Prospettive assistenziali, n. 28, ottobre-dicembre 1974

 

 

NOTIZIARIO DELL'UNIONE ITALIANA PER LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DEL MINORE E PER LA LOTTA CONTRO L'EMARGINAZIONE SOCIALE

 

 

LETTERA INVIATA IL 29-9-1974 AL PRESIDENTE E AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI AMMINI­STRAZIONE DELL'ECA DI TORINO

 

Questa Unione ha appreso con vivissima preoc­cupazione che il Consiglio di Amministrazione dell'ECA di Torino avrebbe deliberato l'acquisto di due ville a Pegli e a Latte per destinarle a soggiorni per anziani, ragazzi e invalidi.

Questa notizia ci ha lasciati sbalorditi in quan­to vi sono - e la situazione è nota a tutti - ne­cessità gravissime e impellenti che non vengono soddisfatte in Torino.

Migliaia di anziani, di minori, di handicappati sono rinchiusi in istituti di assistenza e costretti a condurre un'esistenza che ha spesso nulla di umano e di civile.

Per la mancanza di servizi queste migliaia di persone sono sistemate lontano dal loro quar­tiere e dai loro amici, sono obbligate a cambiare abitudini e sistema di vita.

Si tratta molto spesso di una vera e propria deportazione che si tenta di giustificare con la mancanza di mezzi economici.

Ad esempio per mancanza di altre strutture sono rinchiusi nei manicomi di Torino ben 565 anziani che non hanno (e molti non hanno mai avuto) alcun disturbo mentale.

Spesso il loro forzato ricovero dura da anni. Dei 565 anziani ben 244 sono di Torino e né i loro riguardi la legge attribuisce competenze specifiche all'ECA di Torino, oltre che al Co­mune.

Ora l'ECA ha delle disponibilità finanziarie im­mediate e vuole spendere la bellezza di 500 mi­lioni in due ville e adibirle a soggiorni.

Questa Unione chiede al Presidente e agli Amministratori dell'ECA di Torino di voler rie­saminare la destinazione dei fondi suddetti, uti­lizzandoli per costruire in Torino comunità allog­gio di quartiere per minori, per anziani, per han­dicappati, ampliando in questa direzione il pro­gramma già adottato dall'ECA stesso.

In tal modo, a queste persone si assicurerebbe a tempi brevi un servizio che risponde ai biso­gni primari e che in molti casi garantirebbe la stessa sopravvivenza fisica. Si ricorda al riguardo l'alto numero di suicidi di anziani dovuti anche e soprattutto al fatto di sentirsi (perché in effetti lo sono) emarginati.

Si ricorda inoltre l'elevata percentuale di anziani che muoiono a causa del ricovero in isti­tuti come indicano i seguenti dati:

l'8% muore nei primi otto giorni del ricovero

il 28,7% complessivamente muore nel primo mese

il 45% complessivamente muore nei primi sei mesi

il 54,4% complessivamente muore nel primo anno

il 65,4% complessivamente muore nei primi due anni.

Solo una volta assicurati i servizi primari si po­trà pensare ad interventi come quelli previsti a Pegli ed a Latte, anche se vi sarà a quel momento da verificare se tali strutture non competano ad altri enti. Al riguardo si ricorda che - come prevede anche il disegno di legge governativo sull'assistenza sanitaria - vi è ormai una larghis­sima convergenza nel prevedere che tutti gli interventi sanitari debbano essere assunti dai comuni tramite le unità sanitarie locali.

Si gradirebbe un incontro con il Presidente e il Consiglio di amministrazione allargato a tutti gli enti che si occupano di assistenza.

 

 

NOTA IN RISPOSTA ALLA LETTERA DEL MINI­STRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA DEL 18-9-1974 CONCERNENTE IL FERRANTE APORTI

 

1. Nella lettera del Ministro di grazia e giu­stizia del 18-9-1974 è precisato che «la costru­zione di un nuovo Ferrante Aporti è bloccata». Viene tuttavia indicato che «la somma stanziata originariamente per la costruzione del carcere minorile verrà infatti utilizzata per l'edificazione di un nuovo Tribunale per i minorenni, con an­nessa una sezione di custodia di modesta entità (circa 70 posti), un centro di servizio sociale, comprendente anche idonee strutture di pronto intervento per il ricovero temporaneo di minori disadattati o in difficoltà nei rapporti familiari, attrezzature sportive, culturali e ricreative per minori, ecc.».

