Prospettive assistenziali, n. 61, gennaio - marzo 1983
L'ITALIA È ANCORA IL PAESE DEI
CELESTINI
GIACOMO
BRUGNONE
Il Tribunale di Venezia, con una
mitissima sentenza, accolta con disappunto dall'opinione pubblica, ha
condannato otto dei venti operatori geriatrici
implicati per i fatti tristemente noti accaduti alla casa di riposo di via
Spalti a Mestre. Gli otto dipendenti, accusati - a titolo diverso - di violenze
carnali, lesioni e maltrattamenti ai danni di degenti, sono stati condannati a
pene detentive che variano dai 24 ai 18 mesi. A tutti il
Tribunale ha concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena
ed ha inoltre inflitto loro l'interdizione dai pubblici uffici per un periodo
pari alla pena detentiva. Contro la sentenza hanno proposto appello sia il
Pubblico Ministero che ha solo parzialmente visto accolte le sue richieste;
sia gli imputati che, sostenuti da parte dei sindacati
di categoria e da colleghi, si considerano sfrontatamente vittime di
responsabilità politiche, che indubbiamente esistono e vanno perseguite, ma
in nessun caso possono giustificare o attenuare le loro colpe così come sono
emerse dagli atti processuali.
Ma non si è ancora spento il clamore per questi tristi
avvenimenti che già altri, non meno gravi, assurgono agli onori della cronaca.
La notizia secondo la quale gli anziani ospiti della
casa di riposo di Galzignano (Padova) denutriti e
maltrattati, venivano assistiti da seminaristi siriani di età compresa fra gli
otto ed i quattordici anni, fa ritenere che nonostante le numerose enunciazioni
di principio, l'Italia continua ad essere « il paese dei celestini ». Dopo
tale constatazione, parallelamente all'azione politica per il superamento
dell'emarginazione, con le riforme istituzionali, s'impone la denuncia dei
fatti singoli, così da sensibilizzare l'opinione pubblica e condizionare le
scelte dei politici. In questa prospettiva, dopo i due
esposti relativi ai fatti accaduti alla casa di riposo di Mestre e
all'espulsione o non ammissione degli anziani negli ospedali (1), l'ULCES ha
inoltrato alle Autorità Giudiziarie venete un terzo esposto relativo ai fatti
di Galzignano.
Le attività assistenziali
dei padri nestoriani
Quello dei padri ortodossi nestoriani
di rito assiro è un ordine antichissimo che risale ai concilii
di Efeso e Calcedonia (5° secolo); è presente in
Siria e in molti altri paesi fra cui gli Stati Uniti. La Provincia italiana è
retta da un «Archimandrita» (Primate o Patriarca) da cui dipendono dei «Nar» (Vescovi) che curano gli interessi dell'Ordine nelle
varie zone. Le tre case di riposo venete, site a Tarzo,
Montaner (Treviso) e Galzignano
(Padova), rientrano sotto la giurisdizione del «Nar»
di Montaner. Questo Ordine poco conosciuto, anche
perché si annida in piccoli paesi di provincia, è molto potente in quanto si dice che possa contare sull'appoggio della «lobby» americana
dei confratelli assiri, la quale sarebbe sempre
riuscita a mettere a tacere i malumori creati dalle disfunzioni della sede
veneta della consociata italiana, sistemando ogni cosa con metodi non sempre
«ortodossi».
Tempo fa, a causa di maltrattamenti
ai danni degli ospiti, la casa di riposo di Tarzo fu
chiusa per un certo periodo su ordinanza del Sindaco di quel paese, e poi, non
si sa come, riaperta.
Quella di Galzignano
ufficialmente non era una casa di riposo, bensì la foresteria del locale seminario - che accoglie bambini e adolescenti
di nazionalità siriana - destinata ad ospitare persone di passaggio. Tutti in
paese erano a conoscenza della vera destinazione della foresteria e - più o meno - delle condizioni in cui erano costretti a
vivere i circa cinquanta ospiti, ma nessuno si azzardava a mettere in moto
meccanismi di denuncia. Le cose sono mutate dopo il sopralluogo dell'Assessore
all'assistenza del Comune di Camponogara
(Venezia) e successiva denuncia all'Autorità giudiziaria, e dopo la campagna di
stampa da noi promossa (2). Le denunce e la spontanea testimonianza di molti,
che prima tacevano, hanno fatto sì che il Magistrato, cui è stata affidata
l'istruttoria del processo, potesse mettere insieme un voluminoso dossier che
dovrebbe inchiodare i religiosi su responsabilità cui difficilmente potranno sottrarsi.
