamenti di una, nuova politica sanitaria.

Il diritto alla salute, è il diritto ad essere cu­rati quando si è malati, il diritto a beneficiare dei migliori servizi medici qualunque sia la propria condizione, è l'uguaglianza nell'accesso alle cure e alle istituzioni sanitarie. Ma è anche il diritto a condizioni di vita che preservino l'integrità fisica e psichica e l'equilibrio necessario per lo svilup­po armonico di ciascuno. La salute è un tutto unico, la salute non si divide. Essa è al centro delle preoccupazioni del governo francese per garantire le libertà e accelerare il progresso.

In passato, la pressione delle lotte sociali e l'arricchimento delle conoscenze, gli sforzi dei professionisti della salute hanno permesso la realizzazione di progressi consistenti.

Si tratta oggi di raccogliere i frutti di ciò che si è acquisito: un sistema sanitario considerato una dei migliori, un insieme di professionisti che amano il loro mestiere negli aspetti umani e scientifici; un innovamento di conoscenze e di tecniche che richiedono profondi adattamenti per affrontare meglio i problemi e che offrono nuovi mezzi per rispondervi più efficacemente; una conquista strappata attraverso le lotte sociali di molti decenni: la sicurezza sociale.

Si tratta anche di innovare e di dare alla poli­tica sanitaria nuovi obiettivi, una nuova coerenza e di sviluppare tutte le sue finalità: prevenire, curare, guarire,, rispondendo qui come altrove alla prima delle esigenze, la giustizia sociale.

Elemento essenziale della libertà, la politica sanitaria, di cui il governo enuncia, le nuove di­mensioni, risponderà sia alle aspirazioni delle francesi e dei francesi che considerano la sicu­rezza, la qualità, la valorizzazione della persona, la libera scelta, sia alla volontà di milioni di cit­tadini di poter pienamente usufruire di tutti i progressi presenti e futuri.

Tale è il senso di questa Carta. Tracciando un nuovo volto della salute, essa indica le linee por­tanti seguendo le quali si articoleranno le misu­re che il governo prenderà di stretto concerto con tutti gli interessati. La politica qui proposta non affronta in maniera frammentaria i proble­mi dell'assicurazione-malattia, della prevenzione, della distribuzione delle cure o del reinserimento dei malati: la salute è un'aspirazione globale a cui deve rispondere una politica globale.

Questo compito è difficile perché la salute ha un costo; tutti i paesi industrializzati sono oggi di fronte a una rapida crescita delle spese do­vuta sia alle richieste della popolazione, sia allo sviluppo tecnologico.

Certi paesi scelgono la risposta dell'assicura­zione privata e dei meccanismi di assistenza. La Francia ha scelto il cammino della protezione pubblica, uguale per tutti. Ma la crescita dello sforzo collettivo richiesto che supera oggi il 7% del prodotto interno lordo deve essere padroneg­giata. Questo sforzo non può essere compiuto al buio. Occorrono scelte trasparenti e una ricerca costante di efficienza nella ripartizione e utilizza­zione delle risorse che la collettività destina a favore della salute. Il grande impegno di una mo­derna politica sanitaria è quello di conciliare i vincoli dell'economia con lo sviluppo degli inter­venti più rispondenti ai bisogni.

Il governo sceglie la via della responsabilizza­zione attraverso il decentramento e la pianifica­zione di concerto con il Parlamento, i rappresen­tanti eletti a livello regionale e locale, i Consigli di amministrazione delle Casse di sicurezza so­ciale.

 

 

1. OBIETTIVI E PROBLEMI DI FONDO

 

La politica sanitaria del governo si incentra su quattro obiettivi: conoscere meglio, promuo­vere la salute, curare meglio, reinserire meglio; i problemi fondamentali riguardano: la centralità della persona, le risorse economiche e finanzia­rie, le conseguenze per l'industria, lo sviluppo della democrazia.

 

A - Gli obiettivi

 

Conoscere meglio

 

Perché d'ora in avanti le scelte possano essere operate con conoscenza di causa, il governo sta­bilirà periodicamente una «radiografia dello sta­to di salute dei francesi».

