Prospettive assistenziali, n. 17, gennaio-marzo 1972

 

 

NOTIZIARIO DEL CENTRO ITALIANO PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE

 

 

ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI DELL'ADOZIONE E DELLA RAZZA (1)

 

Premessa

L'idea di un sondaggio d'opinione che potesse mettere in evidenza l'effettiva portata, nel nostro paese, del pregiudizio razziale e l'atteggia­mento degli italiani nei riguardi dell'adozione, come istituto giuridico e come realtà di fatto, è nata dal contatto quotidiano con persone interessate all'adozione interrazziale. Chiunque operi in questo settore o sia in qual­che modo coinvolto dal problema dell'inserimento di persone «diverse» nella nostra società, ha certamente opinioni sostenute o meno da espe­rienze dirette, sulla attuale realtà italiana rispetto al pregiudizio razziale e formula ipotesi, più o meno ottimistiche, sulla prevedibile evoluzione della comunità nazionale per quanto si riferisce all'accettazione di membri «diversi», in questo caso, per il colore della pelle o per i lineamenti.

Ci è sembrato interessante, proprio per evitare di sopravvalutare o sottovalutare troppo semplicisticamente questo problema, condurre una inchiesta che potesse darci alcune indicazioni e orientamenti. È chiaro che le risposte al sondaggio devono a loro volta essere vagliate e valu­tate, tuttavia ci sembra che possano costituire una base di partenza, meno soggettiva, per continuare ad approfondire il problema.

 

Tecnica dell'inchiesta

Le interviste dovevano comprendere il maggior numero possibile di condizioni socio-culturali, economiche, geografiche, gruppi d'età e profes­sioni; per ovvie ragioni era inoltre opportuno che fossero condotte da per­sone non direttamente coinvolte nel problema (come i genitori adottivi) e che risultassero abbastanza standardizzate da permettere una rielabo­razione e un confronto dei dati ottenuti.

Il tutto non è sempre risultato semplice sia perché le domande erano state formulate in modo che l'intervistato fosse direzionato il meno pos­sibile e potesse quindi rispondere «a ruota libera», sia perché ci si è dovuti limitare, nell'estendere l'inchiesta, a quelle località dove ci fossero collaboratori idonei. La forte prevalenza di intervistati nell'Italia settentrio­nale è anche in relazione al fatto che circa il 75% dei bambini asiatici adottati tramite il CIAI sono entrati a far parte di famiglie residenti nell'Italia settentrionale. Il rimanente 25% è concentrato: in Toscana (15,8%), a Roma (5,8%), solo il 3,4% è in famiglie residenti in altre regioni e loca­lità centro-meridionali.

Le 1745 interviste sono state raccolte per le strade, nelle scuole o università, presso famiglie visitate a domicilio, nelle fabbriche, in gruppi sportivi o culturali, all'uscita dalle chiese o dai cinema. Ad ogni intervi­stato, singolarmente è stata presentata una fotografia dove un uomo e una donna bianchi sono ritratti con tre bambini: due bianchi e uno di colore; a questa presentazione sono state fatte seguire le tre domande dell'in­chiesta.

Prima domanda: Se vedete per strada, nella vostra città o paese, una fami­glia come questa, che cosa pensate?

Seconda domanda (dopo aver detto, se l'interlocutore non l'ha capito, che il bambino è stato adottato): Cosa ne pensate di questa adozione?

Terza domanda: Fareste sposare a vostro figlio o a vostra figlia una per­sona di un'altra razza?

Dall'intervistatore sono stati annotati l'età, il sesso, la professione dell'interpellato, il     luogo e la città in cui è stata effettuata l'inchiesta.

 

Definizione del campione interpellato

ETÀ

SESSO

fino a

18 A.

fino a

30 A.

fino a

50 A.

oltre i

50 A..

non

segn.