I padri nestoriani, per
gettare acqua sul fuoco, hanno chiuso spontaneamente la foresteria, deportando
a Tarzo i pochi vecchi rimasti; i
rimanenti erano già stati trasferiti in altri istituti da parenti ed
Enti locali, messi sull'avviso dai fatti di cui avevano dato notizia i mezzi di
comunicazione.
Al momento non ci è dato di
immaginare come si concluderà la vicenda, anche perché tutti continuano a
parlare, in maniera molto vaga e misteriosa, del potere del «Nar di Montaner» e dei suoi
confratelli di oltre Atlantico; qualora però gli assiri
dovessero farla franca, la cosa dovrà essere ripresa e sottoposta al giudizio
dell'opinione pubblica e dei politici, cosicché si possano pubblicamente
distinguere coloro che lottano per il superamento
dell'emarginazione sociale da coloro che da questa traggono vantaggi.
La vigilanza delle Regioni e degli Enti
locali sugli istituti assistenziali
Ma se è vero che dobbiamo denunciare gli abusi più clamorosi, è anche vero che non sarebbe politicamente
e praticamente utile limitare il nostro impegno alla caccia ed alla denuncia
dei singoli avvenimenti. La soluzione, che, a nostro avviso, meglio risponde
a queste esigenze, consiste nel sollecitare Regioni ed Enti locali, partendo
dalla denuncia di questi fatti clamorosi, ad attivare - ciascuno per la parte
di sua competenza - una concreta azione di vigilanza sugli istituti assistenziali che ospitano minori, anziani e disabili.
Ma non è sufficiente esigere il corretto assolvimento di tale compito; la
volontà politica degli amministratori la si misura
dalle azioni concrete da loro messe in atto per superare l'assistenza in
strutture residenziali, per creare cioè servizi territoriali alternativi.
Per contribuire a raggiungere questo duplice
obiettivo l'ULCES ha inviato alla Regione e agli Enti locali veneti copia dell'esposto, nonché l'invito ad operare per il
superamento dell'assistenza residenziale ed in attesa che ciò possa concretizzarsi,
ad attivare un efficace servizio di vigilanza su tali strutture.
L'ULCES si ripromette inoltre, di pubblicizzare
ulteriormente l'iniziativa a mezzo stampa e via etere,
nonché di accogliere documentazione per un dossier sull'assistenza nel Veneto.
TESTO
DELLA LETTERA DEL 25.2.1983 (3)
Oggetto: Vigilanza sulle strutture
residenziali che ospitano minori, anziani e disabili
Il ripetersi di abusi ai
danni di ricoverati presso strutture assistenziali (anziani, disabili e minori),
di cui frequentemente si occupa la stampa, ripropongono fenomeni che si
riteneva appartenenti ad un passato oramai remoto, quali ad esempio quelli
dell'«istituto dei Celestini» e di Suor Maria Diletta
Pagliuca. Nello specifico, i giornali hanno avuto
recentemente occasione di occuparsi dei maltrattamenti subiti dagli ospiti della casa di riposo di Mestre e dell'ospizio di Galzignano (Padova) che ricorreva all'opera di bambini
siriani per assicurare l'assistenza ai suoi ospiti.
L'ULCES (Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale) veneta, allarmata per il ripetersi
di questi avvenimenti, ha intrapreso una campagna di denunce all'Autorità
giudiziaria e all'opinione pubblica prefiggendosi un duplice obiettivo:
- sollecitare Regioni, Comuni, ed UU.SS.LL.
affinché attivino una concreta azione di vigilanza
sulle strutture assistenziali residenziali, così come esplicitamente
contemplato dalla vigente normativa in materia, di cui si allegano gli estremi
contenuti in un esposto recentemente inoltrato alle Autorità giudiziarie
venete;
- indurre amministratori e
politici ad operare in maniera più incisiva per il concreto superamento delle
strutture residenziali, con la creazione di servizi alternativi.
In questa prospettiva, la scrivente ULCES chiede
alle Istituzioni in indirizzo di adottare i provvedimenti del caso;
invitandole altresì a far pervenire materiale (ordini del giorno, delibere,
piani programma, mozioni, atti di convegni e seminari
e qualsiasi altra documentazione) attestante questa diversa politica
dell'assistenza, che contribuirà alla compilazione di un dossier sull'assistenza
nel Veneto.