Per questo scopo, vorremmo incrementati gli strumenti di osservazione e di previsione, le ri­cerche epidemiologiche e le analisi sui problemi sanitari: in differenti luoghi e ambienti, sforzi par­ticolari saranno intrapresi nei riguardi dei pro­blemi della salute nel mondo del lavoro. Le con­dizioni di lavoro in certe industrie generano ine­guaglianze nei confronti della malattia e della

speranza di vita; nell'insieme della popolazione, le categorie che sperimentano i tassi di morbi­lità più elevati sono anche quelle che hanno meno facilità di accesso al sistema sanitario; la ripartizione geografica del corpo medico e delle attrezzature ospedaliere continua a sfavorire il mondo agricolo e rurale; i sobborghi operai sono quelli che, più degli altri, risultano vittime delle aggressioni fisiche provocate dall'inquinamento. I francesi devono prenderne coscienza.

 

Promuovere la salute

 

Azioni di promozione della salute saranno in­traprese là dove i bisogni sono più pressanti; esse permetteranno un riequilibrio del sistema sanitario grazie a provvedimenti specifici diretti a correggere le disuguaglianze: i mezzi saranno ripartiti con lo scopo prioritario di ridurre le di­sparità esistenti.

Le amministrazioni locali, dipartimentali e re­gionali avranno in questo campo un ruolo impor­tante: seguire l'evoluzione dello stato di salute della popolazione, avvertire il governo quando saranno necessari provvedimenti di tipo gene­rale, mettere in atto azioni sanitarie di ambito locale.

Gli interventi per l'individuazione precoce della malattia, le azioni profilattiche e le campagne di informazione sono necessarie; ma non ci si può più limitare a ciò. Occorre procedere a un pro­fondo cambiamento di orientamento. La nuova politica avrà per oggetto una lotta sistematica contro le condizioni che colpiscono la salute de­gli uomini, e le negative conseguenze che ne derivano.

Il luogo di lavoro sarà il terreno privilegiato di questa politica, poiché è il luogo delle princi­pali aggressioni contro la salute, mentre il lavoro deve essere sorgente di arricchimento e di va­lorizzazione personale. II governo vigilerà sull'applicazione delle leggi in vigore; i lavoratori e le loro organizzazioni avranno un ruolo essen­ziale da svolgere.

Un'attenzione particolare sarà rivolta al lavoro femminile con lo scopo di correggere le condi­zioni traumatizzanti del lavoro in numerose indu­strie, in certi servizi e uffici.

Questo sforzo si svilupperà in collegamento con la medicina del lavoro e si appoggerà su ri­cerche multidisciplinari riguardanti la nocività, l'individuazione delle cause, la prevenzione, il miglioramento delle condizioni e degli strumenti di lavoro.

Ovviamente questa priorità accordata al mondo del lavoro non implica un minor impegno in altri settori, in particolare là dove comincia la promo­zione della salute e anzitutto nei riguardi della coppia, della madre e del bambino:

- potenziando l'educazione sessuale nella scuola e l'informazione alle coppie per un miglior controllo della fecondità;

- eliminando le disuguaglianze ambientali ed i rischi esistenti nei reparti di maternità;

- migliorando le condizioni di accoglienza e di sicurezza nei reparti di maternità;

- assicurando una miglior tutela della prima infanzia attraverso la protezione materna e infan­tile in collegamento con il medico di famiglia;

- rinnovando il servizio sanitario scolastico per permettergli di esercitare pienamente la sua funzione;

- sviluppando l'educazione sanitaria in parti­colare a scuola.

Riguardo alle persone anziane, le azioni di pro­mozione della salute saranno finalizzate essen­zialmente al mantenimento a domicilio, quando ciò è possibile per quegli anziani e per quelle anziane che lo desiderano; per gli altri anziani saranno assicurate condizioni qualitative di acco­glienza umana, sociale e medica, che rispettino la loro personalità.

In ogni caso, per i bambini come per gli adulti, la promozione della salute concerne direttamente il territorio, il livello di vita, l'urbanistica, l'am­biente, lo sport, la cultura. Le iniziative contro l'alcolismo, il tabagismo, le tossicomanie saran­no sviluppate con la preoccupazione di collocarle nel loro vero contesto. Tutti i progressi che sa­ranno compiuti in questi campi costituiranno al­trettante conquiste per la salute.

