Prospettive assistenziali, n. 17, gennaio-marzo 1972

 

 

SPECCHIO NERO

 

 

IL MANGIA-ZINGARI.

L'ON CELIDONIO IN NOME DI UNA BIMILLENARIA CIVILTÀ CHIEDE AGLI ORGANI DI PUBBLICA SICUREZZA UN «AUTORECUPERO» DEGLI ZINGARI

 

Al Ministro dell'interno. - Per chiedere se sia tuttora tollerabile, in un Paese come il nostro che meritatamente vanta tradizioni di una bimil­lenaria civiltà, un accattonaggio professionale che sta assumendo propor­zioni sempre più preoccupanti, con risvolti sociali spesso deteriori se si considera l'età giovanile dei questuanti, nella quasi totalità zingari, appar­tenenti al sesso femminile e spesso anche minorenni.

Si chiede, pertanto, se non sia opportuno richiamare gli organi di pub­blica sicurezza a che i responsabili siano perseguiti penalmente, per sco­raggiarli dall'esercizio di un'attività lucrativa lesiva della dignità umana, stimolandoli così ad autorecuperarsi per il loro graduale reinserimento nel­la società, quella capace di manifestarsi onestamente.

(Interrogazione n. 5815 presentata alla Camera dei Deputati il 30-9-'71).

 

 

ASSISTITI O PLAGIATI?

 

Ancora una volta vale la pena di pubblicare un'ode di piccoli sudditi. Il nostro progetto «educativo» sarebbe sì di far capire quantomeno l'idio­zia che li circuisce, ma anche vorrebbe essere una difesa dei diritti dei «beneficati». Vorremmo che l'assistenza non fosse presentata come un libero dovere dei ricchi (benefattori) e che bontà, esempio, fraternità fos­sero presentate nella positività umana (funzione civile, dedizione ai propri simili) e non in forma astratta di frasi virtuose da repertorio per fumetti.

Autorità, Amici, Animatori, la Città dei Ragazzi (di Torino) Vi ringrazia. Il Vostro nome, o Benefattori, contiene il segreto di un nobile programma e, come luminosa insegna, indica la Vostra generosità e il Vostro avvenire.

Iddio conceda a tutti la Sua luce e il Suo amore. Buon anno!

Ma lasciamo al testo (1) la sua paradossale eloquenza:

Bontà che illumina

Esempio che trascina

Nobiltà che eleva

Emulazione che incoraggia

Fraternità che unisce

Amore che sublima

Trionfo che vince il male

Tempo che impreziosisce

Onore che non si offusca

Responsabilità che edifica

Incoraggiamento che conforta

 

 

CARENZE DELLO STATO E MONOPOLIO DI ENTE «MORALE»

 

Pubblichiamo il testo dell'interrogazione presentata dagli on. Esposto e Cicerone e la risposta del Ministro Restivo, dalla quale risulta che l'Ente Morale Provincia Monastica S. Bernardino degli Abruzzi, approfittando della carenza di interventi dello Stato e tuttavia usufruendo anche dei «benefici di legge», ha creato un complesso di sette opere «di interesse sociale» dal costo di parecchie centinaia di milioni.

Come al solito fra le opere «di interesse sociale» vi sono nuovi ghetti per anziani e per orfane.

In sostanza l'Ente morale provvede a tutto (manca solo più una fab­brica), dalla nascita alla morte.

 

Interrogazione n. 4-14578 presentata dagli on. Esposto e Cicerone ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia.

Per sapere se risponde a verità il fatto che l'attuale sede della clinica privata Immacolata Concezione del comune di Celano (L'Aquila) di pro­prietà dell'Ente morale Provincia monastica San Bernardino degli Abruzzi, è quella stessa che fu costruita con il finanziamento pubblico dell'ente Fucino - ora Ente regionale di sviluppo agricolo per l'Abruzzo - per es­sere adibita a sede di un orfanotrofio destinato ad accogliere gli orfani degli assegnatari del Fucino.

Per sapere quali provvedimenti si intendono adottare per l'accerta­mento di eventuali responsabilità e per procedere alla restituzione dell'im­mobile alla funzione ed all'uso per i quali è stato finanziato e costruito.

