Prospettive assistenziali, n. 49, gennaio - marzo 1980

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

ATTIVITÀ DEL COMITATO DI DIFESA DEI DIRITTI DEGLI ASSISTITI

 

Nello scorso numero abbiamo comunicato la costituzione, da parte del Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, del Comitato di difesa dei diritti degli assistiti.

Scopo del Comitato è la denuncia pubblica, so­prattutto tramite i giornali cittadini, delle situa­zioni lesive dei diritti delle persone assistite o assistibili, seguita dalla richiesta di intervento rivolta agli enti tenuti a provvedere.

Dall'ottobre 1979 (data della costituzione) al 31 dicembre gli interventi più significativi del Comitato sono stati i seguenti:

1) Segnalazione ai quotidiani e quindi ai servizi assistenziali del Comune di Torino della situa­zione del minore M.D. di anni 15 che da anni era «murato vivo» in una soffitta sita al quarto piano di una casa priva di ascensore e composta di due angusti locali in cui conviveva con altre 12 per­sone. Il minore M.D., a causa di un grave handicap fisico e della situazione ambientale, era costretto da anni a rimanere a letto. Non poteva nemmeno utilizzare i servizi igienici in quanto essi erano posti nel ballatoio.

L'intervento ha consentito nel giro di 60 giorni l'assegnazione di un idoneo alloggio da parte del Comune di Torino.

Vi è da osservare che gli operatori sociali, da tempo a conoscenza del caso, non avevano mai segnalato la necessità di un alloggio all'Ammini­strazione. Avevano invece proposto il ricovero del ragazzo in istituto o la sua frequenza in un centro socio-terapico per handicappati psichici senza indicare però da chi il ragazzo stesso po­teva essere trasportato su e giù per le scale.

2) Conferenza stampa in merito alle dimissioni della signora B.P., di anni 73, dimissioni che l'o­spedale Martini di Torino, via Tofane, richiedeva asserendo che la fase acuta della malattia era terminata e che l'ospedale non era competente per il ricovero di anziani cronici. Prima del rico­vero in ospedale, per molti mesi, la figlia aveva pagato L. 18.000 al giorno in un istituto per cro­nici e aveva visto l'anziana madre deperire a vista d'occhio.

Ricoverata la madre all'ospedale Martini, la fi­glia veniva in contatto con il Comitato. L'interessata e il comitato diffidavano l'ospe­dale a dimettere la paziente in base alle consi­derazioni riportate nell'editoriale del n. 44 di Prospettive assistenziali.

Si sono succeduti incontri con il Primario e il Direttore Sanitario. C'è stato altresì un contatto con i sindacati, che purtroppo finora - nonostan­te gli impegni assunti - non ha avuto alcun seguito. La paziente è tuttora ricoverata nell'ospedale che la voleva dimettere.

3) Intervento compiuto dai parenti, previ accor­di con il Comitato, nei confronti dell'ospedale Mauriziano di Torino che aveva richiesto la dimis­sione della signora F.R. di anni 63, sottoposta ad intervento chirurgico il 12 dicembre 1979 a se­guito del quale veniva riscontrato un tumore ma­ligno.

Dopo una decina di giorni, nonostante la pro­gnosi infausta e la gravità delle sue condizioni (perdita di conoscenza, presenza di metastasi cerebrali, alimentazione tramite fleboclisi, non autosufficienza), l'ospedale sollecitava le dimis­sioni della paziente proponendo, tramite il servi­zio sociale dell'ospedale stesso, il ricovero in istituto per cronici. L'opposizione dei parenti ha impedito le dimissioni. La paziente è poi dece­duta in ospedale.

4) Pubblicazione di articoli su tutti i giornali cittadini per segnalare la situazione della signora R.C., di anni 51, che, a seguito di un intervento chirurgico sbagliato, compiuto nel 1973, è costret­ta a vivere in una carrozzella. Vive in un alloggio sito al quarto piano senza ascensore, per cui da anni trascorre le giornate nel chiuso dell'alloggio o sul ballatoio.

Il Comitato ha ottenuto dal Comune di Torino l'assegnazione di un alloggio con ascensore.

5) Denuncia pubblica e interventi nei confronti della scuola media Rosselli di Torino che preten­de la presenza continua della madre di due ragaz­zi handicappati per aiutarli ad accedere ai servizi igienici, stante il rifiuto degli insegnanti e dei bidelli di provvedere.

Finora questo problema non è stato risolto.

 

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Va precisato che gli interventi individuali del Comitato sono attuati, in base alla disponibilità degli interessati, collegando per quanto possibile le singole esigenze agli obiettivi generali, obiet­tivi che possono essere sintetizzati come segue: ricerca prioritaria di alternative all'assistenza in modo da eliminare il bisogno; in seconda ipotesi, individuazione di alternative al ricovero assisten­ziale al fine di ridurre per quanto possibile l'emar­ginazione.

 

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