Prospettive assistenziali, n. 56, ottobre - dicembre 1981

 

 

STATO ATTUALE IN TOSCANA DELL'ORGANIZZAZIONE PER IL RECUPERO DEL BAMBINO SORDO (1)

F. GIACCAI, M. BIGOZZI, V. MONECHI

 

 

Possiamo affermare che in questi ultimi dieci anni in Toscana abbiamo avuto un sostanziale miglioramento qualitativo e quantitativo nell'as­sistenza del bambino sordo grave dal momento che è stato almeno in parte compreso, che la dia­gnosi precoce è inutile se non è seguita da un intervento terapeutico riabilitativo finalizzato al recupero del bambino.

Questo è potuto accadere sia per la maggior conoscenza del problema da parte degli speciali­sti, sia per una maggiore sensibilizzazione della popolazione e degli amministratori locali.

Dobbiamo tener presente che fino al '70 nella provincia di Firenze nel settore educativo, per i sordi esistevano due istituti per sordomuti ed un istituto medico-psicopedagogico «Umberto I» dove affluivano il maggior numero dei bambini sordi di età compresa fra i 3 e i 7 anni (205 con­vittori e 91 semiconvittori), mentre gli altri ipo­acusici venivano inseriti in classi speciali (76 ragazzi in 13 classi) seguiti da 20 insegnanti orto­foniche della Provincia di Firenze «itineranti». Abbiamo potuto conoscere la situazione attuale nel campo della assistenza in Toscana attraverso le informazioni pervenute dal Dipartimento di sicurezza sociale della Regione dalle 40 U.S.L. recentemente costituite nel territorio regionale. Riferiamo i dati che riguardano la prescrizione delle protesi acustiche e la rieducazione ortofoni­ca dei bambini sordi.

La prescrizione delle protesi acustiche secon­do la legge 118 (30.3.71) e successive delibera­zioni deve essere eseguita da specialisti in O.R.L. o in Audiologia operanti presso una delle seguen­ti istituzioni:

1 - Cliniche universitarie O.R.L.

2 - Reparti O.R.L. di ospedali regionali, provin­ciali e zonali se provvisti di servizio specialisti­co O.R.L.

3 - Centri che oltre a disporre di suddetti spe­cialisti siano anche forniti di adeguate attrezza­ture ed in particolare di strumenti atti ad apprez­zare il fenomeno del recruitment: questi centri devono essere autorizzati dalla Regione.

Nelle tre Università della Toscana esistono tre Cattedre di O.R.L. ed a Firenze anche una Cat­tedra di audiologia, inoltre 13 reparti di O.R.L. di ospedali provinciali e zonali ed altri centri pubblici.

Per quanto concerne questi centri la Regione ha effettuato, valendosi di personale tecnico com­petente, un sopralluogo presso i servizi di audio­logia delle U.S.L. che avranno richiesto la autoriz­zazione per la prescrizione delle protesi, al fine di verificare l'idoneità del personale e delle strut­ture esistenti.

Le stesse strutture che prescrivono le protesi devono per legge eseguire anche il collaudo e ve­rificarne periodicamente l'efficienza; per il collau­do e la verifica delle protesi oltre che personale medico specialista in audiologia o in O.R.L., con specifica competenza in audiologia, è necessaria la presenza di personale paramedico (tecnici au­diometristi ed audioprotesisti) e attrezzature atte a valutare la curva di risposta della protesi. At­tualmente in Toscana sono solo pochissimi i cen­tri che dispongono di strumentazione adeguata per eseguire la verifica di idoneità delle protesi. In alcuni casi questa attrezzatura viene saltuaria­mente prestata da ditte private.

In realtà la diagnosi e la prescrizione protesica ed il controllo periodico vengono per lo più ef­fettuate nelle sedi delle Cattedre di audiologia o Cliniche universitarie O.R.L. (Firenze, Siena, Pisa) ed in un centro convenzionato di Firenze: solo in 3 zone (Pistoia, Prato, Valdarno Sud) esi­ste un centro audiologico di secondo livello dove è possibile fare la diagnosi di sordità infantile e la prescrizione delle protesi.

In tutte le U.S.L. viene eseguita rieducazione ortofonica individuale anche se con caratteristi­che diverse ed in sedi diverse: nella maggior par­te dei casi in centri specializzati e sedi ambulatoriali di distretto, raramente a domicilio e nel­la scuola. Spesso il trasporto del bambino a luo­go dove viene effettuata la rieducazione è garan­tito dal servizio dell'U.S.L.