 

Risposta del Ministro Restivo comunicata il 25 gennaio 1971

L'Ente morale in questione, per iniziativa del proprio procuratore spe­ciale, reverendo Corrado Signore, ha realizzato a Celano un importante com­plesso di opere di notevole interesse sociale fra cui:

1) Casa della madre e del bambino, per l'assistenza gratuita e completa (sanitaria, ostetrica e pediatrica) delle puerpere e dei bambini non ab­bienti;

2) un orfanotrofio femminile, per l'assistenza delle orfane bisognose della Marsica;

3) una scuola elementare privata che conta 180 iscritti;

4) una casa di cura chirurgico-ostetrica, convenzionata con tutti gli enti assistenziali, efficacemente attrezzata, con 70 posti letto;

5) un preventorio antitubercolare che contiene 120 posti letto e che ospita attualmente 55 bambini, di ambi i sessi, compresi fra i 3 e i 14 anni.

È attualmente in corso di costruzione un grande edificio da destinare a nuova, più ampia e confortevole sede della casa di cura, con la capienza di 200 posti letto.

Gli attuali locali della clinica, allorché si renderanno liberi, verranno adibiti a casa di riposo per vecchi indigenti.

Il complesso delle opere realizzate dalla casa monastica (sette grandi fabbricati, del costo di parecchie centinaia di milioni) è stato realizzato con offerte locali di fondi, con cospicue elargizioni di somme da parte di cit­tadini celanesi e marsicani emigrati in America, e con mutuo nelle forme e con i benefici di legge.

L'Ente Fucino (ente regionale di sviluppo agricolo per l'Abruzzo) nel periodo 1953-1955 ebbe a concedere - con vari provvedimenti - alla predetta provincia monastica contributi di complessive lire 52 milioni per la costruzione a Celano di edifici destinati ad accogliere opere di carattere sociale e, fra questi, due da adibirsi rispettivamente ad asilo di infanzia ed a centro di formazione professionale.

I due predetti edifici, una volta costruiti, ebbero però una diversa de­stinazione, per altro con il consenso dell'Ente Fucino.

a) Il primo venne definitivamente adibito a preventorio antitubercolare in­vece che ad asilo infantile.

L'istituzione del preventorio è valsa a soddisfare una esigenza oltre­ modo avvertita, dato l'alto grado di morbilità fra la popolazione della Marsica.

L'asilo d'infanzia, per altro, venne successivamente realizzato dallo stesso ente monastico con i benefici della legge 9 agosto 1954, n. 645, e da tempo è pienamente in funzione, come è stato più sopra riferito.

b) L'edificio che doveva essere destinato a centro di formazione profes­sionale venne invece provvisoriamente adibito a sede della scuola media statale. Ciò contrariamente al volere dell'ente.

Il sindaco pro tempore di Celano, infatti, con lettera del 30 agosto 1957, n. 4819, rivolse pressanti premure al reverendo Corrado Signore per­ché, recedendo dal rifiuto precedentemente opposto, consentisse la desti­nazione provvisoria del fabbricato suddetto a sede della scuola media che, altrimenti, sarebbe stata soppressa dal provveditore agli studi per assoluta mancanza di locali idonei nel comune di Celano.

L'Ente Fucino espresse il proprio benestare al temporaneo mutamento di destinazione, riconoscendo la necessità della scuola media, presupposto per altro oggi indispensabile per l'ulteriore qualificazione professionale.

Trasferitasi recentemente la scuola media nella nuova sede costruita a cura del comune, il suddetto fabbricato ha dovuto ospitare l'istituto tec­nico per ragionieri, nel frattempo istituito a Celano e tanto auspicato dalla popolazione, giacché altrimenti non avrebbe potuto iniziare il funzionamen­to, per assoluta mancanza di locali.

Resta comunque fermo l'intendimento dell'ente monastico di realizzare appena possibile un centro artigiano con corsi di qualificazione professio­nale anche se temporaneamente in locali diversi da quelli a tal uopo co­struiti.

Si soggiunge che nessun contributo è stato concesso dall'Ente Fucino alla Provincia monastica per la costruzione della clinica privata.

 

 

(1) Dall'agenda del 1972 della Città dei Ragazzi di Torino.

 

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