2. In sostanza la proposta del Ministro di gra­zia e giustizia è quella di costruire un nuovo Ferrante Aporti, ampliando le competenze (e le strutture) del Ministero di grazia e giustizia nei confronti del «ricovero temporaneo di minori disadattati» e addirittura nei riguardi di minori «in difficoltà nei rapporti familiari».

Inoltre il Ministero di grazia e giustizia intende dilatare le sue competenze a tutti i minori per quanto concerne le attività e strutture sportive, culturali e ricreative.

3. I firmatari del presente documento rilevano innanzitutto che non vi è per il Piemonte alcuna necessità di una nuova sezione di custodia pre­ventiva essendo sufficiente quella esistente che è stata recentemente riadattata con una spesa di 200 milioni circa.

4. Si rileva inoltre che le attuali sedi del Tri­bunale per i minorenni e dell'Ufficio distrettuale di servizio sociale sono rispondenti alle esigen­ze, per cui non si ritiene opportuno utilizzare i fondi per costruire nuove sedi per gli uffici sud­detti.

5. L'esperienza porta alla conclusione che il settore rieducativo non è altro che una delle estreme forme di esclusione di quel più ampio settore di emarginazione che è l'assistenza.

Pertanto si richiede la confluenza del settore rieducativo in quello assistenziale come obiet­tivo intermedio per giungere al superamento stesso dell'intervento assistenziale; tale supe­ramento si può realizzare mediante le riforme dell'organizzazione del lavoro, della scuola, dei servizi sanitari e sociali, della casa ecc. tuttora volutamente frenate da ben localizzati centri di potere.

Per quanto concerne gli interventi rieducativi, si ribadisce quanto più volte i firmatari hanno proposto e cioè che:

a) questo settore deve essere trasferito dal Ministero di grazia e giustizia alle Regioni (pro­grammazione) e ai Comuni e loro consorzi (ge­stione nell'ambito delle unità locali dei servizi) e transitoriamente, in assenza di interventi da parte dei Comuni, alle Province per quanto con­cerne la gestione;

b) nella linea della soppressione del settore rieducativo è necessario che il Tribunale per i minorenni sostituisca i provvedimenti rieduca­tivi con provvedimenti civili che si ritengono sufficienti a tutelare gli interessi dei minori. A questo riguardo si ricorda che il Ministro di grazia e giustizia in data 4-5-1974, rispondendo a nome del Presidente del Consiglio dei Mini­stri, alla interrogazione n. 4-2430/Camera dei Deputati, precisò che la competenza per gli in­terventi nei confronti dei minori allontanati dalla famiglia con decreto dei Tribunali per i mino­renni è attribuita dalle leggi vigenti all'ONMI e alle Regioni.

6. Per la realizzazione di quanto indicato al punto precedente si ribadisce la necessità che il Ministero di Grazia e Giustizia stipuli una con­venzione con la Provincia di Torino, la quale da tempo si è dichiarata disponibile ad inserire minori attualmente assistiti dal Ministero di Grazia e Giustizia nel proprio servizio di affi­damento a scopo educativo a persone, famiglie e comunità alloggio.

7. La stipula di questa convenzione e l'ado­zione di provvedimenti civili da parte del Tribu­nale per i minorenni consentirebbe la chiusura a brevissimo termine della casa di rieducazione «Ferrante Aporti».

La stipula di convenzioni con altri enti locali del Piemonte e della Valle d'Aosta consentirebbe il superamento di tutti i ricoveri in istituto, e in particolare presso quelli del tutto inidonei quali, ad esempio, Benefica di Torino e Garaventa di Genova.

8. Le strutture di pronto soccorso devono es­sere gestite dagli enti locali ed essere organiz­zate come comunità alloggio.

