Prospettive assistenziali, n. 21, gennaio-marzo 1973

 

 

DOCUMENTI

 

LEGA PER LE AUTONOMIE E I POTERI LOCALI SERVIZI PER HANDICAPPATI FISICI, PSICHICI E SENSORIALI

 

 

Pubblichiamo il documento della Sezione piemontese della Lega per le autonomie e i poteri locali che riassume le linee politiche ed operative da perseguire per assicurare idonei interventi per gli handicappati fisici, psichici e sensoriali.

 

 

Programmazione dei servizi

La Regione Piemonte dovrebbe provvedere alla programmazione dei servizi, indicando gli obiet­tivi da perseguire a breve, medio e lungo ter­mine.

La linea da perseguire è quella del passaggio dagli attuali interventi emarginanti e spesso se­gregativi ai servizi aperti a tutti (handicappati e non handicappati). Si chiede pertanto che non siano più create strutture destinate esclusiva­mente agli handicappati (scuole speciali, istituti, centri ambulatoriali abilitativi ecc.), ma che i servizi scolastici, sanitari, ricreativi, abitativi possano essere utilizzati da tutti (handicappati e non handicappati).

La liquidazione delle attuali strutture e servizi emarginanti dovrebbe essere attuata dalla Re­gione superando ogni tentazione tecnocratica e sviluppando il massimo impegno democratico nei rapporti con l'opinione pubblica, le ammini­strazioni locali, i sindacati, le organizzazioni so­ciali, sia in merito alla situazione attuale, sia in relazione all'iniziativa che la Regione intende prendere a livello legislativo e amministrativo in modo che siano attuati i principi di partecipazio­ne espressi dallo statuto della Regione Piemonte.

Gli interventi a livello di unità locale dei servi­zi dovranno essere unificati in uno o più servizi, ciascuno dei quali dovrà agire in una zona deli­mitata. Ciò allo scopo di evitare che a livello di unità locale dei servizi si riproduca la settoria­lizzazione degli interventi.

Nell'attesa della programmazione regionale, si chiede che le amministrazioni provinciali e co­munali, in tutta l'ampiezza consentita dalle attua­li competenze, con la massima urgenza e con la più sollecita gradualità possibile, provvedano, utilizzando le leggi vigenti e gli spazi consentiti, alla istituzione dei servizi aperti a tutti. In parti­colare ci si richiama alla legge 31-3-71 118 su­gli invalidi civili e ai D.P.R. 11-2-61 264 e 22-12­1967 1518 sulla medicina scolastica.

Si chiede che i nuovi servizi siano attuati in modo da poter essere inseriti nelle future unità locali dei servizi, intese non come un nuovo ente, ma come un complesso di servizi sanitari, socia­li, abitativi, culturali, di tempo libero, ecc. gesti­ti dai Comuni, consorzi di Comuni o articolazioni subcomunali, comprendenti circa 50.000 abitanti e democraticamente controllati.

Ai comprensori, comprendenti più unità locali dei servizi, dovranno essere demandate quelle attività che non potranno essere svolte a livello di unità locali. La gestione dei comprensori dovrà essere assicurata dai consorzi di Unità locali dei servizi o dalle Province.

 

Formazione e riqualificazione degli operatori sociali

La Regione Piemonte deve provvedere al più presto alla programmazione e legislazione in me­rito alla formazione degli operatori sociali, for­mazione che da un lato deve essere permanente (in modo da assicurare un continuo aggiorna­mento) e d'altro lato deve essere continua (e cioè aperta a successivi sbocchi).

Occorre garantire la riqualificazione, l'aggior­namento e riconversione del personale in servizio, in modo da assicurare la presenza di idonei operatori sociali soprattutto nei nuovi servizi. La formazione, riqualificazione, aggiornamento e riconversione degli operatori sociali dovrà es­sere attuata nell'orario di lavoro assicurando un continuo collegamento fra teoria e pratica, in modo che la preparazione sia completa. Particolarmente urgente è la creazione da par­te della Provincia di Torino, se possibile in colla­borazione con il Comune di Torino e altri Comu­ni, di un corso di formazione di terapisti della ria­bilitazione.