 

Curare meglio

 

Contro le grandi malattie della nostra epoca, ogni sforzo deve essere perseguito e sviluppato. Le scoperte in medicina, i progressi dell'igiene e del livello di vita hanno permesso nel corso degli ultimi decenni progressi maggiori che in tutti i secoli precedenti. La poliomielite e le sue terribili conseguenze sono state vinte, la tuber­colosi è in fase recessiva e la sua scomparsa è alla nostra portata.

Le nuove battaglie della sanità si conducono sul terreno del cancro, delle malattie invalidanti, delle malattie cardio-vascolari, di certe malattie neurologiche il cui mistero non ha potuto ancora essere svelato, senza trascurare il ruolo che la Francia deve svolgere nella lotta contro le ma­lattie tropicali.

In tutte queste azioni, lo sforzo di ricerca deve essere aumentato non solo nel campo biomedico che resta il fondamento di ogni ricerca medica, ma anche nella sanità pubblica e in particolare nella ricerca clinica, campo non sufficientemente sviluppato.

Vari mezzi saranno impiegati a questo scopo, in particolare utilizzando le realizzazioni delle nuove discipline, quali le scienze umane e l'epi­demiologia.

I ricercatori e i tecnici troveranno così nuove prospettive per il loro lavoro; questa ricerca deve utilizzare il contributo del complesso degli operatori della sanità, coinvolgendoli tutti ai di­versi livelli.

 

Reinserire meglio

 

Il reinserimento nel lavoro e nella vita sociale costituisce il prolungamento necessario delle cure. Curare senza organizzare il ritorno del ma­lato o dell'infortunato ad una funzione sociale non è coerente.

Uno sforzo considerevole resta da compiere in questo campo. La collaborazione degli organi­smi preposti alla formazione professionale e alla rieducazione è ancora oggi uno degli obiettivi più importanti.

 

B - I problemi di fondo

 

La centralità della persona

 

La nuova politica sanitaria mette l'uomo in primo piano. Non trascura alcuna causa che in­tacchi la salute. Tiene conto della crisi del lavoro, della crisi dell'ambiente, del predominio del de­naro sugli aspetti umani. La centralità della per­sona incomincia a concretizzarsi. È un nuovo obiettivo per la Francia, essenziale per il suo avvenire.

 

Le risorse economiche e finanziarie

 

L'insieme delle attività sanitarie costituisce un importante riferimento economico e sociale. Il numero di persone ivi impiegate direttamente o indirettamente rappresenta il 5,6% dei posti di lavoro in Francia, ossia più di 1.200.000, di cui più di 100.000 nelle industrie farmaceutiche e biomediche.

L'investimento effettuato dalla nazione nella politica sanitaria trova il suo risultato in una mi­gliore qualità della vita individuale e collettiva; i benefici umani e sociali sono considerevoli, ma l'importanza stessa di questo investimento ren­de necessaria un buon controllo del suo sviluppo.

Il sistema sanitario ha dei conti da rendere alla nazione. Ogni somma sprecata è uno strumento d'azione prezioso per la collettività che viene dis­sipato, ma è anche la sofferenza di qualcuno da qualche parte, a cui non viene portato rimedio.

Per rendere possibile il controllo dei costi e migliorare l'efficacia del sistema sanitario, il go­verno favorirà lo sviluppo degli strumenti di va­lutazione.

I professionisti della sanità, nella medicina di territorio e in ospedale, elaboreranno progressi­vamente gli indicatori che consentono di misura­re con maggior rigore l'efficacia del loro lavoro; la collettività imparerà a confrontare i mezzi im­piegati con i risultati ottenuti e previsti.

Un rapporto sull'evoluzione del sistema sani­tario e sulle azioni per migliorarne l'efficacia sarà redatto ogni anno.

Il governo intende anche mantenere uno stret­to controllo sulla demografia delle professioni sa­nitarie, riorientare gli interventi di cura per dare la giusta collocazione agli interventi di base che sono contemporaneamente i più vicini alla popo­lazione e i meno costosi, assicurare una program­mazione delle attrezzature per evitare doppioni, porre fine agli abusi che possono risultare da cer­te pratiche industriali o finanziarie, ricreare le possibilità di una maggiore responsabilità nella gestione ospedaliera.