Il personale che pratica la rieducazione ortofo­nica è quanto mai disomogeneo e diverso per preparazione e competenza da zona a zona: dif­ferisce anche sensibilmente il numero delle per­sone addette a questo servizio (si va da U.S.L. con una sala ortofonista ad altre con dieci e più ortofoniste). Soltanto in poche U.S.L. esistono lo­gopediste che hanno frequentato un corso univer­sitario della durata di tre anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di personale che ha seguito corsi di minore durata (uno o due anni) o che addirittura ha un diploma di ortofrenista invece che ortofonista.

Dobbiamo sottolineare che il personale addet­to alla rieducazione ortofonica è assunto in gran parte a convenzione con rapporti di impiego pre­cario; questo comporta l'inconveniente di un ec­cessivo avvicendarsi degli insegnamenti. Da ciò risulta chiaro come il livello di prestazione rie­ducativa sia alquanto diverso da zona a zona proprio a secondo del numero e del tipo di per­sonale, al rapporto d'impiego di questo, alla do­tazione di strumenti e all'organizzazione del ser­vizio stesso in collegamento con gli altri opera­tori socio-sanitari.

È così che insieme a zone nelle quali le orto­foniste possono eseguire solo trattamenti biset­timanali esistono zone dotate di centri audiofono­logici specializzati nei quali, oltre ad un controllo audiologico periodico, viene effettuato un tratta­mento ortofonico individuale giornaliero con au­silio delle tecniche più moderne e più adatte, senza tuttavia trascurare l'intervento sugli aspet­ti psicologici, psicomotori, relazionali, familiari.

Se consideriamo i bambini tra 0 e i tre anni, possiamo affermare che il problema è ancora più complesso: alcune U.S.L. di Firenze e di altre province limitrofe non sono ancora in grado di trattare bambini di questa età e utilizzano un cen­tro più specializzato convenzionato con la Re­gione che si trova a Firenze.

Per quel che riguarda l'inserimento dei bambi­ni sordi nella scuola, in tutte le U.S.L. questi fre­quentano le classi normali insieme ai normou­denti fino dalla scuola materna.

In alcune zone l'inserimento è confortato da un ottimo rapporto tra l'audiologo, il logopedista che segue il trattamento rieducativo del bambi­no, il pedagogista, lo psicologo, il neuropsichia­tra infantile dell'équipe di zona e l'insegnante: questa collaborazione consente spesso di otte­nere un buon apprendimento scolastico.

Esistono purtroppo ancora molte zone nelle quali l'inserimento è più un'enunciazione di prin­cipio che una realtà di fatto, perché manca una reale conoscenza di questo handicap ed una col­laborazione sufficiente a superarlo.

Nei tre istituti per sordomuti esistenti tutt'og­gi, fortunatamente, è molto limitata l'ammissione di nuovi bambini sordi anche se continuano ad essere assistiti, ormai, i soggetti che difficil­mente avrebbero possibilità di inserirsi altrove.

Le indicazioni e le prospettive per il futuro so­no state presentate e discusse in una Commissio­ne regionale «sull'età evolutiva» e saranno in­cluse nel «Piano sanitario regionale» in via di approvazione.

Accanto alla generalizzazione dello screening audiologico nel primo anno di vita in tutto il ter­ritorio regionale si afferma il principio che la ria­bilitazione deve essere effettuata perifericamen­te da parte di personale altamente qualificato a livello paramedico (tecnici di ortofonia con diplo­ma universitario) in stretta collaborazione con l'audiologo, il pediatra, il neuropsichiatra infan­tile e l'audioprotesista.

Il personale già operante in questo settore pri­vo di questo titolo dovrà essere riqualificato con corsi di aggiornamento presso le Cattedre di audiologia.

Questo proposito assume maggior rilievo dal momento che esiste attualmente un blocco delle assunzioni.

D'altra parte viste le notevoli necessità esi­stenti in molte U.S.L sarebbe indispensabile la presenza di un consistente numero di ortofoni­sti qualificati che attualmente manca per insuf­ficienza di scuole universitarie di questo tipo (in Toscana ne esistono solo a Firenze ed una a Sie­na) e soprattutto per la scarsa recettività di que­ste scuole.

Solo una soluzione positiva a questi problemi permetterà di garantire in ogni zona della Regio­ne un'assistenza adeguata per il recupero del bambino sordo.

 

 

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