Si segnala al riguardo che l'ECA di Torino ha già deliberato l'istituzione di alcune comunità alloggio nell'ambito dell'utilizzo del lascito Fras­sati ed ha allo studio la possibilità di mettere a disposizione del Comune di Torino gli alloggi per quattro comunità dislocate in quattro quar­tieri:

- una per ragazzi fino ai 14 anni circa;

- una per ragazze fino ai 14 anni circa;

- una per ragazzi di età superiore ai 14 anni;

- una per ragazze di età superiore ai 14 anni.

9. Si ritiene che le attività sportive, culturali e ricreative siano di esclusiva competenza degli enti locali.

Sono queste le strutture che devono aprirsi a tutti gli abitanti della zona e non deve essere il Ministero di grazia e giustizia che deve creare tali strutture «aprendole» alla zona. Anche le attività sportive, culturali e ricreative per i mi­nori ristretti nella sezione di custodia preven­tiva, devono essere gestite dall'ente locale, pre­vio accordo con il Ministero di grazia e giu­stizia.

10. Per la realizzazione di quanto sopra si ri­chiede che il Ministero di grazia e giustizia metta a disposizione del Comune di Torino una parte del terreno del Ferrante Aporti affinché il Co­mune di Torino lo adibisca ai servizi per il quar­tiere.

11. All'interno della sezione di custodia pre­ventiva, data la notevole mobilità dei ragazzi e in molti casi la loro breve permanenza, i corsi di formazione professionale devono avere carat­teristiche del tutto particolari ed essere soprat­tutto finalizzati al reinserimento sociale dei ra­gazzi. Di qui l'assoluta necessità che questi corsi rientrino nei servizi territoriali gestiti dai Comuni e loro consorzi che inoltre devono ga­rantire l'inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro.

Si chiede pertanto che il Ministero di grazia e giustizia prospetti alla Regione Piemonte la necessità che i corsi di formazione professio­nale per i ragazzi della sezione di custodia pre­ventiva siano affidati al Comune di Torino, che si è dichiarato da tempo disponibile ad iniziare le relative trattative con la Regione.

12. Per quanto concerne i fondi stanziati ori­ginariamente dal Ministero di grazia e giusti­zia per la costruzione di un nuovo Ferrante Apor­ti, si chiede al Ministro di grazia e giustizia che modifichi la proposta contenuta nella sua lettera del 18-9-1974.

Tenuto anche conto che la legge 20-7-1934 n. 1404 e successive modifiche prevede focolari di semi-libertà e pensionati giovanili, i firmatari del presente documento chiedono che le somme disponibili siano utilizzate per l'acquisizione del­le strutture edilizie per i suddetti focolari di semi-libertà e pensionati giovanili.

Come già precedentemente precisato, dette strutture dovranno essere gestite dall'ente lo­cale.

Risulta che il Ministro di grazia e giustizia ha in corso trattative per l'affitto di locali per la creazione di un istituto. Si chiede che tali trat­tative siano interrotte e siano attuate le inizia­tive sopra indicate.

Si chiede un incontro urgente con il Ministro di grazia e giustizia.

 

Torino, 28 ottobre 1974

 

ACLI, sede provinciale - Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie - Associazione per la lotta contro le malattie mentali - ARCI-UISP, sede provinciale - Centro di animazione sociale, Moncalieri - Centro Maran Atà, Torino - Collettivo alternativa all'emarginazione, Torino - Comuni­tà di via Terni 50, Torino - Coordinamento dei comitati di quartiere, Torino - Ente Italiano di Servizio Sociale, sede regionale - Gruppo Abele - Partito Comunista Italiano, se­greteria provinciale - Partito Repubblicano Italiano, segre­teria provinciale - Partito Socialista Italiano, segreteria provinciale - Ufficio diocesano per la pastorale dell'assi­stenza, Torino - Ufficio diocesano per la pastorale della fa­miglia, Torino - Unione Donne Italiane, sede provinciale - Unione italiana per la promozione dei diritti del minore e per la lotta contro l'emarginazione sociale.

 

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