 

Conseguenze per l'industria

 

Le medicine e gli strumenti biomedici sono il prodotto di industrie collocate alla confluenza delle scoperte della scienza e della tecnologia moderna (elettronica, informatica, biotecnologia).

Dal posto che il nostro paese riuscirà ad occu­pare in queste tecniche avanzate dipenderanno in larga misura la sua indipendenza, la sua posi­zione commerciale, il suo rapporto nel campo del­la cooperazione sanitaria.

Lo sviluppo di una forte industria francese in campo farmaceutico e biomedico è dunque una posta in gioco economica e sociale essenziale. La creazione di un settore pubblico importante e la messa a punto di una politica contrattuale con le imprese private e pubbliche costituiranno gli strumenti privilegiati di una politica in questo campo.

Al fine di condurre un'azione coordinata, il go­verno intende allo stesso tempo:

- favori:re la ricerca e l'innovazione;

- stimolare la riconquista del mercato in­terno;

- mettere a punto procedure di omologazio­ne dei materiali biomedici che assicurino affida­bilità, efficacia e promozione internazionale;

- favorire l'informazione obiettiva dei profes­sionisti sanitari e della popolazione, lottando con­tro tutto ciò che provoca l'aumento indiscrimi­nato del consumo di farmaci.

 

Lo sviluppo della democrazia

 

I rappresentanti locali - dai Consigli regiona­li alle municipalità - hanno un ruolo attivo per stimolare la riflessione e gli incontri, incitare alla solidarietà, facilitare l'intervento degli utenti. Il governo li incoraggerà ad agire in questa direzio­ne in collegamento con i professionisti della sa­lute, le organizzazioni sindacali, il movimento as­sociativo e mutualistico e le amministrazioni pub­bliche.

Le iniziative che ne risulteranno saranno coe­renti con gli obiettivi solo se si integreranno in una politica nazionale chiara.

Un dibattito nazionale deve essere avviato a tutti i livelli, in particolare con i rappresentanti eletti, in uno spirito di rigore e di responsabilità per decidere in merito ai mezzi che la nazione metterà in atto per garantire la promozione della salute.

Le responsabilizzazioni delle comunità locali nel quadro del decentramento, la riforma dei Con­sigli di amministrazione delle Casse di sicurezza sociale, la riforma ospedaliera e l'intervento dei professionisti permetteranno di modificare le re­gole del gioco.

 

 

2. LE ISTITUZIONI E GLI UOMINI

 

A - Il ruolo delle istituzioni

 

Affinché questa politica abbia buon esito, oc­corre garantire l'indipendenza e il pluralismo, da­re un nuovo volto all'istituzione ospedaliera, rin­novare la politica della salute mentale, aprire le istituzioni.

 

Assicurare l'indipendenza e il pluralismo

 

Ognuno deve essere libero di scegliere il pro­prio medico. Ognuno deve avere la garanzia che costui eserciti in piena indipendenza e in ogni circostanza la libera scelta delle proprie decisio­ni. Il segreto tra il malato e il medico, indispen­sabile per la fiducia, deve essere rispettato. Tutti i professionisti della salute - qualunque sia il loro ruolo - sono al servizio del pubblico. Questa servizio è garantito da un settore pubbli­co, in particolare da quello ospedaliero, e da un settore privato convenzionato. L'indipendenza professionale di ogni medico, dovunque egli eser­citi, è un'esigenza fondamentale. L'indipendenza del medico che lavora nelle strutture pubbliche, qualunque sia l'istituzione in cui esercita, deve essere assicurata da norme specifiche affinché nessuna pressione possa li­mitare le sue decisioni. Queste garanzie saranno riprese nelle convenzioni collettive. L'indipendenza del medico privato è garantita dalle convenzioni. II pluralismo delle forme di esercizio deve essere una realtà accessibile a tutti. Lo studio privato rimane l'istituzione di base del nostro apparato sanitario, l'esercizio privato deve potersi adattare all'evoluzione delle tecni­che e dei bisogni anche se vi è l'esigenza di una apertura sociale.