ESPOSTO
DELL'ULCES ALLE AUTORITÀ GIUDIZIARIE VENETE
Riportiamo il testo dell'esposto inoltrato dall'ULCES
al Tribunale per i minorenni ed ai Procuratori della Repubblica presso i
Tribunali ordinari e presso il Tribunale per i minorenni del Veneto, relativo
al corretto adempimento del compito di vigilanza che la Regione Veneto, i
Comuni e le UU.SS.LL.,
ognuno limitatamente alla parte di sua competenza, dovrebbero, ai sensi di legge,
esercitare sulle istituzioni assistenziali a carattere residenziale (pubbliche
e private) che ospitano minori, anziani e disabili. Con particolare
riferimento alle tre case di riposo tenute dai padri ortodossi nestoriani, site nei Comuni di Galzignano
(Padova) e Montaner e Tarzo
(Treviso), la prima delle quali ospita anche minori.
La scrivente ULCES, con sede a Torino, via Artisti 34, in persona del vice presidente Brugnone Giacomo, residente a Mestre-Venezia,
Vicolo della Pineta 42/b, avendo, dopo la presentazione dell'esposto alla
Procura della Repubblica di Venezia relativo ai maltrattamenti subiti dagli
ospiti della casa di riposo di Mestre, constatato che tali fenomeni sono tutt'altro che rari, e generalizzati anche in strutture che
ospitano minori, intende richiamare l'attenzione dell'Autorità giudiziaria sui
seguenti aspetti del problema.
Il Gazzettino del 15.10.1982 riferisce che a seguito
di due sopralluoghi dell'Assessore all'assistenza del
Comune di Camponogara (Venezia) alla casa di riposo
di Galzignano (Padova), per verificare
l'attendibilità delle lamentele relative ai disagi subiti da due assistiti,
sono emersi i seguenti fatti:
- il cibo dato agli ospiti della casa di riposo
sarebbe stato scarso e di pessima qualità;
- alcuni ricoverati, a causa della loro irrequietezza,
sarebbero stati limitati nella possibilità di
muoversi liberamente;
- pare che la mortalità fra gli assistiti fosse superiore alla media;
- l'assistenza oltre che dai padri nestoriani sarebbe stata assicurata da donne del luogo assunte
part-time, e da seminaristi siriani di età compresa
fra gli otto ed i quattordici anni;
- molti ospiti si sono lamentati con l'Assessore
delle condizioni in cui erano costretti a vivere,
chiedendo di essere aiutati.
Ma i padri ortodossi nestoriani
che, assieme a quella di Galzignano, gestiscono altre
due case di riposo, una a Montaner e l'altra a Tarzo, entrambe in provincia di Treviso, non sono nuovi a
questi «incidenti». La loro casa di riposo, o foresteria,
di Tarzo è stata tempo fa chiusa per un certo periodo
su ordinanza del Sindaco di quel paese, in quanto vi si erano verificati casi
di maltrattamenti.
A giudizio dell'ULCES, questi ed altri fatti sono stati resi possibili anche a causa della negligenza
con la quale le istituzioni tenute per legge a provvedervi, avrebbero assolto
il compito di vigilanza sulle strutture assistenziali che ospitano minori,
anziani e disabili. Per questo motivo sollecita l'Autorità giudiziaria non a
sostituirsi alla Regione, ai Comuni e ad altri organismi in tali funzioni,
bensì a verificare che essi vi adempiano in maniera adeguata e, qualora ciò non
avvenisse, a prendere i provvedimenti del caso.
A supporto di questa sollecitazione, l'ULCES riporta
qui di seguito le disposizioni contemplate dalla vigente normativa in materia
ed i soggetti designati a renderle operative.
1. Le Regioni
Se diversamente non previsto da disposizioni di
delega a Comuni o UU.SS.LL.,
spettano alla Regione compiti di vigilanza su istituti assistenziali pubblici
e privati in materia di:
a) autorizzazione al funzionamento di tutte le
strutture residenziali, educative ed assistenziali (Legge
regionale n. 55/1982, art. 24);
b) autorizzazione al funzionamento delle strutture assistenziali che ospitano minori (Regio decreto 15.4.1926,
n. 718, art. 50).