TOTALI

Percent.

maschi

145

304

265

71

3

788

45,1%

femmine

294

303

284

67

2

950

54,4%

non segnalato

1

2

1

1

2

7

0,4%

TOTALI

440

609

550

139

7

1.745

99,9%

Percentuali

25,21%

34,84%

31,5%

7,94%

0,4%

99,9%

 

 

 

PROFESSIONI

%

N.

Studenti

37,0

647

Operai

7,2

126

Impiegati

15,5

271

Insegnanti

15,3

267

Professionisti

3,3

58

Commercianti

2,5

43

Pensionati

1,2

22

Casalinghe

10,0

175

Artigiani

1,1

19

Sacerdoti - Religiose

2,3

41

Industriali - Dirigenti

0,7

9

Agricoltori

0,6

10

Varie

2,1

36

Non segnalati

1,2

21

TOTALE

100%

1.745

 

 

Regioni - città

TOTALI

%

grandi

città

città

medie e

piccole

Paesi

industr.

Paesi

agric.

Nessuna

risposta

Nord

1.393

79,8%

647

335

308

89

14

Sud

134

7,6%

34

37

17

46

-

Centro

215

12,3%

50

36

46

82

1

Nessuna risp.

3

0,1%

-

-

-

-

3

TOTALI

1.745

98,9%

731

408

371

217

18

 

 

 

41,8%

23,3%

21,2%

12,4%

1,3%

 

Risposte alla prima domanda: Se vedete per strada o nella vostra città o paese, una famiglia come questa, che cosa pensate?

 

Esplicitamente riconosciuta l'adozione

588

34%

Esplicitamente non riconosciuta l'adozione

73

4%

Implicitamente riconosciuta l'adozione

787

45%

Risposte non interpretabili

297

17%

Totale risposte

1.745

100%

 

Il 34% degli intervistati ha esplicitamente pronunciato, nella risposta, la parola «adozione», mentre il 45% ha mostrato di avere colto l'essenza di questo istituto, riconoscendo, tra il bimbo di colore e gli altri membri della famiglia un vincolo di natura essenzialmente affettiva.

In totale il 79% delle persone interpellate ha percepito nel senso giu­sto il tipo di rapporto che lo lega ai genitori e ai fratelli.

Solo il 4% ha dato una spiegazione «diversa» (e certamente non riferibile in alcun modo all'adozione o all'affidamento) della presenza di quel bambino nella famiglia. Questo risultato ci sembra piuttosto impor­tante anche se lo si considera semplicemente sul piano dell'informazione.

 

Risposte alla seconda domanda: Cosa ne pensate di questa adozione?

 

Favorevoli all'adozione interrazziale

1.263

72%

Sfavorevoli all'adozione interrazziale

82

5 %

Favorevoli solo all'adozione nazionale

10

0,5%

Sfavorevoli a qualsiasi adozione

21

1 %

Favorevoli con riserve

316

18%

Nessuna risposta

53

3%

Totale risposte

1.745

99%

 

Il 72% dei consensi all'adozione interrazziale ci sembra un dato tutto sommato, confortante, anche se va tenuto in debito conto il tipo di ade­sione o motivazione e, soprattutto, il livello di consapevolezza a cui è dato.

Ad esempio, per buona parte delle risposte favorevoli ma non motivate, è lecito supporre una adesione abbastanza «distratta», «impersonale», o, quanto meno, conformistica. Tuttavia, se questa ipotesi è vera, è interes­sante notare come la gran parte delle persone ritenga evidentemente che la risposta «migliore», quella che «si deve dare» è di tipo positivo.