L'esercizio delle libere professioni si deve com­binare con la protezione collettiva che la sicu­rezza sociale offre ai francesi.

Il quadro delle convenzioni è e resterà la re­gola che guida l'attività professionale dei medici e dei paramedici.

L'abolizione dell'anticipazione delle spese per la popolazione, decisa in accordo con i rappre­sentanti dei professionisti della salute, contribui­sce a ridurre le disuguaglianze, lungo la via aper­ta dal movimento mutualistico.

Lo studio medico, la medicina di gruppo, i cen­tri sanitari rispecchiano il pluralismo delle moda­lità di esercizio e di rimunerazione delle profes­sioni sanitarie. Il governo intende rispettare que­sto pluralismo e lasciarne aperte le possibilità di evoluzione per consentire il continuo adatta­mento alle esigenze; vuole inoltre incoraggiare le esperienze nuove che, sotto forme diversifi­cate, accomunano l'azione sanitaria e sociale, so­prattutto a favore delle popolazioni più colpite dalla crisi.

Tiene conto delle iniziative che riuniscono di­versi operatori sanitari e sociali in iniziative plu­ridisciplinari come i centri sanitari integrati, le associazioni locali di sviluppo sanitario, i raggrup­pamenti di esercizio funzionale e le unità sani­tarie di base, le strutture di cura a carattere sa­nitario e sociale nelle zone rurali; queste inizia­tive potranno essere remunerate in base a mo­dalità di diversa natura. La diversità di tutte que­ste formule rappresenta una delle ricchezze della medicina francese. Il pluralismo deve tradursi in sforzi di emulazione e di complementarietà. Le nuove iniziative della medicina fanno assegna­mento per una parte importante sull'esperienza e la ricerca, e dipendono strettamente dalla men­talità e dalle coscienze: non si può pensare di inserirle in un disegno prestabilito.

 

Dare un volto nuovo all'istituzione ospedaliera

 

Il sistema ospedaliero francese si è guadagna­to una reputazione internazionale che occorre mantenere. La competenza dei suoi medici e del personale, le sue attrezzature tecniche costitui­scono altrettanti fattori decisivi per la qualità delle cure, la sicurezza dei malati e il progresso delle conoscenze.

C'è in Francia un numero sufficiente di posti letto ospedalieri, ma conviene ridurre le dispa­rità regionali e modernizzare le costruzioni obso­lete. Occorre soprattutto riequilibrare il settore ospedaliero, rinforzare le istituzioni di livello in­termedio, fra la medicina di territorio e i centri ospedalieri universitari, accordando la priorità agli ospedali generali. Altre forme di cura (ospe­dali diurni, ospedalizzazione e cure a domicilio) saranno anche incoraggiate in modo da costituire una organizzazione flessibile che risponda ai bi­sogni individuali.

L'ospedale locale, unità di primo soccorso, de­ve essere veramente a disposizione dei medici e dei professionisti sanitari del «territorio». Nell'ospedale locale dovranno essere fornite, secon­do modalità non rigidamente predeterminate, le necessarie prestazioni da parte degli specialisti dell'ospedale generale e del centro ospedaliero regionale.

L'ospedale generale, il cui livello tecnico e le équipes saranno ragionevolmente specializzati, assicurerà una migliore risposta alle esigenze del territorio e di sicurezza per la grande maggio­ranza dei bisogni di ospedalizzazione.

Conformemente alla sua vocazione il centro ospedaliero regionale e universitario applicherà le ultime conquiste del sapere e del progresso tecnico, nella lotta contro la malattia.

È questa la sua missione essenziale, anche se comprende anche servizi rispondenti ai bisogni del territorio. Questa doppia funzione è necessa­ria alle attività di insegnamento e di ricerca.

Nella diversità delle sue forme, l'ospedale deve essere:

1) un ospedale personalizzato in cui ogni mala­to è considerato nella sua individualità;

2) un ospedale che valorizzi l'équipe di cura grazie a una pluridisciplinarietà che rispetti l'ap­porto specifico di ciascuno. Esso assumerà le sue responsabilità in materia di sviluppo scientifico e tecnico e giocherà il suo ruolo di promozione della salute al di là delle sue mura, in collega­mento con le altre strutture sanitarie;

3) un ospedale ben amministrato con la parte­cipazione di, tutto il personale, sotto l'autorità dei direttori.

