Prospettive assistenziali, n. 34, aprile-giugno 1976

 

 

SPECCHIO NERO

 

 

SE L'ASSISTENZA NON INGRASSA GLI ENTI PRIVATI PERCHÈ ESSI HANNO IL TERRORE DI PERDERE I LORO ASSISTITI?

 

Ecco come la rivista «Nuova proposta» n. 11 novembre 1975 (rivista dell'organo nazionale dell'UNEBA) ha reagito al progetto Falcucci di inse­rimento degli handicappati nella scuola comune: «Una prima osservazione riguarda la logica del progetto Falcucci. È chiaro, anche se non espres­so esplicitamente, che la politica di integrazione totale consegue ad un'impostazione ideologica di deistituzionalizzazione e di pubblicizzazione dei servizi socio-assistenziali-educativi che impedi­rebbero quindi, in tale ambito, un democratico pluralismo di interventi e mira in ultima analisi a bloccare ed abolire l'iniziativa privata».

Qui pare proprio che a qualcuno dispiace che a scuola si vada gratis, e che si voglia tornare alle scuole private. Del resto anche la risposta sullo stesso numero, a pag. 1, data ad Emiliani e Terranova, tacciati di essere messaggeri di fanta­sia, per aver accusato gli enti privati di ingrassar­si sull'assistenza, ci persuade poco: «Cari amici del Messaggero - rispondono gli amministratori degli istituti - fosse vero! Purtroppo le cose stanno ben diversamente. Le rette generiche per minori normali ed anziani vanno dalle 1000 (mille sig. Proto non si sbagli!) alle 2500. Per gli han­dicappati si va dalle 8 alle 15.000 lire, ma si tratta di servizi specializzati anche sul piano sa­nitario. Molto?».

Detto così non è molto e il proto non ha biso­gno di sbagliarsi, ma almeno per quelli come noi, a cui la scuola ha fornito un insegnamento della matematica più operativo e più critico una solu­zione del problema c'è, e possiamo chiarirla ai nostri lettori:

Interrogazione a risposta scritta (21 agosto 1975) degli On. Cerra e Guglielmino al Ministe­ro della sanità -. Per sapere se sia informato sulla illegittima erogazione di ingenti somme che annualmente viene effettuata, dal Ministero di cui è titolare, a favore del collegio «Città del fanciullo» di Acireale (Catania) diretto da tale monsignor Randazzo.

Risulta agli interroganti che la «Città del fan­ciullo» ha ricevuto contributi, prelevati dal bilan­cio del Ministero della sanità ai sensi della leg­ge 30 maggio 1971, n. 118, così specificati:

primo trimestre 1974 per ricoverati 192 (lire 2500 al giorno) lire 42.905.000;

secondo trimestre 1974 per ricoverati 190 (li­re 2500 al giorno) lire 43.225.000;

terzo trimestre 1974 per ricoverati 190 (lire 2500 al giorno) lire 43.700.000;

quarto trimestre 1974 per ricoverati 200 (lire 2500 al giorno) lire 46.000.000;

primo trimestre 1975 per ricoverati 200 (lire 10.000 al giorno) lire 180.000.000.

Tali contributi sono per legge destinati ai sog­getti affetti «da minorazioni congenite o acquisi­te, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere or­ganico o dismetabolico, insufficienze mentali de­rivanti da difetti sensoriali e funzionali che ab­biano subito una riduzione permanente della ca­pacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persi­stenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età».

Risulta che nessun elemento che rientri nei casi previsti dalla legge citata sia ospite della «Città del fanciullo». Infatti in detto collegio vengono assistiti soggetti fisicamente e psichi­camente normali reclutati in base a riconosciute difficoltà economiche e familiari, e tali da poter vivere all'interno del collegio senza alcuna spe­ciale assistenza o comunque diversa da quella praticata da qualunque collegio che ospiti ragaz­zi normali. Gli stessi usufruiscono, con regolare profitto, della scuola statale senza che si sia re­so necessario l'uso di didattiche speciali o di particolari attrezzature. Risulta anzi che le attrez­zature didattiche a disposizione della scuola fre­quentata da questi ragazzi siano addirittura al di sotto del minimo previsto per una regolare vita scolastica.

Mancano ovviamente sia all'interno del col­legio sia all'interno della scuola strutture e at­trezzature che lascino lontanamente pensare ad una assistenza speciale idonea per ragazzi han­dicappati o comunque in particolari difficoltà di comportamento o di apprendimento.

Pertanto è incomprensibile l'intervento del Mi­nistero della sanità in favore della «Città del fanciullo», trattandosi di un settore assistenziale che non rientra nelle sue competenze.

Per conoscere:

1) in base a quali criteri il Ministero della sa­nità abbia erogato le somme sopra precisate e in seguito a quali accertamenti, risultando di imme­diata evidenza la mancanza delle condizioni ne­cessarie a giustificare l'intervento suddetto;

2) quale vigilanza venga esercitata dal Mini­stero della sanità sull'uso corretto e sulla desti­nazione di così ingenti somme. Esistono rendi­conti a questo riguardo?;

3) se sia stata accertata la contemporanea erogazione per gli stessi assistiti di fondi prove­nienti da enti locali, quali la Regione siciliana, co­muni e province, considerato anche che l'eroga­zione di lire 10 mila al giorno per ciascun assi­stito - quali risultano attribuite dal Ministero della sanità per il primo trimestre 1975 - impli­ca il totale carico dello Stato con esclusione di ogni altro intervento da parte di altri enti;

4) per quale ragione, il contributo di lire 2500 per assistito sia stato portato per l'anno 1975 a lire 10.000 che è il massimo contributo previsto, e che porta a lire 720 milioni annui il contributo del solo Ministero della sanità a favore della «Città del fanciullo».

Per sapere, in considerazione dei fatti denun­ciati, quali provvedimenti si intendano adottare:

a) per fare piena luce sulla legittimità sia del­le erogazioni in favore della «Città del fanciullo» sia dell'impiego di esse da parte dello stesso collegio;

b) per accertare tutti gli eventuali illeciti e responsabilità e in conseguenza per porre fine ad eventuali irregolarità ed abusi.

Gli interroganti - preoccupati della sospetta leggerezza con cui vengono erogati i fondi dello Stato in casi di dubbia legittimità, in un momento in cui le difficoltà economiche in cui versa il set­tore, suggerirebbero da parte delle autorità di Governo un attento e oculato utilizzo dei mode­sti stanziamenti in bilancio; interpreti dello sta­to d'animo e dell'allarme dell'opinione pubblica locale di fronte all'esperienza immediata di fatti che denotano abusi e scarsa considerazione del denaro pubblico; convinti che tali fatti servano a ribadire la necessità e l'urgenza di una riforma organica dell'assistenza in Italia - chiedono un intervento immediato e adeguatamente chiarifi­catore.

 

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