Prospettive assistenziali, n. 11-12, luglio-dicembre 1970

 

 

DOCUMENTI

 

COSTITUZIONE DELLE COMMISSIONI E CONSULTE DIOCESANE, REGIONALI E NAZIONALI PER L'ASSISTENZA SOCIALE

 

 

Come da documenti che si riproducono, la Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.) ha di­sposto la costituzione delle commissioni e con­sulte diocesane (o interdiocesane), regionali e nazionale per l'assistenza sociale.

Riteniamo che l'iniziativa potrà dimostrarsi positiva se il lavoro di dette commissioni e con­sulte sarà diretto al superamento della contrap­posizione, oggi assurda, fra assistenza pubblica e assistenza privata, affinché si possa giungere alla gestione comunitaria dei servizi sociali.

 

 

COSTITUZIONE DELLA COMMISSIONE E DELLA CONSULTA PER L'ASSISTENZA SOCIALE

 

La Segreteria di Stato, con lettera del 7-12-1969 (cfr. allegato n. 1), per espressa volontà del S. Padre, ha dato mandato alla Presidenza della C.E.I. «di provvedere - mediante nuovi organismi unitari - alla tutela, promozione, qualificazione e all'aggiornamento delle Istituzioni ed Opere assistenziali, siano esse affidate al clero secolare che ai religiosi».

Per assolvere questo compito, si è proceduto allo studio del problema con la collaborazione di persone particolarmente esperte in questo settore; ed è stata predisposta l'istituzione di una «Commissione» e di una «Consulta» permanenti per l'assistenza sociale a livello nazionale, regio­nale e diocesano, come è indicato nel Regolamento (cfr. allegato n. 2). Lo schema del regolamento fu prima sottoposto all'esame della Com­missione episcopale per i problemi sociali; successivamente l'ultima stesura fu presentata al Consiglio di Presidenza che l'ha approvata «ad experimentum­» nella sessione del 20/22-1-1970.

Detto regolamento, ai fini della costituzione di questi organismi nell’ambito della diocesi, in virtù delle precise disposizioni del S. Padre, diviene pertanto normativo.

Quanto prima saranno fornite ulteriori indicazioni e strumenti di lavoro alle costituende Commissioni, perché, specie i criteri di giudizio nelle visite agli Istituti siano, per quanto possibile, omogenei.

 

LETTERA DEL CARD. PRESIDENTE PER LA COSTITUZIONE DELLA COMMISSIONE E DELLA CONSULTA PER L'ASSISTENZA SOCIALE

 

Lettera circolare ai Membri della C.E.I. n. 346/70 del 28-2-1970.

 

Venerato Confratello,

mi pregio rimetterLe copia della lettera inviata dalla Segreteria di Stato in data 7-12-1969, nella quale, per espressa volontà del Santo Padre, si dà mandato alla Presidenza della C.E.I. «di provvedere - mediante nuovi organismi unitari - alla tutela, promozione, qualificazione e allo aggiornamento delle Istituzioni ed Opere assistenziali, siano esse affidate al clero secolare che ai religiosi».

Per assolvere questo compito, si è quindi proceduto allo studio del problema con la collaborazione di persone particolarmente esperte in que­sto settore; ed è stata predisposta l'istituzione di una «Commissione» e di una «Consulta» permanenti per l'assistenza sociale a livello nazio­nale, regionale e diocesano, come è indicato nel Regolamento allegato. Il Regolamento venne presentato all'esame del Consiglio di Presi­denza, nella riunione del 20-22 dello scorso gennaio, ed è stato approvato «ad experimentum». Detto Regolamento, ai fini della costituzione di que­sti organismi nell'ambito della diocesi, in virtù delle precise disposizioni del S. Padre, diviene pertanto normativo. In questo modo si potrà con­cretamente ovviare ai vari inconvenienti che si sono verificati e soprat­tutto si potrà provvedere ad una sana azione di promozione delle Opere e delle Istituzioni assistenziali cattoliche, le quali operano in un settore tanto importante nella vita della Chiesa e così vicino all'ansia pastorale dei Vescovi.

Quanto prima saranno fornite ulteriori indicazioni e strumenti di lavoro alle costituende Commissioni, perchè, specie i criteri di giudizio nelle visite agli Istituti siano, per quanto possibile, omogenei.