I medici ospedalieri, dopo una formazione di buona qualità, devono poter dare saggio della loro capacità a partire dal passaggio in ruolo. Ri­forme saranno intraprese per permettere la dis­sociazione del grado e della funzione.

Le funzioni mediche si eserciteranno in seno ai dipartimenti il cui coordinamento (o direzione) sarà organizzato secondo varie modalità, in base all'iniziativa dei medici coinvolti.

Il personale ha, in passato, in circostanze dif­ficili, sperimentato le proprie capacità a rispon­dere ai bisogni dei malati.

Il suo livello di formazione, la sua esperienza, lo spirito di responsabilità in relazione alle fun­zioni svolte si svilupperanno pienamente nella nuova collocazione che si intende dare all'ospe­dale;

4) un ospedale responsabile il cui Consiglio di amministrazione possa assumere pienamente i poteri di decisione e la responsabilità finanziaria grazie soprattutto al decentramento e alla rifor­ma dei tariffari.

A fianco di queste strutture pubbliche esistono strutture private rispondenti anch'esse ai bisogni e alle scelte dei francesi. Esse devono avere il loro posto nella nuova politica ad un livello di qualità, corrispondente all'impulso delle tecniche mediche. La politica sanitaria mira alla comple­mentarietà nell'intento di mobilitare le compe­tenze e i mezzi, al servizio del pubblico.

 

Rinnovare la politica di salute mentale

 

La salute mentale è senza dubbio il campo in cui esiste la più forte contraddizione fra le diffi­coltà accumulate dalla crisi, dalla passata poli­tica di austerità e una notevole e feconda varietà di esperienze innovatrici tanto nel servizio pub­blico che nelle strutture associative e private.

Oggi è importante appoggiarsi su queste con­quiste e assumere i seguenti orientamenti:

- promuovere un vero servizio di salute men­tale, aperto alle strutture di cura e inserito il più vicino possibile ai luoghi di vita e di lavoro della popolazione;

- assicurare una nuova finalità alla prassi ospedaliera, in rottura con lo spirito della legge del 1838 e sviluppare le strutture extra-ospeda­liere;

- portare un sostegno effettivo all'inserimen­to sociale dei malati, in particolare assumendo iniziative per migliorare le condizioni di vita, di lavoro e di abitazione;

- partire dalle suddette iniziative per svilup­pare la prevenzione;

- dare all'insegnamento e alla ricerca i mezzi necessari affinché la psichiatria francese continui a progredire.

 

Aprire le istituzioni

 

Non basterà riformare e modernizzare una per una le strutture di cura; occorre stabilire rapporti nuovi fra i diversi soggetti.

Per evitare le attuali eccessive rigidità che nuocciono al malato, sarà sviluppata la collabora­zione fra i differenti operatori nel settore sanita­rio e, ogni volta che sia necessario, del settore sociale. In tal modo, nel rispetto della libertà individuale del malato, la malattia sarà situata meglio nel suo contesto culturale e sociale.

Nell'insegnamento e nella ricerca, occorre an­che aprire la formazione medica e scientifica, in­coraggiare la pratica pluridisciplinare, moltipli­care gli scambi fra l'industria e l'università fra il ricercatore e il medico.

 

 

B - Il ruolo degli operatori

 

Le istituzioni hanno valore grazie alle donne e agli uomini che le fanno funzionare.

Tutti gli operatori sanitari, attraverso la loro capacità di iniziativa e di rinnovamento, devono costituire una vera «catena della salute» in cui si combinano approcci differenti ed esperienze varie.

Ai professionisti della salute il Governo indi­rizza anche un messaggio di ottimismo e di spe­ranza.

Esso intende aprir loro il cammino di uno svi­luppo nuovo in una relazione più intensa e più ricca nell'ambito della società. Senza sacrificare nulla del loro sapere e della specificità delle loro attività sottolinea la fecondità del dialogo a cui sono invitati ad avere con l'insieme della popo­lazione per dare alla salute il posto che le spetta: al centro delle responsabilità di tutti e dei biso­gni di ciascuno.

