Prospettive assistenziali, n. 48, ottobre - dicembre 1979

 

 

Specchio nero

 

 

NEGATO AGLI HANDICAPPATI IL DIRITTO ALLA CASA

 

A chiacchiere si riconoscono i diritti, in con­creto molto spesso essi sono negati.

Un esempio è costituito dal bando di concorso dell'IACP (Istituto autonomo case popolari) di Torino del 1° giugno 1979 in cui, per l'assegna­zione di alloggi nel Comune di Ivrea, è scritto quanto segue: «possono partecipare al presente concorso gli anziani od invalidi con un nucleo familiare composto da 1 o 2 persone».

Per cui se l'anziano o l'invalido hanno la mo­glie e un figlio, allora niente casa.

Ma non basta!

Il bando precisa infatti che «è considerato in­valido il richiedente che dimostri con certificato rilasciato dalla competente Autorità un'invalidità non inferiore al 67% e che non svolga una qual­siasi attività lavorativa».

Se si considera che la pensione mensile di invalidità è di L. 70.000, balza evidente il carat­tere sociale e umano delle condizioni del bando.

C'è poi da dire che l'art. 17 del DPR 27 aprile 1978 n. 384 stabilisce che «gli alloggi situati nei piani terreni dei caseggiati dell'edilizia economi­ca e popolare dovranno essere assegnati per pre­cedenza agli invalidi che hanno difficoltà di deam­bulazione, qualora ne facciano richiesta».

Il citato articolo del DPR 384 non parla né di invalidità superiore al 67%, né di nucleo familiare composto da 1 o 2 persone e tanto meno pre­scrive che l'handicappato «non svolga una qual­siasi attività lavorativa».

L'IACP ritiene di rispettare le leggi vigenti? Che cosa ne pensa il Comune di Ivrea, al quale il DRP 24 luglio 1977 n. 616, art. 94, ha attribuito «le funzioni amministrative concernenti l'asse­gnazione di alloggi di edilizia residenziale pub­blica»?

Infine che cosa intende fare la Regione Piemonte a cui i movimenti di base hanno posto da anni il problema degli alloggi per invalidi, anziani e altri casi sociali e che finora non si è degnata di dare alcuna risposta positiva?

 

www.fondazionepromozionesociale.it