In entrambi i casi, qualora le condizioni degli
istituti non rispondano a requisiti di agibilità e
funzionalità tali da assicurare una adeguata attuazione dei loro compiti
istituzionali, possono essere chiusi d'autorità dalla Regione;
c) vigilanza sulle istituzioni di
pubblica assistenza e beneficenza (Legge 6972/1890, art. 2 e Regio
decreto 5.2.1891, n. 99, art. 4) affinché:
- non vi sia abuso di pubblica fiducia;
- siano assicurate le esigenze sotto il profilo igienico-sanitario ed assistenziale;
- siano rispettate le misure di sicurezza (antincendio,
antinfortunistica, norme di sicurezza delle
apparecchiature elettriche, ecc.);
- alla Regione è inoltre affidato il compito di
chiudere gli istituti di assistenza nei casi di loro
cattivo funzionamento;
d) vigilanza sugli istituti che ospitano minori (Regio
decreto 15.4.1926, n. 718) in materia di tenuta dei fascicoli e schede
personali degli assistiti, dai quali debbono
risultare le condizioni degli ospiti sotto il profilo educativo, sanitario e psicoaffettivo (art. 194). Nei casi di istituti
che accolgono minori di età inferiore agli anni 3, deve inoltre essere
assicurato un adeguato rapporto fra operatori ed assistiti, sia sotto il
profilo numerico che professionale (art. 202).
2. I Comuni
Spetta ai Comuni, oltre alle competenze loro delegate
o subdelegate dalla Regione, il compito di vigilanza
su tutti gli istituti assistenziali sotto il profilo
igienico sanitario. In caso di carenza, i Sindaci,
quali massime autorità sanitarie, possono, con loro ordinanza, chiudere le
strutture ritenute inidonee.
3. Antinfortunistica, prevenzione ed
estinzione degli incendi
Da informazioni in possesso della scrivente ULCES, risulta che in molti degli oltre 400 istituti assistenziali
del Veneto non sono rispettate le norme di sicurezza sotto il profilo
antinfortunistico e di prevenzione ed estinzione degli incendi, il controllo
delle quali compete ai vigili del fuoco ed all'ENPI (Ente nazionale per la
prevenzione degli infortuni), le cui competenze sono state recentemente
trasferite alle UU.SS.LL.
4. Ispettorato del lavoro
Le prestazioni di lavoro part-time,
spesso camuffate da volontariato, di cui si sarebbe servita anche la casa di
riposo di Galzignano, sono tutt'altro
che rare, soprattutto negli istituti più piccoli. Su questa materia sono competenti gli Ispettorati
del lavoro che dovrebbero verificare la regolarità
del rapporto di lavoro ed i requisiti professionali degli operatori.
5. Sfruttamento di manodopera minorile
Sempre a Galzignano è stato evidenziato il fenomeno dello sfruttamento di manodopera
minorile, con l'utilizzo dei piccoli seminaristi nestoriani
di nazionalità straniera quali operatori geriatrici.
6. Elenco trimestrale dei minori
ricoverati in istituto
Si fa presente all'Autorità giudiziaria che, ai sensi
dell'art. 314/5 del codice civile sull'adozione
speciale, gli istituti che ospitano minori sono tenuti a far pervenire
trimestralmente al Giudice tutelare l'elenco dei loro ospiti.
La scrivente ULCES, augurandosi che l'Autorità
giudiziaria vorrà accertare l'effettivo assolvimento del compito di vigilanza
da parte degli organismi preposti ed eventualmente
porvi riparo, rimane a disposizione per eventuali chiarimenti ed integrazioni.
(1) Cfr. Prospettive assistenziali,
n. 60, pagg. 18-22.
(2) Del fatto si sono
occupati il Gazzettino del 15.10.
1982, Prospettive sociali e sanitarie
n. 22/1982, Com Nuovi Tempi n. 3/1983, la RAI nel TG3
del 3.11.1982 e il Giornale del Veneto
del 4.11.1982, nonché emittenti locali.
(3) La lettera è stata inviata al
Presidente della Giunta regionale veneta, agli Assessori all'assistenza della
Regione e dei Comuni capoluoghi di provincia, ai Sindaci dei Comuni superiori
ai 10.000 abitanti, ai Presidenti dei Comitati di gestione delle USL.
www.fondazionepromozionesociale.it