 

Impostazione generale

Se fondamentale è il problema della riabilita­zione del bambino handicappato (fisioterapia, lo­gopedia, ecc.) non meno importante è il proble­ma della socializzazione degli handicappati, i quali da una convivenza con i bambini cosiddetti normali possono imparare a vivere nel contesto sociale reale e sensibilizzare i normali ai loro problemi specifici.

 

Asili nido

Si chiede l'inserimento di tutti i bambini (han­dicappati e non handicappati) come previsto dall'art. 13 della legge della Regione Piemonte su­gli asili nido.

Eventualmente, nella fase iniziale, gli handi­cappati gravi potrebbero essere inseriti insieme agli altri bambini in alcuni asili nido speri­mentali.

 

Scuole materne

Si chiede il potenziamento delle positive espe­rienze in atto in alcune scuole comunali (soprat­tutto per quanto concerne le sezioni integrate) e l'inserimento di tutti i bambini handicappati nelle scuole materne comuni dando una applicazione non ristrettiva e non emarginante all'articolo 28 della legge 30-3-1971 118. Le prestazioni spe­cialistiche, come ad esempio quelle di fisiotera­pia e di logopedia, dovranno essere fornite nelle scuole materne dal servizio di medicina scola­stica dei comuni, unificandole con quelle degli asili nido.

 

Scuole dell'obbligo

Si chiede l'inserimento nelle comuni scuole dell'obbligo di tutti i bambini (handicappati e non handicappati).

Eventualmente nella fase iniziale gli handicap­pati gravi potrebbero essere inseriti insieme agli altri bambini in alcune scuole elementari speri­mentali, anche, se necessario, in sezioni specia­li. Si chiede inoltre il superamento delle scuole speciali e degli istituti, per arrivare, attraverso l'istituzione di classi speciali presso le scuole comuni dell'obbligo, all'inserimento progressivo del maggior numero di allievi nelle classi comu­ni. Le classi speciali dovranno essere istituite so­lo per gli allievi handicappati per i quali oggi non è possibile l'inserimento in classi comuni. Le prestazioni riabilitative dovranno essere assicu­rate anche in questo caso dai servizi di medicina scolastica comunali. All'inizio si può prevedere una collaborazione degli enti che si occupano og­gi degli handicappati e soprattutto occorre prov­vedere all'utilizzazione del personale in servizio di detti enti.

 

Centri di preparazione professionale

Si chiede l'inserimento degli handicappati che non abbiano altri sbocchi professionali, nei co­muni centri di preparazione professionale, in se­zioni integrate o distinte. Questi centri dovranno essere il più possibile decentrati. La competenza deve essere dell'assessorato al lavoro e non di quello all'assistenza. In questi centri dovrà con­tinuare la riabilitazione.

 

Laboratori protetti

I laboratori protetti devono essere considerati l'ultima risorsa per i ragazzi handicappati per i quali non è possibile oggi l'inserimento nel lavo­ro comune. Anche in questa situazione dovrà continuare la riabilitazione e dovrà essere ricer­cato e promosso l'inserimento nel lavoro co­mune.

Anche queste strutture devono essere decen­trate il più possibile.

 

Comunità alloggio

Si chiede la progressiva deistituzionalizzazione degli handicappati ricoverati in istituto e la creazione di piccole comunità di quartiere (8-10 posti), inizialmente solo per handicappati e poi con l'inserimento di ragazzi anche non handicap­pati.

 

Partecipazione

A tutti i livelli deve essere garantita la parte­cipazione degli handicappati, delle loro famiglie e delle forze sociali organizzate nel territorio.

 

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