 

Il medico generico

 

Medico del territorio e della relazione, agli avamposti dell'urgenza, uomo di sintesi e della globalità dell'individuo, egli svolge un ruolo de­terminante. La sua formazione iniziale si situerà dunque al miglior livello di qualità. Come per al­tre discipline mediche essa deve comportare una formazione extra-ospedaliera nei settori in cui in seguito svolgerà la sua attività e una formazio­ne sociale. Inoltre, il medico generico deve poter portare, ai suoi colleghi, nell'ambito dell'univer­sità, l'insegnamento della sua esperienza.

La sua formazione continua, esigenza assolu­ta, dovrà essere progressivamente svincolata da­gli imperativi commerciali dell'industria farma­ceutica. Gestita sulla base delle convenzioni con l'aiuto del potere pubblico essa resta un compito di fondamentale importanza per l'esercizio corret­to della professione.

L'ascolto e la disponibilità rappresentano im­portanti elementi della qualità della relazione con il malato. La partecipazione dei medici gene­rici alle iniziative di sanità pubblica e di preven­zione collettiva deve essere resa possibile da forme integrative dell'attività professionale e da una adeguata remunerazione stabilita su una base contrattuale, ciò vale, ad esempio, per l'epi­demiologia, per la collaborazione alle urgenze e per la partecipazione al mantenimento a domi­cilio delle persone di età avanzata.

 

Gli specialisti

 

Le altre specializzazioni mediche hanno, per la maggior parte, raggiunto un alto livello di com­petenza e di efficienza.

La massima attenzione deve essere portata alla formazione iniziale di questi specialisti, in nume­ro appropriato ai bisogni della nazione, e alla loro formazione permanente, la quale migliorerà sen­za sosta la qualità del loro intervento. Lo sviluppo della ricerca in tutte queste specializzazioni fa­vorisce un continuo progresso tecnico e una maggiore conoscenza del malato nella sua globalità. Gli specialisti devono poter accedere ad un livello tecnico di base che permetta loro di eser­citare la professione e sviluppare pienamente le loro competenze.

 

Le altre professioni sanitarie

 

Le altre professioni mediche, chirurghi, den­tisti e ostetriche, e i farmacisti hanno un ruolo importante nelle diverse strutture di cura ai ma­lati, e nelle attività di prevenzione.

Il divenire delle professioni paramediche e di quelle medico-ausiliarie, ospedaliere e delle li­bere professioni, risponde a una triplice evoluzio­ne: necessità di un lavoro pluridisciplinare d'équi­pe, sviluppo delle attrezzature tecniche e dei laboratori, possibilità crescente d'intervento a li­vello della prevenzione, del trattamento e della rieducazione degli handicaps.

Il Governo attribuisce grande importanza alla formazione medica e paramedica di base e per­manente. Esso si adopererà ad accrescerne anco­ra la qualità, così come a vigilare affinché ogni formazione riunisca conoscenze comuni e spe­cifiche.

Con l'evoluzione delle tecniche e delle strut­ture, il personale dei servizi amministrativi, tec­nici e generali si vede affidare delle nuove man­sioni implicanti il loro collegamento più stretto con il sistema sanitario.

 

La carta della sanità definisce una responsabi­lità pubblica in materia sanitaria. Per sua natura, costituisce un approccio nuovo ai rapporti tra i pazienti e coloro che li curano, fra la popolazione e le professioni sanitarie, ma anche fra l'individuo e la società intera. Lo sforzo della nazione a fa­vore della salute non può in effetti poggiare sul solo sistema sanitario, ma concerne i differenti aspetti del funzionamento della nostra società, ancora oggi, troppo poco rispettosa della soffe­renza umana nel lavoro,, nella vita domestica, nel­le abitudini consumistiche.

Questa carta, che disegna una nuova etica sa­nitaria, propone ad ogni donna francese e ad ogni uomo francese di partecipare ad un grande com­pito nazionale, uno dei problemi di fondo del loro futuro.

 

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