Profitto ben volentieri dell'occasione per confermarmi con sensi di distinto ossequio.

 

@ ANTONIO CARD. POMA

Presidente

 

ALLEGATO N. 1

 

SEGRETERIA DI STATO - N. 131.625 - DAL VATICANO 7 NOVEMBRE 1969

Lettera indirizzata al Card. Antonio Poma, Presidente della C.E.I

 

Signor Cardinale,

l'importanza delle attività caritative ed assistenziali, in ordine al com­pimento della missione pastorale dei Vescovi, è stata sottolineata e messa bene in luce dal Concilio Ecumenico Vaticano II, il quale ha altresì auspi­cato e promosso un rinnovato impulso, affinché l'esercizio coordinato di tali attività sia sempre più adeguato, nelle strutture, nei metodi e nei mezzi, alle condizioni ed alle esigenze odierne, e sia sempre meglio rispon­dente alla coscienza sociale del nostro tempo.

Se si considerano le profonde trasformazioni sociali che, in Italia, soprattutto negli ultimi decenni, hanno investito anche il settore della assistenza, si appalesa tanto più urgente la necessità di un'efficace azione, intesa a riordinare ed adeguare le Istituzioni e le Associazioni operanti in questo campo, e dipendenti sotto qualsiasi aspetto dall'autorità eccle­siastica.

Sono ben noti, inoltre, alcuni fatti recenti purtroppo negativi, che sono stati strumentalizzati a danno delle Istituzioni cattoliche, con l'evi­dente scopo di far sorgere serie difficoltà alle Istituzioni medesime, in campo educativo, economico e sociale.

Questa Segreteria di Stato non ha mancato di fare esaminare in sede competente la situazione venutasi a determinare in Italia circa detti Istituti Assistenziali, e di chiedere in merito anche il parere dei Sacri Dicasteri interessati alla soluzione del grave problema (Sacre Congregazioni per i Vescovi, per il Clero, per i Religiosi e gli Istituti Secolari, per l'educazione Cattolica, Vicariato di Roma), riferendo a Sua Santità sulle risultanze dello studio.

Il Santo Padre, accogliendone il voto unanimemente espresso al ri­guardo, ben volentieri affida alla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana il compito di provvedere - mediante nuovi organismi unitari - alla tutela, promozione, qualificazione e all'aggiornamento delle Istitu­zioni ed Opere assistenziali, siano esse affidate al clero secolare che ai religiosi.

Sarà pertanto cura della C.E.I. di preparare un concreto piano di azione, atto a costituire commissioni di studio ed organi esecutivi di coordinamento e di vigilanza su tutto l'apparato assistenziale cattolico in Italia; e sarà, d'altra parte, doveroso impegno di ogni Istituzione - com­prese quelle dirette da Religiosi esenti (Motu Proprio Ecclesiae Santae, art. 25 e segg.) - di uniformarsi agli accertamenti e agli indirizzi pre­disposti in maniera congrua e stabile.

Per la soluzione sollecita del grave e delicato problema, saranno di valido aiuto, senza dubbio, le Organizzazioni già esistenti come l'ICAS, la FIRAS, l'UNEBA, l'USMI, ed altre lodevoli e qualificate Istituzioni.

Sono certo, Signor Cardinale, che da questo lavoro di riordinamento, tanto urgente e tanto necessario, scaturirà un grande bene per gli stessi Istituti di Assistenza e di Beneficenza Cattolici, i quali si vedranno oppor­tunamente sostenuti, aiutati e indirizzati in una comune norma di attività benefica.

Profitto volentieri dell'occasione per confermarmi con sensi di pro­fonda venerazione

di Vostra Eminenza

dev.mo in Domino

G. Card. VILLOT

 

 

ALLEGATO N. 2

 

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE E DELLA CONSULTA PER L'ASSISTENZA SOCIALE

 

1. La Commissione e la Consulta per l'assistenza sociale sono organismi permanenti, con articolazione nazionale, regionale e diocesana, costi­tuiti ai vari livelli dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Ita­liana, dalla Conferenza Episcopale Regionale e dall'Ordinario dio­cesano.