 

Commenti e riserve che accompagnano le risposte alla seconda domanda

 

Favorevoli, portano motivazioni valide

167

20%

Favorevoli, ma loro non lo farebbero

43

5 %

Giudicano il fatto e la coppia eccezionali

116

14%

Giudicano questa adozione un'opera buona

(atteggiamento pietistico)

128

15%

Giudicano questa adozione come

espressione di testimonianza cristiana

37

4%

In circostanze adatte adotterebbero o

avrebbero adottato anche loro

67

8%

Mettono prima l'adozione nazionale

28

3%

Approvano l'adozione purché non ci siano

figli legittimi

53

6 %

Pongono riserve di ordine psicologico

13

2%

Pongono riserve di carattere economico

96

12%

Pongono riserve per la convivenza con i

figli naturali

16

2%

Pongono riserve per l'ambiente non preparato

61

7%

Pongono riserve di carattere religioso

-

-

Pongono riserve di carattere sessuale

1

0,12%

Totale risposte

826

98%

 

Questi commenti, che sono stati abbinati ai vari tipi di risposta alla seconda domanda, si possono sommariamente dividere in commenti di tipo positivo e costruttivo di chi ha capito il problema o tenta di approfon­dirlo e commenti che rivelano in chi li fa il tentativo di rifiutare, negare o allontanare qualcosa da cui sarebbe «scomodo» farsi coinvolgere.

Vorremmo mettere in evidenza solo qualche dato: se sommiamo il 14% di coloro che ritengono questa adozione un fatto eccezionale al 15% di chi la considera un'opera buona e al 12% di chi afferma che solo chi ha una buona base economica può permettersi una simile esperienza, otteniamo un numero di persone percentualmente piuttosto elevato (il 41%) che guardano all'adozione (e certamente non solo all'adozione inter­razziale) e alla famiglia che la attua come a qualcosa di irraggiungibile, di sacro forse, ma comunque lontanissimo dalla «gente comune» e soprat­tutto da loro stessi.

È ancora interessante rilevare come nessuna riserva venga posta per questioni di carattere religioso e una sola, apertamente manifestata, di carattere sessuale.

 

Risposte alla terza domanda: Fareste sposare a vostro figlio o vostra figlia una persona di razza diversa?

 

Risposte favorevoli

976

56%

Risposte sfavorevoli

286

16%

Risposte favorevoli con riserve

294

17%

Lasciano liberi i figli di fare le proprie

scelte astenendosi da qualunque giudizio

156

9%

Risposte non interpretabili

33

2%

Totale risposte

1.745

100%

 

Questa domanda assume un significato particolare perché è quella che richiede, da parte dell'intervistato, una certa partecipazione personale e non una pura adesione di tipo razionale; è in questa domanda che si ac­cetta, ma soprattutto che si rifiuta l'altra razza ed è qui che si è costretti a portare il maggior numero di giustificazioni razionali a un rifiuto, più o meno convincenti, o meglio, più o meno accettabili da chi le formula.

Per la natura delle riserve poste e per quanto detto sopra, possiamo senz'altro sommare il rifiuto aperto a quell'identico rifiuto mascherato o mitigato da commenti: otteniamo una cifra, il 33% che viene subito spon­taneo di paragonare al 5,6% di risposte sfavorevoli all'adozione interraz­ziale che sono state date alla seconda domanda.

Continuando con queste comparazioni possiamo dire che:

Il 79% degli intervistati è in grado di riconoscere l'adozione o un rapporto sostanzialmente analogo tra i membri della fotografia;

Il 72% si dichiara favorevole, sia pure a vari livelli, all'adozione interrazziale;

Il 56% mostra di accettare un possibile contatto più intimo con un'altra razza.

Alla fine di questa sintetica esposizione di cifre e dati percentuali, che in buona parte si commentano da sé, non riteniamo di dovere o potere arrivare a trarre conclusioni precise o specifiche indicazioni sul piano ope­rativo. È chiaro che un'analisi più completa e particolareggiata di tutti i dati raccolti e in buona parte rielaborati (tutto il materiale riguardante l'inchiesta è a disposizione presso il CIAI, viale Brenta 7, Milano), potrà rivelare aspetti importanti per chi abbia interesse ad approfondire il di­scorso.

 

 

 

 

(1) Comunicazione presentata dall'A.S. Marina Jannaccaro del CIAI alla Conferenza mondiale sull'adozione e sull'affidamento familiare (Milano 16-19 settembre 1971).

 

 

www.fondazionepromozionesociale.it