2. La Commissione ha il compito di svolgere azione di promozione qua­lificata nel settore dell'assistenza e di raccordo fra le istituzioni assi­stenziali, in qualunque modo dipendenti dall'autorità ecclesiastica.

3. La Consulta è l'organismo di raccordo e di intesa tra tutte le forze e le organizzazioni cattoliche, interessate ed operanti nel settore dell'assistenza.

 

COMMISSIONE NAZIONALE

 

4. La Commissione nazionale opererà in stretta collaborazione con la Commissione episcopale per i problemi sociali, usufruendo dell'ap­porto di esperti.

5. La Commissione nazionale, d'intesa con le Commissioni regionali e diocesane, dovrà promuovere azione di illuminazione della pubblica opinione per la difesa dei diritti delle Istituzioni assistenziali dipen­denti dall'autorità ecclesiastica e dell'apporto che esse offrono alla comunità nazionale.

Curerà particolarmente, specie attraverso studi e pubblicazioni, che il ruolo della libera assistenza venga debitamente accettato e ricono­sciuto nelle norme legislative e negli organi operativi della nazione.

 

COMMISSIONE REGIONALE

 

6. E' indispensabile avvalersi di una struttura regionale, perchè la Costi­tuzione Italiana prevede che l'assistenza sociale rientri nei compiti delle regioni, e perchè la programmazione assistenziale avrà dimen­sioni regionali.

Ogni conferenza Episcopale Regionale nominerà un vescovo, respon­sabile del settore, o un Sacerdote. Questi dovrà avvalersi dell'opera di una Commissione regionale, costituita dai membri più qualificati delle Commissioni diocesane, di cui nel numero seguente.

 

COMMISSIONE DIOCESANA

 

7. In ogni diocesi si costituirà una Commissione Diocesana, formata da almeno 5 persone qualificate e competenti di problemi assistenziali, ordinariamente non implicate nella gestione di Opere ed Istituti assi­stenziali (1).

8. La Commissione diocesana svolgerà le seguenti funzioni:

a) promozione e programmazione dell'azione caritativa e assistenziale della Chiesa locale nell'ambito della programmazione pastorale generale;

b) coordinamento delle attività delle Opere assistenziali presenti in diocesi;

c) verifica della loro efficienza e funzionalità, sotto il profilo educativo, sanitario ed amministrativo;

d) qualificazione del personale degli Istituti;

e) cura dei rapporti con gli Enti pubblici locali di assistenza.

9. In particolare, i compiti della Commissione diocesana sono:

a) raccogliere i dati statistici relativi alle Istituzioni e alle Opere assistenziali esistenti nell'ambito della Diocesi;

b) mantenere stretti e continui rapporti con i singoli Istituti e Opere cattoliche di assistenza sociale, in un clima di collaborazione, d'in­tesa e con spirito di servizio, provvedendovi con visite ordinarie e straordinarie o con incontri su invito degli Istituti;

c) organizzare le iniziative di aggiornamento e di qualificazione degli istituti, d'intesa e in armonia sia con la Commissione regionale sia con la commissione nazionale;

d) verificare che siano osservati i criteri e le esigenze minime di conduzione degli Istituti (standards assistenziali), nei loro diversi aspetti;

e) indicare la posizione giuridica più idonea ai singoli Istituti;

f) esaminare, su relazioni annuali dei responsabili degli Istituti, e se necessario con apposite visite, l'impostazione, l'andamento e l'am­ministrazione degli Istituti, offrendo gli opportuni suggerimenti;

g) informare l'Ordinario del luogo sulla situazione degli Istituti, for­mulando un giudizio di merito sull'idoneità e funzionalità di cia­scuno di essi;

h) nel caso di fondazione di nuove Opere, pur nel rispetto dell'apporto delle iniziative dei singoli Enti come delle Congregazioni religiose, dare un giudizio di merito relativamente al tipo di Istituto, alla ubicazione e all'intestazione patrimoniale, perchè queste possano armonizzarsi e integrarsi con quelle già esistenti, nell'intento di rendere un servizio più utile alla comunità.

La indicazione della Commissione dovrà tener conto anche di una visione regionale del problema;

i) se il giudizio finale della Commissione sull'Istituto visitato, di cui alla lettera g), non risultasse positivo, questa dovrà fornire indicazioni e suggerimenti ai responsabili dell'istituto, perchè, nel più breve spazio di tempo, possano provvedere ad eliminare gli inconvenienti riscontrati. Qualora il giudizio risultasse completa­mente negativo, d'intesa con i responsabili sia dell'Istituto che degli Enti pubblici interessati, si procederà alla sua chiusura.

 

CONSULTA NAZIONALE

 

10. La Consulta nazionale svolgerà compiti di studio e di consulenza alle dipendenze ed in armonia con la Commissione nazionale, in modo da indicare le linee di orientamento e di azione comune per la imposta­zione e la soluzione dei problemi assistenziali, e per affrontare le que­stioni di interesse generale.

11. Particolare attenzione dovrà essere posta allo studio delle proposte di legge in materia di assistenza sociale, perchè in esse siano con­cretamente salvaguardati i diritti riconosciuti dalla Costituzione Ita­liana alle libere Istituzioni assistenziali.

12. I necessari e opportuni contatti con la Santa Sede e i relativi Dicasteri, saranno mantenuti tramite gli organismi statutari della C.E.I.

13. La Consulta nazionale dovrà offrire il proprio apporto per la realizza­zione del piano pastorale relativo all'assistenza sociale, predisposto e preparato dalla Commissione nazionale.

 

CONSULTA REGIONALE

 

14. La Consulta Regionale è formata dai rappresentanti delle Istituzioni e delle Opere assistenziali esistenti nell'ambito della regione.

Nella designazione dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Opere si dovrà tener conto della presenza proporzionale:

a) dei vari settori in cui l'assistenza si articola nell'ambito della regione;

b) delle più importanti Istituzioni esistenti nella regione stessa;

c) delle categorie degli operatori assistenziali: clero diocesano, re­golare, religiose, laici.

15. I compiti della Consulta regionale sono analoghi a quelli della Consulta Nazionale, debitamente rapportati alle esigenze delle singole Regioni e al loro ambito di azione.

La Consulta regionale, inoltre, dovrà attuare le linee di azione pasto­rale indicate dalla Conferenza Episcopale Regionale.

 

CONSULTA DIOCESANA

 

16. La Consulta diocesana è formata dai rappresentanti delle Istituzioni e delle Opere assistenziali esistenti nell'ambito della diocesi. Qualora le Istituzioni e le Opere fossero numerose, la designazione dei rappre­sentanti dovrà tener conto della presenza proporzionale:

a) dei vari settori in cui l'assistenza si articola nell'ambito della diocesi;

b) delle Istituzioni e delle Opere più importanti e significative che svolgono attività assistenziali;

c) delle categorie degli operatori assistenziali: clero diocesano, rego­lare, religiose, laici.

17. I compiti della Consulta sono:

a) studiare e promuovere una azione idonea e rispettosa perchè i responsabili del settore abbiano chiara coscienza del delicato com­pito che svolgono;

b) studiare i problemi di comune interesse nell'ambito della diocesi, impegnandosi ad attuare le indicazioni anche a carattere pastorale;

c) aggiornare la Consulta regionale dei più importanti e gravi pro­blemi del settore, esistenti in diocesi.

 

 

N.B. - 1) Le diocesi che non hanno dimensioni e forze sufficienti, possono costituire una Commissione e una Consulta interdiocesana.

2) Poiché le visite e le ispezioni ordinarie e straordinarie sono servizi e prestazioni di cui si avvalgono gli Istituti e dalle quali ricevono vantaggio (anche perchè preparatorie e liberatrici di pubblici controlli), le spese necessarie per le visite e l'ordinario funzionamento della Commissione dovranno essere sostenute dai singoli Istituti visitati.

 

*  *  *

 

Questo Regolamento è stato approvato dal Consiglio di Presidenza nella sessione del 20-22 gennaio 1970, a norma dell'art. 19/g dello Statuto della C.E.I.

 

 

 

(1) Si ritiene che debbano farvi parte un sacerdote del clero regolare o diocesano, un assistente sociale o un esperto di problemi educativi assistenziali, un sanitario, un esperto di amministrazione.

 

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